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LO82T2 - L'ordine nella consapevolezza
Secondo discorso pubblico
Londra, Regno Unito
6 giugno 1982



0:22 Possiamo continuare con ciò di cui stavamo parlando ieri? Ci siamo soffermati un po' sulla questione della paura. Se sia del tutto possibile essere totalmente, completamente liberi dalla paura. Abbiamo evidenziato la natura e la struttura della paura, e le cause che contribuiscono a generarla. Ci siamo detti che la paura non può essere soppressa modificata, sfuggita. Va osservato, e compreso che chi osserva è l'osservato, perciò l'osservatore non è separato dalla paura. L'osservatore, che è il passato, con tutta la conoscenza che ha accumulato, separa se stesso, in questo modo sopprime la paura, la sfugge, cerca di trascenderla, di andare oltre. Tutto ciò implica un conflitto. Come esseri umani abbiamo vissuto in conflitto per migliaia di anni, perciò dovremmo considerare insieme se sia possibile eliminare completamente la paura, il conflitto. Ciò è possibile solo quando l'osservatore realizza che non è separato da ciò che sta osservando, a livello psicologico. Allora la separazione tra osservatore e osservato scompare completamente. Non è solo un'idea, un'astuta attività del pensiero. L'osservazione non ha nulla a che fare con il pensiero. Osservare tutto il movimento della paura, la sua complessità, senza alcuna motivazione, senza cercare di andare oltre. ma semplicemente osservarla. É molto importante, mi pare, che si impari - se posso usare questa parola, imparare qui non è una questione di tempo - ad osservare senza tutti i ricordi accumulati del passato. Questo richiede una grande consapevolezza essere consapevoli di tutte le cause che contribuiscono alla paura e delle sue conseguenze. Osservarla mentre cresce, mentre si muove. E quando non c'è conflitto, che accade quando l'osservatore realizza che sta osservando se stesso, che l'osservatore è l'osservato, allora tutta l'energia, che (si è dissipata)// si dissipava nel conflitto, nel cercare di superarlo, di andare oltre, di sopprimerlo, scompare completamente. Pertanto quando c'è l'osservatore, che è anche l'osservato, c'è l'energia che non viene dissipata, bensì dissolve la paura completamente. Questo è ciò di cui stavamo parlando ieri.
5:13 Uno ascolta molte idee e trae una conclusione, un'astrazione di ciò che ha ascoltato, quell'astrazione diventa un principio, un ideale, una cosa da ottenere. Mentre se uno ascolta senza che l'astrazione abbia la meglio, ascolta solo il movimento psicologico della paura, senza farne un'idea, solo osservandolo come si osserva una montagna meravigliosa - non può farci nulla, è lì. Analogamente si osserva l'intera natura della paura. Ed in questo modo non vi è dissipazione di energia. E quindi, la totalità di quell'energia spazza via completamente la paura.
6:43 O dopo aver ascoltato questo, creiamo un'astrazione come fosse un'idea, e la perseguiamo, o senza astrazione osserviamo le nostre paure,// oppure osserviamo le nostre paure senza astrazioni, in quanto la maggior parte di noi ha ogni tipo di paura. Possiamo non avere paure al momento seduti in questa sala piuttosto calda ma c'è comunque la paura, nascosta, ovvia.//nascosta o palese. Dove c'è paura, c'è ogni tipo di attività nevrotica. Siamo consapevoli dell'origine della paura, tanto delle paure consce quanto di quelle nascoste nei recessi profondi della nostra psiche? O ascoltiamo solo queste parole totalmente scollegate (dalla paura che di fatto abbiamo?)//dalla reale paura che abbiamo? Oppure voi ascoltate attentamente, scoprendo da soli se questo sia falso o vero? É la negazione stessa del falso, in cui una gran quantità di energia è sprecata, che fa sì che si accumuli l'energia che serve a dissipare la paura.
8:37 Abbiamo anche detto ieri che avremmo parlato del piacere: del piacere in varie forme, del piacere di possedere, di diventare qualcosa, piacere in tutte le risposte sensoriali. Ma per comprendere la natura del piacere bisogna comprendere la natura di ciò che è l'amore. In quanto se uno ama, sempre che ciò sia possibile, il piacere assume un significato diverso. Potrebbe non essere affatto necessario. Dovremmo anche noi, insieme, come detto ieri, conversando tra di noi, addentrarci in questo problema complesso di ciò che è l'amore. Vi prego, questo non è un sermone.
10:14 Abbiamo sciupato questa parola. La usiamo in così tanti modi: amore di scalare una montagna, amore sessuale, amore della conquista, del potere, della posizione, dello status, amore per qualcosa che ci procura piacere personale, e così via. Qual è la differenza fra il pensiero che ha creato il piacere dell'amore e l'amore stesso? Qual è la natura dell'amore che non è desiderio - di cui abbiamo parlato brevemente ieri - che non è desiderio, che non è un ricordo degli eventi del passato. Allora ci chiediamo: l'amore è desiderio? L'amore è piacere? Che è il ricordo di qualche evento felice, a livello sensoriale o psicologico. É il ricordo di eventi del passato, il piacere che ne deriva, e la coltivazione del desiderio, è amore tutto questo?
12:43 Come si fa a scoprirlo? Durante la nostra conversazione ci è sembrato che senza questa qualità, che uno chiama amore, ed//e il suo profumo, la sua realtà, non la mera descrizione verbale, la realtà dello stato mentale, uno deve capire profondamente che il desiderio, il piacere e il ricordo quando si tratta di amore, non hanno posto. É davvero possibile?
13:51 Indagando insieme questo argomento si dovrebbe//si deve anche affrontare la questione che il cervello registra ogni accadimento. Come un computer, è una macchina che registra, è meccanico. Ed essendo meccanico, è sempre ripetitivo. Il nostro condizionamento è ripetere ciò che procura piacere, che sia esso sessuale o di qualsiasi altra forma. Può il cervello registrare solo ciò che è necessario e non registrare qualsiasi altra forma di evento psicologico? Per favore, è una domanda molto seria, in quanto tutto il nostro condizionamento, il contenuto della nostra coscienza, è un processo meccanico del cervello che registra. Di conseguenza (la vita di ognuno)//la nostra vita diventa meccanica. In quel campo meccanico, uno può inventare, tuttavia è ancora creato dalla conoscenza e la conoscenza è sempre incompleta, rispetto a tutto. Quindi il pensiero nasce dalla conoscenza, e perciò è sempre incompleto. La conoscenza vive sempre nell'ombra dell'ignoranza. Noi funzioniamo sempre all'interno del campo della conoscenza, che è il nostro condizionamento.
16:27 Vi prego, se posso sottolinearlo, ed esito sempre a farlo, vi prego non ascoltate tutto solo come fossero parole, idee, ma indagate insieme a chi vi parla la natura di una mente meccanica, ripetitiva, senza accettarla o negarla, cercando di osservarla da vicino. Osservare la qualità del proprio cervello, com'è terribilmente condizionato, come inglesi, come francesi e così via, condizionato da concetti religiosi, dal clima, etc, dalla tradizione. xxx (rivisto fin qui con Ileana 4 agosto) Quando uno// si indaga su di un argomento così profondo come l'amore, dovrebbe essere portato a farlo senza condizionamento.// è necessario farlo senza il nostro condizionamento. Possiamo portare ordine nella consapevolezza confusa e caotica? Ci può essere ordine nel disordine: nel nostro modo di vivere, nella nostra società, nella nostra cultura, nel linguaggio che usiamo, nelle reazioni, così contradditorie, e osservare la nostra consapevolezza//coscienza (e ciò di cui è fatta?)//con il suo contenuto? Perché quando la osserviamo, c'è una profonda contraddizione dentro: vuole la pace, vivere una vita felice e creativa, e allo stesso tempo fa esattamente il contrario. La nostra consapevolezza//coscienza è sempre in conflitto, e piuttosto caotica.
19:22 E'// É possibile raggiungere un ordine? L'ordine è virtù suprema. L'ordine è totalmente estraneo al disordine. Avere un cervello, una consapevolezza//coscienza disordinati, cercando l'ordine in quel disordine è ancora disordine. Giusto? Ci siamo tutti sino a qui, (lo) spero. Se sono confuso, sregolato e caotico, e cerco di trovare ordine in questa confusione, quell'ordine è ancora disordine. L'ordine esiste solo quando cessa completamente il disordine. E'//É così, il disordine che si esprime nel conflitto, in contraddizione, dice una cosa e ne fa un'altra,// dire una cosa e farne un'altra, pensa una cosa e agisce totalmente il contrario.// pensare una cosa e fare tutto il contrario. Siamo così -//se si può dire senza irritare//- siamo così ipocriti. E da questo disordine, proviamo a trovare ordine. Può il disordine cessare, perché quando c'è la cessazione totale del disordine, c'è l'ordine supremo. Quindi c'è da indagare cosa sia il disordine, come si manifesta.
21:48 Spero che questo interessi tutti. Visto che siete qui, probabilmente vi interessa almeno un pò//po', non troppo in profondità, forse è una mattina così bella che vorreste andare a giocare a golf. Ma visto che siete qui, seduti in un posto caldo e scomodo, vi prego di considerare seriamente tutto ciò che vi sta dicendo chi parla, non liquidatelo. In quanto//Perché il mondo è nel completo disordine, il mondo si trova in uno stato di follia: parlando di pace e ammazzandosi l'un l'altro,//parlano di pace e si ammazzano l'un l'altro, parlando di pace e vendendo armamenti.//parlano di pace e vendono armamenti. Questo sta succedendo, e ne abbiamo parlato brevemente ieri. E'/É un argomento molto serio, non è uno spettacolo, e le nostre menti sono abituate all'intrattenimento. Perciò dedicategli la massima attenzione, se volete.
23:35 Cos'è il disordine? In quanto//Perché dove c'è disordine, non può esserci amore, dove c'è paura, non c'è amore, dove c'è la sola ricerca di un piacere continuo, l'amore non può esistere. Quindi uno si deve chiedere -//se siete seri e molto, molto onesti//- qual'è//qual è la natura del disordine, e perché viviamo in un tale disordine.
24:30 Non è una contraddizione il disordine? Non è forse disordine, che si esprime nel conflitto, a livello psicologico, internamente ed esternamente? Non è disordine perseguire un ideale, quando uno si confronta con la realtà? Non c'è forse disordine quando il futuro è più seducente del presente? -//e così via. Essenzialmente, quindi, il disordine è una contraddizione. Ossia, come abbiamo approfondito ieri, gli esseri umani sono violenti, questo è un fatto, una realtà. Alla minima sfida o danno, o orgoglio ferito, siamo disposti a uccidere qualcuno. Abbiamo avuto due guerre terribili e ancora facciamo guerre, e ancora parliamo di pace, questa è una contraddizione, un'assoluta disonestà. E dove c'è conflitto nella relazione con l'altro: uomo, donna, con il vicino, anche un vicino lontano migliaia di chilometri, dove c'è conflitto nella nostra relazione, ci deve essere disordine. Per percepirlo all'istante, senza razionalizzarlo, discuterlo, (senza abilità,)// in modo astuto, ma vedendo la verità stessa, immediatamente, che c'è solo un fatto, ovvero, che siamo violenti, non cercate//senza cercare di diventare non-violenti. Quando provate a diventare non-violenti siete violenti. Mentre, se affrontiamo il fatto che siamo violenti, ereditato attraverso vari secoli, ereditato dall'animale, etc, etc.
27:57 Sapete, vedere il falso, vedere le nostre illusioni, e allontanarsene, allora ciò che resta, è la verità. Ma abbiamo tante illusioni, e questi sono fattori che contribuiscono al nostro disordine. Essere consapevoli di tutto il movimento del disordine, senza dirsi devo dissolverlo per avere ordine, ma solo osservandolo da vicino, con tutta la vostra energia, allora quello stato di disordine (dentro ognuno)//interiore sparisce completamente. (Questo è)//É come fare ordine nella propria casa. Allora c'è ordine e nessuna contraddizione. Siete seri, esatto. Non ci sono doppi sensi.// Non c'è nessuna ambiguità. Il che significa che dobbiamo essere (il nostro faro),//una luce per noi stessi, non seguire nessuno. Nella dimensione dello spirito non c'è autorità, nessun intermediario fra voi e quella realtà, quella verità. Invece ci siamo concessi intermediari, capi e così via. Se comprendiamo la natura di questo disordine, da ciò verrà naturalmente, facilmente, dolcemente, ordine, che è la più alta forma di virtù, nella nostra azione, nel pensiero, etc.
30:35 Come abbiamo detto, quando c'è disordine dentro di noi e contraddizione, l'amore non è possibile. Posso dire a mia moglie -//se ho una moglie o una fidanzata//- ti amo. Ma è solo un'espressione piacevole. L'amore richiede moltissima ricerca. Non si può amare qualcuno se si appartiene a qualche gruppo, nazionalità, movimento religioso. Ci deve essere libertà totale, per amare. La parola stessa libertà è l'espressione dell'amore. Il significato della parola amore: libertà. Senza amore non c'è compassione, servizi sociali, fare del bene, essere gentili, carini, generosi non ha nulla a che fare con la compassione, questa è solo un'espressione naturale di simpatia. La compassione richiede molta intelligenza. L'intelligenza di pensiero, che è furbizia, non è intelligenza. Quell'intelligenza suprema, esiste solo laddove c'è compassione, amore e ordine.
32:42 Possiamo passare al prossimo argomento. Non ci può essere amore se c'è gelosia, odio. Un(')antagonismo senza senso. Se ami davvero come puoi uccidere un altro, che sia per la patria, per un interesse, in nome di Dio, o altro, come puoi uccidere se ami? Per favore, questo è davvero molto serio, va considerato perché viviamo in un mondo che è molto pericoloso, che lo è diventato, totalmente insicuro, senza questo tipo d'intelligenza nata dalla compassione e dall'amore, non possiamo realizzare un ordine sociale completamente diverso.
34:04 Dovremmo discutere anche se il dolore possa finire, e quale sia la relazione tra l'amore e il dolore. Ci può essere amore dove c'è sofferenza, sia interiormente che esteriormente? Dovremmo parlare insieme se sia possibile far cessare il dolore, questo fardello umano incredibile che l'uomo ha portato per millenni e millenni. Non esiste solo il dolore personale, ma anche quello del mondo. Coloro che sono cresciuti senza vestiti, cibo, con un solo pasto al giorno, vivendo nel degrado, nella povertà, in mezzo a guerre terribili. Quante persone hanno versato lacrime. Sembra che non abbiamo imparato da tutto questo, continuiamo a vivere come primitivi, barbari che si ammazzano tra di loro. Per questo dobbiamo considerare quale sia la relazione tra amore e dolore. Se viene a mancare un fratello, moglie, figli, e vi è attaccamento, l'attaccamento è amore? Dove c'è attaccamento c'è sofferenza. L'attaccamento alimenta paura, ansia, sofferenza, pena, un senso di perdita totale - e alimenta dolore. E'/É possibile amare un altro senza un totale attaccamento, senza alcun tipo di attaccamento?
37:29 Se non affrontiamo la questione nel nostro profondo, parlare d'amore ha davvero poco senso. Forse qualcuno ha ascoltato chi vi parla negli ultimi 60 anni e oltre, e tuttavia siamo ancora intrappolati in vecchie tradizioni e abitudini di attaccamento, tentando di liberarcene, cercando di lottare per essere distaccati. Il distacco porta cinismo, crudeltà, invece quando uno comprende la natura dell'attaccamento va in profondità e vede le conseguenze allora vede ciò che è falso, e perciò il falso si dilegua. Non abbiamo tempo per approfondire oltre, in quanto abbiamo ancora altro di cui parlare insieme, se non siete troppo stanchi.
38:48 Parleremo insieme di un problema molto complesso, di cosa sia la morte. Perché nel mondo gli esseri umani - di qualsiasi colore, nazionalità, razza, religione - sono così spaventati dalla morte, così terrorizzati. O voi trattate la vita come una bella e felice esperienza, e poi morite, e dite, ho avuto una vita piacevole. Ma coloro che sono seri nella ricerca del significato della morte devono indagare non solo la paura, e lo abbiamo fatto, ma anche chiedersi cosa sia la morte - la fine. Cos'è la fine? Perché si è così terrorizzati se una cosa finisce? Potrei perdere mio fratello, è morto, o sta morendo. Sono attaccato a lui, mi piace, la sua compagnia e tutto il resto, o mia moglie o mia sorella o la mia fidanzata. Sono spaventato all'idea di perdere, spaventato di essere completamente solo, d'invecchiare senza una compagnia. O essendo giovane lo stesso schema si ripete, se uno ci pensa e ci guarda ad ogni costo.// se ci pensiamo, se lo guardiamo davvero.
41:09 Cos'è la morte, qual'è//qual è il suo significato, significa la fine, la fine del tutto: la fine di ciò che possediamo, di tutti i nostri ricordi, la fine dei nostri attaccamenti, delle nostre abitudini piacevoli e non. Dobbiamo quindi ricercare non cosa sia la morte, ma piuttosto cosa sia la fine di ciò che conosciamo. Le nostre menti, il nostro cervello, ha sempre funzionato dentro a ciò che conosce. Sfidandolo,// E quando viene sfidato, ponendo fine a ciò che è conosciuto, che poi è la morte, è terrorizzato, spaventato, avvizzito.
42:36 É dunque possibile morire mentre si è in vita, non parlo del suicidio, parlo della fine. Ad esempio, la fine dell'attaccamento, al lavoro, al nome, alla famiglia, a un'idea, credenze, dottrine, al proprio Dio, se uno lo ha. La negazione totale - che è l'essenza della morte - di ciò che è conosciuto. Questa è la morte. Quindi mentre viviamo con tutta l'energia, la chiarezza, la fine del conosciuto è la morte, possiamo perciò vivere tutto il tempo con la morte? Mi chiedo se capite ciò di cu i parlo.
44:01 Sto vivendo, c'è molta vitalità, energia, chiarezza, spinta, ma sono attaccato a qualcosa. Sono attaccato alla mia reputazione, qui seduto mentre vi parlo. Sono attaccato a ciò, - non lo sono, ma supponiamo lo sia. (Per liberarmi da)//Finire questo attaccamento di rivolgermi a un vasto pubblico in giro per il mondo completamente, totalmente, senza sforzo, per cessare questo senso di dipendenza, perché questa è morte. Vivendo,//Mentre si vive, si vive costantemente cessando questo accumulo,// vivere smettendo di accumulare continuamente, cessando costantemente di tenere ogni traccia//registrare tutto. Richiede grande attenzione, consapevolezza, energia. Quando ve ne accorgete, allora diventa come un fiume in piena che scorre.
45:33 Non so che ore siano.
45:43 Dovremmo anche discutere insieme, se non siete troppo stanchi, rispetto alla religione, alla meditazione, e se vi sia qualcosa di sacro. Chi vi parla ha messo la meditazione e la religione alla fine di questo discorso, perché se ne parla all'inizio, una mente confusa, sregolata, non può riflettere - non avrebbe senso. Può praticare qualsivoglia stupida teoria. Vi prego non offendetevi per ciò che chi parla vi sta dicendo.
46:51 Quindi, dovremmo considerare cosa sia una mente religiosa. Le religioni in tutto il mondo hanno giocato un ruolo fondamentale nella vita di ognuno, seriamente o superficialmente. Diventando intrattenimento. Tutte le parole e i simboli le processioni tutte quelle cose che (vanno avanti)//accadono//continuano in nome della religione sono messe insieme//costruite dal pensiero. E il pensiero - come abbiamo visto l'altro giorno, ieri e in precedenza - non è affatto sacro, è semplicemente un processo materiale nato dalla conoscenza, dalla memoria, conservata nel cervello. Innanzitutto, per capire cosa sia una mente religiosa, uno deve essere libero da ogni dogma religioso, che sia induista, buddista, cristiano, mussulmano, o qualsiasi altra cosa sia, totalmente, completamente libero da tutto questo. Perché questo è parte del condizionamento. Siamo stati programmati come cristiani per 2000 anni, 3 o 5000 anni come induisti, buddisti etc. In quanto per scoprire da soli, cosa sia una mente religiosa, ci deve essere completa libertà da ogni ortodossia, tradizione, e da tutti gli svaghi che //avvengono in nome della religione. (vanno avanti.) Perché in quei concetti, in quelle idee, in quei simboli, in quei salvatori, abbiamo trovato sicurezza per una vita complessa, confusa, miserabile. Questa è la nostra via di fuga. Ma avendo messo ordine nelle nostre vite qui adesso, allora non c'è paura, e la mente che non ha alcuna ombra di paura a livello psicologico, ha la qualità della mente religiosa. E le credenze, che siano cristiane, buddiste, induiste o mussulmane, perché dobbiamo avere credenze? Credere in Dio - Dio è un'invenzione del pensiero, in quanto Dio è la sicurezza assoluta. In nome di Dio abbiamo fatto cose orribili, bruciato e torturato persone. Perciò uno deve essere libero totalmente da ogni credenza, fede, dogma.
51:23 Come mai quando si parla di religione, siamo così ingenui? Sembra che non utilizziamo (il nostro senso comune, la ragione, la sanità.) la nostra ragione, sanità mentale, buonsenso. Accettiamo tutto. Lo scetticismo e il dubbio sono negati nel mondo cristiano. Nel sistema religioso induista e buddista, il dubbio è incoraggiato, è parte della virtù. La mente così può capire cos'è la religione nel senso, di capirlo// di scoprire o di arrivare a ciò che è sacro - se esiste qualcosa di sacro. Perché la cultura tecnologica non può portare a una cultura globale, una religione, questo è impossibile - una interrelazione globale di essere umani, che è l'obiettivo di tutte le politiche.
53:25 E per arrivare a questo: se ci sia qualcosa di sacro che il pensiero non ha inventato, la meditazione è necessaria. L'India, purtroppo di recente, ha portato questa parola nel mondo occidentale. Il mondo cristiano ha il suo proprio ordine contemplativo, uno stato mentale contemplativo. Ma i guru e anche altri hanno portato l'idea della meditazione. E queste persone hanno inventato o portato la loro vecchia tradizione dal Tibet, dallo Zen in Giappone, da Burma, dall'India, il guaio è iniziato in India: la meditazione significa che devi praticare qualcosa, praticare un metodo, praticare il silenzio, praticare la consapevolezza, praticare il momento, che è il presente etc, etc. - praticare.
55:17 Quando pratichi, diventi ripetitivo. Se suoni il piano, e stai facendo pratica, puoi suonare la nota sbagliata. Ma pensi che ti serva praticare giorno dopo giorno, prendere i voti, diventare monaco, sapete tutto il business che c'è.// conoscete l'intera faccenda - ma non abbiamo tempo di parlarne ora. Quindi pratichiamo. Più pratichi più il cervello s'impigrisce, ovviamente. Mentre pratichi una delle varie tecniche di meditazione, il tuo cervello diventa sempre più meccanico, e non è mai libero. E per capire//scoprire o arrivare a ciò che è senza nome, eterno, sacro, ci deve essere completa libertà non generata dal desiderio, dal pensiero, ma dal cessare ciò che non è libero come l'attaccamento, come la ricerca del piacere, l'auto-realizzazione, attività egocentriche, etc. Questo richiede moltissima indagine, moltissima energia, percezione, non solo conoscere se stessi - conoscere se stessi non attraverso l'analisi, ma conoscere se stessi attraverso l'osservazione delle proprie reazioni nella nostra relazione con l'altro. Quelle reazioni rivelano chi siamo. E quando ciò si rivela, quella rivelazione diventa conoscenza e di conseguenza accumuliamo sempre più conoscenza di noi stessi. Quella conoscenza diventa un ostacolo alla libertà. Vi prego, non ho tempo di affrontarlo, capite velocemente questa verità.
57:55 Uno chiede,// Così ci chiediamo: c'è uno stop al tempo e al pensiero? Perché se c'è il tempo, ovvero se c'è il pensiero, - questa occupazione perpetua, in quanto la maggior parte di noi è occupata pensando a varie cose, chiacchierando - il cervello non è mai calmo ma sta sempre brancolando, cercando, ricordando, sperando. Una mente così, non è mai calma, ovvio. Percepire ciò che non è calmo - senza alcun a indicazione, senza dire stai calmo - percepirlo, osservare che non è calmo, allora diventa incredibilmente calmo senza compulsione, senza alcuna pratica, il che richiede grande sensibilità, attenzione, consapevolezza. Solo in quel silenzio assoluto della mente un silenzio che non è coltivato dal pensiero, non è un silenzio in mezzo al rumore, o fra due rumori, o fra due pensieri - questo silenzio non è così. Il silenzio richiede libertà totale da ogni forma di attività egoica, dalla ricerca del piacere, dalla paura, etc. Solo in quel completo silenzio, ci può essere ciò che è senza nome.
1:00:44 Posso alzarmi? Vi prego non applaudite. Fa solo rumore.