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BR76T3 - Il tempo psicologico è un'invenzione del pensiero?
Terzo discorso pubblico
Brockwood Park, UK
4 settembre 1976



0:23 Possiamo continuare da dove eravamo rimasti l'altro giorno, quando ci siamo incontrati qui? Abbiamo parlato della relazione, che è così importante, perché probabilmente è la base di tutta la società. Quando questa relazione è in costante conflitto, come accade ora, tutta la nostra struttura sociale e morale deve per forza essere corrotta. E abbiamo detto - se ricordiamo bene - che la relazione, avendo un'importanza straordinaria, genera conflitto perché la nostra relazione si basa sul movimento del pensiero - il movimento del pensiero è memoria, misura, conoscenza. E quando la conoscenza interferisce con la relazione allora ci deve essere conflitto; la conoscenza è tutto quello che abbiamo accumulato nel passato gli avvenimenti, gli assilli, ecc. della relazione umana, come si sa.
2:10 E questa mattina, se possiamo continuare, dovremmo parlare del tempo, del dolore, dell'amore e di quella importantissima cosa della nostra vita, che è la morte. Abbiamo una mattina molto piena con tante cose di cui parlare, insieme - e spero che le condivideremo insieme, e che non vi limitiate ad ascoltare una mucchio di idee, di parole, e ascoltandole in modo scorretto, non le trasformiate in conclusioni sulle quali essere d'accordo o in disaccordo. Quello che cerchiamo di fare e di parlarne insieme come due amici, interessati ai problemi umani e all'importanza di attuare una trasformazione radicale nella nostra coscienza. Di questo abbiamo parlato, e continueremo oggi e domani.
3:51 Che cos'è il tempo? Penso sia importante capirlo perché potrebbe essere uno dei fattori della nostra paura della morte. Quindi, dobbiamo comprendere la natura del tempo: non la finzione scientifica del tempo o del senza tempo ma il reale tempo psicologico creato dal pensiero. Quindi, ci sono due tipi di tempo: quello cronologico, gli avvenimenti quotidiani - ieri, oggi e domani - e c'è il tempo psicologico, la speranza, ciò che sarà, e la conquista di ciò che dovrebbe essere. Tutto questo implica il tempo. Il tempo è un movimento. Vi prego, seguite, dentro di voi, non come un'idea. Il tempo è un movimento, così come lo è il pensiero. Quindi, pensiero e tempo sono strettamente correlati. C'è il tempo cronologico - ieri, oggi e domani - prendere l'autobus, il treno, andare in uffico e così via - il tempo secondo l'orologio, la luce del giorno, la notte. E c'è tutta la natura del tempo, come pensiero costruito nella psiche, dentro di noi, cioè, 'ciò che è' e 'ciò che dovrebbe essere', un movimento da qui a lì. Esiste veramente un tempo psicologico, o si tratta in effetti di un'invenzione del pensiero? Cioè, cosa sono la gelosia, la rabbia, la crudeltà, la violenza - che sono 'ciò che è'. E per superarle, abbiamo bisogno di tempo. Questo è il pensiero tradizionale, educato, condizionato che per cambiare 'ciò che è' in 'ciò che dovrebbe essere', da qui a lì, dobbiamo coprire quella distanza, con il tempo, che è sforzo. Vero? Ci stiamo incontrando? Sforzo, per andare da qui, psicologicamente, verso un fine il fine proiettato dal pensiero, uno scopo, un fine, un risultato, l'illuminazione e tutto il resto. Cioè, muoversi da qui, da 'ciò che è', a 'ciò che dovrebbe essere', l'ideale. E' questo che abbiamo accettato, è il nostro normale pensiero, o, piuttosto, un pensiero educato così. Ma potrebbe essere un pensiero nevrotico. Perché noi non sappiamo come affrontare 'ciò che è', immediatamente, quindi pensiamo che serva tempo per raggiungere ciò che dovrebbe essere. Perché non sappiamo, o non siamo capaci, non capiamo come affrontare 'ciò che è'; rabbia, gelosia, odio, sofferenza e tutta l'immensa confusione che il pensiero, che l'uomo ha creato dentro di sé, e quindi esteriormente.
8:26 Allora, ci serve tempo. Almeno, così pensiamo. Cioè, se togliamo tutte le speranze, - speranza è tempo. Non è vero? Vi prego, seguite. Siamo disperati, ansiosi, pieni di paura, tutti i sentimenti che vivono gli esseri umani, per trasformare tutto questo in qualcosa di completamente diverso, forse, pensiamo ci voglia un processo di tempo. Giusto? Vi prego, comprendetelo chiaramente. Cioè, il tempo psicologico, c'è il tempo cronologico e quello psicologico. Stiamo parlando di quello psicologico. Il tempo, abbiamo detto, è un movimento, come lo è il pensiero, nel tempo. Quindi, c'è un ideale, il 'ciò che dovrebbe essere', qualcosa di diverso da 'ciò che è'? Capite la mia domanda? Sono invidioso, qualcuno è invidioso. Conosciamo tutte le implicazioni dell'invidia, e ciò che comporta nella società, nelle nostre relazioni reciproche, e per vincere o per superare l'invidia, ho bisogno di giorni, settimane, mesi, anni. E' così, o è tutta un'illusione? Il 'ciò che è' può cambiare, immediatamente, istantaneamente? Se può, allora l'ideale, ciò che dovrebbe essere, non esiste.
11:04 Ci stiamo capendo? Vi prego, forse alcuni di voi sono qui per la prima volta e non avendo ascoltato i discorsi precedenti potrebbero trovare tutto abbastanza strano, stravagante e un po' pazzoide. Ma in effetti, quando lo approfondite, nel profondo, dentro di voi, cosa importante, perché come abbiamo detto, voi siete il mondo e il mondo è voi, e dovunque andiate, ogni essere umano, di qualunque colore, nazionalità, o religione possa essere, è soggetto ai problemi umani di grandi sofferenze, lacrime, risate, ansie, dolori, sono gli elementi comuni degli esseri umani. E quindi nel mondo, dovunque gli esseri umani si trovino, vivono lo stesso fenomeno psicologico che vivete voi, quindi, effettivamente, voi siete il mondo e il mondo è voi. Se potete rendervene conto, sentirlo profondamente, allora diventa importantissimo trasformare se stessi completamente, psicologicamente, perché così si produce un effetto su tutta la coscienza del mondo. Questo ci dà enorme vitalità, energia, forza quando vediamo che siamo come il resto dell'umanità e, quindi, non c'è lotta separata, individuale per superare il proprio dolore personale.
13:10 Stiamo dicendo che è molto importante comprendere il tempo. Il tempo fa parte della nostra coscienza. Il tempo è la divisione fra 'ciò che è' e 'ciò che dovrebbe essere' e lo sforzo per cambiare 'ciò che è' secondo 'ciò che dovrebbe essere', che richiede molto tempo, da qui a lì. Penso che dovremmo mettere in questione tutto il processo. Nonostante sia diventata la tradizione, dobbiamo metterlo in dubbio. Il dubbio è una cosa molto importante nella vita. Dubitare. Forse un paio di religioni, come il buddismo, iniziano mettendo in dubbio tutto. Come dicevamo l'altro ieri, se iniziamo con le certezze, come fanno molti, non arriviamo da nessuna parte. Ma se iniziamo dubitando, ponendo domande, con scetticismo, cercando di indagare, allora arriviamo alla chiarezza. Quindi, stiamo mettendo in dubbio l'idea che serva del tempo per cambiare 'ciò che è' in 'ciò che dovrebbe essere', che è un processo psicologico. Perché non è possibile cambiare 'ciò che è' immediatamente, senza l'ideale? Capite la mia domanda? L'ideale è la proiezione di 'ciò che è' lontano da ciò che è. L'ideale non esiste, è una finzione, l'ideale. Il reale è ciò che esiste, 'ciò che è'. Quindi noi abbiamo a che fare con 'ciò che è', che è reale, e cerchiamo di cambiarlo in 'ciò che dovrebbe essere', che è illusorio. Siamo sempre intrappolati tra il fatto e l'illusione. Se si è capaci di pensare chiaramente, oggettivamente, non personalmente, allora è possibile cambiare 'ciò che è' senza trasformarlo in 'ciò che dovrebbe essere'?
16:28 E' possibile cambiare l'invidia, per esempio, con tutte le sue implicazioni, senza inventare un opposto, cioè la non-avidità, la non-invidia, per cambiare 'ciò che è'? Ed è possibile cambiare ciò che è soltanto quando si ha l'energia che non è sprecata cercando di superare ciò che è. Mi domando se ... Vedete, noi siamo legati per tradizione, siamo condizionati a un opposto: amore/odio violenza/nonviolenza. Prendiamo la violenza. A quanto pare la violenza è nella natura umana, come rabbia, competizione, spietatezza, cercare di esprimersi ad ogni costo contro qualcun altro, la venerazione del successo, nel mondo degli affari o in quello spirituale, che è la stessa cosa. Gli esseri umani sono violenti. Violenza non è soltanto quella fisica, c'è quella psicologica, come il paragonare. Quando c'è paragone, c'è violenza. Dove c'è imitazione, c'è violenza. Dove c'è accettazione dell'autorità, psicologicamente, c'è violenza. Imitazione, conformità, competizione, tutti questi e molti altri elementi sono indice di violenza. Questo è un fatto. E' ciò che è. E gli esseri umani creano i loro opposti, come non essere violenti - la cosiddetta nonviolenza. Se ne parla moltissimo in India, ma rimangono comunque violenti. E' possibile cambiare la violenza senza inventare il suo opposto? Capite la mia domanda? Cioè, non imitare, non conformarsi, non paragonare, non rincorrere il successo. Se è possibile, allora la nonviolenza non è necessaria. Dato che non possiamo o non siamo disposti a trasformare la violenza, inventiamo la nonviolenza dicendo che diventeremo presto non violenti. Una bella, consolante, pigra, idea illusoria. E' questo che ci concediamo, ma se siamo davvero seri, profondamente intenzionati a essere completamente non violenti, includendo la rabbia, l'odio e tutto il resto, se siete profondamente interessati alla trasformazione, avete l'energia, perché prima la sprecavate in conflitto con la nonviolenza.
20:56 Quindi, è possibile trasformare 'ciò che è' senza l'idea del tempo? E' chiaro? Vi prego, è molto importante perché stiamo per affrontare un argomento importante, cioè quando parliamo della morte, vi è coinvolto il tempo. Perciò dobbiamo capire veramente la natura e la struttura del tempo, come funziona il tempo. Quando dite: 'Sarò' o 'Devo diventare qualcuno in futuro', questo implica il tempo, perché siete insoddisfatti di 'ciò che è', condannate, reprimete 'ciò che è', oppure cercate di argomentare e così utilizzate tutta quell'energia oppure la sprecate in questo processo, mentre, se osservate la violenza, con tutte le sue implicazioni senza farvi alcuna idea del suo opposto, che è illusorio, allora c'è una trasformazione. Lo capite? Fatelo!
22:37 Allora ... il tempo ... nella meditazione dovete scoprire se il tempo ha una fine. Quindi è importantissimo comprendere la natura e il movimento del tempo, come il cervello vi è intrappolato, l'intera coscienza è satura di tempo tempo accumulato come conoscenza ed esperienza che diventa memoria, memoria che è il magazzino da cui il pensiero ha inizio. Fin dall'inizio, dalle nostre origini, questo è il processo. Quindi, non bisogna indagare soltanto la natura del tempo, ma anche scoprire se il tempo possa finire, se vi sia una fine del tempo. E' un problema enorme, capite?
24:01 Poi possiamo passare alla prossima domanda, cioè: cos'è la nostra vita? Vivere e morire. Cos'è la nostra vita? Quando pensate alla vita, cos'è? Occupazioni errate, lotte vicendevoli, guerre, ansie, sofferenza, mancanza di relazioni nel vero senso della parola, c'è relazione fra due immagini quella che avete di qualcuno e viceversa. La relazione avviene fra due 'idee', fra quei due pensieri. Quindi, cos'è questo nostro vivere? Quando lo osservate con attenzione e serietà, senza fingere, senza cercare di nasconderlo dietro le parole, e astuti pensieri che cos'è effettivamente? Noi sprechiamo la nostra vita, non è vero? Dalla nascita alla morte è una continua battaglia, uno sforzo costante, una lotta per essere o non essere, per diventare o non diventare qualcosa, per stabilire una relazione corretta e fallendo continuamente. Guerre, odio, ferite profonde, l'intero contenuto della nostra coscienza è la nostra vita, a parte la crescita fisica e la decadenza. Se osservate, come stiamo facendo ora, per favore fatelo, insieme, se siete davvero seri, se non lo siete, non vi preoccupate. E' una bella giornata, uscite e godetevela. Ma se siete seri, osservate la vostra vita fatta di piacere, sessuale o altro, paura e dolore. Questo è il contenuto della nostra coscienza, in tutte le sue forme, un complesso movimento in questa coscienza limitata ed è questo che chiamiamo 'vivere'. Con la fede, i dubbi, le ansie - capite? una confusione perfetta, un caos!
27:53 E cos'è morire? Capite la mia domanda? Vivere, pensiamo sia meraviglioso, e morire, la cosa più tremenda che ci accade. E, fra questi due fatti, c'è amore e c'è sofferenza. Abbiamo parlato un bel po' della paura e della necessità di essere completamente, totalmente, liberi dalla paura, psicologicamente. Ne abbiamo parlato. E abbiamo parlato anche - insieme, ne abbiamo parlato insieme, non che io parlo e voi ascoltate, abbiamo parlato, insieme, del piacere, del movimento del piacere e della sua ricerca. Il piacere è completamente diverso dalla gioia, il piacere può essere invitato, coltivato, la gioia no - accade. Ma quando arriva, la memoria la usa trasformandola in piacere. Abbiamo parlato anche dell'estasi, che non è una manifestazione isterica, nevrotica, ma un'estasi che può manifestarsi soltanto quando comprendiamo il significato del piacere. E ci domandiamo: cos'è l'amore? Perché, a quanto pare, gioca una parte enorme nella vita. La parola 'amore' è sovraccaricata, come la parola 'Dio'.
29:59 Quindi dobbiamo indagare anche cosa significhi amare e qual è la differenza fra piacere, amore e compassione. E' uno dei problemi degli esseri umani da sempre, in tutto il mondo, dovunque vivano degli esseri umani. Sentono il bisogno, vogliono amare, o essere amati. E quando non sono amati, provano ansia, paura, rabbia, gelosia, tutto questo si manifesta. Quindi, se siete davvero seri, come spero ... perché stiamo cercando, siamo interessati alla trasformazione della coscienza umana, completamente. Bisogna approfondire la questione di cosa sia l'amore.
31:09 A quanto pare, gli esseri umani hanno ridotto l'amore al piacere. Sì? Che ne dite? Sì? Piacere, sessuale, l'amore che comprende anche quello per il proprio paese, per un libro, per un quadro ... Seguite? Questa parola viene usata nei modi più incredibili. E poi: amo mia moglie, amo mio marito. Dobbiamo approfondire la questione, non soltanto di cosa significhi la parola amore, di per sé, in sanscrito, se guardate, fa parte del desiderio il significato di questa parola. Arriviamo al sigificato della radice della parola 'desiderio'. Non entriamo nel significato in sanscrito. Bisogna vedere che cosa sono il desiderio e l'amore. Il desiderio è amore? Vi prego, stiamo indagando, esplorando, non stiamo dicendo che lo sia o non lo sia, ci stiamo riflettendo insieme. Dobbiamo approfondire che cosa sia il desiderio perché, a quanto pare, nella gran parte della vita il desiderio gioca una parte importantissima. Quindi, dobbiamo comprenderlo. Cos'è il desiderio? Quando desiderate un vestito, o qualcos'altro, che cosa accade, che movimento è? Di sicuro, prima c'è il vedere, il senso della vista, poi c'è il contatto, il tocco, il senso dell'olfatto, il vedere poi c'è la sensazione. State seguendo? Visione, contatto, sensazione. Vero? Poi interviene il pensiero, che dice: "Quel vestito mi starebbe benissimo", creando la struttura dell'immagine. Quindi, sensazione più pensiero è desiderio e immagine. State seguendo? Lo potete vedere, molto semplicemente, se vi osservate. E' questo il processo che avviene in noi. Vedete una bella donna o una bella macchina, o un bell'uomo - o quello che sia - c'è il vedere, il contatto, la sensazione e poi il pensiero, il desiderio e l'immagine. Non è vero?
35:19 Allora ci chiediamo: l'amore è desiderio? Cioè, sensazione, contatto, pensiero o desiderio più pensiero, e l'immagine, la rappresentazione, - è amore questo? Oppure l'amore non ha nulla a che fare con il desiderio, che significa nessuna immagine, nessuna proiezione, non basato sulla sensazione. State seguendo? Quindi dovete scoprire dove la sensazione unita al pensiero diventa desiderio, con la sua immagine. C'è la sensazione. E' naturale avere dei sensi ben sviluppati, è una cosa sana. Vedere una cosa bella, fa parte della sensazione. Quando il pensiero prende il sopravvento, diventa desiderio. Ora, vi prego seguite. Potete vedere una bella persona, una cosa, un bell'albero - qualsiasi cosa - averne la sensazione senza lasciare che intervenga il desiderio che è la fine del pensiero? Mi chiedo se lo capite. Questa è la forma più alta di disciplina. Capite? Vista, sensazione senza alcun pensiero, e quindi, nessun desiderio, nessuna immagine. Avete capito? Ci vuole un grande senso di consapevolezza. Parleremo di questo fra poco. Consapevolezza, concentrazione e attenzione. Ne parleremo dopo.
38:19 Allora, il movimento del pensiero è amore? Oppure l'amore non ha nulla a che fare con il desiderio? Dobbiamo scoprirlo, il che significa dargli tutta la vostra attenzione, essere consapevoli del movimento del desiderio, del pensiero, e la sensazione naturale, essere consapevoli dell'intero movimento. Poi bisogna chiedersi, dovete chiedervi, se il piacere è amore. E se non lo è, allora cos'è l'amore, o il desiderio? Vi prego, intellettualmente, con la logica, è così, con la logica, intellettualmente, ma l'intelletto è uno strumento, un frammento della totalità, e limitarsi a vedere la descrizione, intellettualmente, lo si vede in modo parziale e, quindi, non vediamo la sua interezza. Perciò, l'intelletto non solo deve vedere la logica, la struttura ma deve anche conoscere i suoi propri limiti.
40:32 Quindi, ci chiediamo: il piacere è amore? Il piacere come desiderio, movimento del pensiero, la sensazione e la sua ricerca. E se non è amore, allora cos'è? Può esserci gelosia quando c'è amore? Avanti, signori! Quelli di voi che hanno la ragazza, il ragazzo, mariti e mogli, e così via. Può esserci amore quando c'è attaccamento? Quando odiate, vi arrabbiate, quando siete feriti, c'è amore? Quindi, se nulla di tutto ciò è amore, allora la parola non è la cosa. Capite? Allora la parole 'amore' non è lo stato vero, la sua realtà, la sua verità. Qual è la relazione fra amore e compassione? Capite? La parola 'compassione' significa passione per tutto, passione per tutto ciò che vive. Questo è il significato della parola. Ma non può esistere compassione quando dentro di voi siete frammentati, a pezzi, quando c'è odio, e c'è sofferenza.
42:51 Allora, dobbiamo esaminare cos'è la sofferenza. Come mai soffriamo? Psicologicamente, non biologicamente, fisicamente, possiamo capirlo quando esaminiamo la domanda: perché tutti gli esseri umani vivono il tormento della sofferenza? Vi interessano queste cose? Non interessati, è la parola sbagliata, siete preoccupati di tutto questo? Quanto tempo siete disposti a dedicare a queste cose? Tempo, nel senso ... Capite? Oppure ve ne preoccupate soltanto questa mattina, per un'ora, e poi torniamo alle nostre vecchie tradizioni, ai nostri vecchi stili di vita senza senso, ricordandoci, ogni tanto, di quello che è stato detto in questo tendone, e voi dite: 'Per Giove, è vero, devo tornarci sopra e devo fare qualcosa', per poi dimenticarlo il minuto dopo. Oppure siete veramente, completamente impegnati? Soltanto così potrete comprendere a fondo che cosa significa, come vivere una vita completamente diversa.
44:44 Così, ora ci chiediamo perché gli uomini soffrano, psicologicamente, cosa che ha grande rilevanza per la sofferenza fisica. Se non c'è sofferenza psicologica questo può influenzare completamente il corpo, allora non ci sono malattie psicosomatiche. Perciò dobbiamo esaminare molto a fondo, perché gli esseri umani soffrano. Tutte le religioni, sia orientali sia occidentali, quelle orientali definiscono chiaramente la ragione della sofferenza, secondo loro: 'Quello che hai fatto in passato, lo paghi ora', quello che in sanscrito si chiama 'karma'. In sanscrito la parola 'kar' significa fare, agire. Se non avete agito bene, in modo giusto, - non secondo un modello, secondo la tradizione, se avete agito bene, in modo giusto, allora non ci sono rimpianti in quell'azione, è un'azione totale. E' questo che stiamo dicendo, non quello che dicono gli indù. Gli antichi indù hanno detto: 'Abbiamo molte vite. In ciascuna di queste vite, se non agiamo in modo giusto, la pagheremo nella vita successiva, quindi, soffriremo nella prossima vita, e impareremo dalla sofferenza come agire in modo retto, giusto, per la vita successiva.' Seguite?
47:11 Qui, nel mondo cristiano, avete rinunciato alla sofferenza, l'avete messa sulle spalle di un unico uomo e avete bellamente sistemato il problema. Ma, di fatto, soffrite. Avete il simbolo - piuttosto infelice come simbolo - avete il vostro simbolo, e nonostante diciate che 'Lui soffre per noi', continuate comunque a soffrire. Quindi, scordiamoci il simbolo, scordiamoci tutto e vediamo perché gli esseri umani nel mondo soffrono, perché vivono queste angosce, lacrime, solitudini. Capite? Cos'è la sofferenza? Cos'è il dolore? E perché dovremmo soffrire? Purificherà le nostre menti? Possiamo usare questa parola, velocemente? Soffrire ripulirà i nostri cuori? Al contrario, non lo ha fatto. Quindi, dobbiamo approfondire la questione. Cos'è la sofferenza? Ce ne sono molte forme. Una è la solitudine. D'accordo? Un grande senso di solitudine - solitudine come senso, come realtà di sentirsi completamente esclusi da qualsiasi relazione, da tutto, completamente isolati. Va bene? Non lo sapete? Isolati, soli, senza sapere cosa fare con questa solitudine e allora cercate di sfuggirla, pieni di paura, di coprirla facendo di tutto, attaccandovi a qualcuno, e così via. Quindi, senza comprendere questa solitudine, la sofferenza è inevitabile. Seguite? Vi prego, ci stiamo capendo o sto parlando a me stesso in camera mia?
50:11 Allora, questo è uno dei fattori. Poi c'è il caso che vi piace qualcuno, o 'amate' qualcuno - usiamo la parola tra virgolette - voi 'amate' qualcuno, e quel qualcuno se ne va e vi lascia, di nuovo isolati, gelosi, pieni di odio e con un senso di perdita, frustrazione, senso di colpa, che fanno tutti parte della sofferenza. Poi, c'è la sofferenza per qualcuno che avete perso, e che 'amavate' (di nuovo 'amore' fra virgolette) ed è morto: figlio, moglie, marito, o quello che sia, un altro essere umano è morto, e voi soffrite, non c'è soltanto l'autocommiserazione ma voi siete attaccati a quella persona, e all'improvviso vi sentite persi e nel momento della morte c'è un grande shock, sia fisicamente sia psicologicamente. Giusto? Ci sono molte altre forme di sofferenza.
51:59 Gli esseri umani soffrono e trovano moltissime spiegazioni per questo 'Dio è giusto, lui sa perché soffro, e alla fine risolverà la mia sofferenza.' Soffrire e cercare conforto in qualche teoria, in qualche legge, in qualche credo. Nel mondo cristiano dicono di avere fede, e così via. Cos'è che soffre? 'Io'. Capite? 'Io sto soffrendo'. Cos'è quell'io, cos'è quel 'tu'? La forma, il nome - giusto? Il nome, la forma, le varie caratteristiche: avidità, invidia, dolore, ansia, speranza, disperazione, depressione, un mucchio di idee accumulate, tutto questo è il 'tu'. Non è vero? Che sono tutte memorie, parole. Quell'immagine di voi stessi soffre, o quel 'tu' soffre. Ora, ascoltate attentamente per favore. Gli esseri umani soffrono. E noi cerchiamo di fuggire, attraverso la ragione, la logica, le spiegazioni, e varie forme di consolazioni, intrattenimenti, religiosi o di altro genere, ci sono molte forme di fuga dalla sofferenza. Se non fuggite e veramente, senza alcun movimento esterno, restate completamente con quella sofferenza. Rimanete lì. Capite cosa sto dicendo? Cioè, non muovervi dal fatto fondamentale della sofferenza vi dà una grande stabilità. Riuscite a capire? No!
55:05 Guardate, voi soffrite. Vedete, comprendete che la sofferenza non si risolve fuggendo, reprimendola o tramite qualsiasi forma di razionalizzazione La sofferenza è lì. Rimanete lì, completamente, senza alcun movimento. Avete capito ora, veramente? Avete compreso la spiegazione, intellettualmente o verbalmente, la spiegazione ma farlo è tutta un'altra cosa. Ora, quando lo fate, senza alcun movimento di pensiero, alcun movimento di fuga, di repressione o razionalizzazione, restando lì, completamente, da quello stato nasce la passione. Mi chiedo se lo capite. E questa è compassione. Avete capito qualcosa? No. Non importa. Guardate, osservatevi e vedete quanto soffrite, il bisogno di fuggire dalla sofferenza, vedetene l'assurdità, la razionalizzazione, la ricerca di consolazione, è uno spreco di energia, per cercare di allontanarsi dal fatto fondamentale della sofferenza. Capite? Rimanete con la sofferenza. Allora, quel dolore subisce una cambiamento enorme che diventa passione. Non ho tempo di parlarne oltre, dipende da voi.
57:24 E dobbiamo anche parlare della questione della morte. Ne volete parlare? "Sì".
57:46 K: Perché? Vi prego, le cose di cui stiamo parlando qui sono molto, molto serie e sono soltanto le persone serie che vivono, non quelle superficiali, sapete. Soltanto chi è profondamente preoccupato di tutto questo, vive veramente. Dobbiamo parlare della questione della morte, che è molto complessa. Dicevamo che dobbiamo capire la questione del tempo, a parte quello cronologico di ieri, oggi e domani alba e tramonto, divisi in ventiquattro ore, non stiamo parlando di quello. Che è necessario, che esiste, e se non ne tenete conto perderete l'autobus. Stiamo parlando di qualcos'altro, psicologicamente. Dal momento che siamo disperati, timorosi, c'è sempre la speranza, di qualcosa che avverrà domani. Questo è il movimento del tempo.
59:39 Qual è il rapporto del tempo con la morte? Capite? Si vive dieci anni, cinquanta, ottanta o cento una vita dolorosa, ansiosa e via dicendo, una vita vuota, una vita sprecata, e questa vita finisce, sia fisicamente sia psicologicamente. Parlerò di tutto questo. Si rimane aggrappati al noto evitando l'ignoto - la sofferenza nota, il dolore, il piacere, le paure conosciute ci si aggrappa a queste cose che chiamate 'vivere'. E si ha paura di lasciarle andare come si dovrà fare quando arriva la morte. Quindi, c'è questo intervallo fra vivere e morire, il processo del tempo. Poi, cos'è che muore? Fisicamente, viviamo in modo così poco intelligente perché fisicamente il corpo ha una propria intelligenza. Non so se ne sappiate qualcosa, se ci abbiate mai pensato. Il corpo ha una propria intelligenza, se lo lasciate in pace, se non lo viziate con il cibo, con la golosità, il fumo, il bere, le droghe e tutte quella roba. Se non indulgete in questi vizi, cioè, cibo, abitudini, consuetudini, tradizioni, allora il corpo ha la propria intelligenza. E quel corpo, muore, l'organo muore. Lo sappiamo. Ma diciamo anche: 'C'è qualcosa che sono io, che deve continuare perché, dopo tutto, ho raccolto così tanta esperienza. Voglio finire quel libro prima di morire. Devo farcela, datemi ancora qualche anno', e così via. Allora, cos'è quel 'me' che dice: 'Non voglio morire, devo avere una continuità'? Capite? Questa è la nostra brama, per tutta la vita. Fin dai tempi antichi, dagli egizi ad oggi, e prima ancora, dagli antichi egizi, non quelli moderni, questo è il problema. Una continuità e una fine. Il desiderio, l'immenso impulso di continuare. 'Voglio soddisfare il mio piacere, domani'. Se dite che non c'è domani, c'è grande angoscia. Capite?
1:03:44 Quindi, c'è la morte. Dobbiamo indagare, insieme senza accettare l'autorità, perché io non sono la vostra autorità o il vostro guru. Per me, i guru sono pericolosi nella vita spirituale. Dovete scoprire, per conto vostro, cos'è questo 'io', come nasce, perché assume tanta importanza nella nostra vita, e perché è così spaventato dalla morte. L' 'io' si forma attraverso le parole, l'esperienza, la conoscenza - l'io è la forma, il nome, un insieme di ricordi, conoscenza, esperienze, il passato, i piaceri, il dolore l'intera coscienza, con il suo contenuto, sono io. Giusto? Vi prego, vedetelo da voi. Voi dite: 'Non è soltanto l'io, che è principalmente memoria, quindi, è un processo materiale ma c'è un 'io' che è spirituale. Gli indù e altri sostengono, e probabilmente anche alcuni di voi, che vi sia qualcosa di spirituale in me. L'io è l'essenza di quello spirito. Quando dite che l'io è l'essenza di quello spirito, ricoperto da ogni tipo di ignoranza, come i tanti strati di una cipolla, quell'essenza del supremo sono io fa sempre parte del pensiero. Va bene? Quando sentite che l'essenza è l'io fa parte del processo del pensiero. Qualcuno ve lo ha messo in mente, o lo avete inventato voi stessi. Mi chiedo se riuscite a seguire. Potreste non crederci, ma il pensiero crea queste cose. Ma il pensiero è un processo materiale, perché è conoscenza, esperienza immagazzinata come memoria nel cervello e la risposta a questa memoria è il pensiero. Ne abbiamo parlato l'altro ieri, non ne parleremo. Quindi, il pensiero è un processo materiale. Anche se il pensiero dice 'C'è spirito dentro di me', si tratta di un processo materiale. Quando dite 'Ho fede in Dio', è un processo materiale. Fede in Dio, Dio come una vostra proiezione di qualcosa di meraviglioso, onnipotente, e cose simili, è sempre un processo del pensiero. Quindi, non c'è nulla - vi prego, lavorate con me, rifletteteci, profondamente - non c'è altro che il movimento del pensiero che crea l'io o l'essenza dello spirito. E' sempre pensiero, quindi è sempre un processo materiale.
1:07:50 Così ci si aggrappa al conosciuto e si ha paura dell'ignoto, che è la morte. Va bene? Lo capite? Quindi, il tempo è vivere, un lungo intervallo, e morire. Dicevamo che il tempo è un movimento del pensiero come misura, molte vite, molti anni - sono tutte misure. Ora, può quel tempo finire? Che significa vivere e morire, vicini, insieme. Capite? Quante spiegazioni ci vogliono! Cioè, la morte significa la fine di ciò che è continuato. Giusto? Vedete quanto è importante, ciò che continua diventa meccanico. Giusto? E, quindi, non c'è nulla di nuovo, il pensiero può inventare qualcosa di nuovo, come un jet, una cosa nuova, o la teoria di Einstein - non voglio parlarne ora. Il pensiero può inventare qualcosa di nuovo ma non stiamo parlando di queste invenzioni, stiamo dicendo che il pensiero può inventare qualcosa oltre la morte ma è sempre il movimento del pensiero. Stiamo dicendo che morte significa fine della continuità, che è tempo. Ciò che continua significa tempo - tradizione, nella vostra fede, nei vostri credo, nei vostri dèi, è il movimento del tempo.
1:10:21 Stiamo dicendo di morire alle cose conosciute, ora. Capite la mia domanda? Morire ai vostri attaccamenti, ora, come avverrà quando morirete. Capite? Ah, questa è una cosa molto seria perché quando morirete, che cosa accadrà? L'organismo, con il cervello muore, finisce, il cervello si deteriora. Il cervello che ha la memoria nelle cellule, come esperienza e conoscenza, quel cervello avvizzisce. Quindi c'è la fine del pensiero. Può esserci una fine del pensiero mentre si vive? Capite la mia domanda? Che significa morire ora, non fra cinquant'anni, che non significa suicidarsi, non saltate da un ponte. Significa morire al piacere. Naturalmente, si muore al proprio dolore, questo è facile, è quello che tutti vogliono, ma vogliono tenersi il piacere, all'immagine che hanno creato del piacere e del suo raggiungimento. Quando il cervello deperisce, dovrà finire. Capite di cosa parlo ...? Morire istantaneamente all'attaccamento, alla gelosia, alla paura, morire. Questo è il problema. Quindi, con questa morte, c'è la non-continuità che significa la fine del tempo, e quindi una dimensione totalmente diversa di coscienza. Non ho tempo di approfondirlo ora. Un tipo completamente diverso di coscienza, che non è la coscienza con tutto il suo contenuto, che sono io, ma una dimensione di tutt'altro tipo.
1:13:18 Ora, io non muoio adesso. Non si muore perchè diciamo 'Devo avere un po' più di tempo. Vi prego lasciatemi un altro po' di tempo. Voglio godermi la mia vita. Ho una macchina nuova, una moglie, un piacere, un lavoro nuovi, vi prego, non fatemi morire immediatamente. Quindi, che cosa accade a quell'uomo o quella donna - vi prego, è importante che lo comprendiate - che cosa succede a quell'uomo o a quella donna che dice 'Sono soddisfatto delle cose come sono. 'Ho dei beni, una buona moglie, o un buon marito, ho soldi in banca, e al diavolo tutto il resto!' Cosa accade a quell'uomo quando muore? Capite la mia domanda?
1:14:13 Ci sono due tipi di esseri al mondo: quello che muore a tutto il conosciuto - il conosciuto è la struttura del pensiero, costruito come l'io - gli attaccamenti, le paure, la solitudine, la disperazione e, di conseguenza, la speranza - muore a tutto questo - c'è la fine a tutto ciò, all'istante. La fine del dolore è l'inizio della compassione. Pensateci. Non pensateci, fatelo! Ora, che succede a chi non lo fa, a chi è pigro, indifferente, diventa serio su qualcosa di superficiale, oppure pensa sia importante seguire un guru - e altre sciocchezze. Che succede a quell'uomo o quella donna? Capite la mia domanda? Avete capito la domanda? Ci sono due tipi di esseri umani: quello che muore ogni attimo del giorno, a tutto ciò che ha raccolto, e quindi non trattiene nulla. Capite? Psicologicamente, non raccoglie nulla, e perciò non c'è alcun io, continuamente. E poi c'è l'altro, che cosa gli accade? Qual è l'altro? L'altro è l'uomo o la donna, l'essere umano, simile a tutti gli altri nel mondo. Vive con sofferenza, disperazione, angoscia, lacrime, come tutti gli altri esseri umani. Quindi, c'è questo flusso di dolore - capite? - il flusso, il fiume di tormento, il fiume di piacere, di violenza, e così via, è dentro questo flusso, vi è sempre stato. Vero? Soltanto la persona che esce dal fiume è diversa. Altrimenti è come tutti. So che è un quadro triste - capite? - è veramente doloroso che sia così. La persona che vede questo fatto sente compassione. E perciò la sua responsabilità è di condividere tutto questo. Capite quello che sto dicendo?
1:17:49 Immortalità non è la mia sopravvivenza, in eterno, - finché l'angelo Gabriele suonerà le trombe - c'è un'immortalità che va oltre la morte, quando il tempo finisce. Capite? Il tempo è un movimento di pensiero e misura, che è la nostra coscienza. Quando questa coscienza si svuota, completamente, c'è uno stato del tutto diverso. Lo svuotamento di questa coscienza con il suo contenuto fa parte della meditazione, di cui parleremo domani.