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BR77T1 - È possibile vedere i limiti del pensiero?
Primo discorso pubblico
Brockwood Park, UK
27 agosto 1977



0:25 Suppongo sia necessario avere questo faro puntato addosso! Mi dispiace. Mi dispiace non sia puntato su di voi.
0:49 Presumo che molti di voi siano qui perché siete persone serie, e siete davvero interessati alla trasformazione radicale della coscienza, al suo movimento, che ne è la struttura, e alla sua natura. E se non siete persone serie, allora non capisco proprio perché siate venuti qui. E' una perdita di energia, uno spreco di soldi, uno spreco di tante altre cose che potreste fare. Quindi, per favore, siamo persone piuttosto serie, - o almeno, chi parla lo è, e dovremmo considerare i vari problemi che ci si presentano nella nostra vita quotidiana, problemi politici, economici, sociali, personali e globali.
2:06 Forse qualcuno di voi ha già dimestichezza con l’argomento di cui stiamo parlando, ma conoscerlo non significa necessariamente disprezzarlo, trascurarlo, oppure dire che è roba vecchia e ripetitiva. Ma piuttosto, insieme, e intendiamo dire proprio insieme, davvero insieme, voi e io, possiamo considerare questi problemi, condividerli insieme, esaminarli insieme, esplorare l’intero contenuto della nostra coscienza, e quindi il nostro agire nella vita quotidiana. Questo è ciò che più ci interessa. E se non siete davvero seri, per favore, prestate attenzione almeno per un’ora, stamattina, - almeno per un’ora.
3:15 Non so bene da dove cominciare, andiamo subito al dunque – è più semplice.
3:23 Credo che dobbiamo essere consapevoli di tre questioni fondamentali, nella nostra vita quotidiana: ossia la compassione, la chiarezza e l’abilità. Veniamo educati a essere molto abili nel gestire la nostra vita – abili nel senso di essere intelligenti, mettere in pratica molte conoscenze, che abbiamo acquisito attraverso l’educazione, attraverso l’esperienza, ad agire con abilità, sia in fabbrica, che negli affari, che nella vita quotidiana. Questa abilità diventa una routine, un’azione ripetitiva. E questa abilità, quando è molto sviluppata, come dovrebbe essere, diventa uno strumento per il perpetuarsi del sé, di presunzione, di autoesaltazione. Così, l’abilità ci ha portato alla condizione attuale, sia per la tecnologia che nelle nostre relazioni: come interagire l’uno con l’altro, in modo piuttosto abile. Non con chiarezza, non con compassione, ma in modo abile. Allora, nella nostra vita quotidiana, esiste un’azione che sia abile ma che non perpetui il sé, l’io? L’importanza data a se stessi e alle proprie attività, a un’esistenza egocentrica? E’ possibile agire con abilità senza rafforzare il sé? Perché questo è uno dei nostri problemi. Mi dispiace, sta piovendo forte, e voi siete tutti là fuori. Cosa possiamo fare? Il clima inglese!
5:55 Dunque, esiste un’azione nella nostra vita quotidiana che sia abile e allo stesso tempo non perpetui il sé? Questo è uno dei problemi. Perché attraverso l’educazione e attraverso l’esperienza, noi abbiamo sviluppato questa enorme abilità, che quindi ci dà grande forza, e vitalità, e agio nel regno delle capacità, ma che appunto perpetua l’io. Ora, esiste un’azione che sia libera da questo, e comunque abile? E, per parlare di questo, dobbiamo chiederci cosa sia la chiarezza, perché non si può agire in modo abile se non c’è chiarezza. Spero che stiamo viaggiando insieme, e di non parlare da solo, quello posso farlo nella mia stanza. Ma se siete così gentili da partecipare, e prendervi la responsabilità di indagare quello di cui stiamo parlando, insieme, allora, questo avrà un valore.
7:23 Allora, cos’è la chiarezza? Perché vediamo che se c’è chiarezza allora c’è azione, un’azione abile ma che non perpetua se stessa. Vi farò vedere… Ci arriveremo. La chiarezza può esistere solo quando c’è libertà di osservare, quando siamo capaci di guardare, osservare, vedere. Questo è possibile solo quando c’è una completa, totale libertà, altrimenti avviene sempre una distorsione dell’osservazione. Credo sia piuttosto semplice: semplice a dirsi, ma farlo diventa terribilmente difficile. Quindi, è possibile essere liberi da tutti i fattori che distorcono il nostro atteggiamento? Quando osservate voi stessi, o un altro, o la società, i politici, l’ambiente, l’intero sistema religioso e culturale, presente nel mondo, - la cosiddetta questione religiosa - siete capaci di osservare senza pregiudizi, senza schierarvi da una parte o dall’altra, senza proiettare le vostre conclusioni personali, i vostri credo, i vostri dogmi, la vostra esperienza e conoscenza, ed essere dunque completamente liberi da tutto, per osservare con chiarezza? Questo è il secondo problema.
9:23 Il terzo problema è la compassione. La parola non è la cosa. Possiamo descrivere la compassione in modo molto eloquente e poetico, ma ciò che si esprime in parole, non è la cosa. Perciò andremo a considerare questi tre elementi: cos’è la compassione, perché senza compassione non c’è chiarezza, e senza chiarezza non c’è abilità - sono due cose completamente collegate una all’altra. Quindi rifletteremo su questi tre problemi. Se gli esseri umani, come siamo noi adesso, possano avere questo grande senso di compassione nella vita quotidiana, non ipotetico, non come un ideale, non come qualcosa da ottenere, da mettere in pratica e così via; ma averlo in modo completo, alla radice stessa del nostro essere. Questo è uno dei problemi.
10:47 Poi, da questo deriva la domanda: ci può essere chiarezza? Perché possiamo avere le idee molto chiare, pensare in modo oggettivo, razionale, equilibrato. Ma la ragione, per quanto logica e oggettiva, è molto limitata, - ovviamente. Giusto? Spero stiamo viaggiando insieme, muovendoci insieme. Pensare in modo chiaro non ha risolto i nostri problemi. I filosofi, gli scienziati, i cosiddetti religiosi hanno pensato molto chiaramente su alcune cose, ma nella nostra vita quotidiana, la chiarezza di pensiero non ha risolto i nostri problemi. Giusto? Possiamo ragionare in modo chiaro sul perché siamo invidiosi o violenti, ma la fine della violenza non può essere prodotta dalla chiarezza di pensiero. La chiarezza di pensiero implica un limite, perché il pensiero è per sua natura limitato, è condizionato, il pensiero per sua natura ha dei confini. E il pensiero può provare a superare questi suoi confini, a inventare un marchio, una divinità, uno stato di utopia e così via, ma resta comunque limitato, perché il pensiero è il movimento della memoria, che è esperienza, e conoscenza, e tutto questo viene sempre dal passato, perciò, il pensiero è legato al tempo. Posso andare avanti? Mi state seguendo? Per favore, non sto predicando, non sto facendo propaganda. Non stiamo provando a convincervi di nulla. E lo intendiamo veramente - almeno, io lo dico sul serio. Senza alcun senso di autorità, o di volervi convincere a pensare in un modo particolare, nessuna propaganda, non tentiamo di convincervi di qualcosa, o di coinvolgervi in qualcosa, - niente di tutto ciò.
13:42 Allora, è possibile vedere i limiti del pensiero e metterlo al suo giusto posto ? Dare il giusto posto al pensiero porta chiarezza. Giusto? Per 'giusto posto' intendiamo l’arte di quell’intelligenza che deriva dalla riflessione, dall’esplorazione. Quest’arte - nel senso profondo di questa parola, consiste nel mettere ogni cosa al posto a cui appartiene, mettere ogni cosa della nostra vita al suo posto. E per capire qual è il suo posto, è necessaria una grande intelligenza. E questa intelligenza può avvenire soltanto quando c’è compassione, non direzione scelta dalla volontà, non seguendo uno schema di pensiero, ma in un processo di indagine su cosa sia la compassione. In questo movimento, o da questo movimento, nasce un’intelligenza, che non è personale o individuale, è semplicemente intelligenza. Questo è ciò che cercheremo di scoprire. Va bene? E’ possibile risvegliare questa intelligenza che porterà ordine nella nostra vita quotidiana, e poi nella società, nella politica, in ogni direzione? Perché noi siamo il centro della società. Giusto? Noi rendiamo la società quello che è. Quindi, noi essenzialmente siamo il prodotto del passato, e tutto quello che facciamo è limitato, dal passato, dal tempo e qualsiasi rivoluzione, fisica, o psicologica, provocata dal pensiero, è limitata.
16:43 Perciò cercheremo di scoprire, esamineremo insieme, cos'è la compassione, cos'è la chiarezza, e l'abilità che nasce dalla chiarezza e dalla compassione. Non cos’è l’abilità in sé, perché questa ci ha portato a ogni tipo di miserie, ovviamente. E’ evidente. Perciò, da dove vogliamo cominciare? Dalla compassione? Dalla chiarezza? O dall’abilità? Tenendo presente che la chiarezza può venire solo dalla compassione, e ogni abilità che nasce dalla chiarezza, non dà importanza al sé. Giusto? Mi chiedo se ci capiamo. Sì, signore?
18:01 Allora, vorrei iniziare dalla compassione. Per comprendere tutto il significato e la profondità di questa parola, dobbiamo indagare il movimento della nostra coscienza, della nostra coscienza – della vostra. Ciò significa che voi siete il mondo, e il mondo è voi. Questo è un fatto ovvio, ma bisogna rifletterci un po’, vale a dire: dovunque voi andiate nel mondo, est o ovest, nord o sud, gli esseri umani, sul piano psicologico, provano grande ansia, insicurezza, cercano sempre sicurezza, in una forma o nell’altra, in senso fisico o psicologico. Dovunque nel mondo, sono pieni di violenza. Questo è un fenomeno straordinario, quando lo notate, - violenza, avidità, invidia, odio. E nella nostra coscienza ci sono il bene e il male. Useremo queste parole semplici per esprimere una questione enorme. Dunque, questa è la nostra coscienza, in cui ci sono i credo religiosi, l’appartenenza politica a un particolare partito, e così via. Tutto questo è la nostra coscienza, che è la coscienza dell’umanità intera. Giusto? Non so se siete d’accordo su questo o se ne volete discutere. Forse lo faremo, martedì, quando ne parleremo insieme.
20:17 Quindi, indagando la propria coscienza, che è la coscienza globale, non la vostra propria coscienza, perché voi siete il risultato di tutta la cultura, la struttura sociale, l’educazione, i discorsi religiosi, duemila o diecimila anni di propaganda, voi siete il risultato di tutto questo. Ed esaminando il bene e il male, vediamo che il male è in aumento. Giusto? Capite la parola “male”, la usiamo in modo molto semplice. Il male sta aumentando perché il bene è diventato statico. Il bene non sta fiorendo. Sta accettando gli schemi e vivendo secondo tali schemi, o ideali, e così via, così, invece di fiorire, sta appassendo, e dunque sta dando forza al male. Non so se avete notato tutto questo. C’è più violenza, più odio, più nazionalismo, divisioni religiose, ogni forma di antagonismo, in tutto il mondo, razziale, comunitario, e così via. Tutto questo cresce perché il bene non fiorisce. Giusto? Bisogna essere consapevoli di questo senza alcuno sforzo - per favore, nel momento in cui facciamo uno sforzo, diamo importanza al sé, che è il male. Giusto? Allora, osservare la realtà del male, senza fare sforzi, solo osservarlo, senza scegliere - perché scegliere è un fattore di distorsione. Perciò, osservare il mondo, con tutta la sua violenza, la brutalità, con tutto quello che succede, le nefandezze politiche, e tutto il resto, senza scegliere, ma osservarlo, liberamente. E quando lo osservate così, in modo aperto, libero, allora il bene inizia a fiorire. Non è che inseguendo il bene gli date la forza di fiorire ma quando ciò che è male, turpe, abietto, è completamente compreso, l'altro fiorisce spontaneamente. Mi chiedo se… Capiamo il significato di tutto ciò?
24:04 Perciò, tutti noi, che siamo davvero seri, siamo consapevoli di questo fatto? Che in noi, nella nostra coscienza, c’è questo dualismo, e quindi c’è un conflitto fra le due parti. E il risultato di questo conflitto è che il male cresce sempre di più. Bene? Ma quando osservate, senza scegliere, quando osservate senza pregiudizi, senza giungere a conclusioni, e quindi senza sforzo, ciò che è abietto, meschino, ciò che è male diminuisce, e dà forza al bene. E' chiaro? Lo stiamo facendo adesso, mentre parliamo? Oppure ci penseremo poi, domani? Perché se ci penserete domani, non starete attenti adesso. E se non state attenti adesso, non ci farete attenzione nemmeno domani. E' così ovvio. Quello di cui stiamo parlando è una cosa enorme e importante. Voi state vivendo una crisi, il mondo vive una crisi, bisogna che ci siano organizzazioni di tipo diverso, politiche e così via, ma può accadere solo in modo razionale, sensato, quando questo è compreso da ogni singola persona nel mondo: che quando vi è conflitto con il male, ciò che è abietto e turpe quando c’è conflitto, quello stesso conflitto dà forza al brutto, a ciò che è abietto e cattivo. Dentro di noi, è ben chiaro questo? Perché stiamo esaminando la nostra coscienza, stiamo indagando il vostro modo di pensare, il vostro modo di agire, di vivere, che è la vera essenza della nostra coscienza. Accidenti, questa pioggia!
26:50 Inoltre, nella nostra coscienza, abbiamo sviluppato attraverso una grande abilità, la struttura e la natura del sé. Il sé è violenza, il sé è avidità, invidia e tutto il resto. Questa è la vera essenza dell’io. E fin quando c’è questo centro, questo io, ogni azione sarà distorta. E’ ovvio. Perché agite a partire da un centro, dando una direzione all'azione. Così, quando la direzione è in azione, avviene una distorsione. Potete sviluppare una grande abilità in questo modo, ma sarà sempre sbilanciata, non equilibrata, non armoniosa, - usate la parola che preferite. Perciò, nella nostra esplorazione stiamo cercando di capire se la coscienza, con il suo movimento, possa subire una trasformazione radicale, non causata dalla volontà. Giusto? Perché la volontà è desiderio, desiderio di qualcosa, e allora, quando c’è un desiderio, un motivo, questo è un fattore di distorsione dell’osservazione. E' abbastanza chiaro? O stiamo rendendo la confusione ancora più confusa?
29:11 Signori, rendiamo la cosa semplice. Che cosa si deve fare in questo mondo, circondati da tanta violenza, con così tante conclusioni su tutto, con così tanti guru, con le loro ultime … qualsiasi cosa sia, siete circondati da tutto questo, - propaganda, suggestioni, ricompense o punizioni - di fronte a tutto ciò, che si deve fare? Interlocutore: Correre.
29:53 K: Come? Annegare?
29:55 I: Correre.

K: Correre. Quando correte via da qualcosa, quella cosa vi insegue. No, signore, forse ne parleremo dopodomani, no, martedì, perciò, per favore, cosa si deve fare? Che cosa farete? Capite la mia domanda? Potete fuggire, andare a tutti quei raduni o luoghi di intrattenimento che ci sono in Inghilterra, dove migliaia e migliaia di persone camminano nel fango e cantano, e tutto il resto. E' una fuga meravigliosa. Ma non risolve niente. Così ci chiediamo, molto seriamente, se siete profondamente preoccupati delle cose del mondo, di cosa sta succedendo, agli esseri umani, di come si stanno distruggendo l'un l'altro, che cosa farete? Come agirete? Seguirete qualche guru? Accetterete di seguire un’altra direzione? Una nuova ideologia? Tutto questo significa fuggire dai fatti. Giusto? Dal fatto che noi esseri umani siamo straordinariamente brutali, violenti, meschini, a volte abbiamo sprazzi d'affetto, considerazione, compassione - ma raramente! Se vi ponete questa domanda, e volete una vera… una risposta vera, quindi, che sia sempre vera, non vera adesso e domani falsa, - bisogna esaminarsi, molto molto profondamente. Giusto? Bisogna guardarsi dentro in assoluta onestà, per capire. E per indagare dentro se stessi, non si può seguire nessuno. Giusto? E' ovvio. Se seguite qualcuno, che vi dirà come indagare in voi stessi voi state seguendo quello che dice lui. Non state esaminando voi stessi. Quindi, per esaminare voi stessi, ogni tipo di autorità deve finire, psicologicamente. Siamo capaci di fare questo? Siete davvero capaci di mettere da parte tutte le autorità, psicologicamente parlando? L’autorità del prete, l’autorità della società, l’autorità della vostra propria esperienza, l’autorità della vostra conoscenza o della conoscenza di qualcun altro, - riuscite a mettere da parte tutto questo e iniziare a guardare voi stessi? Lo farete? Il che significa che siete arrivati nella posizione di guardare voi stessi perché vivete una crisi. Durante una crisi, l’energia è tutta concentrata, e questa energia esige che voi guardiate voi stessi. Nessuno vi sta forzando. Perché voi stessi vedete cosa sta succedendo. Voi siete assolutamente consapevoli delle condizioni sociali, politiche ed economiche del mondo, dei fattori di deterioramento e così via. Perciò, quella stessa crisi vi porta a osservare. E, se siete persone serie, non vi fa scappare via. Al contrario, sarete completamente impegnati.
34:35 E nell’esaminare voi stessi, poiché non c’è nessuna autorità, vedete voi stessi per quello che siete. Ma nella nostra coscienza, c’è quel dualismo, - il bene e il male. Così, noi guardiamo sempre con lo sguardo del bene e anche con lo sguardo del male, e così c'è un conflitto Mi seguite? Ora, noi stiamo cercando di eliminare ogni tipo di conflitto. Questo è possibile solo quando osservate senza alcuna scelta, - osservare semplicemente voi stessi. Allora, in questo modo, voi eliminate il conflitto fra bene e male. Capite? Fatelo, per favore, mentre ne stiamo parlando, se siete seri, fatelo per favore, insieme.
35:47 Perciò, stiamo osservando noi stessi senza alcuna costrizione, - non secondo qualche psicologo, Freud, Jung, e tutta la vecchia o nuova generazione, ma stiamo guardando noi stessi senza scelta. Giusto? Lo stiamo facendo? Ciò significa che state guardando voi stessi, riconoscendo che c’è violenza dentro di voi, c’è avidità, invidia, desiderio di potere, desiderio di una posizione sociale, tutti questi fattori – riuscite a guardarli senza fare il minimo sforzo e senza scegliere? Essere consapevoli senza scelta, è l’essenza dell’osservazione. Giusto? Possiamo continuare da qui?
37:22 Così, da questa osservazione senza scelta, deriva la chiarezza, ovviamente. Perché non c’è direzione non c’è motivazione, nessuno vi costringe a fare questo o quello, nessuno vi offre una ricompensa, e se non lo fate nessuno vi punirà, siete liberi da tutte queste assurdità. E, in questa osservazione, arriva la chiarezza. E se la chiarezza non è legata alla compassione, la vostra azione sarà maldestra, perché la chiarezza viene con la compassione. La chiarezza, da sola, non ha senso, così come l’abilità, da sola, non ha significato. Quindi, compassione, chiarezza e abilità sono legate all’arte di ascoltare, all’arte di guardare, all’arte di imparare. Esiste l’arte di ascoltare, esiste l’arte di guardare, esiste l'arte di imparare. E se non avete l'arte, che consiste nel mettere ogni cosa al posto giusto, allora non capirete cos’è la compassione - perché lo impareremo. E impareremo ciò che non è compassionevole. Giusto? Perché solo attraverso la negazione si arriva al positivo, non viceversa. Noi iniziamo dalle certezze, - tutti lo facciamo. Io credo, io so, io penso. Sono tutte certezze. E quando si inizia dalle certezze, si finisce nell'incertezza. Un uomo anziano che ha trascorso tutta la vita, settant’anni della sua vita, nelle certezze, alla fine dice: “Sono terribilmente confuso, non so dove sono”. Invece, se iniziamo con incertezza, senza sapere, esitando, allora arriveremo alla chiarezza, alla certezza.
40:20 Allora, la compassione è naturalmente legata all’amore. Vale a dire, esiste un amore libero dalla contaminazione della civilizzazione, dalla contaminazione della gelosia, della possessività, del ricordo, dalla ricerca del piacere? Esiste un amore che sia libero da tutto ciò? Per favore, signori, è una domanda molto, molto seria, vi prego! Si tratta della vostra vita, non della mia, perciò dovete rispondere a questa domanda. Esiste un amore nel nostro cuore, o dovunque sia, che non abbia in sé ombra di corruzione? - non un ricordo che vi faccia pensare di amare? E l’amore, è il prodotto del pensiero? Esiste un amore che sia integro, completo, non diviso, “Io amo e odio”, oppure, io amo, ma dentro di me sono possessivo, o altro? Capite? Allora, se non c’è questa qualità di amore in noi, la compassione diventa impossibile, Perché la compassione è legata alla sofferenza, e questo è un problema enorme. Perciò lo affronteremo più tardi, forse, perché abbiamo solo quattro incontri, dobbiamo essere concisi.
42:58 Dunque, siamo interessati alla trasformazione della nostra coscienza, al movimento della nostra coscienza. Il movimento è legato al pensiero, è spinto dal pensiero, l’energia di questo movimento viene dal pensiero. Ma il pensiero, come abbiamo detto, è molto limitato, perché è la risposta del passato, cioè memoria, perciò è il risultato del tempo. L'amore è un risultato del tempo? Se ricordo il piacere sessuale che ho provato ieri, o dieci anni fa, e dico alla persona “ti amo”, - è amore quello? Avanti, signori, la risposta è vostra, dovete scoprirlo voi. Se non si interrompe questo circolo vizioso, non può esserci compassione. E quando non c’è compassione, non c’è chiarezza. Potete sviluppare l’abilità, ma questa abilità sarà sempre egocentrica, ingannevole, crudele. Capite? Perciò, stiamo esaminando, molto seriamente, l’intero movimento della coscienza.
44:56 Volete discutere di queste cose adesso?
45:00 I: Krishnaji? Quando arriviamo a capire che la volontà è desiderio, possiamo anche osservarlo. Ma durante una crisi, sembra esserci un movimento naturale che desidera risolverla, e lo stesso tentativo di risolverla, sembra essere un fattore di distorsione.
45:28 K: Vede, uno dei problemi che abbiamo nella meditazione - se lo affrontate, e lo affronteremo, di nuovo – è di essere liberi dalla volontà, perché la volontà è basata sul desiderio - desiderio di illuminazione, desiderio di verità, di felicità… Allora, dove c’è desiderio, ci deve essere la volontà di soddisfare quel desiderio. E, nella comprensione di quel desiderio, c’è libertà dalla scelta? Perché il desiderio sceglie, - mi piace questo, non mi piace quello, voglio questo, non voglio quello. Perciò dobbiamo chiederci di nuovo che cos’è il desiderio. Perché abbiamo desideri, così tanti desideri? Se abbiamo qualcosa, vogliamo di più. Se abbiamo di più, vogliamo qualcosa di meglio. Noi pensiamo che mettendo insieme le parti, capiremo il tutto. Questo è uno degli obiettivi del desiderio. Unendo le parti, mettendole insieme, crediamo di aver capito il tutto, e di andare oltre le singole parti. Quindi, bisogna chiedersi cosa sia il desiderio, non l'oggetto del desiderio, perché quello varia di volta in volta, dall’infanzia alla morte, gli oggetti desiderati cambiano. Quando sei piccolo vuoi una cosa poi quando cresci ne vuoi un’altra, e così via… Perciò bisogna andare alla radice del desiderio. Ripeto, osservare il desiderio senza scegliere. - senza dire “devo”, “non devo” – solo osservare il desiderio. Cos’è il desiderio? Come nasce? Avanti, signori. Non nasce forse, per dirla in modo semplice, da una percezione visiva, innanzitutto? Dal vedere qualcosa. E dopo c'è il contatto. Giusto? Toccare una cosa, odorarla, assaporarla. E da questo, nasce la sensazione. Poi subentra il pensiero e dice: “di più” o “di meno”. Dunque il desiderio è percezione, vedere, sensazione, il contatto, la sensazione e il desiderio con la sua immagine. Giusto? Non sto inventando tutto questo, per farvelo accettare o rifiutare, semplicemente osservatelo voi stessi e vedrete come nasce il desiderio. Vedete una cosa bella, avete la sensazione, il desiderio di possederla. Il desiderio, perché avete l’immagine che è determinata dal desiderio – di possederla, di goderne, e così via. Oppure accade di vedere qualcosa di brutto e non volerlo, e resistergli; cosa che fa parte del desiderio. Volontà di ottenere, volontà di rifiutare, che nasce dal desiderio.
50:04 Ora, esiste un’azione, nella vita quotidiana, per favore, ascoltate, rifletteteci, nella vita quotidiana, esiste un’azione in cui il desiderio non entri in funzione? E’ esaltante pensarci, pensare se esista o no un’azione di questo tipo. Perché noi siamo abituati, siamo stati educati così, è la nostra condizione di agire mossi dal desiderio. I politici, e tutti gli altri, il mondo intero è basato su questo. E noi ci domandiamo esattamente il contrario, per questo è difficile capire il problema. Se non siete liberi dal resto, non potete capire questa domanda. Ossia, scoprire un’azione che sia abile, e lo yoga fa parte di… lo yoga è l’abilità in azione, non si tratta solo di fare degli esercizi, e così via, l’abilità in azione è parte dello yoga. E per capire questo, è necessario vedere l’intero movimento del desiderio, - come nasce, come esige di essere soddisfatto, e poi c’è la frustrazione quando non viene soddisfatto, ci sono rabbia, amarezza, tutto quello che segue quando c’è frustrazione; e quando c’è la soddisfazione del desiderio, avviene l’opposto.
51:55 Allora, esiste un’azione senza motivazione, che è il desiderio, senza un traguardo, senza un fine? Perché se avete un traguardo, un fine, avete già posto un limite alla vostra azione, secondo la motivazione e il fine. L’azione è solo il mezzo, non c’è altro. Giusto? Mi chiedo se lo capite. Perciò, esiste una possibilità di azione, di azione giusta, quando non c’è direzione. La direzione viene data dal 'me', i miei bisogni, i miei desideri, la mia importanza, la mia sicurezza; ed è un fattore di distorsione in azione. Ma quando non c’è un centro, come è l’Io, allora vi è azione senza desiderio. Dovete approfondire molto bene, altrimenti tutto si riduce a un insieme di parole senza valore.
53:33 I: Signore, esiste, di per sé un soggetto che fa esperienza?
53:40 K: Esiste di per sé un soggetto che fa esperienza? Che cos’è il soggetto che fa esperienza? Chi è il soggetto che fa un’esperienza? Rispondete a questo, signori. Esiste un soggetto che fa esperienza, a prescindere dall’esperienza? Esiste un insieme di esperienze che diventano conoscenza, che chiamiamo "l’Io"? Capite? L’Io è il centro dell’esperienza. Io ho provato la felicità, io ho provato il sesso, io ho provato il dolore, io ho provato dozzine di cose. Tutte queste esperienze accumulate determinano il soggetto che le ha vissute, che sono io, separato dall’esperienza. Giusto? L’io fa esperienza di qualcosa. Allora ci chiediamo, il soggetto che fa un’esperienza è diverso dall’esperienza? Oppure sono la stessa cosa? Cioè, il soggetto, con tutti i ricordi accumulati nel passato, con le sue conoscenze, farà esperienza di una cosa diversa. E’ questa cosa ad essere davvero diversa? Oppure, quando io la individuo come un’esperienza, quella cosa è già parte di me? Riuscite a capire? Capite, signori? Io faccio un'esperienza, in questo è coinvolto un ricordo del passato, il riconoscimento di quell’esperienza, in base al passato. Altrimenti, non è un’esperienza. Se io non la riconosco come un’esperienza, non è un’esperienza. Giusto? Per riconoscerla, deve venire dal passato. Perciò quello che sto provando l’ho già provato - se lo riconosco.
56:35 Ora, solo una mente che non ha un centro, e quindi è molto chiara, solo una mente così è senza esperienza. Per favore, questo è... Quindi, l’osservatore è l'osservato. Giusto? Quando un uomo dice: “Ho fatto una nuova esperienza”, non è affatto nuova, perché l’ha riconosciuta, e l’ha chiamata "nuova", e le ha dato un significato verbale. Ma è nata dal passato, e quindi non è affatto nuova. Perciò, perché mai dovremmo fare esperienze? Forse perché molti di noi sono addormentati, allora qualcuno arriva e ci scuote, e quella la chiamiamo “esperienza”? Se siete del tutto svegli, completamente svegli, non c’è bisogno di fare esperienza. Mi chiedo se voi… Cosa dice, signore?
58:02 I: Come si riconosce un nuovo tipo di amore a cui non si è abituati? Siamo abituati a un amore fatto anche di gelosia…
58:10 K: Come riconoscere, chiede il signore, come riconoscere il nuovo tipo di amore?
58:20 I: Cioè, noi siamo abituati all’amore che implica la gelosia la possessività e...
58:26 K: Come abbiamo detto signore, non si può riconoscerlo. Poi, se lo riconoscete, allora non è nuovo. Abbiamo detto che con la negazione di ciò che non è, sorge ciò che è. Attraverso la negazione di ciò che non è. L’amore non è ricordo. Giusto? L’amore non è gelosia. L’amore non è violenza. Quando negate tutto questo, c'è l'altro, non avete nemmeno bisogno di dire “ce l’ho” o “non ce l’ho”. Non ne fate esperienza. Voi fate esperienza delle negazioni. Ma non potrete mai fare esperienza del positivo – esso è.
59:27 Allora signori, continueremo su questo, domani. Ma dobbiamo essere seri nella nostra indagine su noi stessi. Questo non significa diventare egoisti nell'indagare. Al contrario. Nell’indagare, capite che voi siete come il mondo, siete uguali a tutto il resto dell’umanità. E voi siete l’essenza di tutta questa umanità, ovviamente. Perché voi soffrite, provate ansia, un senso di solitudine, disperazione, infelicità, proprio come l’uomo che vive in India, o in Russia, in Cina o in America. Quindi, voi siete l’essenza dell’umanità, psicologicamente. Anche se avete la pelle chiara o scura, o nera, o altro, queste sono tutte cose superficiali. Ma se guardate dentro voi stessi, vedete che siete uguali al resto del mondo. Quindi voi siete il mondo. E questo è un fatto profondo, che riguarda tutto il vostro modo di pensare, la vostra osservazione, se vi rendete conto di essere voi stessi l’essenza dell’umanità. E allora non siete più in ansia per voi stessi, per le vostre piccole, insignificanti preoccupazioni e idiosincrasie, voi siete come tutti gli altri, - capite? – E questo vi dà una forza straordinaria.
1:01:09 I: Signore, io avrei un quesito, se non le dispiace. Una piccola domanda. Il tempo psicologico è diverso dal tempo cronologico?
1:01:22 K: Oh, questo è molto semplice, no?
1:01:24 I: Grazie mille, signore.
1:01:26 K: Non deve ringraziarmi, signore. E’ molto semplice, no? Quando ho una speranza, spero che starò bene, sia mentalmente, sia psicologicamente, in ogni senso, questo è il tempo psicologico. L’altro è il tempo cronologico. Devo prendere l’autobus a una certa ora, altrimenti non arriverò in tempo al mio appuntamento. Tutto qui. Bene, se possibile, continueremo domani. Va bene? Posso andare?