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BR84Q1 - 1st Question & Answer Meeting



1:10 Krishnamurti: Sono state fatte molte domande, un bel mucchio. Alcune sono lettere e altre sono domande molto corte. Ma non possiamo rispondere a tutte. Sarebbe impossibile. Ci vorrebbero molti giorni. Da quel mucchio di domande ne sono state scelte alcune.
1:48 Prima di affrontare queste domande dovremmo discutere insieme, se possiamo porci una domanda da uno stato mentale, o cerebrale, che sia olistico, che veda, comprenda, o percepisca l'intero problema umano. Non solo un problema in particolare ma tutti i problemi sono collegati fra di loro.
2:38 Non c'è un problema separato dissociato dagli altri. Se è così, allora bisogna porsi una domanda o affrontare un problema da un punto di vista integrato. Capite cosa intendo? La maggior parte di noi è frammentata, a pezzi - affari, religiosità, vita famigliare, vita sessuale, vita religiosa, e così via. Siamo tutti esseri umani non olistici, non completi, che è un fatto. Guardiamo alla vita da un particolare punto di vista, da una conclusione, o da qualche concetto idealistico. Queste sono tutte frammentazioni, uno sguardo frammentato sulla vita - giusto? Stiamo parlandone insieme. E possiamo chiederci o affrontare un problema da una prospettiva completamente diversa che non sia affatto frammentata? Capite? Ci siamo tutti su questo punto? Ci stavamo pensando proprio incontrandoci su questo prato: se possiamo porre qualsiasi domanda, o affrontare qualsiasi problema olisticamente. Spero non vi dispiaccia se uso questa parola. Benché sia una cosiddetta parola scientifica, spero gli scienziati ci perdoneranno se usiamo questa parola. Da un punto di totale integrazione, integrità porre delle domande. È piuttosto interessante se lo affrontiamo.
5:53 È possibile, riconoscere che siamo frammentati, a pezzi, divisi dentro noi stessi, contraddittori, opponendo un desiderio a un altro desiderio, e così via, sapendo tutto ciò, essendo consci di tutto questo, possiamo affrontare un problema, da un centro diverso? Perché abbiamo problemi? Abbiamo così tanti problemi politici, religiosi, sessuali, e così via, abbiamo molteplici problemi nella vita. E i problemi stanno aumentando in una società così sofisticata, così complessa - sovrappopolazione, cattivi governi, e così via. E risolvendo un problema sembra che ne creiamo molti altri - vero? Perché? Rispondendo a questa domanda, che farà sollevare... la risposta farà risvegliare problemi simili. Perché abbiamo problemi? Ed è possibile affrontare un problema senza un cervello che sia già condizionato a risolvere problemi? Capite la mia domanda? Non la capite. Nemmeno io per ora!
8:19 Quindi guardiamola. Andiamo a scuola, molto giovani, intorno ai cinque o sette anni, e così via. I bambini affrontano già un problema - problema di matematica, come scrivere, come leggere, come imparare la matematica, sapete, diventa un problema. Quindi dall'infanzia il nostro cervello è condizionato a risolvere problemi. Giusto? Questo è un fatto. Non è qualche fantastica teoria di chi vi parla. Quindi si va all'università, e ci sono altri problemi. E l'università, il lavoro, varie funzioni, vocazioni, e così via, un problema dopo l'altro. Il nostro cervello è pieno di problemi - vero? E si cerca sempre partendo da un cervello che è condizionato a risolvere problemi, cerchiamo sempre una soluzione ai nostri problemi - giusto? È chiaro? Ci siamo tutti su questo punto? Ora, come può il cervello risolvere i problemi se non è libero da problemi? Giusto? Siamo tutti almeno un po' d'accordo su questo? È una domanda piuttosto interessante, vi prego affrontiamola.
10:12 I nostri cervelli sono condizionati alla risoluzione dei problemi, la soluzione dei problemi, dall'infanzia. E dato che il cervello è condizionato a risolvere problemi, sta sempre cercando una soluzione, e non capisce il problema stesso, ma la soluzione del problema - giusto? Ci siamo tutti su questo, un pochino? Sì? Bene! Ed è possibile non avere un cervello... avere un cervello che non sia condizionato ai problemi? Capite la mia domanda? Vi sto chiedendo, signori e signore, il vostro cervello è condizionato ora alla soluzione dei problemi, e non abbiamo mai risolto i problemi. Stanno aumentando sempre di più - perché? È perché un cervello condizionato, che è fissato nei problemi, non può mai risolvere i problemi? Giusto? Avete capito? Ho posto la domanda? Oh, suvvia, signori! È possibile avere un cervello che non sia condizionato alla soluzione dei problemi, ma bensì alla comprensione dei problemi? Non c'è una differenza fra la soluzione dei problemi e la comprensione del problema? Nella comprensione del problema la soluzione potrebbe risiedere nel problema. Non lontano dal problema - giusto?
12:45 Prendiamo un esempio banale: non abbiamo mai cessato le guerre. Gli esseri umani su questa Terra da che sono arrivati su questa Terra hanno avuto guerre, e non abbiamo mai risolto il problema della guerra. Ma abbiamo deciso di riorganizzare come uccidere meglio l'uomo. E questa riorganizzazione di come uccidere meglio l'uomo, è chiamata progresso. Non so se stiate seguendo tutto questo. Non è uno scherzo. Quindi ci muoviamo da un'organizzazione a un'altra. Prima abbiamo avuto la Lega delle Nazioni, e adesso abbiamo le Nazioni Unite, ma le guerre continuano. Hanno organizzazioni diverse - capite? Quindi ci muoviamo da un'organizzazione all'altra sperando così di risolvere i problemi, e i problemi si moltiplicano. Quindi non cessiamo mai le guerre. E la causa delle guerre è il nazionalismo, la divisione economica, la divisione locale, e così via - divisione: linguistica, razziale, religiosa, economica, culturale, e così via. Queste dividono l'uomo. Siamo tutti esseri umani, tutti soffriamo, tutti abbiamo dolori e ansietà, noia, solitudine, disperazione. Non l'affrontiamo ma vogliamo risolvere i problemi che sembrano avere cause esterne - giusto?
14:59 Quindi ci chiediamo: può il cervello, riconoscendo, vedendo che è condizionato alla risoluzione dei problemi dall'infanzia, esserne libero e quindi affrontare i problemi? Giusto? Va bene, signori? Lo farete? Questa è la domanda. Essere coscienti, essere consapevoli, che il nostro cervello, che in quanto esseri umani, dall'inizio della nostra vita, siamo sempre in lotta con i problemi, cercando di trovare la giusta risposta agli stessi. La giusta risposta può esserci solo quando riconosciamo che il cervello è condizionato, e finché il cervello è condizionato a risolvere problemi, non potremo mai trovare la giusta risposta - chiaro?
16:22 Dunque, riconosco questo fatto, non come idea ma il fatto? C'è una differenza fra l'idea e il fatto - giusto? Sento questa affermazione e da questa affermazione traggo una conclusione - giusto, è così, e da quella affermazione astraggo un'idea e poi la seguo, non il fatto che il mio cervello è condizionato a risolvere problemi. Questo è il fatto, non che dovrei essere libero da questo condizionamento. Che è un non-fatto. Capite? Quindi, il cervello è condizionato e finché esiste questo condizionamento , il moltiplicarsi dei problemi continuerà, la riorganizzazione dei problemi andrà avanti, e cambiare da una società capitalista a una società totalitaria o altro porterà sempre enormi problemi - giusto? Possiamo voi e io essere liberi dal cervello che è condizionato? Cioè essere consapevoli di ciò, e vederne le profondità, la verità, la logica, la razionalità, la ragione, e non allontanarsene, non trovare qualche spiegazione astratta. Bene.
18:31 Va bene? Chiedo se va tutto bene, e forse è tutto sbagliato! No, non è tutto sbagliato. Questo è un fatto. Se non si va d'accordo con la moglie - litigi, discordia, sapete, e tutto il resto - si divorzia, poi si sceglie un'altra persona. E si continua a ripetere la stessa cosa - vero? Se si hanno i soldi! Se si è pieni di energie e tempo, questo è il gioco che avviene nel mondo, su piccola o grande scala. Ma il problema non è il divorzio o... tutte le complicazioni della relazione, ma capire la profondità della relazione, il significato della relazione. La relazione, come abbiamo sottolineato, è una delle cose più importanti nella vita. Non la sua espressione emotiva - i capricci, le nevrosi della relazione, ma ciò che è importante, significativo, ciò che ha profondità nella relazione. Non ci facciamo mai questa domanda. Vogliamo risolvere il problema della relazione. Capite? Ma così non li risolviamo mai. Gli psichiatri, psicoterapeuti, e così via, si stanno moltiplicando nel mondo, come funghi. Ma non stanno risolvendo i problemi. Non stanno risolvendo la profondità di tutto questo.
21:03 Perciò dovremmo considerare insieme cosa sia l'arte di vivere. Capite? Oh, suvvia, signori. È una bella mattina.
21:21 D: Sta dicendo che se abbiamo un sistema per risolvere i problemi, ogni volta che approcciamo un problema usiamo il nostro sistema invece di comprendere?
21:30 K: Esatto. La signora sta dicendo che se abbiamo un sistema, uno schema per risolvere un problema, allora è il sistema che sta operando, non la comprensione e la profondità del problema. È la stessa cosa. Stavamo parlando dell'arte di vivere, scusate, queste sono le domande, ma tant'è - vi dispiace? Ci arriviamo. Ce ne sono molte, ne abbiamo scelte sei. Sarà sufficiente per questa mattina. Ma ci stiamo chiedendo: qual è l'arte di vivere? Abbiamo l'arte della poesia, della pittura, tanti tipi di arte... l'arte di cucinare, soprattutto adesso, e così via. Ma non ci siamo mai chiesti, - che è forse la più grande di tutte - qual è l'arte di vivere? C'è un'arte? O è tutto solo il caso, o solo questione di geni, una possibilità biologica, e così via? Qual è la vera arte di vivere? State aspettando che risponda io? Se qualcuno risponde, non fatene un problema. A quel punto l'arte è buttata fuori dalla finestra.
23:49 Quindi, guardiamola insieme per scoprire cosa sia l'arte di vivere. Arte nella più vasta e profonda accezione della parola, non solo tutti i contenuti di un museo. Se vi chiedessero cosa sia l'arte di vivere, cosa rispondereste? Non una risposta calcolata, una risposta personale, emotiva o romantica, che sono senza significato - giusto? Se rispondo a quella domanda emotivamente - oh, è la più... l'arte di vivere è la più alta aspirazione - che è un'assoluta sciocchezza. L'arte di vivere è la più esaltante, attività intellettuale - giusto? Questo è solo parziale. O l'arte di vivere è avere uno sguardo olistico sulla vita. Suona bene, ma di fatto non lo è. Quindi qual è l'arte di vivere? Ovviamente, nessun conflitto - giusto? Un cervello che è in conflitto tutto il tempo, che ha sempre problemi, questa tremenda preoccupazione per se stessi, un cervello così deve inevitabilmente essere limitato, giusto? Se uno pensa a se stesso - come meditare, come si possa... e tutto il resto della questione - la vostra stessa meditazione è egocentrismo. Quindi, l'arte di vivere, sembra - potete aggiungere altro - sia vivere senza conflitto. È davvero possibile? Cioè, capire gli elementi opposti nella nostra vita - giusto? Desiderare una cosa, e desiderare anche l'opposto. Sapete, questo corridoio di dualità. E l'egocentrismo, finché esiste quell'egocentrismo, ci deve essere conflitto perché l'egocentrismo è limitato, piccolo, meschino. Ma voi ascoltate tutto ciò e andate avanti. Vero? E dite che non è possibile nella società moderna vivere senza egocentrismo, almeno un po'. Avete mai provato? Avete mai provato, a vivere senza egocentrismo per un giorno - non pensare a se stessi? Anche solo per un'ora! E vedere cosa accade. Non vi siete impegnati in nulla! Potete tornare al vostro egoismo, egocentrismo, nessuno dirà quanto giusto o sbagliato sia, questo è lo stato normale degli esseri umani, a quanto pare. Perciò se si prova davvero per un'ora - a farlo davvero, non provarci, ma farlo, e vedere cosa accade. E se lo fate un'ora, potete estenderlo. Voi non... - vi dà un'energia incredibile. Vi dà un grande senso di passione, non lussuria e tutta quella roba, ma passione per perseguire qualcosa profondamente sino alla fine delle cose. Bene. Può bastare per questa mattina? Torniamo alle domande..
29:36 Non le ho ancora lette. Questa è la prima volta che le vedo. Quindi anche voi le state vedendo per la prima volta.
29:51 PRIMA DOMANDA: Cos'è l'attenzione se non ha nulla a che fare con il pensiero? È un'attività del cervello? È un processo fisico? Come nasce? Lei dice che non si può realizzare l'attenzione con un atto di volontà. Cosa non bisogna fare per permettere all'attenzione di esistere?
30:23 Non fate nulla! Scusate, devo rispondere.
30:38 Cos'è l'attenzione se non ha nulla a che fare con il pensiero? È un'attività del cervello? È un processo fisico? Come nasce? Dice che non si può realizzare l'attenzione con un atto di volontà. Cosa non bisogna fare per permettere all'attenzione di emergere? Giusto? Avete capito la domanda?
31:11 Chiede cosa sia l'attenzione. È un atto fisico? Un movimento del pensiero? È un'azione del desiderio che è l'essenza della volontà? Il desiderio è l'essenza della volontà - giusto? Come emerge quest'attenzione? Cioè, può avvenire naturalmente, facilmente, senza fare uno sforzo tremendo, andare all'università, o frequentare un guru, essere allenati, può avvenire tutto questo, questa attenzione, naturalmente? Ne parleremo insieme - va bene? Guarderemo alla domanda, non alla risposta. La domanda è: cos'è l'attenzione? Il che implica, non solo udire con le orecchie, ma udire senza l'orecchio. Capite? Attenzione inoltre implica vedere, percepire - giusto? Vedere visivamente, ma anche vedere con l'occhio interiore per così dire - giusto? Attenzione significa anche imparare - giusto? Siete d'accordo? Vedere, udire e imparare. Queste tre cose sono implicite. Che significa, cos'è imparare? È memorizzare? State seguendo? Qualcuno dica sì - non voglio continuare a parlare a me stesso. Dunque, è memorizzare come lo facciamo quando andiamo a scuola, al liceo, all'università, memorizzare, immagazzinare conoscenza dai libri, dai professori, dagli insegnanti, dal direttore, e così via? Che comunque è sempre accumulare conoscenza e usarla più o meno abilmente. Giusto? Un falegname - un apprendista di un mastro falegname impara la qualità del legno, il tipo di legno, le venature, la bellezza del legno, la sensazione del legno, e gli strumenti che utilizza e così via - sta imparando. E quell'apprendere è attraverso l'esperienza: giorno dopo giorno, mese dopo mese, accumulando esperienza sulla falegnameria, diventando un maestro ebanista - giusto? Questo è ciò che chiamiamo imparare. Quel tipo di apprendimento è limitato, ovviamente, perché tutta la conoscenza è limitata, sia ora, che nel passato o nel futuro - giusto? Perché tutti gli scienziati, biologi, e così via, stanno accumulando. Uccidevano con una freccia, o una clava, nella notte dei tempi, adesso si possono far saltare in aria milioni di persone con una sola esplosione. Ci vuole un enorme accumulo di sapere per farlo. Che sia per una buona o una cattiva causa.
36:02 E quel sapere è sempre limitato - giusto? Quindi, c'è un apprendimento che non sia limitato? È divertente, andiamo avanti. Sto scoprendo anch'io qualcosa. C'è un apprendimento che non sia un processo cumulativo di conoscenza, apprendimento? Nel quale sia implicato, udire, non solo le parole, il loro significato, la vostra reazione alle parole, le vostre risposte a certe parole preferite, tipo amore e odio, sapete, e tutto il resto, e anche vedere senza alcun pregiudizio, vedere senza la parola - capite? Potete guardare un albero senza la parola? Capite? Lo avete mai fatto? Significa vedere senza direzione, senza motivo, senza alcuna rete di pensiero o bloccando il vedere. E imparare, che è un processo illimitato. Quindi l'attenzione implica tutto questo più - o l'inizio della stessa - l'essere consapevoli - giusto? Siamo consapevoli, mentre siamo seduti qui, delle dimensioni di questa tenda, del grande numero di persone radunate qui e del numero di posti laggiù, e guardare tutto questo senza una sola parola. Essere consapevoli. Ma nella consapevolezza si inizia a scegliere. Preferisco quella maglia blu alla mia. - giusto? I tuoi capelli mi piacciono più dei miei. Giusto? State sempre comparando, giudicando, valutando, che è scegliere, ed essere consapevoli senza scelta - capite? Mentre stiamo parlando, farete tutto questo? O state solo ascoltando le parole? Se lo fate, allora iniziate a scoprire che la consapevolezza è completamente diversa dalla concentrazione. La concentrazione implica focalizzarsi su un particolare soggetto, o una pagina particolare, o una parola particolare. Il che implica eliminare tutti gli altri pensieri, costruendo una resistenza ad ogni altro pensiero, il che diventa quindi ristretto, limitato - giusto? Quindi la concentrazione è limitata. Ma dovete concentrarvi quando fate qualcosa, come lavare i piatti. Dovete lavare i piatti con molta cura, il giusto tipo di detersivo, di acqua... Sapete tutto questo. E la consapevolezza senza scelta, che significa senza concentrazione, essere consapevoli di tutto questo senza giudicare, valutare, condannare, comparare, e da quello, muoversi, che è attenzione, che è naturale. Cioè, voglio ascoltare la storia che mi stai raccontando, un thriller molto avvincente. E ti ascolto attentamente. O mi stai raccontando qualcosa di molto molto serio, e sono attento... sono così interessato, così attento per capire cosa mi stai dicendo. Capisco cosa sto pensando al riguardo, è irrilevante, ma sono tremendamente interessato a ciò che stai dicendo. Quindi sono attentissimo - tutti i miei nervi, tutto il mio essere dice, di cosa stai parlando? voglio capire. In quell'attenzione non c'è un io - giusto? Capito? Quando c'è questa enorme attenzione, che significa che tutta l'energia è indirizzata a capire cosa stai dicendo, io non penso a me stesso, quindi non c'è un centro in me che dice 'devo essere attento' - giusto? Mi chiedo se lo capite.
42:35 D: È la domanda giusta?
42:40 K: Cosa, signore?
42:42 D: È la domanda giusta?
42:44 K: Qual è la domanda giusta qui, chiede il signore, se capisco bene. Mi spiace, se fate domande dal pubblico, non ne usciamo più. Non che se ne debba uscire, ma ci sono troppe persone, se non vi dispiace. Qual è la domanda giusta qui e qual è la risposta? Se fosse una domanda giusta non la porreste mai! Qui non si tratta di furbizia. Una domanda giusta, se la poni, hai la risposta. Ma la domanda giusta non viene posta perché volete una risposta o siete preoccupati, o prevenuti - seguite? La giusta domanda, quando la ponete, la giusta domanda è la giusta risposta. Possiamo passare alla prossima domanda?
44:05 SECONDA DOMANDA: Se l'intera vita è un unico movimento, con il suo proprio ordine, perché l'uomo è cosi disordinato?
44:16 Se l'intera vita è un unico movimento con il suo proprio ordine, perché l'uomo è così disordinato?
44:27 Perché presumiamo che l'intera vita sia un unico movimento con il suo proprio ordine? Prima dichiarate un fatto, supponete che sia un fatto - e poi chiedete perché c'è disordine. Capite? Prima presumete, si presume che la vita sia un vasto movimento e che in quel vasto movimento, il movimento stesso sia ordine. Prima dite questo: 'se'. E poi chiedete: perché l'uomo è così disordinato? Giusto? Capite? La domanda giusta da porsi non sarebbe forse: perché l'uomo è disordinato? Senza presumere che la vita sia ordine perfetto - giusto? Il fatto è che viviamo in modo disordinato, perché? Questa è la domanda. Perché viviamo in maniera disordinata? Cos'è il disordine? Cos'è il disordine per voi? Il disordine è l'attività del pensiero che di per sé è limitato. Giusto? Qualsiasi attività limitata il pensiero compia porterà disordine. Perché il pensiero in sé è limitato. perché il pensiero nasce dalla conoscenza, e la conoscenza è limitata. Giusto? Oh, Dio! Questa non è una definizione epigrammatica. Cos'è - sono stato troppo veloce - cos'è l'ordine e cos'è il disordine? Come si trova l'ordine? L'ordine è uno schema definito che vi siete dati, che il pensiero si è dato? Dite: "Devo alzarmi alle 6 del mattino, fare questo e questo e andare in ufficio, o in fabbrica." Questo schema determinato, pianificato, giorno dopo giorno, è ordine? Quindi prima ci dobbiamo chiedere non cos'è l'ordine, ma qual è la causa del disordine - d'accordo?
47:46 Qual è la causa del disordine nella nostra vita? Innanzitutto, dobbiamo ammettere, che ci piaccia o no, che viviamo una vita molto, molto disordinata. È un fatto, non è così? Siete d'accordo almeno su questa cosa?
48:10 D: No.

K: No? Cos'è il disordine? E poi dovete chiedervi, se è mancanza di ordine, cos'è dunque l'ordine? Come può una mente, un cervello, che è così disordinato, scoprire cosa sia l'ordine? Perché non siamo un po' logici, razionali - anche se la ragione, la logica sono limitate, dovete cominciare con questo e poi andare oltre. Ma se dite: l'ordine è questo, diventa una cosa militare. Giusto? Diventa una disciplina tremenda. Concordate? È tutto così semplice. Va bene.
49:27 Dunque, dobbiamo affrontarlo con molta cautela. Innanzitutto, indaghiamo cos'è la disciplina. I soldati sono allenati giorno dopo giorno, mese dopo mese, non li avete visti? il rullo del tamburo, il sergente e tutto il resto, ordine, disciplina, obbedienza. L'obbedienza a un abate, al Papa e così via - è chiamata ordine. C'è ordine secondo il poliziotto. In Europa si guida sulla destra, in questo paese si guida sulla sinistra. Questo è ordine. E la persona che è abituata a guidare sulla sinistra se va laggiù dice che quello è disordine. Seguite per favore. Quindi che cos'è la causa del disordine? Se posso comprenderla ed esserne libero, allora c'è naturalmente ordine. Non devo scoprire cosa sia l'ordine. Devo prima indagare perché si dà così tanta importanza alla disciplina - nelle scuole, nel nostro modo di vivere. Cos'è la disciplina? La parola "disciplina" ha la sua radice in "discepolo". Il discepolo è colui che impara dal maestro, impara - giusto? Se imparate nel senso di cui stiamo parlando, non accumulando conoscenza, ma imparando senza accumulare, allora la disciplina - l'apprendere stesso è la sua disciplina - capite? Mi chiedo se capite tutto questo.
51:56 D: Non capisco ancora cosa sia l'apprendimento secondo lei.
52:02 K: Cosa?
52:03 D: Non capisco ancora cosa sia l'apprendimento perché se si guardano i propri pensieri, di sicuro li guardiamo con i nostri pensieri. Quindi non capisco bene cosa intenda per imparare.
52:22 K: Ho provato a spiegarlo. Devo ritornarci? Innanzitutto, siamo consapevoli, o vediamo il fatto: accumulare conoscenza tutta la vita è molto limitato. Questo è un fatto perché la conoscenza è limitata, che sia ora o in un eterno futuro, è sempre limitata. Di conseguenza se agiamo da quella conoscenza, la nostra azione sarà sempre limitata. E quindi quella è una delle cause del disordine. Giusto? Se io agisco sempre con la precedente conoscenza, che ho accumulato, e so che è limitata, e qualsiasi cosa faccia è limitata, ogni limitazione deve produrre disordine. Cioè, gli arabi, gli ebrei, gli induisti e i mussulmani, i buddisti e i cattolici - seguite? - sono tutti limitati. Sono tutti operanti nel campo della conoscenza che è limitata, o della tradizione. Giusto? Stiamo seguendo? Perciò la loro attività limitata è destinata a creare disordine. Se la moglie o il marito, o la ragazza o il ragazzo pensa a se stesso, alle sue ambizioni, ai suoi progressi e soddisfazioni, e se anche lui o lei pensa ai suoi progressi, sono ovviamente in conflitto. Possono parlare d'amore, possono parlare di molte altre cose, ma ogni donna e uomo segue la propria particolare direzione, la sua ambizione, che è tutta molto egocentrica, limitata. Giusto? Quindi nella relazione quella limitazione crea disordine. Naturalmente. Siamo d'accordo su questo?
54:45 Quindi stiamo iniziando a scoprire che il disordine viene dove c'è limitazione. Giusto? Laddove io penso a me stesso, e tu pensi a te stesso, e abbiamo una bella relazione! Ci teniamo per mano, dormiamo insieme, camminiamo insieme, guardiamo - ma entrambi stiamo andando in direzioni diverse. Giusto? E quindi quelle direzioni sono concepite dal pensiero, dal desiderio. C'è tempo per approfondire il desiderio adesso? No, troppo complicato. Lo faremo un'altra volta.
55:37 Quindi iniziamo a imparare, a vedere, ad avere un insight - utilizziamo la parola 'insight' che significa osservare qualcosa senza il tempo, senza motivo. Avere un insight non è ricordare, calcolare e così via, è avere un insight istantaneo nel disordine, che è in sostanza ogni azione limitata. Ci siamo tutti su questo, almeno un po'? Una frazione? E se è una frazione, continuate e muovetevi con essa, e allora vedrete che la cosa inizia a rompere questo processo egocentrico di vita.
56:59 Posso fare una domanda? Voi, tutti noi qui, ci stiamo mettendo tanta energia quanto sta facendo chi vi parla? O state solo seduti ad ascoltare, ascoltando l'aeroplano, ascoltando i vostri stessi pensieri che si muovono, - capite? - siete appassionati di scoprire.
57:39 TERZA DOMANDA: Come può il nostro ascolto essere adeguato alla profondità di ciò che sta dicendo? Qual è la qualità della mente che consentirà alla pienezza di ciò che sta dicendo di agire dentro di noi?
57:57 Temo che questa sia una domanda sbagliata, ma la leggerò.
58:01 Come può il nostro ascolto essere adeguato alla profondità di ciò che sta dicendo? Qual è la qualità della mente che consentirà alla pienezza di ciò che sta dicendo di agire in noi?
58:29 Chi vi parla sta dicendo qualcosa che voi stessi non avete scoperto. Non sta parlando di ciò che lui ha scoperto, - che è totalmente irrilevante. Ma le parole, ciò che dice il telefono, quello che le parole, il contenuto delle parole, voi state ascoltando quello. E l'ascolto è guardare i vostri stessi pensieri, i vostri stessi sentimenti, le vostre reazioni - giusto? Chi vi parla sta semplicemente facendo da specchio nel quale voi... ascoltando scoprite voi stessi. Capite ciò che sto dicendo? Chi vi parla, come persona, come vi ha spesso ripetuto, non ha importanza, assolutamente! E dice sul serio. E ciò che dice non è qualcosa di estraneo, che dobbiate capire, che debba agire su di voi. Se fosse così, qualcosa di estraneo che debba agire su di voi, allora fareste meglio ad assumere una droga! Ma se voi ascoltate ciò che vi sta dicendo e dite: "Come mi sento rispetto a ciò che dice, qual è la mia reazione a ciò che sta dicendo?" - c'è una comunicazione tra ciò che dice e voi stessi. Giusto? La comunicazione cessa quando voi semplicemente ascoltate ciò che vi sta dicendo. Ma ciò che sta dicendo, e la vostra relazione a ciò che dice, e la scoperta della vostra reazione a ciò che dice, e le vostre risposte alle sue sottigliezze, o stupidità, o intelligenza, solo allora vi muovete insieme. A quel punto è vostro, non suo. Mi chiedo se capite.
1:01:16 D: No, lei...
1:01:16 K: Per favore, signora, capisco. Prenda un po' di tempo su ciò che sto dicendo, Non... - se posso chiedervi molto gentilmente - non rispondete subito. Ma vedete ciò che sta dicendo.
1:01:34 Innanzitutto, dice, che non è il vostro guru, assolutamente no. Questo per lui è un anatema. E voi non siete i suoi seguaci - va bene? E non dovete vivere secondo quello che sta dicendo. Ciò che sta dicendo è ciò che è la vostra vita profondamente sconosciuta, tutto qui - giusto? Sta parlando di voi, non di se stesso. Sta parlando della vostra vita, della vostra quotidiana, monotona, noiosa, stancante, paurosa, dolorosa, vita solitaria. La violenza, l'inganno, la disonestà, la mancanza d'integrità. Dove c'è integrità c'è forza. Ma questa è un'altra faccenda. Quindi potete stare da soli. Allora nulla vi tocca, non siete influenzati da nessuno, perché scoprite ciò che è vero per conto vostro. Non secondo - la verità secondo voi, o secondo qualcun altro; la verità, che non è sua, o vostra, è qualcosa di totalmente fuori dall'attività del cervello. Non entrerò per ora nel merito di questo.
1:03:44 Quindi stiamo trovando insieme cosa sia la verità. Stiamo scoprendo qual è l'arte di vivere, qual è il modo di ascoltare, imparare, il modo di vedere. E se lo vedete, è vostro, e non avete bisogno di guru, nessun leader, nessun libro - capite? Viviamo sulla base di conoscenze altrui. Non abbiamo alcun insight nella nostra stessa esistenza. Giusto? Posso passare alla prossima domanda?
1:04:34 QUARTA DOMANDA: Esiste qualcosa come il bene e il male nel mondo... Scusate, devo rileggerla.
1:04:52 Esiste qualcosa come il bene e il male nel mondo o sono concetti umani, valori, proiezioni?
1:05:04 Esiste qualcosa come il bene e il male nel mondo? Oppure questi sono concetti umani, valori, supposizioni e proiezioni?
1:05:22 Cos'è il bene? E cos'è il cosiddetto non bene? Se usiamo la parola "male", questa ha delle connotazioni implicite! Dimentichiamo la parola "male" per il momento. Il bene e il male. I cattivi e i buoni - secondo il cinema. Cos'è il bene? Ora, vi prego, provate, a guardare per un minuto. Chi vi parla vi sta facendo una domanda: cos'è il bene? Come ascoltate la parola? Come ricevete la parola? Non importa chi la dice. Come l'ascoltate, la ricevete? Che gusto ha per voi quella parola? Quale sentimento avete, quale sentimento istintivo a questa parola? Istinto - sensazione immediata per quella parola. E quando dite il male, che risposta avete? Di repulsione? Vedete che è stato fatto qualcosa di male? Scoprire da sé la reazione a queste due parole. Non ciò che dicono i filosofi. Non ciò che dicono altre persone: il vescovo, i preti, i papi - i papi, non intendo solo i papi romani ma i papi di tutto il mondo, di diverse organizzazioni religiose con le loro teste, le loro code e tutto il resto. Quando si ascoltano queste due parole, che hanno avuto un effetto incredibile sull'umanità storicamente, fin dall'inizio. I cristiani hanno detto, "Questo è bene, se siete contro vi bruceremo". Lo hanno fatto - gli eretici, li hanno torturati, bruciati per ciò che hanno fatto. E questo è considerato buono. E in India essere bruciati per ciò in cui si crede è considerato un orrore. Capite? Quindi, a parte tutto questo, cosa è bene e cosa è male?
1:08:41 Ora, vado avanti, posso? Il bene è correlato al male ? Il bene è in conflitto con il male? Sono stati scritti romanzi a tal proposito. Il bene trionfa sempre, alla fine! Perfino nei thriller. E il male viene sempre distrutto ma il male arriva sempre. La battaglia è andata avanti. Lo vedete a Lascaux, e in altre grotte, nel sud della Francia, e in altre parti del mondo, questa battaglia - giusto? Il buono e il cattivo. Il male - non mi piace questa parola "male", puzza! Perdonatemi se uso questa parola. Scusate! Dunque, cos'è il bene e cos'è il male? Sono correlati fra di loro? La bontà nasce da ciò che è cattivo? Perché so ciò che è cattivo: la tradizione, il condizionamento, ciò che le persone hanno detto, scritto, e quel male, quel cattivo, ciò che è cattivo, combatte ciò che è bene. E il bene combatte ciò che è male - giusto? Quindi chiedo ciò che è buono nasce da ciò che è cattivo? Capite la mia domanda? È una domanda semplice. Se la bontà è nata da ciò che è cattivo, non è buono - giusto? - Quindi sono correlati. Di conseguenza non è bene. State seguendo? Sono due cose totalmente diverse, l'una non può diventare l'altra, se può diventare l'altra, è già riconosciuta dall'altra - capite tutto questo? - quindi non è bene. La bontà è qualcosa di totalmente separato da ciò che è cattivo - giusto? Ma noi li abbiamo mischiati insieme e diciamo che dobbiamo combattere - ognuno va combattuto. Dovete resistere, combattere, scacciare il male, il cattivo per essere buoni - capite? Quindi la bontà è sempre in termini di cattivo. E noi stiamo dicendo qualcosa di completamente diverso. La bontà non ha alcuna relazione con ciò che è cattivo. Perché esista la bontà il male deve cessare. Tutto qui. Nessuna battaglia tra i due. Questa è semplicemente logica, razionalità.
1:12:51 Ora, per avvicinarci al punto: dentro di noi ci sono questi due elementi opposti, questa dualità. Dualità del volere, aspirare - Non mi piace... scusate, aspirazione è una parola sbagliata. L'aspirazione è qualcosa di romantico e idealistico e piuttosto stupido. Perdonatemi se uso questa parola. Aspiriamo tutti a qualcosa. Aspiriamo a diventare capi di una buona azienda. E aspirate anche a Dio. È la stessa cosa. Capite? Dio è un'altra forma di buona azienda! Non voglio essere blasfemo ma è tutto così ovvio. Dunque la bontà non può esistere dove c'è la cattiveria. Dal male non è possibile passare al bene. Non è un movimento da questo a quello. Non è un processo di tempo: da ciò che è cattivo raggiungere ciò che è buono - giusto?
1:14:32 Ora, qui sorge la domanda: cos'è il male? Capite? Saprò cos'è bene solo quando ciò che è male non c'è. Mettiamo da parte il bene, non diciamo, "Dimmi in segreto che cos'è, o dimmelo apertamente. Allora lo seguirò". Ma bisogna capire ciò che è male. È male essere nazionalisti? Forza, signori, rispondete. Diciamo che sono francese, o inglese, o induista, o sikh, o mussulmano - capite? È male questo?
1:15:36 D: Potrebbe non esserlo per alcuni, ma per noi sì.
1:15:39 K: Certo, per altre persone, stiamo includendo tutti noi, signore, non sto dicendo che per me è male e per voi non lo è. Questo è piuttosto... Ci stiamo domandando cos'è male non secondo me, o secondo qualcun altro. Finché c'è divisione - giusto? - divisione razziale, di classe, religiosa - giusto? Politica, economica, e così via, - divisioni, quelle divisioni creano conflitto, e infine guerra, ammazzarsi l'un l'altro. Capite? Non è male questo? No?

D: Sì, sì.
1:16:35 K: Oh, bene, ne sono felice. Eppure le religioni lo hanno sostenuto, voi lo sostenete - capite? Ma... - sapete, tutta la faccenda. Possiamo essere innanzitutto liberi da questo? Non appartenere a nessun paese, a nessun gruppo, a nessun guru, a nessuna organizzazione religiosa perché sono tutti divisivi. Questo ci porta a un'altra questione: autorità. Autorità politica, autorità religiosa, autorità totalitaria - capite? L'autorità è male? Non l'autorità nelle mani del saggio che è bene. Capite? L'abbiamo detto: l'autorità del saggio è la salvezza del pazzo!
1:18:06 Quindi, l'autorità del poliziotto, l'autorità della legge. Dovete pagare le tasse - non per me, ma dovete pagare le tasse. Se non le pagate, sarete puniti in un modo o nell'altro. Quindi c'è l'autorità all'esterno - giusto? L'autorità di tenere la sinistra in strada, l'autorità di tenere la destra in Francia e in Europa. E ci deve essere autorità a scuola, all'università, altrimenti non si può... - capite? Ma stiamo parlando di autorità, del senso di autorità, del potere dell'autorità, di massacrare le persone. Quindi l'autorità, l'autorità spirituale nel più profondo senso della parola è cattiva, è male.
1:19:32 Quindi la questione è: il male. Il male, abbiamo detto, è ogni tipo di divisione. Non fraintendete. La divisione religiosa - giusto? La divisione che dice: "Siamo chiusi, non potete entrare qui" - psicologicamente. Ma la porta è aperta se volete entrare. Capite? Non è chiusa. Affrontiamo tutto questo. Si riduce tutto a ogni forma di divisione psicologica, individualistica: l'arabo, l'ebreo, il mussulmano, e così via. Ogni divisione psicologica, organizzativa in quel senso della parola. È male. Giusto? E si può essere liberi da tutto questo? E non dire solo, "Si, concordo, capisco il suo punto, ma va bene, continueremo comunque a farci guerra. È bello. Siamo persone violente, questo è parte dell'espressione della violenza, l'espressione estrema della violenza: uccidere un milione di persone con un'esplosione". O cessiamo tutto questo dentro di noi? Prima dentro di noi, non dal punto di vista organizzativo. Conoscete quella storia inventata da chi vi parla? Ci sono due uomini che stanno camminando - la conoscete, qualcuno di voi l'ha già sentita? Se sì, perdonatemi. Non annoiatevi. Due uomini camminano lungo una strada parlando di varie cose della vita. E uno di loro vede qualcosa per terra, la raccoglie. Mentre la guarda, la sua espressione cambia, qualcosa di straordinario è accaduto dentro di lui. E se la mette in tasca con molta cura, nella sua tasca interna. E il suo amico gli chiede: "Cos'hai raccolto? Perché sei diventato così straordinariamente... il tuo viso è cambiato". L'altro risponde: "Ho raccolto la verità". E il suo amico esclama: "Perbacco, davvero? Lo posso vedere dalla tua espressione. Cosa possiamo fare a riguardo?" E l'amico risponde,: "Andiamo ad organizzarla!" Questa è una vecchia storia che chi vi parla ha inventato 40 o 50 anni fa.
1:22:52 Perciò possiamo, ognuno di noi, non unirci a un'organizzazione che ci aiuterà a essere liberi dalla guerra? È un'altra forma di organizzazione. Seguite? Noi non cominciamo da noi stessi prima di tutto. Possiamo, ognuno di noi, cessare questa divisione dentro di noi? Allora potete usare l'organizzazione - capite? Ma se usate l'organizzazione per cambiare dentro, non ci riuscirete mai.
1:23:32 Possiamo, ognuno di noi, lasciare ogni cosa che ci divide dall'altro? Certo, dovete avere la vostra casa, il vostro giardino, il vostro...- seguite? non psicologicamente, internamente, soggettivamente. Allora non dovete cercare il bene. Allora il bene prospera. Allora la bontà fiorisce. La bellezza di questo è infinita. Non può mai essere distrutta da nulla.
1:24:22 D: Signore, nel regno animale...
1:24:25 K: Scusate, devo fermarmi adesso.
1:24:29 D: Nel regno animale la tigre mangia la capra. La capra non guarda alla tigre come al male?
1:24:39 K: Certo che no. La tigre uccide il bellissimo cervo. E anche la tigre è molto bella. Siete mai stati molto vicini a una tigre, qualcuno di voi? No, certo che no. Le avete viste allo zoo. Io sono stato molto vicino, a circa tre metri. Non importa. Non vi sto invitando ad incontrarle. La tigre mangia il cervo. Le cose grandi mangiano quelle piccole. E quelle ancora più grandi mangiano quelle grandi - seguite? Ê male questo? La tigre che uccide il cervo? Certamente no. Seguite? È la natura. Perché diciamo che la tigre è crudele? Il gatto che gioca con il topo - capite? Non lo sapete? È piuttosto brutto - sapete. La nostra intera civiltà è così mostruosa - giusto? Quindi dobbiamo iniziare da noi stessi, non le tigri, gli elefanti e i topi, e i serpenti. Temo che lo facciamo tutti. Vogliamo scappare da noi stessi. E noi stessi è la cosa più importante. Penetrare questa guaina, quest'apparenza esterna, questo show, questa cosa esterna andare dentro in profondità, quel viaggio è senza fine, ha un'incredibile bellezza.
1:26:50 Ci fermiamo ora. Approfondiremo un'altra volta.