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BR76T1 - Una trasformazione che implica libertà
Primo discorso pubblico
Brockwood Park, UK
28 Agosto 1976



0:20 Di che cosa parliamo questa mattina? Mi piacerebbe parlare con voi, se possibile, dell'importante problema di come apportare una profonda trasformazione dell'uomo, di un essere umano. E' di questo che vorrei discutere, parlandone e condividendo con voi. Se sia davvero possibile che un uomo, un essere umano, che rappresenta il mondo intero - ciascun essere umano è la totalità del mondo - se questa entità umana possa subire una profonda radicale trasformazione, non un cambiamento superficiale, non spostandosi da una gabbia a un'altra o da un sistema a un altro, da un guru all'altro, o da un credo a un altro, ma se possa subire una trasforma- zione profonda, il che implica libertà, completamente, da tutti i credo, da tutti gli ideali, da tutte le contraddizioni nelle nostre azioni, nelle nostre vite quotidiane. Ed è possibile farlo senza alcuno sforzo, senza la battaglia degli opposti?
2:38 Questo è il problema e questa è la questione di cui penso dovremmo parlare insieme, durante questi quattro discorsi e due incontri. Perché penso che quando un essere umano cambia radicalmente, influenza l'intera coscienza del mondo perché il mondo è voi e voi siete il mondo, sostanzialmente. Potreste avere modi diversi, abiti diversi, colori e gusti diversi, ma essenzialmente, nel profondo, dovunque si vada - nel lontano o medio Oriente, o qui, o in America - gli esseri umani sono, sostanzialmente, uguali: tutti soffrono, sono ansiosi, hanno dei problemi, problemi di relazione, problemi di guerra, di nazionalità, - c'è una grande sofferenza. Quindi, sostanzialmente, nel profondo, ogni essere umano è l'altro. Penso che non sia una teoria, un concetto, un'ipotesi, ma una realtà. Penso che questo sia molto importante da capire, non intellettualmente, non verbalmente, ma effettivamente sentirne la realtà, la verità - che noi siamo, essenzialmente uguali, in tutto il mondo perché il nostro fondamento, la nostra esistenza si basa, dovunque siamo, su relazione, conflitto, confusione, dolore, ansia, su grandi paure e profondo dolore. Penso che questo sia un fatto, non quello che vorrei credere, o quello che desidero credere. Ma quando lo vediamo come una verità, e non come una conclusione, non come qualcosa da escogitare intellettualmente per poi crederci, ma come una realtà vera. Quindi, voi siete il mondo e il mondo è voi. E se c'è un cambiamento radicale in questa coscienza, allora avrà effetto sull'intera umanità.
6:19 Possiamo continuare da qui? Vi prego, questo non è un raduno intellettuale - qualsiasi cosa significhi questa parola - e non è neppure una forma di intrattenimento. Siamo persone piuttosto serie, spero, e osservando cos'è il mondo, quello che succede sia fuori che dentro di noi - la confusione, le guerre, le brutalità, ecc. ecc., bisogna apportare un cambiamento radicale, assolutamente necessario e importante. A me sembra che il nostro problema principale, o la nostra preoccupazione riguardi la possibilità di provocare un cambiamento radicale nell'uomo. Perché noi siamo condizionati: dalla storia, dalla religione, dalla cultura in cui viviamo, la nostra coscienza è ristretta, legata, e noi stiamo parlando del contenuto della coscienza, e del cambiamento di quel contenuto. Il contenuto produce la coscienza. Non è così? Giusto? Vi prego, benché chi vi parla lo esprima a parole entrambi lo stiamo condividendo, insieme. Non stiamo facendo propaganda, non stiamo cercando di convincervi di nulla, perché non siamo un'autorità, non siamo un guru. Per me è abominevole, in materia di spirito, avere qualsiasi genere di autorità. Perché l'autorità produce paura, conformismo, accettazione di qualcuno che sa verso chi non sa. Ma quando qualcuno dice 'Io so' potete star sicuri che non sa.
9:37 Quindi, stiamo condividendo questa questione insieme, non verbalmente, non teoricamente, ma effettivamente, nella nostra vita, osservando noi stessi, diventando consapevoli delle nostre attività, e dei nostri modi di pensare, di agire, di credere. Quindi, a noi interessa la trasformazione radicale del contenuto della nostra coscienza. La nostra coscienza è costituita dalle cose che l'uomo ha raccolto in secoli e secoli di esistenza - le sue idee, i suoi credo, le sue paure, i suoi piaceri, il grande dolore e la paura della morte, e tutto il resto del contenuto, che include la conoscenza - il conosciuto e la speranza di scoprire ciò che sta oltre il noto. Tutto questo è nella nostra coscienza. Spero che le mosche non vi diano troppo fastidio. Sembrano tutte concentrate su di me.
11:20 Quindi, vi prego, stiamo indagando insieme il contenuto della nostra coscienza che siete voi, voi stessi, e in questa indagine scopriremo, se possibile, la natura e la struttura di questa coscienza, il contenuto di questa coscienza, e se sia possibile svuotare questa coscienza dal suo contenuto e forse imbattersi in una dimensione totalmente diversa. E' questo che ci proponiamo di fare durante i quattro discorsi e i due dialoghi. Quindi, voi non state semplicemente ascoltando chi vi parla, ma siete insieme a lui nell'indagare la vostra coscienza, i vostri credo, le vostre idee, paure, piaceri e tutti i tormenti che gli esseri umani attraversano, insieme. Quindi, è responsabilità vostra molto più che di chi vi parla. Se siete seri e disposti ad approfondire lo faremo insieme. Ma se non siete seri, se non volete indagare tutta questa infelicità umana, e se sia possibile metterle fine, allora per favore, andatevene! Capite? Andate! Non vale la pena di perdere tempo e fatica.
13:32 Quindi, insieme, indagheremo, esploreremo, e per farlo, bisogna che ci sia libertà. E' necessaria, non è vero? Se volete indagare qualcosa non potete venire qui con tutti i vostri pregiudizi, con tutti i vostri credo, dogmi, e tutto il resto, spero, che impediranno la vostra indagine.
14:04 Quindi, la prima cosa - e, forse, il primo passo è anche l'ultimo - è che ci vuole la libertà di indagare. Perciò, vi prego, ci domandiamo insieme, in questo processo di indagine la stessa indagine esige che si sia liberi di guardare, liberi di osservare. Ed è impossibile osservare se ci arrivate, se volete esplorare con tutte le vostre conclusioni precedenti, o quello che volete che sia. Quindi, ci deve essere libertà di indagare. Spero siamo insieme in questo. Va bene? Possiamo continuare? La prima cosa, nell'indagine, colui che indaga, la persona, l'entità, è diversa dalla cosa che indaga? Capite la mia domanda? Voglio guardare dentro di me, nella mia coscienza. Voglio osservare il contenuto di questa coscienza. Voglio entrare in confidenza con tutte le astute deviazioni, con tutte le idee, i pensieri, i credo, i dogmi. Voglio guardarci dentro. L'osservatore è diverso da ciò che osserva? Questa è una domanda importantissima che dobbiamo risolvere, altrimenti non saremo in grado di comprenderci a vicenda. Capite? Spero di essere stato chiaro. Ci sono riuscito?
16:30 Cioè, io voglio osservare la mia paura. Oppure, voglio osservare perché ho cosi tante credenze, conclusioni, pregiudizi, e nell'indagare, l'entità che indaga è diversa da ciò che sta indagando? Capite la mia domanda? Io sono diverso dal contenuto della mia coscienza? Capite? Siete perplessi?
17:23 Domanda: Intende dire 'diversi' o 'distaccati'?
17:25 K: Ci arriveremo, presto. Vi prego, le domande più tardi. Se sono diverso dalla cosa che osservo in me, allora c'è una divisione fra me e la cosa che sto indagando. Giusto? Quando c'è divisione fra me e ciò che sto indagando, c'è conflitto. Allora cerco di reprimerlo, di controllarlo, o di sfuggirlo, o cerco di cambiarlo. Ma se l'osservatore è la cosa osservata allora avviene un'azione completamente diversa. E' abbastanza chiaro?
18:32 D: Per pensiero intende che l'osservatore è l'osservato?
18:36 K: Lo approfondiremo un po' di più. Vedo che c'è rabbia in me. Sono arrabbiato. Quella rabbia è diversa da 'me' che sono l'osservatore di quella rabbia? Io sono quella rabbia, certamente. Non è vero? Io non sono diverso da quella rabbia. Posso continuare? Vedetelo. Oppure sono avido, invidioso. L'invidia è diversa da 'me' che osservo quella reazione che chiamo invidia? Oppure quell'invidia è 'me'? Io non sono diverso da quell'invidia. O, prendiamo la gelosia: quel sentimento che chiamiamo gelosia, è diverso da me che lo osservo? Oppure quella gelosia è me? State seguendo, ora? Perciò, quando osservo, c'è divisione fra l'osservatore e la cosa osservata? Stiamo chiarendo il mistero? Capite la mia domanda? Siamo insieme in questo o sto parlando a me stesso? Perché questo è molto importante, fin dall'inizio. Perché noi siamo condizionati a questa divisione di 'me' come diverso da ciò che osservo. Siamo condizionati al conflitto di questa divisione. Siamo condizionati a reprimerlo, ad analizzarlo o a fuggire da esso. Vero? Siamo educati, condizionati ad accettare questa divisione di 'me' come differente da ciò che osservo e, perciò, si stabilisce un conflitto fra 'me' e ciò che osservo. E quando guardiamo molto, molto a fondo - non molto a fondo, è piuttosto semplice - possiamo vedere che l'osservatore è l'osservato, e quindi, eliminiamo tutto il conflitto.
22:16 Perciò stiamo guardando, osservando, la nostra coscienza - il suo contenuto, che sono i nostri attaccamenti - alla casa, a un mobile, o a una persona, o a un'idea, e così via. Quando osserviamo l'attaccamento, l'osservatore è diverso da ciò a cui è attaccato? Si può essere attaccati a un'idea. Quell'idea è creata dal pensiero, il pensiero che dice a se stesso: 'Io osservo ciò che è e posso cambiare ciò che è attraverso un ideale, e perseguendo quell'ideale posso superare ciò che è. E' questo che ci accade. Mentre, l'ideale è una fuga da ciò che è. No?
23:43 E, inoltre, noi non sappiamo che fare con ciò che è, e quindi cerchiamo di creare un'idea che è l'opposto di ciò che è sperando così di poter rimuovere ciò che è. State seguendo? Siamo insieme in tutto questo, oppure ... ? In qualche modo. Quindi, diventa molto importante, quando osserviamo noi stessi, cioè la nostra coscienza con tutto il suo contenuto, vedere se l'osservatore è diverso dalla cosa che osserva. Se è diverso, allora c'è una divisione. La divisione quindi crea conflitto - l'indù, il musulmano, l'ebreo, l'arabo, sapete, tutte le divisioni dell'umanità. Perciò, quando c'è divisione, ci deve essere conflitto. E' una legge. Quindi vediamo che esaminando, esplorando il contenuto della nostra coscienza, l'osservatore è l'osservato. Giusto? La paura nella coscienza è la mia paura, perché io sono quella coscienza, fa parte di me, che ho paura. Giusto? Andiamo!
25:45 Vedete, noi pensiamo con questa divisione - l'osservatore diverso dall'osservato - pensiamo che il conflitto sia necessario per superare la cosa osservata. Siamo abituati a quel conflitto, fa parte della nostra tradizione, della nostra educazione, della cultura. E noi stiamo dicendo qualcosa di completamente diverso, quindi non c'è una giusta comunicazione. Se l'osservatore è l'osservato, che cosa succede? Capite?
26:45 Sono attaccato a qualcosa, a una persona, a un'idea, a un credo, a una casa, a qualsiasi cosa - sono attaccato - e in quell'attaccamento scopro che c'è paura. Potrei perderla, quella persona potrebbe lasciarmi, e così tengo stretta quella persona o quella cosa ancor più vicino. Così si crea il conflitto, non è vero? E noi siamo abituati a questo conflitto, fa parte della nostra tradizione, della nostra educazione, e noi stiamo dicendo che la divisione è illusoria, non è reale. La cosa vera è che l'osservatore, la persona arrabbiata, non è diversa dal suo sentimento, è quello. E allora che accade? Capite? Prima pensavamo che lottando contro la rabbia, reprimendola, razionalizzandola, analizzandola, avremmo potuto superarla. Vero? Cioè, c'è una divisione fra me e il sentimento, che è una cosa diversa. Mi chiedo se ... Avanti, è abbastanza semplice! Perciò, è molto importante rimuovere il conflitto con l'osservazione, e poi possiamo andare oltre 'ciò che è'. Ma finché siamo in conflitto con 'ciò che è', allora siamo condizionati da ciò che è. Quindi, l'osservatore è la cosa osservata, il pensatore è il pensiero, chi fa l'esperienza è l'esperienza, così, quando questo diventa una verità, perché è verità, allora possiamo osservare la coscienza in modo del tutto diverso, non come un'entità diversa da ciò che si vede. Va bene?
30:25 Allora, quali sono le tre cose principali nella nostra coscienza, che radunano così tanta energia e importanza? Una è la paura. Giusto? Poi c'è il piacere, e poi la sofferenza. Questi sono i tre principali elementi nella nostra coscienza. Va bene? Paura, piacere e dolore, con tutte le loro ramificazioni, i cambiamenti, i vari tipi di paura, le varietà del piacere, le molte facce del dolore.
31:29 Cominciamo ad esaminare la paura, va bene? che fa parte della nostra coscienza, parte di noi stessi. Quindi diventa molto importante come osservate quella paura. O la osservate come un'entità separata dalla paura, o la osservate come parte di voi. Voi siete quella paura. Giusto? Allora, come osservate quella paura? Capite la mia domanda? Alcuni di voi? Siete veramente seri su tutto questo? Significa qualcosa essere liberi dalla paura? Non solo di alcune forme di paura, ma essere completamente, totalmente liberi dalle paure psicologiche, altrimenti siamo schiavi, altrimenti viviamo nell'oscurità, siamo paralizzati. Quindi, è molto importante quando si parla di trasformazione dell'uomo comprendere ed essere liberi dalla paura, non soltanto dalle paure psicologiche ma quando le comprendiamo allora le paure biologiche possono essere affrontate diversamente - le paure fisiche. Quindi prima affrontiamo le paure psicologiche - la paura di perdere il lavoro, la paura di perdere qualcosa - oh, Dio sa cosa, ci sono dozzine di cose - la paura di perdere la persona che pensate di amare, la paura di non essere amati, la paura della solitudine, - dozzine di cose che ci fanno paura - dal buio alla luce, fino a tutte quelle paure nevrotiche che si hanno in moltissime forme.
34:20 Ora, come si fa a essere liberi dalla paura? Capite la mia domanda? Perché è assolutamente importante, se volete apportare una profonda trasformazione della mente umana, della coscienza umana, essere totalmente e completamente liberi da paure psicologiche.
34:52 Allora, cos'è la paura? Paura di qualcosa. Giusto? La paura è soltanto una parola? Capite? Vedo che non capite. Devo approndirlo in modo diverso. Abbiamo paura di qualcosa - cioè la parola ha creato la paura, oppure la paura esiste separatamente dalla parola? Vi prego, è molto importante cogliere questo punto. Noi siamo abituati a ciò che le parole implicano, e alla reazione alla parola. 'Morte' è una cosa terribile! Quindi, allo stesso modo, la parola crea la paura, o la paura esiste indipendentemente dalla parola? Che ne pensate? Capite la mia domanda? No, voi non la capite.
36:33 Io ho paura. E' una reazione. Ho paura di perdere la mia reputazione. Buona idea! Altrimenti voi non sareste qui. Ho paura di perderla. C'è paura, e questa paura è causata dall'idea che potrei perdere la mia reputazione. Quindi, voglio comprendere tutto il problema della paura, non soltanto un suo aspetto ma tutta la struttura e la natura della paura, l'enormità della paura. Ora, dico a me stesso: 'La paura è creata dall'idea che potrei perdere la mia reputazione e perciò ho paura, quella paura è generata da un'idea? L'idea è soltanto una parola? State seguendo? Quindi, la parola 'reputazione' ha creato la paura, e c'è una paura senza la parola, senza l'idea the io potrei perdere la mia reputazione? Quindi, c'è paura a causa di una serie di parole e idee, oppure la paura esiste al di là delle parole, idee, implicazioni? La paura esiste di per sé? Oppure è una struttura di parole, idee, e tempo? Capite? Oh, andiamo, vi prego!

D: Penso che sia così, ma a volte credo che la paura subentri automaticamente, nonostante sia stata impostata dalle parole.
39:31 K: Sì, la paura esiste dove ci sono parole, idee e tempo, il tempo inteso come domani, diverso da ieri: Capite? Tempo, parole, idee, creano questo senso di paura. Ora, io dico a me stesso 'Se non ci fosse il tempo, se non ci fossero la parola, le conclusioni e le idee, ci sarebbe la paura? Capite cosa sto dicendo, ora? Perciò, può la mente essere libera dal tempo, dalle idee e dalla parola? Se non è capace di essere libera allora la paura continuerà. Quindi, devo esaminare perché la mente, o tutto il processo del pensiero, sia preda delle parole - parole, idee, conclusioni, e tutto il resto. Perciò devo approfondire la questione di cosa è il pensiero. Capite?
41:03 Sono partito chiedendomi qual è la natura della paura, perché gli esseri umani sono prigionieri di questa struttura di paura e a quanto sembra gli esseri umani non sono stati capaci di esserne liberi. La rifuggono, la razionalizzano, fanno di tutto per evitarla, ma la paura continua. Quindi, noi stiamo indagando, qual è la natura e la struttura di questa paura. E' il risultato di pensare al tempo, a quello che potrebbe accadere, o è accaduto, sperando che non accada più, che è il processo del tempo, che è un movimento del pensiero. Il pensiero è un movimento del tempo. Giusto? L'ho scoperto. Il pensiero è un movimento nel tempo, da ieri, attraverso l'oggi, e domani - ciò che potrebbe accadere domani, o, ciò che è accaduto nel passato, sperando che non accada di nuovo. Quindi, è un processo del tempo, un movimento; il tempo è movimento. E poi, perché la mente è prigioniera delle parole, perché le parole sono diventate così importanti, - le parole sono il processo del pensiero, le conclusioni, le idee, e così via, cioè, cos'è il pensiero, perché nel pensiero, ho visto che c'è paura, nel pensare, vedo che è coinvolto il tempo, quindi devo approfondire la questione di cos'è pensare.
43:26 Vi prego, io lo sto mettendo in parole, e voi dovete condividere questa cosa, insieme, collaborare. Altrimenti, voi restate lì, e io rimango qui. Giusto? Allora, cos'è pensare? Non che cosa pensate, ma come nasce il pensiero? Qual è la natura del pensiero? Perché, a meno che io non lo approfondisca davvero e non scopra la natura del pensiero, non sarò mai libero dalla paura. Quindi, è molto importante per me scoprire che cos'è il pensiero, non quello che ne dice la gente, capite? Dopo aver letto dei libri, o ascoltato qualcuno, si ripete quello che hanno detto altri sul pensiero, è qualcosa di seconda mano, e forse siamo tutti esseri umani di seconda mano. Mentre noi stiamo dicendo di scoprire da noi stessi che cos'è pensare. Pensare, certamente, è la risposta della memoria, non è vero? La memoria è esperienza, conoscenza, immagazzinata nel cervello. Giusto? Penso sia un fatto ovvio. Quindi, pensare è la risposta della memoria, immagazzinata nel cervello attraverso l'esperienza, attraverso la conoscenza collettiva. Giusto? Quindi, pensare è questo movimento dal passato al presente, modificato e continuato. Va bene? Noi viviamo nel passato, molti di noi, non è vero? 'Ho avuto una giornata bellissima', 'Ero così carino da ragazzo', 'Oh, era così bello all'inizio, quando ci siamo sposati!' - viviamo continuamente nel passato, perché non sappiamo che cosa sia il futuro, abbiamo paura di ciò che potrebbe essere, quindi viviamo nel passato. Perciò la conoscenza è il passato. Capite? Non c'è conoscenza del futuro. La conoscenza è il passato.
46:46 Quindi, il pensiero è un movimento dal passato. Oh, andiamo! Ci stiamo capendo su questo? Allora, il pensiero è un movimento dal passato, il passato come collezione di esperienza - moltissime esperienze che sono diventate conoscenza. Quindi, la conoscenza è essenzialmente il passato. Allora, il pensiero è un movimento dal passato, che si modifica nel presente e continua nel futuro. Giusto? Quindi, ho scoperto - voi avete scoperto, non io - avete scoperto, per conto vostro, che il pensiero è un movimento dal magazzino del passato. Quindi, il pensiero non è mai libero. Giusto? Mi domando se lo vedete! Il pensiero è un movimento del passato, quindi del tempo, e finché funzioniamo - no, diciamolo ... - noi dobbiamo funzionare con il pensiero - giusto? - dove la conoscenza è necessaria, dobbiamo usarla - la conoscenza tecnologica, andare in bicicletta, e così via - dove la conoscenza è essenziale, lì il pensiero funziona. E' possibile per il pensiero rimanere lì e non entrare in altri campi? State seguendo la mia domanda? Cioè, mi rendo conto che ho paura - paura, paura di non essere, della solitudine, paura di non essere amato, o di amare e di perdere, paura della morte, di perdere il lavoro - sapete, dozzine di paure. Ma, sostanzialmente, c'è soltanto una paura che si esprime in moltissimi modi. Quindi, la paura è il movimento del pensiero. Giusto?
49:59 Ora, osservando quel movimento, l'osservatore è forse diverso da quello, diverso da ciò che osserva? Stiamo arrivando a qualcosa insieme, o no? Santo cielo! Perché vedete, vi prego, se possiamo approfondire questa questione, completamente, quando lascerete questa tendone, sarete liberi dalla paura capite? Sarebbe una cosa meravigliosa. Questo influenza l'intera coscienza dell'umanità, se voi siete liberi. Quindi, vi prego, condividete questa cosa, insieme. Non lasciate che io ne parli ma facciamo un viaggio nel problema, insieme.
51:11 Voi avete paura di qualcosa, non è vero? Ogni essere umano ha paura, a quanto sembra. Ora, questa paura è diversa da voi? Giusto? Domando, questa paura è diversa da voi?
51:35 D: Lo spero.
51:37 K: Lo spera? Oh, signore! Oppure, questa paura siete voi. Vi prego, siamo seri, quella paura siete voi? Naturalmente. Come la rabbia - è forse diversa da voi o voi ne siete parte? Ovviamente. Quindi, la paura è parte di voi, ma abbiamo imparato, ci hanno educato a separare noi stessi dalla paura e, quindi, diciamo, 'La controllerò, la cambierò, la sfuggirò', e tutto quello che segue. Ma se la paura siete voi, che cosa fate? Capite la domanda ora?

D: Sì.

D: Posso fare una domanda?

K: Sì, prego.
52:42 D: Sta dicendo che, quello che le ho sentito dire è che se una persona vuole qualcosa in un certo senso, è condizionata dalla paura. E' così?
52:53 K: No, signore, no. Innanzitutto, vi prego, almeno questo sia chiaro: come la rabbia non è diversa da voi - è ovvio, no? - la paura non fa forse parte di voi? E se fa parte di voi, che cosa farete? Siamo abituati a separare la paura da noi stessi e, quindi, agiamo sulla paura - la reprimiamo, la sfuggiamo, e tutto il resto. Ma quando la paura siete voi, l'azione finisce. Giusto? Questo è molto difficile da vedere per voi, perché siamo talmente condizionati a questa divisione - io sono diverso dalla paura - e, quindi, agiamo sulla stessa. Ma noi stiamo dicendo qualcosa di completamente diverso - la paura siete voi, quindi, non potete farci niente. E allora che accade?

D: Lei parla del movimento dal passato al futuro, dall'esperienza a quello che dovrebbe essere ... ecc.
54:52 K: 'Ciò che dovrebbe essere' implica che non state guardando 'ciò che è'.

D: No, intendo, dal passato al futuro, quindi si muove.
55:02 K: Il pensiero si muove dal passato attraverso il presente, al futuro. Il pensiero si modifica attraverso il presente verso il futuro, quindi il pensiero è ancora il passato. Può modificarsi, può cambiarsi, può indossare una copertura diversa, abiti diversi, colorandosi - è sempre il movimento del passato. Vi prego, che ora è?
55:46 D: Le dodici e mezza.
55:48 K: Dodici e mezza? Di già?
55:54 No, vi prego, questo è molto importante, voglio soffermarmi su questo stamattina, se posso. La maggior parte degli esseri umani ha paura e accetta la paura come parte della vita e, quindi, vive nell'oscurità, perciò, vive una specie di stato di paralisi, e avendo paura, si creano abitudini nevrotiche, comportamenti nevrotici, è molto importante, perché vi sia trasformazione nella coscienza umana, che la paura sia eliminata completamente. E noi diciamo che è possibile. E' possibile soltanto quando il conflitto fra la persona che dice: 'Ho paura e devo fare qualcosa in proposito', quando quel conflitto finisce, cioè quando la divisione finisce. E quella divisione è artificiale, è un'illusione. Il fatto vero è che la paura fa parte di voi, quindi non potete farci nulla - giusto? - psicologicamente. Allora, tutta la vostra attenzione subisce un cambiamento. Prima, l'attenzione era rivolta al conflitto - repressione, negazione, fuga. Ma ora, quando la paura siete voi, tutta la vostra attenzione subisce un cambiamento. Cioè, avete molta più energia per osservare questa paura. Prima cercavate di fuggire dalla paura, di reprimerla, facevate di tutto, ora, la paura è parte di voi, quindi la osservate con un'attenzione totalmente diversa. Lo capite? Vi prego, vedetelo!
58:20 D: Si può osservare la paura solo se è separata, giusto?
58:27 K: Quando guardate la paura, dice quel signore, allora è una cosa separata da voi. Quando la paura siete voi, che cosa state guardando? Fatelo, per favore, guardatela. Non rispondete a me, guardatela. Quando la paura siete voi, che cosa guardate? Non state guardando la paura, voi siete quello. Quindi la vostra attenzione cambia.

D: Forse non c'è un 'tu' che è la paura, forse c'è soltanto paura.
59:13 K: Ci stiamo arrivando. L'attenzione è cambiata, giusto? Per favore, vedete questo semplice fatto.
59:22 D: Chi sta osservando me stesso?

K: Io non osservo lei, signore, io guardo la paura. Oh, Gesù - che perdita di tempo!

D: Ma significherebbe eliminare una parte di noi?

K: Sì, eliminate una parte di voi, di cui avete paura. Una parte di voi è la paura, giusto? Con tutte le complicazioni della paura. Parte di voi è il piacere, in tutte le sue varianti. Parte di voi è il dolore, diversi tipi di dolore. Quindi, tutto questo siete voi. Non siete diversi da tutto questo, no? Oppure potreste pensare di essere Dio. Se pensate di non essere tutto questo, che siete qualcosa di diverso da tutto ciò, ed essendo 'diversi', siete qualcosa di 'sovrumano'. Questa è l'antica filosofia indù che dice, 'Io non sono quello. Noi siamo l'anima, abbiamo qualcosa di prezioso dentro, siamo parte del divino, siamo parte della perfezione, siamo parte dell'archetipo' - sapete, tutte quelle cose. Quindi, personalmente rifiuto di accettare tutto questo. Dobbiamo iniziare con il dubbio. Va bene? E quando cominciate con il dubbio, fatelo completamente, per finire con la completa certezza. Ma noi cominciamo con le certezze e finiamo in niente. Vi prego, prestate attenzione a questa questione.
1:01:44 Finché c'è divisione fra voi e la paura, c'è conflitto, c'è spreco di energia - cercando di reprimerla, di sfuggirla, parlandone, andando da un analista, e così via, così via. Mentre, quando vedete la verità che voi siete la paura, tutta la vostra energia si raccoglie in questa attenzione di osservarla. Ora, cos'è quella cosa che chiamiamo paura? E' una parola che causa la paura, o è indipendente dalla parola? State seguendo? Se fosse la parola ... essendo la parola le associazioni con il passato, la riconosco perché ho avuto paura in precedenza. Capite? Guardo quella paura, benché sia parte di me, perché la nomino, e la nomino perché so che è già accaduta. Quindi, nominandola, la rinforzo. Mi chiedo se lo vedete. Quindi, è possibile osservare senza nominarla? Se la nominate, è già nel passato, giusto? Se non la nominate, è qualcosa di completamente diverso, no? Quindi, è possibile non nominare quella cosa che chiamate paura, e quindi essere liberi dal passato in modo da poter osservare? Non potete osservare se avete dei pregiudizi. Se sono prevenuto contro di voi, non posso osservarvi, perché sto guardando il mio pregiudizio. Allora, è possibile non nominarla affatto? E quindi, se non la nominate, è paura? Oppure ha subito un cambiamento, perché le avete dato tutta la vostra attenzione. Capite? Mi domando se lo capite. Quando la nominate non le state prestando attenzione. quando cercate di reprimerla, non le date attenzione, quando cercate di sfuggirla, non le state dando attenzione. Mentre, quando osservate che la paura siete voi, senza nominarla, che cosa accade? Che cosa accade? Fatelo, ora. Che accade?

D: E' un'emozione.
1:05:25 K: Aspetti. E' una sensazione, non è vero? Un sentimento, che è una sensazione. Vi prego, guardatelo. E' una sensazione, non è vero? Tutti i sentimenti sono sensazioni. Io ci punto uno spillo ... e tutto il resto. Quindi, è una sensazione. Che c'è di sbagliato nella sensazione? Non c'è nulla di male nella sensazione, no? Ma quando c'è la sensazione, più il pensiero, che diventa desiderio con le sue immagini, comincia il problema. Mi chiedo se capite tutto questo! Forse è un po' troppo, di mattina.
1:06:22 Sapete, questo fa parte della meditazione. Capite? Questo fa veramente parte della meditazione. Non starsene seduti sotto un albero a pensare a questo o quello, o cercare di concentrarsi, o di ripetere qualche mantra o delle parole - 'Coca Cola', o qualcosa del genere - ma questa è veramente meditazione, perché state indagando molto, molto a fondo in voi stessi. E voi potete indagare molto a fondo soltanto quando siete davvero senza alcuna motivazione, quando siete liberi di osservare. E voi non potete osservare se vi separate da ciò che state guardando. Allora avete tutta l'energia per osservare. E' solo quando non c'è attenzione, che nasce la paura. Capite? Quando c'è completa attenzione, che è completa, totale energia allora non c'è paura, non è vero? Soltanto la persona disattenta ha paura, non chi è completamente attento nel momento in cui sorge quel sentimento. Quel sentimento fa parte della sensazione. La sensazione è normale, naturale. E' come guardare un albero, o le persone, sapete - sensazione. Ma quando c'è sensazione e pensiero, che è desiderio con le sue immagini , allora iniziano tutti i problemi. Capite? Questo è semplice. Giusto? Ora, potete osservare la vostra paura - siate seri per cinque minuti! Potete osservare la vostra paura, qualunque essa sia, senza separarvi da quella paura, voi siete quella paura e, quindi, date totale attenzione a quella paura. E allora, c'è paura?

D: No.
1:08:50 K: E allora ve ne andate da questo tendone senza paura. Non dite 'No' per poi andarvene pieni di paure.
1:09:07 Volete porre domande a questo proposito?

D: Signore, vorrei chiederle, all'inizio lei ha detto che è più responsabilità nostra che sua. Che cosa intende dire con questo? Perché l'ha detto?
1:09:26 K: Signore, la parola 'responsabilità' - che cosa significa essere responsabile? Rispondere adeguatamente, non è vero? La parola 'responsabilità' deriva dalla radice 'rispondere'. Ora, voi rispondete adeguatamente a questa questione della paura? Oppure rispondete con tutte le vostre tradizioni, con la vostra cultura, seguite? Con tutto il condizionamento e, quindi, tutto questo vi impedisce di rispondere pienamente a questa questione?
1:10:41 Come abbiamo detto, questo fa parte della meditazione, Voi non sapete cosa sia la meditazione, ma questo ne fa parte. Quando la mente non ha paura solo allora è in grado di entrare in qualcosa di totalmente diverso, ma, avendo paura, cercare di meditare porta soltanto all'illusione, a ogni genere di esperienze ingannevoli. Quindi, la meditazione è indagine nella vostra coscienza, dentro di voi per vedere se possa esservi libertà da questo, dalla paura, e per comprendere la natura e la struttura del piacere, perché tutti vogliamo il piacere. Comprenderlo, approfondirlo, scoprire che cosa è valido nel piacere, cos'è giusto nel piacere - il godimento, la gioia. E anche indagare tutto il problema della paura, non soltanto di una in particolare paura, ma del dolore dell'umanità. Tutto questo è coinvolto nella meditazione che significa scoprire la verità in noi stessi, scoprire la verità che è una luce per noi stessi in modo che non dobbiate seguire nessuno.
1:12:35 Può bastare per oggi, no? E' abbastanza per oggi?