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BR79DT2.1 - La relazione fra insegnante e studente
Primo dialogo con insegnanti
Brockwood Park, UK
17 giugno 1979



0:49 Harsh Tanka: Krishnaji, c'è molta agitazione nell'educazione oggigiorno, si discute molto, e molti si pongono domande. Ma molte domande riguardano i sistemi educativi, i metodi e le materie di insegnamento. Sembra ci sia molta confusione e non si conclude nulla.
1:32 Krishnamurti: Non pensa che dovremmo prima indagare che cos'è l'educazione, piuttosto che quali siano le materie, i libri, i sistemi, il tipo di insegnanti e così via? Non dovremmo chiederci innanzitutto perché dobbiamo essere educati? La parola educazione, cosa significa tutto questo? Ma vorrei chiedere, se posso, perché veniamo educati? Per adattarci a un sistema? A un potere costituito?
2:19 HT: Gran parte dell'educazione oggi è proprio per questo.
2:24 K: Sì, quindi l'educazione serve a questo? Educazione significa questo? Conformarsi alle esigenze sociali? A una certa cultura, tecnologica o altro, che impone di adattarsi, di conformarsi, per trovare la propria carriera, la propria vita, in un particolare sistema. E' per questo che dovete essere educati? Per avere una buona carriera, per essere in grado di guadagnare denaro, ecc., è per questo che dovete essere educati? Come dice, sembra sia così.
3:19 HT: Sembra che sia una parte necessaria dell'educazione preparare lo studente a guadagnarsi da vivere.
3:28 K: Sì, una parte. Ma io metto in questione perfino questo. Approfondiamo un po' meglio, se permette. Si può educare un ragazzo o una ragazza a conformarsi a una certa cultura, alle esigenze sociali, tecnologicamente, per la carriera, che è necessaria, ecc. ma il resto della complessa esistenza umana è completamente trascurata. Direbbe che è così?
4:06 HT: Penso vi siano dei tentativi di cercare di includere anche questo. Ma è difficile capire esattamente dove andare e cosa fare, si ha la sensazione che l'educazione dovrebbe essere di più, ma esattamente in quale direzione non è affatto chiaro. Spesso si tratta di qualche forma di rifiuto della società a cui si va incontro, si vede che c'è qualcosa di sbagliato e quindi non si vuole farne parte.
4:42 K: Qual è il significato dell'esistenza? Se non l'affrontiamo su larga scala non vedo come si possa risolvere un piccolo problema. Qual è il significato dell'esistenza umana, che significato ha? Se si tratta solo di guadagnarsi da vivere, di trovare un lavoro, sapete, sembra talmente limitata, così straordinariamente ristretta.
5:19 Stephen Smith: E' ristretta e tuttavia sembra che queste cose stiano diventando sempre più difficili, proprio per la struttura stessa della società del suo impeto, delle sue strutture.
5:33 K: Sì, la sovrappopolazione. Lo sappiamo, c'è bisogno di parlarne? La sovrappopolazione, la distruzione della terra, l'ecologia e tutto quanto. E' per questo che abbiamo reso la vita così ristretta e limitata? Come esseri umani, siete stati a Oxford o a Cambridge o in altre università, per avere una laurea, un lavoro, e per il resto della vita, fino quasi al momento di morire, siete imbrigliati in tutto questo, avete la responsabilità dei figli, della moglie, eccetera. E' tutto qui? Sembra proprio di sì. Oppure siete un tantino portati ad essere religiosi, lasciate tutto e ogni tanto andate in chiesa dicendo che credete in dio, e andate avanti così. E' per questo che veniamo educati?
6:55 Brian Nicholson: E' così che succede attualmente.
6:59 K: Lo so che è quello che avviene. E vogliamo migliorare quello che avviene, trovare un sistema diverso, metodi diversi, modi diversi di insegnare, e così via, per fare cosa?
7:20 HT: Sembra che l'educazione debba essere una preparazione per l'intera esistenza.

K: Per l'intera vita, invece che limitarla al guadagnarsi da vivere. Penserei che qualsiasi persona seria, interessata all'educazione, si preoccupi dell'intera esistenza umana, dell'uomo non solo in quanto inglese, francese o americano, ma come essere umano. Allora?
8:00 SS: Penso che, essendo la religione in declino in occidente, e in generale, universalmente, le soluzioni che si cercano fra gli insegnanti, specialmente in quelli giovani, siano politiche, generalmente parlando. Non necessariamente partitiche, ma di natura politica, nel senso di migliorare il mondo adottando una certa linea, oppure di seguire un approccio non autoritario all'effettivo compito di insegnare, e così magari potrà accadere qualcosa di meglio. In altre parole, si cerca di non spaventare lo studente, di non dominarlo, in un certo senso di sfidare i valori della società, che sono valori consumistici, o talvolta militari, e quasi sempre di fare carriera.
9:16 K: Proprio così, stiamo dicendo la stessa cosa.
9:20 SS: Ma tutto sembra funzionare a questo livello.
9:25 K: E in questo incontro lo stiamo sfidando, riusciamo a sfidare questo approccio alla vita?
9:34 SS: Penso di sì.
9:36 HT: Penso ci stiamo chiedendo se in una scuola sia possibile educare all'esistenza nel suo insieme e non solo a ...
9:43 K: Sì, ed è possibile?
9:46 Mathew Mitchell: Una parte del problema è che noi stessi non siamo stati educati all'intera esistenza. Siamo intrappolati noi stessi.
9:53 K: Lo capisco ma, come educatore, come affronta questo problema? Da una lato dite che bisogna avere una carriera, un lavoro, ecc., e dite pure che non ci dev'essere autorità, e poi che dobbiamo occuparci della vita intera. Chi si preoccupa dell'interezza della vita? Non i politici, ovviamente, non i preti.
10:36 SS: Nemmeno loro.
10:38 HT: I preti no.
10:39 K: I preti no di certo. Non i militari, né gli ingegneri, nessuno si preoccupa della vita intera. O c'è qualcuno?
10:55 SS: I poeti sostengono di farlo, ma penso sia una cosa parziale.
11:00 K: Stiamo forse esagerando qualcosa che viene accettata come realtà se ci interessiamo totalmente alla completa coltivazione dell'uomo? In tal caso, che cosa dobbiamo fare? Se abbiamo dei figli e ce ne preoccupiamo in quanto genitori ed educatori, non soltanto come genitori che li scaricano in una scuola, ma se i genitori sono interessati e gli educatori professionali si interessano dello sviluppo completo dell'uomo, come ci comporteremo?
12:26 HT: Penso che la verità sia che noi educatori non siamo sempre interessati al tutto.
12:36 K: Ovviamente no.
12:37 HT: Perché abbiamo le nostre responsabilità immediate, i nostri lavori, le carriere da portare avanti, e tutti i problemi che ci assillano.
12:48 K: Sta dicendo che non esiste un tale gruppo al mondo? Ci deve essere, e noi non lo sappiamo? Ora, per interezza della vita intendo non solo aiutare lo studente a trovare un lavoro tecnico, la conoscenza ma anche preoccuparsi, psicologicamente, interiormente, di come affrontare i problemi comprendere l'intera questione della relazione, dell'amore, della morte, la vita intera. Chi se ne preoccupa?
13:44 BN: E' davvero molto dura insegnare se non ci si sente così.
13:48 K: Non è solo dura, ma ci sono persone così? E se noi siamo così, che cosa dobbiamo fare? Non solo dobbiamo comprendere noi stessi, partendo magari verbalmente, intellettualmente, per poi renderlo reale nelle nostre vite, ma come farete ad aiutare lo studente ad arrivarci, a comprendere l'interezza della vita? Perché lui arriva già condizionato, gli importa solo del lavoro, della carriera, di superare gli esami. Se non vogliono passare esami e trovare lavoro, che cosa faranno? Capite? Qual è la nostra responsabilità?
15:18 SS: Penso che la prima responsabilità sia porsi domande diverse da quelle che si fanno normalmente.
15:27 K: Ci stiamo chiedendo a vicenda qual è la nostra responsabilità.
15:31 SS: Per esempio potremmo chiederci come si è formata la società che vediamo intorno a noi, come funziona.
15:43 K: Come si è formata la società ... gli esseri umani l'hanno creata.
15:51 WS: Questo non risulta ovvio a moltissime persone. Molti direbbero che la società ha creato gli esseri umani.
16:01 K: La società ha condizionato gli esseri umani. Sta cercando di dire che la società è apparsa improvvisamente? Che l'ha creata dio? Qualche divinità strana che vive da qualche parte dice improvvisamente che ci deve essere una società e bang, ecco la società, oppure l'ha creata l'uomo?
16:27 WS: No, sto cercando di dire che il condizionamento della società potrebbe creare un essere umano, e molti dicono che se cambi questa società l'essere umano cambierà.
16:42 K: Cosa che hanno cercato di fare i comunisti, i totalitari di diverso colore, cambia la società, cambia l'ambiente, con mezzi brutali o altri modi. Ma non ci sono riusciti.
17:00 MM: Forse risponderebbero che chi lo ha fatto non l'ha fatto abbastanza bene, e che loro lo farebbero meglio questa volta.
17:08 K: Quindi, lei dice che ci sarà un governo talmente efficiente da cambiare le circostanze esterne, la società e tutto, sperando così di creare un essere umano diverso, è così? Penso che tutti i sistemi per cambiare un essere umano dall'esterno siano già stati provati.
17:37 BN: Bisogna cominciare con interessarsi allo studente.
17:42 K: Voglio capire se volete cominciare dall'esterno, nel senso di cambiare l'ambiente, cambiare la cultura, il governo, cambiare tutto il modo di guardare alla vita dall'esterno, attraverso la pressione, con mezzi crudeli o piacevoli, e poi creare gradualmente un essere umano differente. E' possibile? Credo che abbiano provato ogni tipo di sistema dall'esterno, i greci, gli indù antichi, i romani - come dice la storia. E in tempi recenti, i comunisti a modo loro, con il totalitarismo, hanno cercato di forzare l'uomo ad essere diverso. Ma non ci sono riusciti. Hanno domato l'uomo. Hanno costretto degli esseri umani a conformarsi a uno schema. Ma ci sono sempre i dissidenti, - sapete bene tutta la storia. E' questo che voglio scoprire. Stiamo cercando di cambiare il carattere umano, la condizione dell'uomo dall'esterno? Che significa educazione in modo diverso, giusto? Oppure, se non dall'esterno, dall'interno? Interno nel senso, dentro la pelle, psicologicamente, interiormente?
19:32 HT: Ma c'è stato anche un movimento recente, hanno provato di tutto, rivolgendosi ai guru, agli psichiatri.
19:45 K: La maggior parte dei guru si preoccupano della trasformazione dell'uomo?
19:53 MM: Molti sembrano credere che sia così.
19:57 K: E' sicuro?
19:59 HT: Che cosa intende per 'trasformazione delluomo'? Che cosa intende per trasformazione dell'uomo?
20:07 K: Liberarlo dal suo condizionamento, dai suoi problemi, dalle sue torture, dalle sue ansie, angosce, depressioni e paure, tutte le sofferenze. I guru ci hanno provato? Oppure hanno detto di seguire qualcosa per raggiungere questo o quello?
20:33 HT: Loro sostengono che possono liberarti da queste cose. Dicono: vieni, seguimi, fai quello che dico e io posso eliminare tutte le tue sofferenze.
20:44 K: Questo significa accettare l'autorità. Voi rifiutate l'autorità nell'educazione e accettate quest'altra. Non so se riesco a spiegarmi.
20:58 SS: Sì, proprio così. Ma dovremmo cercare di osservare cosa accade quando si inizia dalla parte opposta, cioè dalla persona che ci troviamo di fronte.
21:23 K: Possiamo coltivare la mente umana in modo armonico?
21:29 WS: Non capisco che cosa intende per coltivarla in modo armonico.
21:34 K: Intendo non soltanto per la carriera, il lavoro, e così via, ma anche la sua mente, il modo in cui pensa, i suoi atteggiamenti, tutto questo. Possono i due flussi procedere insieme, sia quello esterno che quello interiore? Oppure devono stare eternamente separati? Esiste qualcosa come l'esterno e l'interno? Non so se vi interessano queste cose.
22:27 SS: Forse è un po' troppo veloce, Krishnaji. Se vediamo che l'esterno è il superare esami, e prepararsi per una carriera.
22:36 K: Carriera e vivere una vita in continuo sforzo.
22:42 SS: Che relazione ha tutto questo con un'educazione basata sulla cura, sull'affetto, sulla comprensione psicologica, ecc., le cose che abbiamo menzionato?
22:58 K: Possono queste due cose stare insieme? Questa è la mia domanda. Oppure questa divisione è artificiale? L'esterno e l'interno. Oppure non esiste una tale divisione, ma c'è un movimento costante, fuori e dentro? Non so se riesco ad essere chiaro.
23:34 MM: Vorrei pensarci un momento, non sono sicuro di cosa stia parlando.
23:40 K: Abbiamo diviso la vita in esterno e interno. L'interno è più complesso, più difficile da comprendere, e così abbiamo dato molta più enfasi all'esterno. L'esterno è la sicurezza fisica, il benessere fisico, non sto dicendo che non dovremmo farlo. Le comodità fisiche, il commercio, la produzione, tutto quello che avviene nel mondo moderno, con il suo terrore, le sue torture, con le sue guerre, tutto, questo è l'esterno. All'interno abbiamo i credi, i riti, gli dèi, i salvatori, i guru, la speranza che in futuro avremo la pace nella vita. Quindi, abbiamo questi due.
24:56 HT: Fa parte della vita interiore di uno studente?
25:02 K: No, quando lo studente viene da voi è condizionato dai suoi genitori, dalla società, dalla cultura in cui è vissuto, e arriva da voi pensando alla carriera, agli esami, al lavoro. Tutto qui. E' molto raro che uno studente vi venga a dire: "Signore, c'è molto più di questo, per favore, mi dica che cosa c'è." L'altro giorno un ragazzo ha detto: "Va bene, diamo per scontato che bisogna avere una carriera, ma questo non è la fine di tutto." Allora, queste due divisioni sono artificiali, create dall'uomo? Perché una è molto complessa. Evidentemente molto complessa, diciamo così. L'altra è abbastanza sistematizzata. Vogliamo la sicurezza, la sicurezza fisica, e così questa è stata l'urgenza nella storia, che prima di tutto deve esserci sicurezza fisica. Dammi da mangiare, e dopo penserò a dio. E poi ci sono quelli che dicono di pensare a dio, stai vicino a lui e tutto andrà bene. Credi nel salvatore e la tua vita scorrerà facilmente. Così abbiamo tenuto le due parti in compartimenti stagni. Siete d'accordo, direste che è così?
27:21 HT: Ci occupiamo moltissimo di uno, e l'altro ...
27:26 K: ... é messo da parte, quasi ce ne vergogniamo. O, piuttosto, non vogliamo esporci troppo, e perciò diciamo di non approfondire troppo, concentriamoci su questo.
27:43 SS: Che è quello che abbiamo fatto, e stiamo facendo sempre di più.
27:47 K: Sì. Quindi, sto soltanto chiedendo: questa divisione è enfatizzata dall'educazione, come avviene ora, sostenuta dall'acquisizione di conoscenza superficiale, tenendo l'altro chiuso nell'armadietto, e guardandolo di tanto in tanto in caso di una crisi emotiva allora si cerca di risolverlo ma rimane nascosto, segreto. Ora io mi chiedo, questi due flussi, uno dei quali è molto forte, tutti si preoccupano di questo primo flusso e così gli si dà una enorme quantità di acqua, di energia, e l'altro rimane praticamente trascurato. Perfino la persona più religiosa si preoccupa non della fine della paura, del dolore, ecc., ma di credere in dio, di praticare certi rituali sperando così di raggiungere uno certo stato mentale, di raggiungere una certa pace. E' questo che accade. Ora io mi chiedo, è possibile mettere insieme questi due flussi? Certamente questo è lo scopo dell'educazione, non di tenerli separati.
29:38 HT: Ma perché considera necessario riunire questi due flussi?
29:42 K: Perché anche questo è la mia vita, la nostra vita. La sofferenza, l'angoscia, il dubbio, il senso di colpa, le ferite, tutto questo è parte della mia vita, la nostra vita. Perché si dà importanza soltanto a questo?
30:02 HT: Ma le due parti non sono realmente separate.
30:05 K: Non lo sono, ma noi le abbiamo separate.
30:11 SS: Questo non significa che dobbiamo concentrarci sull'altra in modo consistente?
30:16 K: No, si dovrebbe essere educati in entrambi i campi.
30:24 SS: Ma l'altro è già molto forte, vede. Tende a dominare l'altro.
30:28 K: Allora, che cosa dobbiamo fare? Se l'educatore fosse interessato, e sentisse la tremenda responsabilità che le due parti devono essere riunite. Prima di tutto, dubito che lo vogliano, ma se così fosse, che cosa dobbiamo fare insieme? Come gruppo di insegnanti, di educatori, che cosa dobbiamo fare? La coltivazione della mente umana non riguarda soltanto il mondo tecnologico ma anche quello cosiddetto psicologico e - se possiamo usare la parola - anche quello spirituale. Probabilmente i religiosi diranno che stanno cercando di farlo.
31:38 HT: Lo dicono, ma ...
31:39 K: No, lo direbbero. Perciò bisogna entrare nella questione di cos'è la religione. Sono forse religione i credi, i riti, la propaganda di duemila anni?
32:01 SS: E' questo che si intende per religione normalmente. Penso si dovrebbe contestare questo concetto di religione, o questa affermazione sulla religione.
32:16 K: Dovete controbattere, dovete scoprire se è vero o falso, o inventato dai preti.
32:23 SS: Lei sta introducendo un altro elemento che è veramente una sorta di indagine psicologica ...
32:32 K: Rivoluzione.
32:33 SS: ... o discussione fra persone sulla natura delle cose, che è un elemento diverso.
32:39 K: Sì, qual è la natura della psiche? Qual è la natura di un essere umano, come è ora, e se questo essere umano possa essere trasformato, cambiato. Dopo tutto, c'è uno studente che viene da voi, ignorante in matematica, storia, o quello che sia, e voi lo istruite e così lui ha una mente diversa dopo una decina di anni. Diventa un matematico, un ingegnere o un fisico, ecc. Voi vi date molto da fare per riuscirci, a scuola, al liceo, all'università, è questo che stiamo facendo.
33:35 HT: Quindi dobbiamo lavorare molto anche per il resto.
33:39 K: Per l'altro, e chi lo farà? Vedete, chi lo farà, sente la responsabilità, e dice che bisogna fare anche questo.
33:54 HT: Come insegnante sento la responsabilità, la necessità di farlo, ma io conosco la mia materia e posso insegnarla ma io stesso non conosco l'altro molto bene.
34:09 K: Allora che cosa dobbiamo fare? Se vedete l'importanza di entrambi, come indagherete l'esistenza umana così com'è, e se sia possibile trasformarla, cambiarla? Avrei dovuto pensare che questa è educazione, non solo riempire lo studente di un mucchio di fatti su questo o quello, ma anche come vivere senza problemi, senza sofferenze, senza paure, senza le angosce che si vivono.
35:02 BN: Quindi bisogna iniziare ponendo veramente attenzione alla nostra vita reale, un giorno dopo l'altro, così come alle lezioni.
35:11 K: Allora, come educatori, possiamo farlo? Se l'educatore non lo vive, se non è interessato a comprendere la propria vita ma si mette a parlare dell'altro, lo studente ovviamente lo vede piuttosto ambiguo. Io mi chiedo: perché l'uomo nega l'altra parte, la trascura o se ne occupa in modo vago, perché?
36:01 MM: Un problema sembra essere che non sappiamo veramente come osservare qualcosa da noi. Ho imparato la matematica, qualcuno mi ha sempre detto come fare questo e quello, e quando devo osservare qualcosa e nessuno mi dice come, mi sento un po' perso.
36:18 K: E' questo il problema? Non ne sono così sicuro.
36:24 SS: E' anche dove guardare.
36:32 K: No, non è quello. Mi domando perché ha trascurato questo, l'altra parte dell'uomo, la parte nascosta?
36:53 WS: Guadagnarsi da vivere è diventato terribilmente importante, sembra la cosa più importante.
36:58 K: Quella è la sicurezza. Chiamiamola sicurezza, sicurezza fisica. E va chiedendo: "Dammi la sicurezza psicologica e io la seguirò." Piuttosto che: "Educami a trovare la sicurezza totale, psicologicamente e io l'accetterò." E' così? Cerca la sicurezza fisica, tutti gli esseri umani lo fanno, in un modo o nell'altro. E se lo rassicuri che c'è anche una sicurezza interiore forse potrebbe prestare attenzione. Perciò chiedo: quello che conta per l'uomo è di essere completamente sicuro in ambedue le aree?
38:20 WS: Sì, non mi va di fare qualcosa a meno che non sappia che cosa accadrà.
38:25 K: Sì, sicuro, certo. Dammi la certezza, un senso di essere al sicuro, protetto, e io lo farò. Hanno fatto così, no? Credi in Gesù, in certe forme di religione e sarai salvo. Se non credi, andrai all'inferno. Naturalmente nessuno crede in queste sciocchezze. Quello che mi domando è: l'uomo sta cercando sicurezza in entrambe le aree?
39:07 HT: Non solo la sicurezza fisica, ma anche nelle relazioni.
39:12 K: Sì, la sicurezza nella relazione per non essere mai disturbato, non essere disturbato, non avere paura, completamente sicuro. In campo fisico richiede questo e lo vuole anche nell'altro, e così ha creato le chiese, gli dèi, tutta la struttura religiosa, con tutto quello strano romantico misticismo, ecc. E' questo che l'uomo va cercando? Quindi se tu, come educatore dici: "Io ti darò la sicurezza, completamente, nella tua relazione sarai sicuro, non avrai problemi psicologici, non avrai paure, ansie, sensi di colpa, non ti sentirai ferito, comprenderai la morte" e così via, allora l'altro ti seguirà.
40:34 HY: Possiamo veramente fare questo per loro?
40:37 K: E' quello che sto domandando.
40:50 HT: E' possibile avere una sicurezza completa?
40:52 K: Penso di sì.
41:01 WS: Allora non mi sta offrendo la stessa cosa?
41:06 K: No, no. Prima di tutto metto in questione l'intera esigenza, la struttura della sicurezza. Esiste sicurezza in questo campo - nel campo della tecnologia, della carriera, dell'avere un lavoro, ecc. - c'è sicurezza in questo?
41:35 HT: C'è una certa sicurezza ma accompagnata dai suoi pericoli.
41:40 K: Dai suoi problemi, dalla sua confusione, che non è sicurezza. Sicurezza significa essere perfettamente sicuri. Perfettamente protetti, non disturbati, poter dire: ho un lavoro e nulla potrà accadere. Niente guerre, perché se c'è una guerra sono perduto.
42:11 WS: E nessuno potrà privarmi del mio lavoro.
42:13 K: Noi vogliamo che sia così, ma non lo è. I governi cambiano, c'è l'inflazione, ogni genere di disonestà. Perciò mi chiedo, quando diciamo di volere la sicurezza, esiste veramente una cosa simile? Finché ci definiamo inglesi, francesi, finché ci isoliamo, creando divisioni, nazioni, razze, e così via, non siamo sicuri. Che cosa ne dite? Perché voglio sentirmi sicuro in Inghilterra come inglese, se sono inglese, o indiano, o giapponese, o quello che sia, voglio essere sicuro nel mio impiego, nel mio lavoro, fisicamente.
43:33 SS: E le soluzioni che si cercano tendono ad essere più grandi ma sono simili. Per esempio, creare un parlamento europeo, o una nazione europea.
43:45 K: E mentre cerco di realizzarlo vivo nell'angoscia, nella paura, nell'incertezza. Ci sono milioni di disoccupati.
44:08 SS: Vorrei tornare alla questione dell'insegnante che a scuola incontra lo studente che è il prodotto della società ma non ne è consapevole.
44:22 K: Devo aiutarlo a non essere un prodotto della società.
44:25 SS: Oppure mostrargli che lo è.
44:26 K: Lo è, ovviamente.
44:28 SS: Sì, ma probabilmente non lo vede. Probabilmente non se ne rende conto.
44:32 K: Infatti. Come educatore è mia responsabilità. Fargli vedere che è il risultato di suo padre, suo nonno, tutte le generazioni passate, con le loro particolari forme di società tramandate attraverso la tradizione.
44:56 SS: E anche l'attuale società, con la sua violenza, ecc.
45:01 K: Sì, quindi arriva condizionato e anche l'insegnante arriva condizionato.
45:14 SS: Sono entrambi condizionati.
45:16 K: Entrambi condizionati. E non si rendono conto di essere entrambi condizionati, un cieco che guida un cieco.
45:26 SS: Se uno si rende conto di essere condizionato è cieco solo parzialmente.
45:34 K: Parzialmente, ma esserlo parzialmente non è ...
45:37 SS: Non va bene ma è meglio che esserlo totalmente.
45:42 K: Parzialmente, come dire parzialmente sano.
45:46 SS: Noi siamo parzialmente sani, no?
45:48 K: Ma parzialmente, e quindi ... Essendo sani in parte, c'è una grande follia. A parte tutto questo, che cosa dobbiamo fare? Come educatori, qual è la nostra responsabilità?
46:09 HT: Stiamo dicendo che sembra che la maggiore preoccupazione dell'umanità sia la sicurezza. Quando arriva uno studente, i suoi genitori pensano a quello che farà in futuro, per la sua sicurezza.
46:28 K: Sì il genitore pensa alla sua sicurezza. E la sicurezza è la carriera.
46:34 HT: Sì, ma poi la carriera non si rivela sicura, perché c'è molta incertezza, e ogni genere di problemi.
46:42 K: Per un impiego ci sono migliaia di persone. Quindi io lo metto in questione, quando l'uomo cerca la sicurezza se vi sia davvero una cosa del genere. Forse potete essere sicuri temporaneamente se avete un conto in banca, se possedete un grande appezzamento di terra, forse siete sicuri. Ma perfino così, ci possono essere invasioni, ci sono le tasse ...
47:19 BN: Lei ha sollevato la questione se si possa essere completamente sicuri.
47:25 K: Sì.
47:27 BN: Possiamo approfondirla?
47:30 K: Ci pensi. Che cosa dice?
47:35 HT: Che cosa ci rende insicuri?
47:39 K: La divisione. La divisione delle persone in razze, classi, nazionalità, io sono ebreo, tu sei arabo. Questa divisione.
47:58 HT: A quanto pare incoraggiamo la divisione. La incoraggiamo. A scuola c'è competizione.
48:05 K: Naturalmente, perché ogni persona si preoccupa della propria sicurezza e la costruisce in piccoli o grandi gruppi, identificandosi con un paese contro un altro, il che prima o poi genera le guerre. Non diciamo mai: siamo un'unica razza umana, per amor del cielo cerchiamo di lavorare insieme per creare un mondo diverso.
48:45 BN: Così, cercando di trovare la propria sicurezza siamo tutti insicuri.
48:49 K: Ovviamente, guardate quello che accade! I politici vogliono essere sicuri nella loro posizione. Quindi, ci stiamo chiedendo, come educatori, che cosa dobbiamo fare, o qual è la nostra responsabilità quando vediamo come tutto è diventato così grottesco. E' come sviluppare il braccio destro dimenticando il sinistro, che si indebolisce, il che alla fine distruggerà l'essere umano. Quindi, se capite che bisogna sviluppare entrambe le braccia, rinforzarle, perché possano lavorare insieme, che cosa dobbiamo fare? Vi porreste questa domanda, che cosa dobbiamo fare, se vedeste l'importanza che sia l'interiorità che l'esterno devono muoversi insieme?
50:09 SS: Ci farei certamente attenzione, ne parlerei, pur comprendendolo io stesso in modo imperfetto. per via della sua cruciale natura.
50:29 K: Lo farebbe? Dedicherebbe a questo una mezz'ora di tempo in classe? Mezz'ora per matematica, e mezz'ora per parlare di quest'altro? Per discuterne, dialogare, sottolineando l'importanza di entrambi?
51:03 HT: O piuttosto che separarli così, come diceva lei, mentre si parla di matematica si osservano anche le proprie reazioni, come l'altro si muove nello stesso tempo.
51:21 K: No, sto dicendo qualcosa di più. Voi, durante le lezioni, o qualsiasi cosa facciate come educatori dedicate del tempo a questo?
51:32 WS: Ma non è piuttosto artificiale dividere la lezione per metà a un argomento e metà a qualcos'altro?
51:40 K: Potrebbe essere artificiale. Come farete? Lo farete durante il pranzo?
51:44 WS: Come diceva Harsh, lavorando insieme a un argomento si lavora insieme anche nella relazione fra lo studente e noi. Non si lavora soltanto su una materia.
51:59 K: Questo significa che avete stabilito una relazione con lo studente.
52:04 WS: Sì.
52:05 K: Ce l'avete una relazione con lo studente? Relazione significa essere interessati a come si veste, come cammina, al suo modo di parlare, al linguaggio che usa, coltivando i suoi gusti, i suoi modi, la sua cortesia, tutto. Aiutarlo ad essere libero dalla paura, ecc. ecc. Lo state facendo? Il che significa che l'educatore deve anche indagare se stesso. O tutto questo è troppo vago, incerto e confuso quando l'educatore stesso è condizionato a un solo modo di vivere? Che cosa fareste se aveste dei figli vostri? Dopo tutto gli studenti sono i vostri figli. Che cosa farete, veramente?