Krishnamurti Subtitles home


BR76T2 - Il piacere è un fattore del condizionamento
Secondo discorso pubblico
Brockwood Park UK
29 agosto 1976



0:19 Possiamo continuare da quello che dicevamo ieri mattina? Stavamo dicendo quanto sia importante che avvenga una trasformazione nella coscienza umana. Penso sia abbastanza ovvio il motivo per cui sia assolutamente necessario e urgente. Possiamo osservare che nel mondo c'è un grande disordine - in campo politico, religioso, economico e nelle nostre relazioni sociali, che formano la società. Ci sono guerre, crudeltà, stravolgimenti di ogni genere, e, a quanto pare, nessun religioso o gruppo di persone ha mai raggiunto una trasformazione radicale, in modo da influenzare l'intera coscienza umana. Quello che stavamo dicendo ieri è che quando c'è una trasformazione umana, cioè, una trasformazione nel contenuto della vostra coscienza - che siete voi - quella stessa trasformazione influenza tutta l'umanità. Il che, ripetiamo, è piuttosto chiaro e spero che comprendiate questo fatto che dove c'è una radicale trasformazione, effettiva, non teorica, non un immaginario o ipotetico cambiamento ma una trasformazione effettiva nella nostra coscienza in voi, come esseri umani, allora quella trasformazione crea un'atmosfera del tutto diversa nella coscienza del mondo. Penso sia chiaro, perché possiamo vedere come alcune persone, completamente nevrotiche, come Hitler e altri, abbiano influenzato il mondo.
3:16 Quindi, è necessario, se siamo davvero seri, se siamo veramente interessati al comportamento e alla condizione umana, e all'urgenza di questa trasformazione, dobbiamo esaminare, insieme la nostra coscienza, cioè quello che siete, quello che siamo. E, a quanto pare, pochissimi si sono applicati a questa trasformazione. Ne hanno parlato, sono stati scritti interi volumi, da psicologi, filosofi e analisti. Ma, di fatto, pochissimi esseri umani si sono trasformati radicalmente. Si preoccupano delle decorazioni esterne, dei fronzoli, dei rami, ma non hanno affrontato la radice vera della nostra esistenza per capire cosa c'è di sbagliato in noi, perché ci comportiamo così.
4:39 Quello che stavamo dicendo ieri, se possiamo continuare oggi, è che nella nostra coscienza ci sono tre fattori principali: paura, con tutte le sue complicazioni - vi prego osservatelo in voi, non ascoltate soltanto le mie parole. La descrizione non è la cosa descritta. La parola non è la cosa. A meno che non ci si osservi attraverso ciò che si descrive - la descrizione - allora entrate in voi stessi e osservate la cosa descritta - il fatto. Quindi, ieri stavamo dicendo, che ci sono tre fattori, importanti nella nostra coscienza, che sono: la paura, il piacere, la ricerca del piacere e un grande dolore, il dolore implica pena, tormento, ansia, ogni sorta di comportamento nevrotico, tutto questo è nella coscienza. Ed è possibile cambiare questa coscienza, apportare una profonda rivoluzione in questa coscienza? Se siete davvero interessati possiamo condividere questa cosa, insieme. Ma se state soltanto giocando con parole e teorie, credo e dogmi, unendovi a questo o quel gruppo, a questo o a quel guru, allora, temo che abbiamo assai poco in comune. Allora, se vi interessa, ieri abbiamo parlato della paura. Abbiamo detto che la paura è un movimento del pensiero, un movimento del pensiero come tempo. E' molto semplice. Non complichiamolo. Tempo, nel senso che si ha paura del domani, o si ha paura di qualcosa che è accaduto in passato e non vogliamo che si ripeta di nuovo nel futuro. Quindi, il pensiero è un movimento nel tempo. Va bene? E la paura fa parte di questo movimento del pensiero. Giusto?
8:06 Vi prego, guardatelo. Stiamo comunicando insieme. Comunicazione implica condividere non solo il significato verbale ma la vera sostanza della parola, il significato della parola, la sua profondità. Quindi stiamo indagando insieme. Non stiamo dicendovi cosa dovete fare, perché abbiamo quest'abitudine di seguire gli altri, quindi, stabiliamo un'autorità e poi l'accettiamo perché, dentro di noi siamo disordinati e da quel disordine creiamo un'autorità che speriamo ci aiuti a uscire dalla nostra confusione. Al contrario, stiamo dicendo che in materia di mente, psiche, e cose spirituali - se posso usare la parola 'spirituale', piuttosto stantia, ma non importa, useremo questa parola - non c'è autorità, non ci sono guru, benché il mondo occidentale sia inondato di guru dall'India. Stiamo dicendo che comunicazione significa condividere, pensare insieme, osservare insieme, insieme, non che chi vi parla dice qualcosa e voi l'accettate o la negate, ma stiamo condividendo davvero insieme, quello che osserviamo in noi stessi.
10:25 Quindi, dicevamo che il pensiero è un movimento nel tempo, come misura e che la paura è il movimento del pensiero. Quando non c'è movimento di pensiero, non c'è paura. Ne abbiamo parlato ieri a fondo, e forse ne posso riparlare molto brevemente di nuovo, cioè, la paura, la radice della paura, non le sue varie espressioni, i vari oggetti della paura, ma la radice della paura, che è così distruttiva, che crea una tale oscurità, una paralisi della mente - questa paura nasce attraverso la parola 'paura' o è indipendente dalla parola? Vi prego, esservate, esaminate la vostra paura, mentre la descriviamo. La paura esiste senza la parola oppure la parola 'paura' la crea? Questo è il primo problema. Poi, come osservate la paura? Quando dite, 'So di avere paura', come fate a saperlo? La vostra conoscenza è basata su esperienze passate di paura? Allora state osservando una paura nuova con gli occhi del passato e, di conseguenza, le date forza. Avete capito? Cioè, ho paura di qualcosa che ho fatto, o che potrei fare, e questa cosa, la chiamo 'paura'. Quando la nomino, la riconosco. E il riconoscerla rinforza il fatto della paura. Ora, è possibile essere consapevoli della nuova espressione di paura senza nominarla, e osservarla? Avete capito?
13:41 E' chiaro? Possiamo continuare da qui? Cioè, osservare la nuova e fresca forma di sensazione che chiamiamo 'paura' senza catalogarla, senza metterla in una cornice dandole così vitalità. Quindi, è possibile osservare questa paura senza nominarla, senza cercare di reprimerla, analizzarla, fuggire, ma solo osservarla? E non potete osservarla se la mettete in una cornice, perché l'abbiamo già catturata e trattenuta. Così, quello che diventa importante è come osservate la vostra paura, come la osservate. La guardate come un'entità separata dalla paura? Lo capite? Cioè, dite, 'La paura è diversa da me', o il fatto è che la paura siete voi? Giusto? Vi prego, questo è molto importante da comprendere perché da questo dipende la nostra indagine: come osservate. Osservate come entità separata - l'osservatore - e guardate la paura, che è la cosa osservata, come qualcosa di diverso, qualcosa di separato da voi? Se è separata da voi allora c'è uno spazio, c'è un intervallo. E allora voi cercate di reprimerla, di controllarla, cercate di sfuggirla, di analizzarla, e così c'è una battaglia continua. Dove c'è divisione ci deve essere conflitto, come per le nazionalità, nelle differenze di classe, ecc. Dovunque c'è divisione fra cattolici, protestanti, indù, musulmani, o quello che sia, ci deve essere conflitto, lotta, dolore.
16:50 Quindi, bisogna scoprire perché esiste questa divisione. E' un'illusione o una realtà? Come la rabbia, la rabbia non è separata da voi, quando dite 'Sono arrabbiato', voi siete la rabbia, è parte di voi. Ma quando avete paura, non è parte di voi. Dite: 'Devo fare qualcosa'. Quindi, avete creato una divisione, e perciò conflitto. Mentre, quando osservate la paura, quella paura siete voi, è parte di voi, quindi l'osservatore è il passato. Vi prego, comprendetelo bene. L'osservatore è il passato, che ha accumulato moltissima conoscenza, esperienza e osserva con quella memoria. Quindi, il passato incontra il presente e dice: 'Io sono diverso dal presente', mentre, l'osservatore è l'osservato. Giusto? Vi prego, vedetelo. Il pensatore è il pensiero. Non c'è pensatore senza pensiero. Chi fa l'esperienza, è l'esperienza. Giusto?
18:41 Vediamolo un po' più da vicino. Cioè, quando sperimentate qualcosa, dovete riconoscerla, altrimenti non è un'esperienza. Giusto? Quindi, riconoscerla significa che la conoscete già, non è nulla di nuovo. Chi fa l'esperienza è l'esperienza. Come chi analizza, quando andate da un analista, quando analizzate voi stessi, l'analista è l'analizzato. Giusto? Vedetelo chiaramente. Per amor del cielo ... capite? Una volta capito questo principio basilare poi possiamo andare molto più avanti. Cioè, voi eliminate il conflitto completamente, sia dentro sia fuori di voi. Va bene? Allora, quando osservate la paura, la osservate da persona separata e quindi la paura non fa parte di voi e quindi vi sentite in conflitto con essa? Ma quando il pensatore è il pensiero, l'osservatore è l'osservato, che cosa accade? Capite la mia domanda adesso? Voi avete eliminato il conflitto, completamente. Perciò avete l'energia, l'attenzione da dare a quel fatto, che voi chiamate 'paura'. Soltanto quando non siete attenti la paura continua. Va bene? E' abbastanza chiaro?
20:51 Quindi, ieri stavamo dicendo questo, ne abbiamo parlato per un'ora e un quarto, ora stiamo cercando di riassumerlo in pochi minuti.
21:03 Ora dobbiamo continuare con un altro fattore, come dicevamo, la coscienza umana che è molto limitata, condizionata da tre fattori: paura, piacere, dolore - è limitata da questo e il contenuto della coscienza è la coscienza, non è vero? La casa è ciò che contiene. Quindi, la nostra coscienza ha questi tre principali fattori e se questi fattori non sono compresi e superati, la nostra coscienza è limitata, è condizionata da questi tre fattori e, quindi, non ci può essere una trasformazione radicale. A noi interessa una trasformazione radicale, non abbellire gli aspetti esteriori della vita, ma vedere i problemi profondi che abbiamo di fronte e cambiarli radicalmente. E ora parleremo del piacere, che è uno dei fattori più importanti della nostra vita. Non stiamo dicendo che sia giusto o sbagliato, buono o cattivo, lo stiamo osservando, esplorando il contenuto del piacere, perché gli esseri umani, ovunque nel mondo, rincorrono il piacere nelle sue diverse forme: il piacere attraverso la religione; essenzialmente, quando cercate ciò che chiamate 'Dio', alla fin fine si tratta di piacere. Il piacere ha molte forme: quello sessuale, il piacere di possedere, il piacere dell'attaccamento, in cui è coinvolta la paura, di cui parleremo fra poco; il piacere della conquista, del successo, dell'arroganza, il piacere di avere una grande reputazione. Ci sono tutte queste incredibili forme di piaceri complicati. Perché gli esseri umani perseguono il piacere? Non soltanto in quest'epoca moderna, ma fin dai tempi antichi, è sempre stato uno degli aspetti principali. E la religione, in tutto il mondo, ha detto - parliamo delle religioni organizzate, basate su autorità, credi, superstizione e tutto il resto - le religioni organizzate hanno detto che bisogna eliminare il piacere, che è desiderio, perché, dicono, se ricercate il piacere non potete trovare Dio, non potete servirlo. Quindi, cerchiamo di esplorarlo, senza negarlo o accettarlo, senza dire: 'Che c'è di male in questo, perché non dovrei ricercare il piacere?' ma stiamo cercando di esplorare l'intera struttura e natura del piacere, se siete disposti a farlo. Se il piacere è molto importante per voi, allora non esaminatelo, perché verranno distrutte un mucchio di cose. Come abbiamo detto anche ieri, per comprendere a fondo il piacere, il suo significato, il suo valore, dobbiamo esaminare da molto vicino che cos'è il pensiero, perché parte del piacere è pensare, immaginare, costruire rappresentazioni, immagini. Capite? Quindi, dobbiamo entrare molto a fondo, se volete, nel problema o nella questione di cosa sia pensare.
26:11 Come dicevamo anche ieri, questo fa parte della meditazione, l'indagine o l'esame della paura, l'esame e la comprensione del piacere e la fine del dolore, fanno parte della meditazione. Non la ripetizione di qualche mantra, seduti in un angolo perdendosi in qualche tipo di assurde visioni, ma questo è il fondamento - vi prego, vedetelo - questo è il fondamento della meditazione. Se non siete profondamente stabili in questo fondamento, la vostra meditazione conduce all'illusione - senza senso. Quindi, ora, insieme, esamineremo cos'è pensare. Perché tutta la nostra struttura, le nostre azioni, i nostri credo, tutte le nostre religioni - benché dicano di essere rivelazioni - ecc. sono sostanzialmente basate sul pensiero. Vero? Non si può negarlo. Quindi, guardiamolo bene, prima di esaminare cos'è il piacere dobbiamo vedere cos'è il pensiero. Vi prego di non accettare quello che sto dicendo, osservate il vostro stesso movimento del pensiero. Che cos'è pensare - non pensare a qualcosa, ma il pensare in se stesso. Cos'è pensare?
28:19 C'è un pensare senza parola, senza simboli, senza immagini? Capite? Avete mai provato a pensare senza la parola o la parola è connessa al pensare? E se la parola è relativa al pensare, allora la parola diventa importantissima, come accade nella nostra vita. Quando dite la parola 'Dio', in un certo senso avviene una trasformazione straordinaria in voi. E anche quando dite che Dio non c'è, che Dio è morto, c'è fermento. Quindi noi siamo schiavi delle parole. Dire: 'Io sono inglese' fa subito sentire un certo senso di importanza, o anche indù, o quello che volete. Quindi, pensare, come dicevamo, è un movimento di misura, cioè di tempo, dal passato, attraverso il presente, modificato nel futuro. Questo è l'intero movimento del pensiero. Pensare, quindi, nasce dall'esperienza, dalla conoscenza come memoria, immagazzinata nel cervello, come è ovvio. Vi prego, è molto importante perché fra poco parleremo di cos'è la morte. Quindi, dovete comprendere molto profondamente, che il pensiero è un movimento. Movimento significa tempo: da qui a lì, ciò che è verso ciò che dovrebbe essere - e così via - l'ideale e l'attuale. Tutto questo è un movimento di tempo, che è pensiero. Il pensiero è immagazzinato nel cervello, nelle cellule. Non sono un esperto, ho soltanto osservato me stesso.
31:15 Ora, qui nasce un problema interessantissimo, se possiamo parlarne, cioè: il tempo può finire? Non quello cronologico, se dovete prendere il treno o l'autobus, non confondetevi, altrimenti perderete l'autobus. Stiamo dicendo, o chiedendoci, se il tempo possa fermarsi. Può il movimento del pensiero arrivare a una fine? Cioè, può finire. Ve lo dimostrerò, se ci riflettete. Il passato, che è tutti i vostri ricordi, le esperienze, le rimembranze, le tradizioni, e tutto il resto; il passato, in cui viviamo, di cui siamo fatti, quel movimento incontra il presente, e finisce lì. Quello che facciamo è incontrare il presente, modificarlo e continuare, dandogli continuità, senza posa. Avete capito? Ho un problema, sessuale o qualunque sia. Ci penso, lo affronto e gli metto fine. Questo fa parte della meditazione di cui parleremo quando tratteremo l'argomento perché è molto importante scoprire se il tempo psicologico abbia fine. Perché soltanto quando qualcosa finisce può avvenire qualcosa di nuovo, non se c'è una costante continuità. Allora è puramente meccanico. Non ne parlerò ora, ci arriveremo più avanti.
33:57 Quindi, il pensiero, abbiamo detto, è un movimento di tempo e misura ed è immagazzinato nel cervello. Questo è il nostro processo del pensare. Questo è il pensiero. Ora, cos'è il piacere? Qual è la differenza fra piacere, godimento, gioia ed estasi, in certi rari momenti della vita umana? Non isteria, ma estasi. Quindi abbiamo questi fattori: estasi, gioia, godimento e piacere. Quattro fattori diversi nel cosiddetto piacere. Cos'è il piacere? Il piacere è nel momento, nell'attimo, o viene dopo? State seguendo? Vi prego, rifletteteci un po' con me. Spero non siate stanchi questa mattina, va bene? No, bene! Ci stiamo chiedendo se il piacere sia in questo secondo, o dopo. Lei può sentire, ma ci sono molte persone laggiù, sono contento che abbiate avuto pazienza.
36:34 Stavamo parlando del piacere. Ed è molto importante comprendere, penso, il grande ruolo che gioca nelle nostre vite, lo abbiamo accettato come una cosa naturale senza mai esaminarlo veramente a fondo. Abbiamo detto che il pensiero è un movimento di tempo e misura. E ci stiamo chiedendo cosa sia in realtà il piacere. C'è la consapevolezza di quel sentimento, quel sentire, nel momento effettivo dell'esperienza, della percezione, dell'osservazione, oppure accade un secondo più tardi? Capite la mia domanda? Se avviene un secondo dopo, allora è il movimento del pensiero. Ma nel momento effettivo in cui si vede una grande bellezza: il tramonto, un bell'albero in un campo o un bel viso, in quel momento di percezione, non c'è piacere, c'è soltanto percezione. Ma, pochi secondi dopo, entra in funzione la memoria. Cioè, il pensiero dice: 'Devo averne ancora'. Quindi, nell'istante, non c'è registrazione. Vi prego, questo è importantissimo da capire. Nel momento di un'azione che consideriamo piacevole, in quel secondo, non c'è alcuna registrazione nella mente ... nel cervello, per nulla. La registrazione avviene quando il pensiero ne vuole ancora. Non l'avete osservato in voi stessi? Quindi è soltanto quando il pensiero prende il sopravvento, che avviene il processo di registrazione nel cervello. Giusto? E allora il pensiero lo insegue, con immagini, desiderio, immaginandolo, e così via. Nel momento del reale avvenimento, mentre accade, il cervello non sta affatto registrando.
40:03 E' molto importante capirlo perché la funzione del cervello è di registrare, e vuole registrare perché nella registrazione c'è sicurezza. Va bene? E il cervello può funzionare perfettamente soltanto quando è sicuro, perfino in azioni nevrotiche o in qualche credo nevrotico, c'è sicurezza. Quindi, la registrazione avviene per sentirsi sicuri o per continuare il piacere di quell'episodio. Il piacere non esiste al momento dell'azione, al momento della percezione, avviene soltanto dopo. Allora, può non esserci alcuna registrazione dopo, ma soltanto percezione e non la continuità di ciò che chiamate 'piacere'? Avete capito quello che sto dicendo? E' chiaro? Un momento. Vedete una montagna innevata, una vista meravigliosa, che emana dignità, stabilità, durata; una cosa straordinaria. Quella dignità, quella bellezza e maestosità della montagna assorbono tutto il pensiero. E' talmente bello che ne siete assorbiti. Ma un secondo dopo avviene la registrazione: - era veramente meraviglioso! La registrazione e l'espressione in parole: 'E' meraviglioso', è il movimento del pensiero. Quindi, il piacere è la continuazione di ciò che è avvenuto. E' molto semplice. Sessualmente, nell'osservazione, è sempre dopo.
42:49 Ora stiamo dicendo se possa esserci soltanto osservazione, e non il movimento del pensiero che interferisce con l'osservazione? Non ci avete mai provato nella vostra vita? Vedere una cosa bella, osservarla e finirla lì, senza permettere che il pensiero intervenga e la persegua, con l'immagine, con il desiderio e tutto il resto. Quindi, per comprendere l'intero significato del piacere, bisogna esaminare non solo il pensiero, ma anche il desiderio. Bisogna comprendere il desiderio. Di nuovo, le religioni hanno detto 'Spazza via il desiderio, controllalo, fai a meno del desiderio'. Non so se siate mai stati in un monastero, e abbiate mai guardato e parlato con i preti, si vede la loro paura del desiderio perché il desiderio deve essere espresso, altrimenti diventa una fiamma che brucia dentro. Quindi, bisogna comprendere cos'è il desiderio.
44:32 Cos'è il desiderio? Quando vi pongono questa domanda, qual è la vostra risposta interiore, cos'è il desiderio? Probabilmente non ve lo siete mai chiesto. Se ve lo chiedeste, che cos'è? Ovviamente è sensazione, il suo principio, sensazione: vediamo una cosa bella, un abito, una macchina, una donna, un uomo, qualunque cosa sia: c'è il vedere, percepire, contatto, sensazione, e poi arriva il pensiero. Cioè, sensazione più pensiero, uguale desiderio. Il desiderio poi crea l'immagine. Non è vero? E' semplice. Sensazione, pensiero, desiderio e l'immagine creata dal desiderio. Conoscevo un tale che metteva da parte un pezzo di zucchero per le mosche, mentre mangiava.
46:31 Quindi, il pensiero è la risposta della memoria e se non ci fosse memoria, ci sarebbe disordine. Giusto? Naturalmente. La memoria è necessaria per funzionare nella vita quotidiana: in campo tecnologico, educativo, per leggere, per imparare una lingua, per guidare, e così via. La memoria e i ricordi conservati nel cervello sono necessari, ma il disordine avviene quando non c'è ordine nella struttura della memoria. Sto vedendo qualcosa di nuovo!
47:35 Cioè, riconosciamo che la memoria è necessaria come conoscenza, per imparare una lingua e così via, ma la memoria diventa disordine, psicologicamente, perché la memoria è meccanica. Giusto? Quindi, la nostra relazione con qualcuno, se è meccanica in quanto memoria, non è vera relazione. Mi domando se lo vedete. E quindi non c'è ordine nella relazione. Giusto? Bisogna essere consapevoli di questo disordine e ordine. Il disordine nella relazione avviene quando funziona la memoria. Mi domando se afferrate questo punto. Tu sei mia moglie, o mio marito. Viviamo insieme: sesso, noia, gelosia, antagonismo, irritazione, assillo, possesso e tutte le tensioni della relazione. Questo è disordine. Giusto? Vi prego vedetelo, è disordine perché funzioniamo in base alla memoria e la memoria che è meccanica nella relazione, nella relazione umana, diventa disordine. Avete afferrato? Ci siete? Cioè, la memoria è essenziale a un certo livello, in certi campi, ma nella relazione umana, quando è in funzione la memoria, porta disordine.
50:14 Vediamolo un po' più da vicino. Cioè, nelle nostre relazioni reciproche, creiamo delle immagini l'uno dell'altro e la relazione è fra queste due immagini. Queste immagini sono meccaniche. Sono costruite dal pensiero, come ricordi "Tu hai fatto questo ieri, io ti ho detto che ..." ecc. ecc. Memorie, che sono meccaniche. Perciò, quando nella relazione umana, avviene un'azione meccanica, deve per forza esserci disordine, ed è per questo che c'è tanta tensione nelle nostre relazioni reciproche. Non è vero?
51:22 E' necessario l'ordine perché il cervello funzioni correttamente, con efficienza. Quando c'è ordine, il cervello è a riposo, non deve lavorare per creare ordine. Giusto? E' quello che accade quando dormiamo - la memoria cerca di riaffermare l'ordine. Quando c'è tanto disordine attorno a noi, dentro di noi, c'è una parte del cervello che dice: 'Per amor del cielo, cerchiamo di fare un po' d'ordine in questo caos.' E quindi mette ordine nelle azioni meccaniche della vita: andare in ufficio, lavorare, in fabbrica, e così via. Ma cerca di mettere ordine anche nelle relazioni creando un'immagine di voi, di lei, sperando così di avere una vita ordinata, che è meccanica. Mi domando se lo capite, è chiaro? Quindi, c'è sempre lotta fra uomo e donna. C'è in tutte le relazioni, non soltanto fra uomo e donna, in tutte le relazioni. Quando riduciamo la relazione a un processo meccanico, ci deve per forza essere disordine. Giusto? E' un fatto. Ora, osserviamo il fatto. Va bene? Come osservate il fatto? Il fatto è diverso da voi? Quindi, il fatto siete voi. Voi siete l'immagine. Potreste avere dozzine di immagini - quando andate in ufficio avete una certa immagine, quando lavorate in fabbrica, avete un'immagine, se siete un segretario, avete un'immagine, e così via, nelle vostre relazioni, abbiamo dozzine di immagini, di maschere. E quindi queste immagini creano continuamente disordine. Io sono cattolico, tu sei protestante. Disordine - cioè un'immagine costruita dal pensiero. dal pensiero che è stato condizionato, educato ad essere cattolico o protestante, o non credente, o comunista, e così via.
54:07 Quindi ci deve essere ordine nella vita, nelle nostre relazioni, quindi, bisogna comprendere il processo del desiderio. Vedete com'è tutto complicato, ma è molto semplice, se per una volta riusciste ad afferrarne la radice. C'è il disordine della relazione meccanica e ordine nel processo meccanico della vita e, quindi, bisogna comprendere il desiderio. Il desiderio, abbiamo detto, è sensazione più pensiero, con le sue immagini. E il piacere è il movimento del pensiero, inconsapevole dell'intera struttura del piacere. Dove c'è piacere, ci deve essere paura. Mi domando se lo capite. Non è così? Sono due facce della stessa medaglia. Se perseguite il piacere, perseguite anche la paura. Giusto? Lo vedete? No? O mio Dio!
55:43 Non stiamo dicendo che non dovremmo cercare il piacere ma vediamone le implicazioni. Cerco il piacere, e se non l'ottengo mi sento irritato, frustrato, arrabbiato, il che genera paura. Quindi, la paura e il piacere sono sempre insieme. Giusto? Il pensiero è il movimento che dà vita a entrambi. Capite ora? Se non pensassi al domani, non avrei paura, no? Nel momento di un incidente, di un pericolo non c'è paura. C'è soltanto dopo. Il 'dopo' è il movimento del pensiero. Vedete, questo è molto importante. Può il cervello non registrare affatto mettendo in movimento il pensiero? Ve lo spiego, ascoltate. Vedete un tramonto. Prendo questo semplice esempio, anche se è un po' trito e ritrito, ma non importa. Vedete un tramonto. Nel momento della percezione, la bellezza, il colore, tutto l'insieme, non c'è registrazione, c'è soltanto pura osservazione di una vista stupefacente. E' così. Giusto? Poi interviene il pensiero a dire: 'Com'è stato bello, devo scriverci una poesia, devo scriverlo al mio amico, o dipingerlo, descriverlo', tutto il movimento del pensiero. Ora, osservare il tramonto e non lasciare che il pensiero intervenga, richiede grande attenzione, non permettere che il movimento del pensiero intervenga, che significa perseguimento del piacere. Avete capito? Fatelo! Scoprirete che cosa straordinaria è, che il cervello, abituato a registrare, ed è necessario che lo faccia, per produrre ordine meccanico in certi campi, ma quando registra e persegue ciò che ha registrato, allora il piacere è la sua continuità, che comporta anche paura. Capite? Quindi, potete osservare soltanto, senza registrare? Capite la mia domanda ora?
59:17 D: E' una cosa molto difficile da fare, perché ...
59:22 K: L'ho detto, signore. Se lo capisce, non lo ripeta con le sue parole. Cerchi di seguire, altrimenti lo ripeterà con parole sue e allora diventa la sua ... potrebbe stravolgerlo. Quindi, vi prego, ascoltate soltanto. Sono consapevole di avere paura, psicologicamente. Non registrare il fatto al momento, il che richiede enorme vigilanza, capite? Non è così? Altrimenti, agite meccanicamente. Io ho paura, devo controllarla, devo sfuggirla. - e tutto il resto. Ma quando osservate, in quell'osservazione, è possibile non registrare affatto? Vedo un bel viso, lo osservo. Tutto qui! Ma noi non facciamo così. Intervengono le abitudini meccaniche, il movimento del pensiero. Questo richiede, come dicevo, una grande attenzione, che è la sua stessa disciplina, così il cervello è libero di osservare soltanto e non agisce meccanicamente. Lo vedete?
1:01:13 Ora, tutto questo non è un processo di analisi. Per me l'analisi è uno spreco di tempo, che si tratti di psicoanalisi o altro. E' uno spreco di tempo perché l'analista è la cosa analizzata. Ora, potete vedere la totalità del piacere, in un solo sguardo, in tutta la sua struttura? Capite la mia domanda? Abbiamo detto che cos'è il piacere, ne abbiamo parlato. Vero? Il piacere è il movimento del pensiero dopo lavvenimento del fatto. Giusto? L'abbiamo detto. Cioè il movimento del piacere e il suo perseguimento. Ora, cos'è il desiderio, e tutto il movimento del pensiero? Movimento del pensiero, desiderio, l'accadere reale di un avvenimento e poi la continuità che le viene data dal pensiero. Riuscite a vedere la totalità delle struttura del piacere? Non poco per volta. Capite la mia domanda? Me lo chiedo. Vedere qualcosa, totalmente, vedere qualcosa completamente significa non avere direzione. Mi domando se lo vedete. Quando guardate una mappa per cercare un certo posto dove volete andare, avete cioè una direzione, non guardate tutto il resto, dovete andare da qui a Bramdean, a Londra, ecc., e finisce lì. Quindi, guardare l'intero della mappa è possibile soltanto quando non avete alcuna direzione. Direzione significa motivazione. Mi chiedo se lo capite.
1:03:29 Quindi, vedere la totalità, la natura e la struttura del piacere che è pensiero, desiderio e movimento del pensiero dopo l'avvenimento; vederne la totalità. Se ne vedete la totalità, allora potete descriverlo in dettaglio, ma la descrizione dettagliata non vi darà l'intero quadro. Mi domando se lo capite. Quindi, vedere qualcosa totalmente: vostra moglie, il marito, i vostri politici, tutto, è possibile soltanto quando non c'è motivazione che dia una direzione. Avete capito? Quindi, il piacere è il movimento del pensiero, che è completamente diverso da qualcosa di piacevole. Vi piace qualcosa. Diciamo che vi piace il cibo, ne godete, ma il pensiero interviene e dice: 'Voglio ancora questo cibo anche domani'. E comincia l'abitudine. E poi c'è l'interruzione dell'abitudine, il pensiero vuole interromperla e ha inizio il conflitto. Mentre, se vi piace il cibo, gustatelo, e finitela lì. Capite? Non dite che dovete averne anche domani, o stasera. Allo stesso modo, osservate vostra moglie, vostro marito, tutto quanto intorno a voi, senza registrare e quindi senza dare una continuità. Questo dà al cervello una enorme libertà. Avete stabilito ordine dove dovrebbe esserci e avete ripulito il disordine nella relazione, perché così non c'è immagine fra voi e lei o qualcun altro. Avete capito? Oh Dio!
1:06:10 Può bastare per oggi, no?