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BR84T4 - The nature, depth and beauty of death



0:05 L'anno prossimo avremo bisogno di un tendone più grande!
1:32 Speriamo che abbiate avuto una settimana piacevole: istruttiva, di apprendimento, e che abbiate esplorato dentro di voi l'immensa profondità e vastità della vita. Questa mattina ci porremo varie domande fondamentali. Forse alcuni di voi non si sono mai posti queste domande, e potranno sembrare piuttosto stravaganti o che non abbiano niente a che fare con la nostra vita quotidiana o che siano soltanto teoriche. Chi vi parla non si perde assolutamente in teorie, ideologie, in nessun senso di... non è interessato a credi, dogmi e cose simili.
3:03 Prima di tutto, cosa significa essere onesti? Veramente, profondamente onesti. Siamo onesti verso alcuni... - questo è conformismo, che chiamiamo onestà - verso alcune false credenze, fedi o ideologie. Ma l'onestà sembra manifestarsi quando c'è completa integrità. Questa integrità non è mediocrità. Mediocrità - il significato di questa parola, secondo il vocabolario, indica colui che sale a metà collina e non arriva mai in cima. Forse raggiungiamo la cima della collina nella scienza, in tutto il mondo tecnologico, ma non arriviamo mai fino alla cima, la cima della nostra indagine, della nostra comprensione, per comprendere da soli la profondità e la bellezza delle nostre vite. Dove c'è integrità, cioè, una interezza, un senso di... - non di completezza - ma un senso di vivere non frammentato, dal quale scaturisce una grande onestà, inflessibile, non facile da persuadere o dissuadere, ma vivendo una vita quotidiana in questo modo olistico di comportarsi - la moralità e tutto il resto. Questa mattina parleremo insieme di alcune cose di cui abbiamo già parlato, di diversi altri aspetti della vita, come il conflitto, e se il conflitto possa mai finire nelle nostre vite. E ieri mattina abbiamo parlato anche della paura, del dolore e della natura, profondità e forza dell'amore, della compassione e dell'intelligenza. Stamani dovremmo parlare insieme di cos'è la morte, cos'è l'immortalità e cos'è la continuità. Comprendendo tutto questo, bisogna scavare molto profondamente nella natura del tempo e del pensiero, come abbiamo fatto fin dall'inizio di questi discorsi.
7:05 Il tempo, abbiamo detto, è il passato, che si modifica nel presente, e il futuro è il presente che ha le sue radici nel passato, che continuando, dà luogo al futuro. Vero? Quindi il futuro è adesso. Cioè, ci siamo evoluti, secondo i biologi, gli scienziati, siamo stati su questa terra come esseri umani, evolvendo per quaranta-cinquantamila anni. In questo intervallo di tempo, durante questo periodo, abbiamo accumulato molte informazioni, conoscenze, esperienze, e dal punto di vista tecnologico siamo progrediti in modo straordinario, ma interiormente, psicologicamente, soggettivamente, siamo molto primitivi, barbari, e non siamo cambiati in modo fondamentale; siamo violenti, brutali, competitivi, terribilmente aggressivi, e via dicendo. A meno che non comprendiamo, non solo teoricamente la natura del tempo, quando e cosa è il tempo.
9:17 Il tempo è una continuità? Sono questo, sarò. Quando è il tempo? Capite? C'è il tempo nell'atto stesso del fare? C'è il tempo nell'azione stessa della vita? Piantiamo un seme nel suolo e cresce, fiorisce, produce frutti e muore, e mentre questo seme cresce, si muove, vive, non esiste il concetto di tempo. Solo noi esseri umani abbiamo il concetto del tempo. E quando stiamo facendo qualcosa completamente, olisticamente senza alcun punto di vista o comportamento frammentato, nel fare, nell'atto di fare, non c'è tempo. Non l'avete mai notato? Mentre siete seduti lì ad ascoltare, sfortunatamente o fortunatamente, colui che parla mentre state ascoltando molto attentamente come spero stiate facendo - questa attenzione non ha tempo. Vero? Il tempo interviene soltanto quando dite, 'Di cosa sta parlando? Non capisco bene'. o faccio uno sforzo tremendo per capire - allora entra in gioco il tempo. Ma quando c'è vero ascolto, un vedere molto chiaramente, allora non c'è affatto il tempo. E comprendendo questo, indagheremo insieme - chi vi parla intende insieme, tutti noi insieme - la natura, la profondità e la bellezza della morte.
12:25 Quando usiamo la parola bellezza, cosa intendiamo con questa parola? Cos'è la bellezza per voi? Perché noi diciamo che la bellezza è verità, come l'amore è verità. Cos'è la bellezza? Una bella persona, un bel quadro; una grande montagna che è inamovibile, piena di neve, vallate, ombre, e il blu profondo di una grande vallata. I grandi dipinti, le antiche sculture, quando li guardiamo diciamo che sono meravigliosi. La bellezza è qualcosa in chi guarda, nell'osservatore, in colui che vede? O la bellezza esiste quando non c'è l'osservatore? Comprendete? Ci stiamo incontrando? Ne avete avuto abbastanza? Quando è troppo è troppo? Perché nella nostra vita, nella vita quotidiana, c'è così poca bellezza. Vogliamo avere un bel corpo, un bel viso, e fate qualsiasi cosa per ottenere quella bellezza: fate esercizi, il cosiddetto yoga. Possiamo approfondire un po' questa parola?
15:01 Nell'antichità, lo yoga veniva insegnato solo a pochissimi e nel praticare yoga, altri fattori ne facevano parte - una meditazione. Nei tempi antichi, non sto parlando di cosa si considera yoga oggi. Era un atto di dedizione per scoprire cos'è la verità. qual è il modo di vivere secondo quella verità, e così via. Ma oggi lo yoga è diventato qualcosa di commerciale, e se non potete fare di meglio, vi mettete a insegnare yoga. Gli esperti fanno un sacco di soldi, - sapete, tutta la faccenda commerciale. Lo yoga è una cosa che esige una grande attenzione - nei tempi antichi - moltissima osservazione di sé, di raccoglimento in sé, e via dicendo. Non soltanto per avere un bel corpo.
16:48 Quindi, che cos'è la bellezza? Ci chiediamo. Quando confrontiamo due grandi dipinti, confrontando due pittori, oppure una poesia a un'altra, questo o quel libro, che cosa accade di fatto nel nostro cervello? Stiamo comparando, giudicando, valutando. Alcuni hanno detto che Keats è il più grande poeta che sia mai esistito, o che, se fosse vissuto più a lungo, sarebbe diventato molto più grande di Shakespeare, e così via. Quando lasciate da parte tutti i dipinti del mondo, nei musei e nelle vostre case, eccetera, e quando vedete i grandiosi monti coperti di neve, che si stagliano contro il cielo blu nella luce mattutina, c'è una certa qualità di silenzio, c'è come un senso di adorazione che toglie il respiro, e la percezione di qualcosa di inamovibile - le valli profonde, i laghi, i fiumi e le foreste - - quando vedete tutto questo, la sua grandezza scaccia la nostra piccola misera vita, forse per un minuto o per pochi secondi: quando non c'è il sé c'è la bellezza. Capite? Siamo insieme su questo? Quando guardate quelle montagne, i fiumi, e la bellezza dell'architettura, oppure leggete una poesia, qualcosa della letteratura antica, il Vecchio Testamento, o le Upanishad, e così via, osservando tutto senza il pensiero, senza che l'io interferisca con la vostra percezione, allora c'è quella qualità di bellezza immensa, che non è creata dal pensiero. E per incontrare quella bellezza bisogna indagare se il sé, 'l'io', la persona, tutte le tendenze caratteristiche e tutti i problemi, dolori, ansie e solitudine, possano essere messi da parte, non fare qualcosa di grande, ma mettere tutto da parte, poi quella grandezza diventa soltanto un giocattolo. Ma se possiamo mettere tutto da parte, la natura stessa del sé, la psiche, allora c'è una bellezza immensa che è davvero un'esistenza senza tempo. Ora passiamo a qualcos'altro.
21:34 Cioè: cos'è la morte? Indagheremo insieme cos'è la morte. E insieme parleremo anche di cos'è che continua. Continuità è un movimento del tempo - giusto? State seguendo? Quindi dobbiamo anche chiederci: c'è qualcosa di permanente, in noi, nel mondo, fuori di noi, c'è qualcosa di imperituro che non può essere distrutto, di infinitamente permanente? L'uomo si fa questa domanda dai tempi più antichi perché vede intorno a sé che tutto è in un flusso, tutto cambia, si ottiene, si perde, viene distrutto e poi rimesso insieme. E vediamo che anche noi cambiamo, non solo biologicamente ma psicologicamente - ci muoviamo un po' per volta, ci muoviamo, cambiamo, non in modo fondamentale, ma un pochino. Vedendo tutto questo, questo cambiamento continuo, di morte e rinascita, ci chiediamo: esiste qualcosa di permanente, di durevole? E che cos'è quella cosa che dura? È una continuità di ciò che siamo? Capite? Vi interessa tutto questo? Non limitatevi a dire di sì, non è divertente! Ma se siete davvero interessati perché ha a che fare con la vostra vita, la vostra vita quotidiana; e c'è qualcosa di permanente nella nostra vita quotidiana? Alla fine della cosiddetta continuità c'è sempre la morte. Si vive per 90 anni, 50 o 10 anni, e durante quegli 80 o 90 anni c'è una lunga continuità di memoria, continuità di attività, lavoro, impegno, aspirazione, nella speranza di raggiungere l'eccellenza, in qualche cosa, o interiormente, psicologicamente, per trovare qualcosa che non sia sempre mutevole. Lo vediamo - una quercia antica muore - tutto sembra giungere a una fine, muore, e osservando tutto questo ci chiediamo, come spero facciate anche voi, se esista qualche cosa di permanente, che durerà, che avrà le radici da qualche parte, che continuerà a crescere, che sarà sempre immenso, permanente. Giusto? Non vi ponete queste domande? O le pongo io per voi? Quindi ci chiediamo: cos'è la continuità? Cos'è che continua nella nostra vita quotidiana? Non è forse memoria? Una serie di associazioni e c'è continuità anche quando un pensiero tace per un momento, e ne sorge un altro. C'è un intervallo fra quei due pensieri, e in quell'intervallo osserviamo un senso di esistenza senza tempo per un attimo, ma quell'intervallo fra due pensieri è ancora pensiero, nell'assenza. Il pensiero è assente fra quei due intervalli ma sono sempre due pensieri. Esamineremo tutto questo. È troppo complicato? Forse sì.
28:44 La continuità è immortalità? Perché è una delle cose che l'uomo ricerca - l'immortalità, ciò che è oltre la morte. E i libri antichi, come le Upanishad, i Veda, la letteratura ebraica antica, e la Bibbia, Shakespeare, Keats - in un certo modo sono immortali, dureranno quando voi e io non ci saremo più, loro ci saranno - è quella l'immortalità? Il nome, e tutto ciò che é associato a quel nome - quindi, cos'è immortale? Mortalità, sappiamo cosa significa: l'uomo muore, gli esseri umani finiscono. E gli esseri umani pongono questa domanda: c'è l'immortalità? Uno stato in cui non c'è nessuna morte, non una continuità ma - perché continuità implica tempo, e dove c'è il tempo c'è la morte - dove c'è immortalità, sempre che esista, non c'è affatto morte, non c'è né fine né inizio. State riflettendo su tutto questo? Io lo farò, se vi interessa, faremo questo viaggio, altrimenti non importa. Spero che siate comodi.
31:26 Cos'è la morte, che cosa significa morire? È assolutamente certo che tutti quanti moriremo, e che cosa significa? Fin dall'infanzia fino al momento della morte si va avanti con i propri pensieri, le proprie idee o con idee nuove, pensieri, problemi, dolori, ansia, solitudine, e tutte le tribolazioni della vita, è questo che chiamiamo continuità. E il tempo è un fattore di questo processo. E quando moriamo, tutto il mondo asiatico crede, almeno una sua parte, la maggioranza, inclusa l'India, e così via, - questa continuità prosegue dopo la morte - e viene chiamata rinascita, reincarnazione. È un'idea molto confortante! Quello che si semina si raccoglie. Se non sei buono in questa vita, la pagherai nella prossima, oppure la paghi ora. Giusto? Causa ed effetto. Causa separata, come fosse separata dall'effetto. Stiamo dicendo che la causa contiene un effetto intrinseco. Non sono due cose separate. Mi chiedo se lo capite. Questa non è filosofia, non è qualche assurdità esotica. Lo si può vedere nella vita, se si fa qualcosa di brutto, questo produrrà un suo effetto, un suo dolore. Se si fa qualcosa correttamente, senza il sé, allora questo produce la sua bontà. Quindi la continuità è una forma di causa-effetto, e l'effetto diventa la causa, è una catena. E noi ci chiediamo: che cos'è la morte? Biologicamente, quando il cervello non riceve sangue a sufficienza, il respiro, eccetera, si deteriora molto rapidamente, e questo si chiama morte, morte fisica. Che viene causata da qualche malattia, dalla vecchiaia o da qualche incidente. Lo sappiamo, perché è inevitabile, ma diciamo che abbiamo raccolto molte esperienze, abbiamo lavorato tutta la vita, abbiamo cercato di fare questo e quello, e a che cosa serve tutto questo se tutto deve finire? Non vi fate queste domande? E allora dobbiamo chiederci: che cos'è finire? Finire qualcosa in cui non c'è continuità. Capite? Finire. Va bene.
36:46 Siamo attaccati. Non c'è alcun dubbio su questo. Attaccati a un'idea, a un libro, a una citazione, al nostro denaro, nostra moglie, o a qualche ideale, e via dicendo. Siamo fortemente attaccati. Non stiamo dicendo che sia giusto o sbagliato. Siamo attaccati. La morte arriva e dice, mi dispiace! Taglia quell'attaccamento, e noi vogliamo che quell'attaccamento continui, ma se non c'è, quando c'è libertà dall'attaccamento, ci sentiamo un po' persi. Quindi, abbiamo paura della morte perché potrebbe mettere fine a tutto quello che abbiamo. Seguite? Chiediamo: che cosa avete voi? A 90 anni, io me lo chiedo, e voi dovete fare lo stesso, cos'è che avete? Una casa, un conto in banca, se siete abbastanza fortunati o sfortunati, una moglie, un marito, il piacere del sesso e tutto il conflitto di una vita? Effettivamente, che cosa abbiamo nella vita? Che cosa avete voi? Se fossimo davvero onesti, abbiamo bisogno di una casa, un riparo, del cibo, dei vestiti, questo è naturale, normale, altrimenti che cosa avete? Una serie di ricordi - giusto? Un insieme di ricordi e nient'altro. In questo fascio di memorie ci sono tutte le aspirazioni, volere, non volere. la ricerca di Dio - lo sapete - o la non ricerca di Dio oppure dite: "C'è solo questo." cioè, piacere, denaro, potere. Le attività mondane della vita - è tutto quello che abbiamo. e poi arriva la morte che dice: "Non puoi portarli con te, tutto deve finire ". Devono finire tutti i tuoi ricordi, le tue esperienze, tutte le cose che ti sei sforzato di accumulare nella vita. Quando un grande scienziato, non un impiegato statale, ma uno libero, questi scienziati hanno accumulato una quantità enorme di sapere, di competenza, hanno esplorato a fondo la materia, chiedendosi che cosa sia la materia, l'energia, eccetera, anche loro muoiono, come noi, e alla fine della vita, che cosa hanno? E i tiranni, i dittatori totalitari - quello che accade in Russia, tutte le dittature nel mondo - che cosa hanno? Capite? Noi vogliamo che quello che abbiamo, cioè i ricordi, continuino - non è vero? E quando quei ricordi arrivano alla fine, che è un fatto della vita, cioè la morte, sapendo tutto questo si ha paura. Volete sapere che cosa accade dopo, volete sapere che cosa succede dopo in base alla vostra conoscenza attuale. Giusto? Capite? State seguendo? Aggiungete altra conoscenza chiedendo che cosa c'è quando si muore. Tutto quello che si vuole è più conoscenza, più certezza di conoscenza. Ma la conoscenza è limitata. Capite? Perché la conoscenza si basa sull'esperienza, che è limitata, e la conoscenza è memoria, e quindi il pensiero è limitato. E così si continua a girare in tondo. C'è una fine a tutto questo? Quella è la morte. Allora ci chiediamo: è possibile vivere con la morte, senza commettere suicidio e tutte quelle assurdità, ma vivere con qualcosa, vivere con un fatto assoluto. Il fatto assoluto è che si morità, e morire significa la fine della conoscenza, delle memorie. Allora, si può vivere con la morte senza tenere le due cose separate? Capite? State seguendo? Che cosa significa vivere con la morte? Che cosa significa non possedere nulla? Potreste avere denaro, una moglie, dei figli, ma aggrapparsi e volere che tutto continui... la morte significa che non avete nulla.
45:18 È possibile vivere una vita in questo mondo, vivere e morire insieme? Che significa vivere e morire ogni giorno. Oh, suvvia signori! Il che significa non diventare mai, mai, qualcosa, diventare qualcosa psicologicamente, la cosiddetta evoluzione psicologica. Nella quale c'è il tempo, una continuità e la memoria contenute nel cervello - naturamente! Vivere con la morte significa che ciò che è stato accumulato, raccolto psicologicamente, deve finire ogni giorno, non alla fine della giornata, ma all'inizio, nel mezzo e sempre. Capite che cosa significa? Non avere mai radici da nessuna parte, non avere mai un senso di proprietà, possesso, attaccamento, così che il cervello diventi estremamente vivo, libero, e perciò non c'è paura.
47:36 Abbiamo detto che dovremmo parlare anche di meditazione: religione, meditazione e che cos'è la creazione. Vi interessa tutto questo?
47:53 Che cos'è la religione? Cos'è la mente religiosa? Cos'è la mente? Dobbiamo distinguere. Il cervello è il magazzino di tutti i ricordi. È la sede di tutte le reazioni, le azioni, le risposte, in campo neurologico, psicologico, soggettivo, - è tutto contenuto come coscienza nel cervello. Giusto? Non importa. Vado avanti. Giocate con me, volete? Quindi il cervello è limitato, benché abbia capacità infinite, perché nel mondo tecnologico guardate che cosa fanno. Ma psicologicamente, soggettivamente, siamo molto limitati. Questo fa parte del cervello. La mente è qualcosa di completamente diverso. La mente è al di fuori del cervello. Questo richiede che si indaghi parecchio, ma forse non possiamo continuare perché il nostro tempo è limitato.
49:52 Anche l'amore non è nel cervello. È al di fuori. Se è nel cervello, è un processo del pensiero, della memoria, è ricordo, piacere, dolore, e tutto il resto, cioè, il cervello contiene tutta la coscienza. La nostra coscienza è il suo contenuto. Non c'è nessuna coscienza per come la conosciamo se non c'è questo contenuto. Giusto? Il contenuto è il nostro dolore, la solitudine, le credenze, la fede, le speranze, le aspirazioni, le ansie - tutto questo è la nostra coscienza. Ed è tutto contenuto nel cranio. Quindi l'amore non è quello, sicuramente. L'amore non è un campo di battaglia, l'amore non è una reazione, o un ricordo, e quando c'è reazione, ricordi e tutto il resto, è ancora nel cervello, e se è così, l'amore fa ancora parte del cervello, è una reazione e quindi ovviamente non è amore.
51:42 Indagheremo insieme cos'è religione. Perché l'uomo ha impiegato tanta energia, ha indagato, sofferto, digiunato, ha torturato se stesso per trovare la verità, per trovare ciò che è senza tempo? Tutte le religioni lo hanno fatto. Cioè, ogni religione dice: per trovare l'immenso, l'icommensurabile, dovete fare alcune cose: - negare la carne, controllo, disciplina, dare la vostra vita, dedicarla a questo, e solo allora lo troverete. Fanno questa semplice affermazione, in modo più complicato, ma questo dicono le religioni. Nel mondo cristiano, come nel mondo indù e quello buddista, in quello islamico, c'è una figura, un simbolo, in luoghi misteriosi con poca luce, come le cattedrali e le chiese, con tutti i rituali, e bisogna accettare, obbedire - e tutto questo si chiama religione, d'accordo? Ma è religione? Oppure la religione è qualcosa di totalmente diverso? Ora ci sono degli intermediari, i preti - fra il superiore e il cosiddetto inferiore - il prete è l'interprete, come lo psichiatra, e i preti hanno avuto una parte importante nella storia, dagli antichi egizi e prima di loro i sumeri, e così via, i preti erano persone istruite, e via dicendo. E loro hanno stabilito certe leggi e regole, e se voi siete scettici - come spero siate - dubitate, mettete in questione, non accettate nulla psicologicamente - a parte i poliziotto, e le leggi delle tasse, altrimenti mettete in questione, dubitate, non ubbidite mai psicologicamente senza rifletterci sopra, non appartenete ad alcuna setta, ad alcun guru, ad alcuna religione organizzata, come quella cristiana, o islamica, o a quella poco organizzata e disordinata come l'induismo. Se mettete tutto da parte, se potete farlo, perché siamo pesantemente condizionati da duemila anni di propaganda, una propaganda pesante ha reso il cervello programmato da tremila a cinquemila anni come in India e così via. Se potete mettere tutto questo da parte, come bisogna fare se si vuole trovare ciò che è senza nome, allora cos'è la religione? Qual è la qualità di una mente o un cervello che ha accantonato completamente tutti gli sforzi dell'uomo per trovarlo, tutti i suoi sistemi, i metodi, i suoi sistemi di meditazione, respirare correttamente, a gambe incrociate - e così via. Sono tutte cose senza senso. Calmare il cervello, respirare correttamente, tranquillamente, sedersi in silenzio in una stanza o sotto un albero - tutto questo non porterà all'immenso. Quindi, qual è la qualità di una mente, di un cervello che ha messo da parte tutto questo? Non è ostacolato, non ha alcuna schiavitù; è libero, completamente libero. La radice della parola 'libertà' contiene anche la parola amore. Libertà significa anche amore, non amore sessuale - amore.
58:24 Quindi, è possibile quando tutto il mondo grida, quando tutto il mondo è intrattenuto dalle religioni... è possibile vivere in questo mondo, ogni giorno, con una tale libertà totale da tutta la tradizione, da tutta la conoscenza, ad eccezione della conoscenza necessaria? Stiamo ponendo una domanda molto difficile, perché la conoscenza impedisce la vera percezione. E qui sorge la domanda: che cos'è la meditazione? Non come meditare. La parola 'meditazione' e tutte le implicazioni di questa parola, a parte la contemplazione dei cristiani, eccetera, la meditazione è stata portata in questo paese dai guru, che si stanno diffondendo in tutta l'America. Hanno i loro sistemi, le pratiche, le discipline, ne ricavano un mucchio di soldi, e tutti gli affari conseguenti. Ci sono le meditazioni indù, quelle tibetane, scuole di meditazione - vero? Lo Zen - ce ne sono un mucchio. Che cosa offrono? Che cos'è la meditazione? Non come meditare o quale sistema seguire. È una cosa talmente immatura, puerile. Ma se vi chiedete nel profondo che cos'è meditare, e perché si dovrebbe meditare? La parola 'meditazione' etimologicamente e in Sanscrito, significa anche misura, non soltanto riflettere, pensarci sopra, che fa parte della meditazione, ma significa anche comprendere il misurare. Misurare significa paragonare. Ora chi vi parla dice che dove c'è paragone non c'è meditazione. Capite? Oh, andiamo! Ci stiamo seguendo almeno un po'? Stiamo sempre misurando: il migliore, il di più, il meno e il più grande. L'intero movimento del misurare, che è paragone, può finire completamente? Sia psicologicamente sia esternamente, - questo fa parte della meditazione. Quando indagate che cos'è la meditazione, significa non solo pensare, ponderare, osservare, ma anche la fine totale di ogni paragone - basso, alto, ampio, vasto, bello, non bello - tutti questi sono uno schema del sé. Dove c'è misurazione c'è il sé, va bene? Allora, è possibile vivere una vita senza alcuna forma di paragone? Poi vedrete da voi la qualità straordinaria del cervello. Allora il cervello ha il suo movimento; e oltre a quel movimento ha un'altra qualità, è straordinariamente stabile, fermo, non significa che non cede, ma cede in fermezza, in forza. Meditazione significa anche libertà dalla rete delle parole e del pensiero. Giusto? Quindi il cervello non è impigliato nelle parole, in modelli, sistemi, e misurazioni. Allora c'è assoluto silenzio. E quel silenzio è necessario. Il silenzio ha il proprio suono. Avete mai ascoltato un albero? Non è una domanda folle. Avete mai ascoltato un albero, un albero antico quando il vento e la brezza finiscono e l'albero è completamente silenzioso, non si muove una foglia, e allora voi ascoltate il suono dell'albero. Uno scienziato ci ha posto questa domanda. Lui lo ha accettato, quindi è meglio che lo accettiate anche voi, perché vi piacciono gli scienziati, le persone che accumulano conoscenza. Ma bisogna scoprire il suono nel silenzio e dove c'è questo silenzio totale, assoluto, non relativo. Il silenzio relativo può essere prodotto dal pensiero, dalla volontà, volendo essere silenziosi. Ma questo non è affatto silenzio. C'è silenzio soltanto quando c'è libertà da tutte le cose che l'uomo ha accumulato. In quel silenzio c'è un enorme senso di vastità, di immensità, e non ponete più alcuna domanda. C'è.
1:06:47 Poi dovreste anche chiedere: cos'è la creazione? Se dite che Dio ha creato il mondo, allora finisce lì. È una delle dichiarazioni più comode in molti libri. Ma non è una risposta. Ma se ci si domanda: 'Cos'è la creazione?' Come si è formato tutto questo: la tigre, il cervo, il meraviglioso albero, e le montagne maestose, e i grandi fiumi della Terra, con la sua enorme popolazione, come avviene tutto ciò? Dobbiamo distinguere fra creazione e invenzione. Creazione è totalmente diversa da invenzione. L'invenzione è ancora nel campo della conoscenza. L'uomo che ha inventato il jet, è passato da una conoscenza all'altra. Ha inventato. Tutte le invenzioni nel mondo tecnologico si basano sulla conoscenza. Forse in un secondo di assenza di pensiero, qualcosa arriva, ma è sempre nell'area della conoscenza. La creazione non è invenzione. C'è creazione soltanto quando la conoscenza finisce. Capite? E questa creazione è, se possiamo usare questa parola, 'niente'. Niente significa 'nessuna cosa'. Una cosa, in latino, è pensiero. Quando non c'è - quando c'è assoluto silenzio del pensiero, allora c'è una dimensione totalmente diversa.
1:10:02 Possiamo alzarci?