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BR83T1 - Come può il cervello trasformare se stesso?
Primo discorso pubblico
Brockwood Park, Inghilterra
1 settembre 1983



0:54 K: Suppongo di dover parlare. Sono contento che il tempo sia così bello e spero che rimarrà cosi' per tutta la settimana. Prima di tutto, se posso ricordarvelo, questo non è un divertimento non è una festa, una stimolazione intellettuale o qualche altra sciocchezza sentimentale o romantica. Ci occuperemo del problema molto complesso del vivere insieme in questo mondo - questo mondo quasi impazzito; con tutto il caos, le miserie e le minacce di guerra. E le religioni hanno fatto ben poco in tutto questo, nella nostra vita quotidiana. Penso che dovremmo occuparci insieme... - insieme, non sarà solo chi vi parla ad occuparsi di queste cose - ma dovremmo entrare insieme in queste questioni non che voi ascoltate e io parlo, ma insieme. Perciò, se vogliamo lavorare insieme, pensare insieme percepire e agire insieme, bisogna - a quanto sembra - ascoltare molto attentamente, non solo quello che viene detto ma anche le nostre stesse reazioni a ciò che viene detto le nostre reazioni di approvazione o disapprovazione i nostri limiti, le nostre resistenze, le nostre paure e tutta la complessità delle nostre reazioni a qualsiasi genere di stimolazione. Quindi, l'atto di ascoltare è molto importante se vogliamo esplorare insieme, pensare insieme a tutto il problema della nostra attuale esistenza.
4:30 Noi siamo molto circoscritti, limitati. I nostri cervelli sono stati talmente programmati e condizionati talmente limitati, che la maggior parte di noi ne è inconsapevole. Siamo condizionati linguisticamente, se lo siamo o no è un argomento molto serio del quale parleremo se avremo tempo. Siamo condizionati, formati, modellati dall'ambiente, dalla tradizione dalla religione, dalla solitudine delle nostre illusioni, dalle nostre stesse immaginazioni dalla solitudine delle nostre aspirazioni, siamo circoscritti, limitati. Il nostro cervello - non che chi vi parla sia un esperto ma avendo ascoltato molte persone importanti parlare del cervello... - degli specialisti ed altri - ha potuto capire che dopo un lungo processo di evoluzione il nostro cervello è molto, molto limitato. Sembra che solo una piccolissima parte del cervello agisca, pensi o viva il resto rimane inattivo. E' questo che dicono alcuni specialisti che hanno studiato le qualità del cervello e di come lavora.
6:25 E noi stessi possiamo vedere per conto nostro, senza bisogno di esperti, che la nostra vita è molto limitata. Siamo così preoccupati di noi stessi, dei nostri successi delle nostre miserie e di tutto il fermento delle nostre vite limitate la sofferenza, il dolore, l'ansia, le reazioni che sorgono dai nostri pregiudizi, le nostre avversioni e tendenze. Tutto questo condiziona il nostro cervello e cosi' non abbiamo mai consapevolezza della totalita' della vita dell'interezza dell'esistenza, che è vasta, incommensurabile e tremendamente potente.
7:50 E se stamattina, insieme, potessimo facilmente e felicemente indagare la qualità delle nostre vite - se siete disposti - la natura del nostro comportamento, l'intero processo del nostro pensiero se potessimo indagare insieme tutto questo! Non solo indagare ma, proprio attraverso l'indagine, applicarci. Indagare, di per sè, ha ben poco significato. Indagare in noi stessi, nel nostro ambiente, lo stato in cui si trova il mondo il semplice indagare, per ragioni intellettuali o per curiosità di informazione e così via, ha ben poco effetto sulle nostre vite. Ma se indaghiamo dentro di noi, nel nostro modo di pensare perchè pensiamo in questo modo, - perchè gli esseri umani che hanno vissuto su questa bella terra per millenni sono ancora quello che sono infelici, violenti, pronti a uccidersi per ragioni idiote. Se potessimo entrare insieme in tutto questo e procedere insieme su questo sentiero, su questa strada che non ha nè fine nè inizio allora forse il nostro incontrarci qui potra' essere utile. Ma limitarsi ad ascoltare anno dopo anno o leggere, senza mettere in pratica, ha ben poco significato. E' uno spreco di tempo e di energia.
10:29 Quindi potremmo, questa mattina, essere abbastanza seri almeno per un'ora per guardare il mondo in cui viviamo, il mondo che abbiamo creato? Questa società è il risultato della nostra vita complessa. Siete condizionati dalla salute, dall'ambiente dalla cultura, dal nazionalismo, e così via. A meno che non usciamo da tutti questi condizionamenti andremo avanti come abbiamo fatto per migliaia di anni. E cosi' la violenza e la corruzione andranno avanti, ciascuno cercando il proprio appagamento e seguendo le proprie ambizioni isolati - e dove c'è isolamento ci deve essere conflitto. Potremmo occuparci di tutto questo stamattina? Ce lo chiediamo seriamente, perche' vi siete presi il disturbo di venire qui. E non basta semplicemente parlare delle idee, delle espressioni delle reazioni, bisogna entrarci con tremenda energia e vitalità per vedere se è possibile rompere questo condizionamento così che il cervello abbia una capacità immensa.
13:00 Attualmente ha una capacità straordinaria in campo tecnologico i computer, la chimica biologica, l'ingegneria genetica e tutte le varie attività che influiscono sul cervello dall'esterno. Non so se siete a conoscenza di tutto questo. Scienziati di varie discipline stanno disperatamente cercando di apportare un cambiamento nell'uomo. E' un cambiamento portato dall'esterno - spero che ci stiamo capendo. Con l'ingegneria genetica stanno cercando di cambiare gli stessi geni in modo che l'essere umano sia qualcosa di completamente diverso. E il computer si sta occupando di una gran parte delle nostre attività - sempre dall'esterno. I comunisti ci hanno provato, hanno cercato di controllare e cambiare l'ambiente sperando che l'uomo cambiasse, con l'autorità, con la disciplina con l'obbedienza completa, ma non hanno avuto successo. Al contrario, stanno creando grande infelicità nel mondo. Perciò ci stiamo ponendo una domanda fondamentale, cioè se sia possibile non essere influenzati dall'esterno spero che ci capiamo quando uso la parola "esterno" che si tratti di Dio, di musica, di arte o delle leggi esterne stabilite dai governi, ecc. tutti questi agenti esterni in varie forme e discipline stanno cercando di imporre all'uomo di conformarsi, per apportare un cambiamento radicale nel suo comportamento, cosi' che l'uomo possa vivere senza guerre.
16:45 E, nel contempo, stanno preparando le guerre. I governi di tutto il mondo sono armati, pronti a uccidere e ad essere uccisi. E' questo che accade continuamente intorno a noi. Sono certo che molti di noi sono a conoscenza di tutto questo.
17:16 Noi stiamo ponendo una domanda completamente diversa. Le religioni hanno cercato di cambiare l'uomo, di addomesticarlo per mezzo della paura, il paradiso, l'inferno e cose simili. Ma nemmeno loro ci sono riuscite. Questi sono fatti. Non sono immaginazioni o pregiudizi di chi vi parla. E' quello che sta succedendo nel mondo intorno a noi, indotto dalla propaganda dall'ingegneria chimica, eccetera, per forzare l'uomo. Ma non hanno mai avuto successo e non lo avranno mai perchè la psiche è molto più forte, più scaltra, straordinariamente abile. Quindi ci chiediamo - voi e chi vi parla chiediamo - non lo sto chiedendo a voi voi fate questa domanda: dato che tutte le influenze esterne compresa l'idea di Dio, le ideologie e tutte le varie conclusioni storiche e dialettiche non hanno cambiato l'uomo, è possibile per gli esseri umani cambiare radicalmente, fondamentalmente, senza alcuna influenza esterna? Capite? Non ci sono riusciti i guru di tutto il mondo. Sono tutti boriosi e chiedono soldi. Si possono mettere completamente da parte. Non sono importanti. Importante ed essenziale è chiedersi: che cosa fara' si' che ciascuno di noi - intellettuali, scienziati o artisti o qualunque cosa siamo - possa portare una fondamentale, profonda mutazione nelle cellule stesse del cervello? E' chiara la domanda?
20:21 L'altro giorno a New York stavamo parlando con degli scienziati. Dopo una lunga discussione di quasi più di due ore ho chiesto loro che cosa potrebbe portare una mutazione nelle cellule stesse del cervello, non dall'esterno... - ingegneria genetica, biochimica e cose del genere - seguite? Che cosa cambierà le cellule stesse del cervello che è stato condizionato per migliaia di anni? Spero che vi stiate ponendo questa domanda. Quale sarebbe la vostra risposta? Se siete seri, onesti e appassionati al punto da porvi questa domanda, quale sarebbe la vostra risposta? Se ci avete pensato un bel po', potreste dire che non è possibile, chiudendo così la porta all'indagine oppure potreste dire: "Io davvero non lo so, è possibile?" Noi siamo in questa posizione. Non chiudiamo la porta dicendo che non è possibile - che è impossibile. Come può l'uomo, che è stato condizionato per migliaia e migliaia di anni da una vasta conoscenza ed esperienza... - come può quel cervello trasformare se stesso? Non è possibile! Se siete seri e rispondete dicendo: "Non e' possibile" allora avete chiuso completamente la strada dell'indagine. Ma se indagate, vi chiedete se il cervello che ha delle capacità straordinarie in una direzione ed è così limitato, circoscritto, condizionato, programmato a essere cattolico, protestante, britannico, francese o inglese sapete, tutto quel genere di cose, se quel cervello può essere totalmente libero non libero di fare quello che vi pare. E' quello che facciamo tutti, comunque - inseguire i nostri piaceri le nostre ambizioni isolate o la salvezza - se avete un orientamento religioso - i nostri piaceri e illusioni separati. E' quello che facciamo ogni giorno della nostra vita. E' quello che capita a tutta l'umanità, inseguire le proprie isolate, solitarie illusioni, stimolazioni, aspirazioni e ideologie. Ed è quello che viene chiamato libertà. Certamente questa non è libertà. La libertà richiede molta disciplina. Vi prego di capire che cosa intendiamo con questa parola. Ne parleremo tra un attimo la libertà implica grande umiltà, una innata disciplina interiore e lavoro. Parleremo di questi tre aspetti.
25:29 La maggior parte di noi è così arrogante perche' contiamo molto sulla nostra conoscenza. Siamo certi; i nostri credi, le nostre conclusioni, i nostri desideri sono così forti che abbiamo perso ogni senso di profonda, naturale umiltà, anche questo è un fatto - con che forza un francese dice: "Sono francese" e un altro: "Sono inglese". Non so se lo avete notato - la razza eletta da Dio ed è qualcosa che tutti sentono in ogni paese. L'altro giorno stavamo parlando con un indiano. Diceva: "Noi abbiamo la più grande cultura del mondo. Siamo il popolo più civilizzato" E io: "Sì, siete corrotti. Siete superstiziosi, i vostri credi non hanno assolutamente valore. I vostri ideali e le vostre religioni sono solo un mucchio di parole". E lui: "No, la nostra è ancora la più grande cultura". "Va bene", ho detto. No, no. Vi prego non ridete. Questo vale anche per voi.
27:26 Quando ci identifichiamo con un paese, con certe ideologie conclusioni o concetti, allora non possiamo essere umili. Perchè solo allora, quando indagate con umiltà, imparate, scoprite. L'umiltà è necessaria. Allora vedete le cose come sono, intorno a voi e dentro di voi. La disciplina è una costante osservazione osservare le vostre reazioni, un'osservazione continua vedendo qual è la fonte dei vostri pensieri, perchè reagite in un certo modo quali sono i vostri preconcetti, i vostri pregiudizi, le ferite, ecc. La costante osservazione porta una naturale disciplina, porta ordine. E' questo che intendiamo per disciplina. Non conformarsi, non seguire un certo modello stabilito dalla società o da voi ma l'eterna osservazione del mondo e di voi stessi. Allora vedete che non c'è differenza tra il mondo e voi. Questo porta naturalmente un senso di ordine. Perciò l'ordine è disciplina, non l'inverso. E il lavoro, non solo il lavoro fisico, che purtroppo la maggior parte di noi deve fare... - a meno che non siate disoccupati in questo paese - ma lavoro nel senso di mettere in pratica quello che vedete essere vero metterlo in pratica, senza intervallo di tempo fra percezione e azione. Se vedete, come vide chi vi parla moltissimi anni fa, da ragazzo che il nazionalismo è un veleno... - spero non vi dispiaccia se dico queste cose - sentì che non era più un indù, basta, non era più un indù aveva finito con tutte le superstizioni e tutta la spazzatura che accompagna ogni nazionalita'.
31:31 Allora, per vivere in pace su questa terra nonostante i governi, ci vuole una gran quantità di indagine. Vivere in pace richiede una grande intelligenza. Giusto signori? Possiamo continuare così? E' facile per chi vi parla dire queste cose, perchè è la sua vita. Ma limitarsi ad ascoltare quello che viene detto sembra talmente futile! Ma quando mettete in pratica se vedete che una cosa è vera - la applicate all'istante allora questo rimuove completamente il conflitto.
32:46 Il conflitto esiste solo quando c'è un intervallo una divisione fra quello che vedete essere reale, essere vero e tutte le implicazioni della paura della vostra azione. Così c'è un intervallo, un divario, una spaccatura che porta conflitto. Spero che lo comprendiate. Posso continuare? O sto andando avanti da solo? Stiamo seguendoci a vicenda un pochino? Non stiamo facendo nessun tipo di propaganda. Non stiamo cercando di convincervi di nulla al contrario, bisogna avere dubbi, scetticismo, domande non solo su quello che sta dicendo chi vi parla ma mettere in questione la vostra stessa vita, dubitare dei vostri credi. Se cominciate a dubitare, questo vi dà una certa chiarezza. Non vi dà quel senso di essere tanto importanti. Il dubbio è necessario nella nostra esplorazione nella nostra indagine dell'intero problema dell'esistenza. E la domanda è se sia possibile per gli esseri umani che forse sono un po' nevrotici se sia possibile che quella nevrosi venga spazzata via che diventino sani, razionali, e che possano indagare con un buon cervello.
35:16 Stiamo indagando se le cellule del cervello possano - senza alcuna influenza esterna, - nè dei governi, nè ambientale, religiosa ecc - se si possa effettuare una mutazione nelle cellule del cervello. E' chiara la domanda? Stiamo ponendo questa domanda a noi stessi? E' un problema serio. Non si può rispondere con un sì o con un no - affermativo o negativo. Si deve guardare l'intera questione come un tutt'uno; non come inglesi, o francesi o secondo qualche assurdità religiosa o superstiziosa o secondo la propria particolare disciplina o professione. Dovete guardare l'interezza della vita come un movimento unitario. Capite? Se lo facciamo, allora possiamo cominciare a chiederci: è possibile? E se ci poniamo quella domanda: "Che differenza farebbe se in alcuni di noi avvenisse una mutazione? Che effetto avrebbe sul mondo?" Sapete, è la solita domanda. Giusto? "Io potrei cambiare e voi potreste cambiare. Alcuni di noi potrebbero apportare una mutazione, ma quale effetto avrebbe sulle masse, sui governi; finirebbero le guerre, e così via?"
37:37 Penso che sia una domanda sbagliata da fare: "Che effetto avrebbe sugli altri?" E' una domanda sbagliata. Perchè allora non state facendo la cosa per sè stessa ma per l'effetto che avrebbe sugli altri. Dopo tutto, la bellezza non ha causa. Giusto? Non ne parlero' ora. Fare qualcosa per sè stessa - per l'amore della cosa in sè allora ha un effetto straordinario - può averlo oppure no. Per esempio, abbiamo parlato per 60 anni purtroppo o per fortuna c'è bisogno che risponda ancora a questa domanda? Si potrebbe chiedere: "Come ha influenzato il mondo? Lei è andato in varie parti del mondo, questo ha cambiato veramente qualcuno?" Penso che sia una domanda piuttosto stupida. Potremmo chiedere: "Perchè un fiore sboccia?" "Perchè c'è quella stella solitaria nel cielo la sera?" L'uomo che si è liberato dai suoi condizionamenti non fa mai quella domanda. Perchè nella libertà c'è compassione; è una grande intelligenza.
40:01 Andiamo avanti. Possiamo continuare, non siete troppo stanchi?
40:22 Per prima cosa, ci rendiamo conto di essere condizionati? sono consapevole, senza scelta, che il mio cervello è condizionato? Oppure accettate quello che dice qualcun altro e dite: "Il mio cervello è condizionato". Vedete la differenza? Se sono consapevole che il mio cervello è condizionato, c'è una qualità completamente diversa. Ma, se voi mi dite che sono condizionato e poi io mi rendo conto di esserlo, allora diventa una cosa molto superficiale. Spero che stiate seguendo. Siamo consapevoli di essere condizionati? - dall'essere inglesi, dalle nostre esperienze... - non stiamo dicendo che sia giusto o sbagliato, lo scopriremo - dalla nostra cultura, dalla nostra tradizione, dall'ambiente da tutta la propaganda religiosa di 2000 anni del cristianesimo o di 2500 anni del buddismo o dell’induismo, o forse di più? Ne siamo consapevoli? Se siete consapevoli vi chiedete: perchè?
42:26 Perchè il cervello è condizionato? Qual è la natura di questo condizionamento? Si tratta essenzialmente di esperienza e conoscenza? Vi prego, procediamo lentamente. L'esperienza condiziona il cervello. Giusto? E' ovvio. Ci incontriamo fin qui? Esperienza significa conoscenza - giusto? Per imparare a guidare avete bisogno di esperienza. Salite in macchina, guidate e acquisite la conoscenza che vi serve per guidare una macchina. Per favore ascoltate attentamente, se volete, per cortesia: è la conoscenza il fattore base del nostro condizionamento? La conoscenza è la ripetizione di certe tradizioni - giusto? La conoscenza è necessaria. Altrimenti non potreste tornare a casa o guidare una macchina non potreste andare a lavorare, se avete un lavoro. Perciò la conoscenza in quest'area, la conoscenza fisica, è necessaria. Ma la conoscenza condiziona il nostro cervello, la conoscenza come tradizione l'essere programmati come siamo noi, dai giornali, dalle riviste dal continuo ripetere che siete inglesi, inglesi, inglesi. O se siete in Francia è la stessa storia, siete francesi, francesi. E in India è lo stesso, siete indiani - è una ripetizione continua. Quindi il cervello diventa ottuso, ripetitivo, meccanico. Forse può essere un modo sicuro di vivere, ma comporta un tremendo pericolo. Questa ripetizione delle varie culture e paesi è un processo di isolamento e perciò di divisione e quindi di guerra - questa è solo una delle ragioni di guerra. Quindi, siamo consapevoli che il nostro cervello è programmato?
46:28 Prego, non guardate gli altri: (ride) guardate voi stessi. Se siamo consapevoli di essere programmati, condizionati, allora chiediamo "E' la conoscenza?" E sembra che sia la conoscenza. Allora, perchè viviamo così, psicologicamente perchè la struttura della psiche è basata essenzialmente sulla conoscenza? Capite? E' chiara la domanda? La psiche, il me, il sè, sono essenzialmente un movimento nella conoscenza una serie di conoscenze, cioè una serie di ricordi. Giusto? Quindi noi siamo una serie di ricordi - giusto? - perciò siamo memoria. Riconoscereste... Vedete questo fatto? Non che siamo divini e, sapete tutto quel bla-bla blaterato dalle religioni. Il fatto vero è che non siamo altro che ricordi. Una scoperta piuttosto spiacevole, non e' vero!? (risate) Oppure voi dite: "No, c'è una parte di me che non è memoria". Nel momento in cui lo dite, è già memoria. Non so se lo vedete. Quando dico che non sono totalmente il risultato di ricordi quell'affermazione implica che c'è una parte di me che non lo è. E quella parte di me, quando la guardo, è anch'essa memoria. Quindi i ricordi sono il passato, proiettato forse nel futuro ma è ancora memoria. I ricordi sono modificati dal presente e continuano nel futuro ma sono ancora una serie di ricordi.
49:37 Vi prego, non diventate sentimentali su queste cose perchè e' talmente inutile o romantico. Questi sono fatti. Che cosa siete voi senza ricordi senza tutti i ricordi delle vostre conquiste, di vostra moglie di vostro figlio, vostro fratello, la vostra famiglia, i ricordi dei viaggi o di quello che avete fatto, che avete raggiunto? Giusto? E' tutto nel passato. Perciò i ricordi sono cose morte. E noi viviamo su quelle cose morte. Giusto? Vedetelo! Vi prego, non stiamo cercando di convincervi a guardare non stiamo cercando di persuadervi o convincervi di nulla. Chi vi parla non è il vostro guru. Perciò non seguite nessuno, compreso chi vi parla. Ma guardate questi fatti.
51:26 Allora sorge la domanda: "E' possibile vivere, psicologicamente, senza un solo ricordo?" Capite? Fatevi questa domanda, vi prego. Mio fratello - figlio, moglie, marito - è morto. Mi ricordo di tutti gli episodi, la felicità sapete, tutto quello che c'è in una relazione intima. E' una grande reminescenza del passato, memoria. E io vivo di questo. Ho un'immagine, una fotografia dalla quale traggo uno stimolo continuo. Quindi il "me" - il sè, l'ego - e' un movimento di identificazione con la memoria. Giusto? Sono cristiano, indù, buddista americano, o quello che volete, e così via. Come siamo tremendamente attaccati alle nostre identificazioni! E' il nostro condizionamento. E quando lo vedete, non verbalmente, non come un'idea ma vedete veramente il fatto, allora c'è azione. Come quando avete un forte mal di denti, voi fate qualcosa perchè è lì. Ma se immaginate di avere mal di denti, allora è tutta un'altra cosa.
54:06 Ora, vediamo chiaramente, senza dover essere persuasi senza dover essere messi all'angolo vediamo chiaramente, per conto nostro, quello che siamo qual e' il nostro condizionamento, la nostra coscienza? E vedendolo, che cosa dobbiamo fare? Chiaro? Possiamo continuare da qui? Abbiamo altri dieci minuti. Abbiamo raggiunto quel punto? Prego, tutti noi, o almeno alcuni di noi sono arrivati a rendersi conto completamente che siamo condizionati e che quel condizionamento è una vasta serie di movimenti di ricordi? E i ricordi sono sempre il passato memorie di cose passate proiettate nel futuro modificate dal presente, ma si tratta sempre di ricordi Giusto? E questi ricordi noi li chiamiamo conoscenza. Giusto?
55:56 Allora, come guardiamo questi ricordi? Capite la mia domanda? Come osserviamo questi ricordi? Abbiamo migliaia di ricordi. Giusto? Li abbiamo raccolti fin dall'infanzia piacevoli, spiacevoli, i ricordi delle nostre aspirazioni dei nostri successi, dei dolori, delle paure, delle grandi sofferenze. Sono tutti ricordi. E questi ricordi li vedete come diversi dall'osservatore?
57:14 Capite la mia domanda? Stiamo osservando. Sto osservando che io sono una lunga serie di ricordi. L'ho dichiarato: - io sono memoria; ma c'è in me la sensazione di non essere solo quello c'è qualcos'altro che sta osservando. Giusto? State seguendo? Siamo insieme su questo? Quindi, l'osservatore è diverso dall'osservato? E' un tema vecchio. Molti di voi probabilmente l'hanno già sentito. "Ah - direte - ecco che tira in ballo la solita storia!"(risate) Ma quando vi rendete conto di questo fatto, succede qualcosa di straordinario non qualcosa di misterioso o di parapsicologico ma qualcosa che mette fine al conflitto, che è molto più importante di qualsiasi altra cosa.
58:52 Fintanto che c'è divisione tra i ricordi e l'osservatore, questa divisione crea conflitto. Giusto? Divisione tra gli arabi e gli ebrei tra gli inglesi e le Falklands - posso citare le Falklands? Bene. (risate) Tra gli indù e il mondo islamico. Dovunque c'è divisione ci deve essere conflitto. Giusto? No, no, vedetelo per favore! Dovunque ci sia azione isolata, piacere isolato aspirazione solitaria, quella stessa solitudine è un atto di separazione. Perciò, la persona che persegue le proprie ambizioni particolari i propri successi, le proprie aspirazioni, ecc. deve inevitabilmente creare conflitto, non solo per sè ma anche per altri. E da qui sorge la domanda
1:00:21 se qualsiasi tipo di conflitto, nel nostro stesso essere, possa finire. Perchè noi viviamo con il conflitto. Potete dire: "Ma tutta la natura è in conflitto. Ogni albero della foresta lotta per raggiungere la luce lotta, combatte, schiaccia gli altri. E gli esseri umani, nati dalla natura, fanno lo stesso" Se lo accettate, allora accettate tutte le conseguenze del conflitto: guerre, confusione, brutalità, orrore, la crudeltà della guerra. Finchè siete inglesi, francesi o indiani inevitabilmente creerete delle guerre. Giusto? Ma voi lo vedete, eppure non si fa nulla al riguardo. Quindi, per mettere fine al conflitto, cioè
1:01:46 per vivere in pace, ci vuole una tremenda intelligenza è necessario capire la natura del conflitto.

K:Devo fermarmi adesso. Continueremo domattina, va bene? Mi dispiace dover smettere a questo punto. Non sto cercando di lusingarvi per farvi tornare domattina.

Q:Potrebbe dire solo qualcosa a proposito dei ricordi
1:02:26 sembrano arrivare da fuori e poi si reagisce. Diciamo che mi sento imbarazzato, e poi mi ricordo di qualcosa - almeno a me succede cosi'. Capisce?

K: Quel signore chiede se la memoria viene da fuori.
1:02:44 Bene, ci deve essere un osservatore che reagisce a quella memoria.
1:02:48 Voi reagite a quella memoria e la rinforzate
1:02:56 oppure la metterte da parte. Giusto? Siete forse diversi dalla memoria? Vedete, il punto e' tutto qui. Siamo il risultato di questo movimento dall'esterno all'interno. Giusto? E dall'interno all'esterno. Giusto? Non l'avete notato? - e' come la marea che va e viene. Noi abbiamo creato questa mostruosa societa', e poi la societa' ci controlla. Giusto? Noi cerchiamo di cambiare quella societa' con le leggi, con i governi con attacchi di ogni genere, scioperi e cose simili, e poi reagiamo. Cosi' e' un continuo movimento dall'esterno all'interno e dall'interno all'esterno. Giusto? E' un unico movimento. Non e' un movimento separato - l'acqua e' acqua. Va e viene. E' acqua salata. Ora, qui sorge la domanda se questo movimento possa finire...
1:04:31 - azione e reazione. Seguite? - Tu mi colpisci e io di rimando colpisco te. Tu mi odi e io ricambio il tuo odio. Io possiedo un certo pezzo di terra e tu lotti per averlo. Io mi difendo e contrattacco. Seguite? E' andata avanti cosi' per milioni di anni... - il flusso e riflusso della reazione. Se volete, vi prego, chiedetevi se questo movimento puo' finire. Se quella vespa mi punge, naturalmente io reagisco. Ma perche' mai dovrei reagire se voi mi adulate o mi insultate? Percio' bisogna porsi la domanda
1:05:46 se questo movimento di azione e reazione puo' finire e per trovare una risposta bisogna andare molto in profondita'. E' abbastanza per questa mattina?
1:06:02 Possiamo alzarci?