Krishnamurti Subtitles home


BR83T3 - Libertà dal sé
Terzo discorso pubblico
Brockwood Park, Inghilterra
3 settembre 1983



1:06 K:Mi dispiace che il tempo sia così brutto. Vorrei che avessimo aspettato un paio di giorni.
1:42 Possiamo continuare da dove eravamo arrivati domenica scorsa? Prima di tutto, se posso ricordarvelo, questa non è una conferenza su un argomento particolare per informare o istruire. Non è una conferenza. Stiamo parlando insieme dei nostri problemi umani non solo dei problemi quotidiani della nostra vita, con tutti i travagli dell'esistenza ma dovremmo anche andare molto più a fondo, magari indagare insieme.. che cosa c'è oltre il tempo, qual è la fonte, l'origine di tutto il creato? E per entrare in questo campo bisogna cominciare sicuramente da tutti i contenuti della nostra coscienza, da quello che siamo: le nostre reazioni, le ansie, la solitudine la depressione, l'euforia, le paure, la continuità del piacere. E dobbiano indagare anche se è possibile mettere fine al dolore.
4:20 Stamattina dovremmo anche indagare - e forse domattina - la natura del morire, che cos'è la religione la meditazione, e l'intera limitazione del tempo. Dovremo occuparci di tante cose in questi due discorsi. Perciò dobbiamo andare molto a fondo nella questione, perchè possiamo sempre graffiare in superficie, come facciamo di solito, e trovare ben poco. Ma, se potessimo entrare molto, molto a fondo nell'intera questione - se il contenuto della nostra coscienza possa mai arrivare a una fine; cioè, la fine di tutte le nostre ferite, le offese psicologiche, le paure, al di là di tutti i ricordi ai quali siamo aggrappati, e il dolore, il piacere, la grande quantità di dispiaceri e dolori, tutto questo costituisce la nostra coscienza, che è ciò che siamo.
6:21 Dato che la maggioranza di noi.. si preoccupa di sè, delle proprie conquiste dei propri successi e fallimenti, dandosi molta importanza per delle piccole cose - vedremo se tutto questo può finire e se si può scoprire qualcosa di completamente nuovo. Non solo scoprirlo, ma sperimentarlo. Bisogna essere molto cauti nell'uso della parola "esperienza". Non c'è veramente nulla da sperimentare. Se andate oltre il tempo, se questo è possibile oltre la paura ecc., c'è qualcosa da sperimentare? Parleremo di tutto questo oggi e domattina, insieme. Voi non state solo ascoltando chi vi parla, un mucchio di parole, tante parole messe insieme come frasi e idee ma indagheremo insieme per vedere se i nostri cervelli che sono stati tanto condizionati, programmati se questi programmi possano giungere a una fine senza essere mai più programmati.
8:26 Tutto questo richiede grande serietà di intenzione e molta attenzione. E se siamo disposti, stamattina e domani, a dare il nostro interesse non solo superficialmente, ma a dare la nostra profonda attenzione a queste cose, forse potremo entrare insieme in tutto questo e vedere se c'è qualcosa di infinito al di là del tempo. Possiamo farlo stamattina e domani?
9:18 Prima di tutto ci rendiamo conto che il pensiero è un processo materiale e che perciò è limitato? E qualsiasi azione basata su questa limitazione deve inevitabilmente creare conflitto. Quindi, il pensiero è un processo materiale. La materia è un'energia limitata. E tutto il contenuto della nostra coscienza è il risultato del processo materiale del pensiero. Giusto? Lo abbiamo ripetuto tante volte per tanti anni, che il pensiero è un processo materiale. E il contenuto della nostra coscienza con tutte le reazioni, le risposte ecc. è formato dal materiale del processo del pensiero che è limitato. Perciò la nostra coscienza, che è ciò che siamo qualunque cosa pensiamo di essere - è sempre limitata.
11:24 Quando siamo preoccupati di noi stessi, dei nostri problemi delle nostre relazioni, della nostra posizione sociale, ecc. questo preoccuparsi di sè è una faccenda molto piccola, una faccenda limitata. Giusto? Lo vediamo veramente o si tratta solo di un'idea da seguire da indagare per arrivare a una conclusione da accettare e poi dire: "Io sono questo". O lo vediamo immediatamente, all'istante che tutta l'attività egocentrica è molto, molto limitata - che sia in nome della religione nel nome della pace o del condurre una vita buona, e così via questa attività egocentrica è sempre limitata e perciò è la causa del conflitto. Ce ne rendiamo effettivamente conto? O si tratta solo di un'idea? Vediamo la differenza fra la realtà e l'idea?
13:32 Se si segue l'idea, allora state seguendo qualche tipo di illusione. Ma se veramente ci si rende conto che l'attività egocentrica è molto, molto piccola e separata si vede che la causa basilare del conflitto è il sè. Mi chiedo quanti di noi ascoltando si rendono davvero conto di questo. Il sè, la psiche, la persona sono l'intero contenuto della coscienza... - che e' il nostro condizionamento cioè il nostro essere programmati da millenni cioè l'intera struttura della conoscenza.
15:02 Siamo insieme in tutto questo? Oppure sto parlando russo o cinese? Chi parla non sta dilettandosi con il cinese o qualche strana lingua altrimenti non ci sarebbe comunicazione fra di noi ma ci dovrebbe essere chiarezza e comunicazione quando entrambi guardiamo gli enormi complessi problemi dell'esistenza nella nostra vita quotidiana che è monotona, noiosa, eccitante, sempre alla ricerca di varie forme di piacere e in definitiva, sia che si viva un'ottima vita o una vita infelice in conclusione tutto finisce con la morte. Giusto?
16:23 Generalmente la nostra vita è piuttosto superficiale. Noi cerchiamo di dare senso a questa superficialità, ma anche quel senso quel significato, è comunque superficiale. Potremmo quindi, stamattina, renderci conto di questo e scoprire per conto nostro senza essere informati o istruiti da chi vi parla ma esplorare insieme ciò che realmente siamo spezzare questi limiti e, se possibile, andare oltre? E' chiaro - quello che faremo stamattina e domani - insieme?
17:55 Il contenuto della nostra coscienza - uno dei fattori - è la paura. La maggior parte di noi sa che cos'è la paura - superficiale che sia o profondamente nascosta nei recessi del nostro cervello. Abbiamo tutti paura di qualcosa. Giusto? Può quella paura finire psicologicamente? Cominciamo da qui. Poi possiamo chiedere se ci sono anche paure fisiche e qual è la loro relazione con la psiche, con le paure psicologiche. Stiamo indagando insieme la natura della paura non le varie forme di paura. Si può avere paura della morte, della moglie o del marito si può avere paura di tante cose. Ma a noi interessa la paura in sè non la paura di qualcosa, del passato o del futuro ma la vera reazione chiamata paura.
19:49 Siamo insieme almeno in questo?
19:59 Allora, qual è la causa, la radice della paura? Sono il pensiero e il tempo? Dobbiamo parlare di molte cose, perciò dobbiamo essere brevi. E' il pensiero? - pensare al futuro o al passato? E allora, è il pensiero una delle cause della paura? Anche il tempo è una causa - tempo, diventare vecchi, come molti di noi. Nel momento in cui nasciamo stiamo già invecchiando. E il tempo come futuro - non il tempo dell'orologio, dei giorni o degli anni ma il tempo come movimento tra "ciò che è" e "ciò che dovrebbe essere" "ciò che potrebbe essere" e "ciò che è stato", abbiamo detto, l'intero movimento del tempo il processo psicologico del tempo... - è questa una delle cause della paura? Il ricordo di un dolore, sia fisico che psicologico che posso aver provato un paio di settimane fa, me ne ricordo e ho paura che possa succedere ancora, questo è il movimento del tempo e del pensiero.
22:28 Quindi, tempo e pensiero - sono loro le cause della paura? Giusto? E questo tempo che è pensiero, perchè il pensiero, come abbiamo detto è la risposta della memoria che è conoscenzsa ed esperienza quindi la conoscenza è del tempo, e la conoscenza può essere una delle cause della paura. Mi chiedo se state seguendo. Giusto? Stiamo dicendo che tempo, pensiero e conoscenza, che non sono separati,
23:31 che sono un movimento unitario, possono essere la causa della paura. E sono la causa della paura! Giusto? Perciò, quando ci si rende conto di questo, anche solo intellettualmente, verbalmente è possibile mettere fine alla paura? Giusto? Cioè, il pensiero può farlo? Qual è la vostra risposta? Voi state aspettando che ve lo dica io. Perciò non stiamo lavorando, pensando, indagando insieme. Giusto? State aspettando che chi vi parla risponda alla domanda. Questo significa che il nostro cervello è stato condizionato, allenato.. educato a imparare da qualcun altro, ad essere istruito da altri. E qui ci rifiutiamo di istruirvi o di dirvi che cosa fare. Non abbiamo alcuna autorità per dirvi che cosa fare, non come quegli orribili, abominevoli guru.
25:22 Così, noi siamo insieme. Vi prego, è importante capire che cosa significa "insieme". Voi e io non stiamo lavorando separati - stiamo guardando insieme. Insieme vediamo l'intero movimento della paura e di ciò che vi è coinvolto. Perchè l'umanità ha sopportato questa paura per migliaia di anni e non l'ha mai risolta? L'hanno trasmessa e accettata come norma di vita, come modo di vivere. Ma se cominciate a mettere in questione, come stiamo facendo ora vi chiedete se la paura possa mai finire del tutto, psicologicamente. Perciò dobbiamo capire la causa. Dove c'è una causa c'è una fine. Se abbiamo una malattia e con la diagnosi si scopre la causa, si può guarire. Allo stesso modo, se possiamo trovare la causa la causa basilare, fondamentale, allora la paura può finire. Giusto?
27:34 Percio', insieme, stiamo dicendo che tempo e pensiero oppure il tempo-pensiero, non sono due cose separate, sono la radice della paura. Giusto?

Q:Ma la paura non è sempre preceduta dal desiderio?
28:00 K:Per favore, non faccia domande adesso
28:08 il tempo delle domande è stato l'altro ieri e martedì. Anche il desiderio è parte della paura. Ne abbiamo parlato a fondo l'altro giorno - la natura del desiderio. Volete che ne parli ancora?

Q:No.
28:33 K:Perchè dite di no? Avete capito la natura e l'intero movimento del desiderio? Vedete, vi prego, voi non ascoltate, non chi vi parla, ma voi stessi. Non chiediamo mai "Che cos'è il desiderio? Perchè ne siamo schiavi?" Abbiamo detto che il desiderio è sensazione. C'è la sensazione - vista, contatto, sensazione - poi arriva il desiderio. Cioè, dalla sensazione il pensiero crea l'immagine e in quel momento, in quel secondo, nasce il desiderio. Chiaro? No. Ma non ne parlerò adesso perchè abbiamo parlato l'altro giorno molto bene e a fondo dell'intera natura del desiderio. E anche il desiderio è uno dei fattori della paura.
30:08 Il desiderio è pensiero con le sue immagini. Se avete un desiderio senza alcuna immagine, non c'è desiderio. Il vedere una maglia blu o una gonna o altro in una vetrina entrare nel negozio e toccarle - sensazione. Poi il pensiero crea l'immagine di voi che indossate quella maglia e proprio in quel momento nasce il desiderio. Quindi, sostanzialmente il pensiero è il movimento del desiderio e il tempo-pensiero è la radice della paura.
31:05 Ora, ci rendiamo conto di questo fatto? E allora come osservate quel fatto? Mi rendo conto - supponiamo che mi renda conto che il pensiero, con tutta la sua complessità, e anche il tempo, sono la radice della paura. In che modo me ne rendo conto, come lo sento, come ne sono consapevole? Capite la mia domanda? Lo vedo come qualcosa di separato da me tempo-pensiero - è qualcosa di separato da me o io sono quello? Sta diventando tutto troppo complicato?
32:30 Io sono la rabbia, no? La rabbia non è qualcosa di separato da me. Sono avidità, invidia, ansia. Giusto? Mi piace pensare che si tratta di qualcosa di separato su cui posso avere controllo. Ma il fatto vero è che io sono tutto questo... - il controllore sono ancora io. Giusto? Quindi non c'è divisione tra l'avidità, la rabbia, la gelosia ecc. quello sono io, cioè l'osservatore. Giusto? Ora, come osservo come osserviamo questo fatto che il tempo-pensiero è paura? Come lo osservate? Capite? Come lo guardate? Come qualcosa di separato da voi, o voi siete quello? Se voi siete quello e se non è separato da voi - giusto? - cessa tutto il movimento, no? Prima controllavo, reprimevo, cercavo di razionalizzare la paura. Giusto? Ora vediamo che siamo tutto quello e pertanto l'intero movimento di tempo e pensiero si ferma. Devo andare avanti. Siamo insieme, uno o due di noi?
35:08 Siete tutti così impazienti di agire. Bisogna agire, ma qui dovete guardare l'intera cosa senza alcun senso di dover fare qualcosa. Giusto? Solo osservare senza alcuna reazione o risposta a quello che osservate. Bene.
35:54 Dovremmo anche vedere la questione del perchè l'uomo soffre. E se c'è una fine alla sofferenza non solo alla sofferenza personale, ma alla sofferenza di tutta l'umanità. Giusto? Non diventiamo sentimentali su queste cose ma veramente tutti soffriamo in un modo o nell'altro. L'uomo più ottuso, il più intellettuale, il più colto, l'artista ogni essere umano sulla terra, compresi i capi in Russia ogni essere umano soffre. E noi ci poniamo una domanda molto seria, se questa sofferenza possa finire. A qualcuno piace soffrire e questo diventa una nevrosi. Non preoccupiamoci delle persone a cui piace soffrire pensando che soffrire in qualche modo ci aiuterà a capire l'universo, a capire la vita, e così via. Giusto?
37:54 Cosi', si soffre. Mio figlio è morto, se ne e' andato. Ma rimane il ricordo di lui, della sua compagnia del mio affetto, dell'amore per lui, ecc. Il ricordo rimane. Giusto? E quel ricordo è dolore? Per favore indaghiamo insieme. Ho perduto mia moglie, oppure non sono intelligente come voi non sono così pronto, così sensibile come voi, e ne soffro. O posso soffrire in decine di altri modi. E la sofferenza, le lacrime versate, è quella la perdita... la vera perdita o e' quella che porta i vari ricordi e le rimembranze? Seguite?
39:54 E' questa una, o forse la maggior causa della sofferenza? L'uomo, inclusa la donna, fin dall'inizio dell'umanita' ha avuto guerre, ha ucciso gente. Giusto? E' stato questo il nostro modello d'esistenza una guerra dopo l'altra, migliaia di persone uccise. L'umanità ha sofferto. E stiamo ancora seguendo questo sentiero di guerra che ha portato tremendo dolore all'umanità. Giusto? E poi abbiamo il nostro dolore personale. Il dolore è lo stesso, che sia vostro o mio. A me piace identificarmi con il "mio" dolore e a te piace identificarti con il "tuo" dolore. Ma il tuo dolore e il mio sono uguali. L'oggetto del dolore puo' variare, ma il dolore è dolore percio' non è personale. Mi domando se ve ne rendete conto. Giusto? No, è molto difficile vederne la verità.
42:09 Se voi soffrite e io soffro - voi per una ragione e io per un'altra, e ci identifichiamo io con il mio e voi con il vostro particolare dolore, ci dividiamo... ..e poi troviamo modi e mezzi per reprimerlo, per razionalizzarlo, ecc. Ma se ci rendiamo conto che il dolore è il dolore di tutta l'umanità e noi siamo l'umanità, perchè abbiamo paura, proviamo dolore, piacere ansia, come il resto dell'umanità, se ci rendiamo conto che il dolore non è il "mio" dolore, diventa una questione molto piccola. Cioè, noi siamo l'umanità, siamo il resto del genere umano e quando c'è sofferenza, questa è la sofferenza dell'uomo. E allora avete un approccio completamente diverso al problema. Capite? Non è più la mia sofferenza: "Dio ti prego aiutami a superarla, a capirla". Prego, e tutto quanto diventa così personale, una piccola, misera faccenda. Giusto? Ma quando è la sofferenza di tutto il genere umano, allora diventa una cosa straordinaria che bisogna considerare con molta attenzione. E se un essere umano capisce la natura della sofferenza e va oltre, allora aiuta tutta l'umanità. Giusto? Ora, la sofferenza è un ricordo?
45:03 La madre o il padre il cui figlio è stato ucciso nella vostra specifica piccola guerra, quella recente, nelle Falkland - è stato ucciso là. La madre e il padre ricordano tutte le cose che faceva: la morte, la nascita, le immagini, le fotografie, tutti gli episodi e gli incidenti, le risate, le lacrime, i rimproveri - seguite? Perciò chiediamo, vi prego scoprite da voi se il dolore fa parte di questa continuità della memoria. E se è memoria, non riducetela semplicemente a poche parole. Ha un tremendo contenuto. E se si tratta della memoria, non solo il ricordo di mio figlio, ma la memoria del dolore dell'umanità - la memoria che è dolore può quella memoria finire? Capite?
46:52 Perciò bisogna indagare non in un particolare ricordo, ma tutto il movimento della memoria. Giusto? Noi viviamo di memorie, noi siamo memoria. Noi siamo la parola, la reazione alla parola, il piacere che ne deriva i ricordi di tutte le cose che furono, il simbolo, la vicenda l'incidente, tutto è conservato nel cervello e viene risvegliato quando succede qualcosa. Giusto? E la memoria è il passato. Giusto? Quindi noi siamo il passato. L'intero movimento del passato, che è tempo, che è pensiero, può finire? Non il pensiero nel nostro quotidiano, non stiamo parlando di quello non parlo del pensiero che usiamo per guidare una macchina, per scrivere una lettera, una poesia, o qualsiasi altra cosa. In quel caso il pensiero e la conoscenza sono assolutamente necessari. Stiamo parlando di tutto il movimento psicologico che è basato sulla memoria.
49:08 Così ci poniamo una domanda molto più profonda, cioè: può il sè, il me, l'ego, tutte queste attività egocentriche che sono il movimento della memoria - può quel sè finire? Non con la disciplina, il controllo, la repressione o l'identificazione con qualcosa di più grande, che è ancora il movimento del sè. Quel sè può finire? Voi allora potreste chiedere: "Se il sè finisce, che posto ho nella società? Che cosa farò?" Giusto? Giusto signori? Prima metteteci fine e poi lo scoprirete - non viceversa.
50:29 E' una questione molto, molto seria. Nessuno al mondo, o dall'aldila', ve lo puo' dire, forse molta gente cerca di avere istruzioni dall'aldilà. Nessuno sulla terra può dirvi come mettervi fine. Ma se si osservano tutti questi fatti senza reazioni osservo il fatto che mi sento psicologicamente ferito perchè mia figlia, mio figlio o mio padre hanno fatto qualcosa che mi ha offeso se posso guardare quella ferita senza la minima resistenza senza pensare che non dovrei sentirmi ferito e nemmeno portando con me quell'offesa... - molti lo fanno, per tutta la vita si portano dietro le ferite. Ma osservando l'offesa, la ferita psicologica, senza alcuna reazione, si vede che le ferite spariscono completamente. Giusto? E, allo stesso modo, semplicemente osservare i ricordi che sorgono vederne la natura, l'evoluzione. Tutta l'attività della nostra vita quotidiana è basata su questo. E la memoria è molto, molto limitata. Il pensiero può inventare l'infinito, ma essendo il pensiero limitato anche il suo infinito è limitato, finito, ma può far finta che ci sia l'infinito. Perciò, tutto questo implica completa libertà.
53:27 Giusto? Non solo libertà da qualcosa, ma la qualità della libertà che non si basa su alcuna reazione, nè su alcun premio o punizione. Per indagare tutto questo bisogna capire la natura della morte, del morire. Vi interessa tutto questo? Vi diverte perfino? Vedete, bisogna indagare molto tranquillamente non in modo isterico, questo complicatissimo problema. Morire o finire è ciò che ci preoccupa e di cui vogliamo parlare, perchè fa parte della nostra vita. Non è solo che siamo nati, poi siamo stati educati, con tutti i problemi e le ansie ecc., ma anche la morte fa parte della nostra vita è lì, che vi piaccia o no; che siate inglesi o francesi è lì; che siate giovani, di mezz'età o vecchi - una malattia, un incidente - è lì. E bisogna capire che cos'è, come bisogna capire la vita prima della morte. Abbiamo cercato di capire insieme che cosa c'è prima della morte la paura, le ferite, la sofferenza, il dolore, l'ansia, il lavoro andare in ufficio dalla mattina alla sera. Tutto questo fa parte della nostra vita, del vivere, e anche la fine di tutto questo. Spero che questa mosca venga da voi. Sembra molto affezionata a me.
57:03 Potete aver avuto un'ottima vita, piacevole, di successo, essere diventati qualcuno nel mondo con potere, posizione, denaro, ma alla fine c'è quella cosa. A noi fa piacere posporla il più a lungo e il più lontano possibile, metterla da parte.
57:34 Allora, indaghiamo insieme. L'organismo muore, naturalmente. Vivrà il più a lungo possibile, se lo trattiamo bene. Non ci addentreremo nella questione della salute. So che siete tutti interessati alla salute, ma non ne parleremo ora.
58:03 Che cos'è morire? Non dico buttarsi da un ponte o fare qualcosa per uccidersi ma da vivi come siamo ora, seduti sotto questa tenda, che cos'è la morte? A parte l'organismo fisico, il cervello senza ossigeno avvizzisce e c'è la morte. Ma noi ci chiediamo, la morte è un finire? Giusto? Un finire a tutto quello che ho avuto mia moglie, i miei figli, i miei libri, il mio status, il mio potere, la mia posizione sapete - tutto questo giungerà a una fine. E dobbiamo anche indagare una questione che è tipica dell'oriente, cioè la reincarnazione, rinascere un'altra volta. Una serie di vite fino a quando raggiungerete chissacché sapete, il principio più alto, e così via. Ci credono fortemente ma non indagano a fondo che cos'è che continua. Giusto?
1:00:13 E' il "me" che continuerà o c'è qualcosa al di là del me che continua? Giusto? E c'è qualcosa oltre il "me", le mie idee, le mie opinioni le mie conclusioni ecc., di cui abbiamo parlato prima? Se quel "me" è la parola, il nome, i ricordi, è quello che continua? Giusto? Oppure c'è un'entità spirituale l'anima per il mondo cristiano, mentre il mondo buddista e quello indù usano parole diverse - è quello che continua? Quella cosa che è oltre me o che è in me, ma che è coperta dal "me". Quindi se si tratta di un'entità spirituale deve essere oltre il tempo e la morte. Giusto? Quindi non si può reincarnare. Giusto? Allla gente piace credere in queste cose perchè sono di grande conforto. Nascerò nella prossima vita. Sono stato povero, nella prossima vita avrò una casa più bella. In un'altra vita avrò una casa più grande o sarò un re o altre sciocchezze del genere.
1:02:12 Quindi, se mettiamo da parte tutte queste illusioni e affrontiamo il fatto che psicologicamente c'è una fine, un completo finire... il "me" con tutti i suoi ricordi giunge alla fine - questo è morire. E a noi questo non piace. Allora cerchiamo varie forme di conforto, di credi una fede, la resurrezione - sapete, cose del genere. Ora, mentre viviamo, possiamo finire qualcosa senza una causa senza alcun futuro - finire qualcosa? Capite la mia domanda? Per esempio: finirete tutti i vostri attaccamenti - al vostro nome ai vostri mobili, a vostra moglie, a vostro marito al vostro giardino, alle vostre idee, ai pregiudizi finirete tutti gli attaccamenti mentre vivete? E' questo che accadrà quando morirete davvero. Giusto? Allora fatelo adesso e vedete che cosa significa. Quel finire è una cosa tremenda, ha una tremenda qualità dietro di sè. Non c'è attaccamento a nulla. E' libertà, e quando c'è quel tipo di libertà la morte non fa paura. Capite? Perchè voi state già vivendo con la morte. Le due cose sono insieme, vivere e morire. Lo vedete? No, voi no. Ne capite la bellezza? La qualità della completa libertà da tutte le paure. Perchè dove c'è attaccamento c'è gelosia, ansia, odio. E più siete attaccati più soffrite. Lo sapete. Se andaste a dire a vostra moglie o a vostro marito: "Non sono più attaccato a te" che cosa succederebbe? Questo nega l'amore? Nega la relazione? L'attaccamento è amore? Andate avanti, indagate tutto questo, più a fondo indagate più vitalità, sicurezza e forza avete. E non deriva da droghe o stimolazioni.
1:07:00 E' meglio che ci fermiamo qui, continueremo domattina. Domattina discuteremo attentamente di qual è l'origine di tutto questo, l'inizio di tutto. Del perchè l'uomo debba vivere tutta questa miseria e confusione, con qualche occasione di piacere e gioia. A meno che non si comprenda la creazione fin dall'inizio - e in quella comprensione c'è un tremendo senso di senza tempo, senza inizio e senza fine. Posso alzarmi?