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NY71T1 - Essere consapevoli del nostro passato
Primo discorso pubblico
New York USA
17 aprile 1971



0:34 Krishnamurti: Non sono un po' troppo forti queste luci? Non riesco a vedervi, spero voi riusciate a vedere me.
1:01 Non so bene da dove cominciare, perché abbiamo così tanti problemi, problemi che sembrano aumentare e pare che noi esseri umani siamo incapaci di trovare alcun tipo di soluzione. Abbiamo provato così tanti metodi, sistemi, filosofie, abbiamo provato a seguire leader spirituali, leaders politici, e cerchiamo sempre di trovare una formula, una via d'uscita da questo caos e miseria totali.
2:11 Prima di tutto, vorrei sottolineare, se posso, che non stiamo proponendo alcun tipo di filosofia, a meno che per filosofia si intenda 'amore per la verità', e la verità è qualcosa che non può essere descritto, e la cosa descritta non è la cosa stessa. Questo amore per la verità non è qualcosa di lontano che si colga dopo periodi di pratica, seguendo un sistema particolare o accettando una fede, un credo, ma è piuttosto avere la capacità di osservare molto chiaramente senza alcuna distorsione. Solo allora è possibile vedere realmente ciò che è e 'ciò che è' è la verità, e andare al di là di essa.
3:45 Perciò, durante questi quattro incontri, se possibile, indagheremo la questione dell'osservare, imparare, e vedere realmente ciò che è, e se le nostre menti e cuori possano trascendere la confusione, la sofferenza e la pena che noi stessi abbiamo creato.
4:31 Molti di voi, se posso dirlo, vengono con una certa aspettativa, desiderano essere stimolati, cercano ispirazione, vogliono seguire un nuovo metodo o sistema o, poiché chi vi parla viene dall'India, avete alcune idee romantiche e sperate di trovare soluzioni sentimentali a tutti i vostri problemi. Chi vi parla non è indiano, se non per il passaporto. Non ha una filosofia, non fa nessun tipo di propaganda, non vuole che accettiate o rifiutiate, che siate o meno d'accordo. Esamineremo insieme cosa accade realmente fuori e dentro di noi. Quindi condivideremo insieme. Condividere è comunicare, e facciamo tante storie sulla comunicazione. Condividere qualsiasi problema implica che dobbiamo essere liberi di esaminare, liberi da ogni pregiudizio, dal nostro condizionamento come americani, cattolici, protestanti, induisti, politici, uomini d'affari, scienziati, e via dicendo, liberi di osservare insieme, condividere, condividere il significato e il valore di questa cosa insieme. Questo è il significato della comunicazione, condividere. Quindi, quando esaminiamo insieme, le menti, vostra e di chi vi parla, devono essere libere di guardare, non accettare o rifiutare, ma osservare molto da vicino, se possibile, l'intera questione, osservare senza alcuna distorsione.
7:26 E le nostre menti sono distorte, perché viviamo la nostra vita quotidiana in modo frammentato, siamo cattolici, uomini d'affari scienziati, antropologi, politici, sapete, separiamo sempre, fuori e dentro siamo esseri umani frammentati. Guardiamo a tutto il problema dell'esistenza attraverso un frammento, che sia intellettuale o emotivo, o lo ignoriamo accettiamo le cose come stanno e tiriamo avanti. E speriamo che in qualche modo nel tempo, con gli eventi esterni, con l'azione politica, con l'organizzazione, tutto diventerà normale, sensato e sano. Temo che non sarà così, né attraverso un'organizzazione perfetta, per quanto ben gestita burocraticamente, né alcuna soluzione offerta dagli scienziati risolverà i nostri problemi umani.
9:05 Sia che viviamo in questo Paese, in Europa, in India o in Asia, come esseri umani abbiamo gli stessi problemi. Essendo comuni, possiamo comunicare. Ciò che è comune può essere comunicato, condiviso. Quindi si devono ignorare tutte le immagini costruite su chi vi parla, o la vostra particolare immagine di voi stessi, così che possiamo osservare insieme, comprendere davvero, mettere il cuore nella soluzione di così tanti problemi.
9:59 Perciò, fin dall'inizio dev'essere molto chiaro che non stiamo offrendo nessun tipo di soluzione né diciamo cosa dovreste fare, poiché questo enfatizza l'autorità. Dove c'è autorità deve esserci paura, competizione, imitazione e conformismo, e tutto questo impedisce l'esame. E noi dobbiamo esaminare da vicino e con esitazione i problemi straordinari che abbiamo in quanto esseri umani, non come scienziati, politici, uomini d'affari o lavoratori, ma come esseri umani.
11:14 Perché dobbiamo realizzare dentro di noi una rivoluzione totale nella nostra psiche, nella struttura stessa del nostro essere. Tutti oggi parlano di una rivoluzione esteriore, una rivoluzione fisica, di radunare tutte le energie per fare una rivoluzione sociale, pensando sempre in termini di cambiamenti esteriori, cambiamenti nell'ambiente.
12:02 Signora, potrà intervenire quando farete le domande alla fine di questo discorso, abbia un po' di pazienza.
12:21 Pubblico: Per favore, si sposti.
12:29 K: Posso continuare?
12:31 Pubblico: Sì.
12:36 Q: Per favore, non può continuare finché non si alzano.
12:44 K: Cosa è stato?
12:53 Q: L'usciere non vuole che si siedano sul pavimento.
13:04 K: Sapete, questo non è un intrattenimento, spirituale o intellettuale. Stiamo parlando di una cosa molto seria. Se non siete seri, non vedo perché voi dovreste essere lì e io qui. Non intendo seri con i musi lunghi o con tutte le definizioni che si danno a questa parola. Serio significa ciò che significa: essere onesto, dare la propria attenzione, il proprio cuore, la propria capacità di scoprire da soli se c'è una soluzione, una via d'uscita da tutta questa follia, violenza, brutalità.
14:06 Signora, ascolti.
14:12 Come dicevamo, abbiamo problemi umani, e parliamo sempre di fare una rivoluzione fuori per cambiare la struttura sociale con la violenza o con mezzi pacifici. Il problema è molto più profondo del cambiamento sociale, ambientale, in ecologia, economia o nella morale sociale, perché la moralità sociale è immorale. Allora, a noi interessano i nostri problemi umani, perché in effetti la nostra società è ciò che siamo noi. La società, il mondo è noi, dipende dalle nostre relazioni, dai nostri comportamenti, paure, piaceri e angosce, dal desiderio di sicurezza psicologica e dalla dipendenza. Quindi il mondo è noi e noi siamo il mondo. Per fare una rivoluzione radicale in questo mondo dobbiamo cambiare, non solo l'ambiente.
16:05 Sempre più i libri, le filosofie, i politici, e temo anche gli scienziati, si preoccupano di cambiare il mondo esterno. A quanto pare pochissimi si interessano a una rivoluzione interna radicale. Perché se non cambiamo, se siamo corrotti, a cosa serve una struttura sociale perfetta, la corromperemo. Penso che sia piuttosto ovvio e logico.
16:53 E noi ce lo dimentichiamo perché pensiamo che cambiando l'ambiente, come fanno i comunisti e altri, cambiando la struttura politica, economica, sociale, l'essere umano si adatterà alla struttura, diventerà virtuoso, non violento, vivrà in pace, tutti questi esperimenti sono già stati tentati con la forza o in modo pacifico. Ma l'uomo, evidentemente, è rimasto lo stesso per millenni, avido, invidioso, aggressivo, brutale, egocentrico, diffondendo ogni tipo di squallore nel mondo.
18:07 Quindi, il mondo, tanto esterno come interno, è ciò che siamo, lo abbiamo fatto noi. Non c'è divisione tra voi e il mondo, e tra il mondo e l'io. Penso sia una cosa basilare da comprendere appieno, che non ci sono gli individui e la comunità, una società, un mondo separato, noi siamo il mondo. Se esaminate voi stessi lo vedrete, siete il risultato della vostra cultura, dell'ambiente che avete creato, o che hanno creato i vostri nonni. Siete il risultato del passato. Senza cambiare l'intero passato, l'intera struttura del passato, vogliamo cambiare le cose esterne, bagni migliori, andare sulla luna a giocare a golf, o a piantarci qualche orribile bandiera, e pensate che in campo tecnologico siete straordinariamente progrediti. Forse lo siete, ma questo non risolverà le nostre sofferenze, i conflitti, l'enorme ottusità delle nostre menti, la totale mancanza di amore e compassione. Se poteste vedere la realtà, non come una teoria, non come una cosa speculativa a cui adattarsi, ma il fatto reale che noi siamo il mondo, siamo il risultato della cultura in cui viviamo, la cultura che noi abbiamo creato.
20:29 Noi siamo il passato. Per vivere diversamente - e noi dobbiamo vivere diversamente - con una mente e un cuore completamente diversi, dobbiamo comprendere noi stessi, non secondo qualche filosofo o psicologo, ma come siamo davvero. E perciò bisogna osservare. Se potessimo, non in teoria non accettando intellettualmente il fatto che siamo il mondo e il mondo è noi, ciò che siamo davvero. Nella relazione con l'altro si crea la cultura e siete completamente responsabili delle guerre, della sofferenza, dell'ingiustizia sociale, di tutto ciò che accade intorno a noi, il caos, la sofferenza. Ma a quanto pare non vogliamo vederlo, e questa sarà la nostra difficoltà. Fuggiamo da noi stessi in modo così ingegnoso e scaltro con la religione, la filosofia, l'intrattenimento, sia esso religioso o il calcio o qualsiasi altra cosa, abbiamo un sistema di vie di fuga, e vi ricorriamo così velocemente. E poiché scappiamo abbiamo molte frustrazioni. E in questa frustrazione, che quasi adoriamo, produciamo ogni tipo di letteratura, teatro, arte, e tutto ciò non risolve affatto l'esistenza umana quotidiana. Ed è questo che ci interessa, perlomeno, è ciò che interessa a chi vi parla, non solo osservare cosa accade in noi ma anche attuare in noi, sia nelle nostre menti, nella struttura neuronale, sia nei nostri cuori, una rivoluzione psicologica radicale, perché questa è l'unica rivoluzione, non ne esistono altre. Una rivoluzione solo fisica è così primitiva, ferisce, distrugge le persone, per creare una società buona. Uccidere per creare una buona società, la contraddizione, la stupidità di questo. E noi lo accettiamo, in silenzio o con la violenza, accettiamo questa filosofia, che dobbiamo prima cambiare fuori, e poi gli esseri umani, come tante scimmie, si adatteranno alla struttura stabilita dagli intellettuali o dagli economisti.
25:12 Penso che fin dal principio, se posso ripeterlo di nuovo, bisogna comprendere non verbalmente, non in teoria, ma davvero vedere, come sapete da soli quando avete fame, che voi siete il mondo e il mondo è voi. Se davvero lo vedete, è la cosa più bella che possa accadere a un essere umano, perché così diventate completamente responsabili, non solo nelle vostre relazioni ma anche nella vostra relazione con la natura, la distruzione della natura, l'uccisione degli animali.
26:20 Sapete, l'altro giorno abbiamo visto alla televisione il massacro di cuccioli di foca e se ne sentivano le grida. E siete il mondo cristiano, amorevole, gentile, parlate di pace ma uccidete quei poveri esseri, e vi mettete le loro pellicce, o qualsiasi cosa ci facciate. Questo è il ventesimo secolo e dovreste essere civilizzati, intellettuali. Lascio tutto questo a voi.
27:07 Quando si comprende davvero cosa si è, e questa comprensione deve essere osservata, non potete comprendere qualcosa senza esaminarla attentamente e da vicino. Per esaminare, come dicevamo, non devono esserci distorsioni. E inevitabilmente ci sarà distorsione se c'è frammentazione, se una parte di voi, che è sempre un frammento, giustifica o condanna ciò che vedete. Quando una parte di voi osserva tutti gli altri frammenti, quella parte assume l'autorità di correggerli, l'autorità mantiene o sostiene i frammenti. C'è quindi una contraddizione tra un frammento che ha assunto l'autorità di giustificare, condannare, spiegare, razionalizzare. Finché in noi c'è questa frammentazione, e c'è non solo a livello cosciente, ma anche in profondità, nei meandri del nostro essere, questi frammenti, la frammentazione, che non sono solo il risultato della cultura in cui viviamo, nel mondo delle specializzazioni, ma anche in noi stessi, nel profondo, siamo esseri umani frammentati. Quando vediamo la realtà che siamo il mondo e che la cultura in cui viviamo è quella che abbiamo creato con la nostra azione, pensiero, credenze, con le nostre nazionalità, le divisioni religiose, quando lo vediamo allora dobbiamo imparare come si osserva. Perché ciò che vediamo non è statico, non è qualcosa di fisso, permanente, non è una cosa morta, è una cosa viva. Osserviamo questa cosa viva, che siete voi, con tutte le contraddizioni, la confusione, la colpa, il dolore, il tormento, la sofferenza, tutto questo è una cosa viva. E noi osserviamo questa cosa viva con gli occhi del passato. Non so se lo abbiate mai osservato. Perché noi viviamo nel passato, possiamo parlare di eterno presente o di ora, ma è solo un'idea speculativa proposta da qualche arguto intellettuale, ma in realtà viviamo nel passato, siamo il passato. Questo è un fatto. Siete cristiani, induisti, siete il risultato di migliaia di anni di propaganda.
31:25 Grazie, signore. È una buona idea.
31:50 Come dicevamo, siamo il risultato della propaganda, di ciò che ci è stato insegnato dall'infanzia, di credere o di non credere. Quindi dobbiamo capire il passato. Passato, presente e futuro sono un'altra frammentazione. E noi proiettiamo, come fanno gli scienziati, cosa sarà la società tra 2000 anni. No, non 2000, ma tra 40, 50 o 90 anni, cosa sarà in futuro. Hanno progettato perfettamente come sarà il futuro dal punto di vista tecnologico. E voi sapete bene che il futuro è ciò che siete adesso. E ciò che siete adesso è il risultato di ciò che siete stati. E senza comprendere cosa siete stati e fare un cambio radicale in ciò che siete stati e in ciò che siete, il tempo non risolverà niente.
33:19 Questa è una delle nostre grandi illusioni, che il tempo, che è un'altra frammentazione, in qualche modo, con un'azione miracolosa, creerà un essere umano straordinario.
33:42 Esteriormente, potete avere una vita più lunga, un miglior sistema fognario, una città più pulita, un'aria non inquinata. Potete fare tutte queste cose con la scienza, e per questo il tempo è necessario, ma lo è davvero per fare questo immenso cambiamento, una rivoluzione totale in noi stessi? Dobbiamo entrare nella questione, e lo faremo, se il tempo, il pensiero, la frammentazione, cambieranno mai la mente umana, una mente che è stata condizionata, le cellule cerebrali che contengono passato, memoria, esperienza, e la conoscenza di migliaia di anni. Si deve comprendere tutto ciò, e per farlo bisogna dedicarcisi davvero.
35:23 Non è qualcosa che si comprenda in un pomeriggio in cui non avete niente di meglio da fare, venite a sedervi qui e sperate di stringere in pugno tutti i venti della vita. Si deve dare la propria vita, il proprio cuore, tutto il proprio essere per comprenderlo. Perché è la vostra vita, e se non lo si comprende, qualsiasi ricerca del nirvana, dell'estasi, per un comportamento virtuoso, non ha alcun valore.
36:18 Questa è una delle prime questioni, ovvero se la mente che è il risultato del passato, del tempo di mille anni, dell'evoluzione, confrontandosi con una crisi enorme, non solo nel mondo esterno, ma anche nella nostra vita, nelle nostre relazioni, nel nostro stile di vita, se si possa rispondere davvero a questa crisi. Non in modo frammentato, poco a poco, ma totalmente, completamente, in modo da poter vivere senza nessun tipo di conflitto, senza nessun tipo di battaglie nella nostra vita, dal momento in cui nasciamo a quello in cui moriamo, c'è sempre lotta, dolore, paura, ansia e disperazione.
37:44 Dobbiamo quindi esaminare, se volete, la nostra mente che è pensiero, la capacità dell'intelligenza. L'intelletto, che a quanto pare tutti venerano con passione, l'intelletto è lo strumento per esaminare. L'intelletto, che è l'accumulazione della conoscenza, dell'esperienza, di mille anni di ricerca di una via d'uscita da questa sofferenza e confusione, pensiamo che questo intelletto risolverà, o avrà la capacità di esaminare e andare oltre. Cioè, l'intelletto è conoscenza, usata in modo giusto o sbagliato. L'intelletto è la capacità di criticare, di osservare, di esaminare, di razionalizzare, in modo lucido o meno, logico o illogico, questo intelletto è la capacità di osservare oggettivamente. Ma questo intelletto è solo una parte del tutto, non è vero? Non viviamo solo con l'intelletto, ma anche con i nostri sentimenti, l'amore e il piacere, le sofferenze. Quando l'intelletto, come simbolo del pensiero, prende il controllo della nostra vita, porta una grande contraddizione nella nostra vita.
40:41 La nostra vita è una questione totale, include le reazioni psicosomatiche, quelle del cuore, della mente, e la mente che cerca qualcosa al di là di sé stessa, siamo tutto questo, l'essere umano completo, non solo l'intelletto o il sentimento, o la negazione dell'intelletto che significa vivere in una specie di trascuratezza emotiva.
41:29 Bisogna comprendere questa contraddizione in noi stessi, che è la contraddizione del tempo, ieri, oggi e domani, il passato, il presente e il futuro, il tempo come mezzo per risolvere i nostri mille problemi, e la conoscenza che l'uomo ha accumulato per migliaia di anni, dalla quale dipende, che è il passato. Ora, questo è il nostro passato, la conoscenza è il passato, non c'è conoscenza nel presente. Stiamo comunicando tra di noi?
42:39 A: Sì.
42:41 K: Non continuerò a chiedere se stiamo comunicando, voglio dirlo solo una volta e non pensarci più. Se non comunicate con chi vi parla, e chi vi parla non comunica nel senso di condividere i problemi di cui stiamo parlando, sta a voi. Chi vi parla li esporrà nel modo più chiaro, logico e lucido possibile, e se volete, lo condividerete. E se non lo fate, va bene lo stesso. Perché questa non è propaganda, e qui sta la sua bellezza. Non c'è niente di cui convincersi o da credere, o una nuova serie di idee da portare a casa. Le idee sono figlie di donne sterili. Sì signore, lei ride, ma voi vivete con le idee. Per voi, le idee sono la cosa più importante nella vita, le idee non sono solo parole messe insieme ma sono pensieri assemblati come un'idea, una formula, un concetto. Guardate cosa state facendo, vivete nel passato, la vostra mente, la conoscenza, i neuroni, la vostra immagine, tutto è il passato e vivete nel futuro, un ideale, un concetto, una credenza in qualcosa. Vedete come il tempo, che è il passato, ha separato passato, presente e futuro. E voi andate sempre verso il futuro, cercando di dimenticare il passato. Ma le vostre radici, il vostro essere, l'intero processo del pensiero sono radicati nel passato. E senza comprendere queste radici profonde, che siete voi, cercate di creare una società meravigliosa in futuro.
45:50 Sapete, l'altro giorno parlavano di cosa accadrà, l'esplosione della tecnologia, come la tecnologia creerà una nuova società. Creerà una nuova società, ovviamente, ma noi esseri umani siamo come siamo sempre stati negli ultimi diecimila anni, e se non cambiamo saremo ancor più in contraddizione, con angosce più profonde, e le nostre relazioni diventeranno spaventose.
46:38 Allora, guardiamo insieme la questione, se la mente, condizionata nel tempo, condizionata dall'esperienza, dalla conoscenza che ha acquisito con l'esperienza, condizionata dalla religione a credere o non credere, cattolica, protestante, e le innumerevoli divisioni del protestantesimo, dell'induismo, dell'islam, e tutte quelle sciocchezze che circolano nel mondo, un circo. Siamo condizionati dal passato, dalla propaganda, siamo il risultato di tutto questo, ne siamo coscienti?
47:40 Questa è la prima questione: essere consapevoli del nostro passato e condizionamento. La parola consapevolezza indica qualcosa di molto semplice, non lo complicate. Non andate in Birmania o in un monastero, passando la vostra vita a studiare cosa significa essere consapevoli. Praticare la consapevolezza, è parte del gergo, un cliché che avete imparato di recente. Essere semplicemente consapevoli, del colore di quella rosa, di quell'uomo che ha portato l'acqua, del vostro vicino, del colore e delle proporzioni di questo salone, delle cose che avvengono intorno a voi, lo squallore, lo sporco, la povertà, la bruttezza che l'uomo ha creato, la brutalità delle cose intorno a voi, essere consapevoli, essere coscienti.
49:11 Ora inizia la difficoltà. Potete essere consapevoli, è piuttosto semplice, del vostro ambiente quando camminate per strada, con lo sporco, sapete meglio di me cosa accade a New York. Essere consapevoli. Ora, quando siete consapevoli, cosa accade? Seguite questo, per favore, è molto semplice, potete farlo voi stessi. Condividiamo questa cosa, non sono il vostro guru. Capite? Condivido, per cui stiamo facendo il percorso insieme. Non vi sto guidando. Grazie a dio non siete miei seguaci, perché altrimenti mi distruggereste e io distruggerei voi. Non c'è maestro, ci siete solo voi: il maestro e il discepolo. Quindi diventate sia l'osservatore che colui che apprende. Con un colpo solo mettete da parte tutti i guru, tutto ciò che seguite, tutte le autorità in ambito spirituale. Non l'autorità del poliziotto, non l'autorità della legge, perché per cambiare la legge che esiste, dovete prima cambiare voi stessi. Volete cambiare le leggi esteriori, che avete stabilito voi, con i vostri pregiudizi, l'avidità, l'avarizia, con il vostro desiderio di sicurezza, e volete cambiare queste leggi senza cambiare voi stessi. Volete la pace nel mondo, nessuna guerra, mai più un Vietnam, ma avete tutti la guerra nel vostro cuore e quindi siete destinati a creare guerre.
51:55 Quindi, essere consapevoli non solo delle cose esterne, delle nuvole, della bellezza di un albero, del volo rapido di un uccello, della luce sull'acqua, esserne consapevoli è piuttosto facile perché non vi tocca affatto, perché è qualcosa di esterno, lontano. Essere consapevoli di sé stessi, lì inizia la nostra difficoltà. Quando siete consapevoli di voi per come siete, dite: "Questo non mi piace, è brutto. questo è bello, questo lo tengo, questo no", scegliete, razionalizzate, condannate o giustificate, confrontate. In questo stato di comparazione, giustificazione, condanna, la vostra attenzione si distrae, non siete consapevoli, siete consapevoli dell'immagine che avete portato dal passato, e attraverso questa immagine guardate al presente e quindi lo distorcete. È chiaro? Scusate, non posso chiedervelo, dipende da voi.
53:30 Lo ripeterò un'altra volta, in modo diverso. Quando osservate un albero, un uccello o la luce su una nuvola, se lo avete osservato davvero, trovate subito delle parole da dire, lo definite: "È una bellissima nuvola". Volete scriverci sopra una poesia, se ne avete l'inclinazione, volete dirlo a qualcuno. La verbalizzazione è una distrazione perché in questo modo non guardate. La verbalizzazione è l'immagine della nuvola che avete visto ieri, e questa immagine si proietta fra voi e la nuvola reale. Quindi guardate la nuvola attraverso lo schermo delle parole, della conoscenza, dei ricordi di ieri. Perciò non siete realmente consapevoli di quella cosa. Nello stesso modo, osservare ciò che accade dentro, essere consapevoli senza alcun moto di scelta. Qui sta la nostra difficoltà perché quando osservate attraverso l'immagine del passato, state portando una divisione nella vostra osservazione tra l'osservatore e la cosa osservata. Spero lo stiate facendo mentre parliamo. Questo è condividere. Non pensateci a casa, allora non lo state facendo. Lo fate veramente quando state ascoltando. Questo è condividere, è la bellezza di condividere non andare a casa con qualcosa in tasca e poi parlarne. Cioè, essere consapevoli, consapevoli di ciò che accade davvero dentro di voi, non secondo qualcuno ma osservare in questa consapevolezza senza scelta ciò che realmente è. Che significa che la mente non condanna, non definisce, ma solo osserva. Cioè, sono consapevole di essere violento, in tutte le sue varie forme, dal punto di vista sessuale, nelle parole, nei gesti, nel mio atteggiamento verso la vita, violento, conflittuale. E anche della violenza, che è il risultato della mia paura, sono consapevole della mia violenza. Ora, quando ne sono consapevole mi dico : "Sono violento, o sono geloso o avido". Quando lo definite o lo guardate attraverso la parola, la parola è il passato. Quando lo guardate con gli occhi del passato, rafforzate ciò che chiamate violenza, perché mettete in relazione ciò che accade con il passato, e il passato è più o meno ciò che abbiamo di stabile. Quando definiamo la violenza, la rabbia, rafforziamo la conoscenza che ne abbiamo acquisito. Quindi non lo vedete come qualcosa di nuovo, fresco, lo guardate con gli occhi distorti dal passato. Vado avanti?
59:23 A: Sì.
59:30 K: Perciò il passato, come conoscenza, interferisce continuamente con il presente. Mi avete insultato o elogiato, e questo lascia una traccia nella mente. Questa è la conoscenza. E quando vi incontro siete mio amico o nemico, giudicato in base all'evento accaduto in precedenza. Così incontro sempre la vita, questo straordinario movimento della vita, con la conoscenza, che è il passato. La conoscenza è il passato. Eppure la conoscenza è necessaria. Altrimenti non potreste tornare a casa vostra, non potreste riconoscere, se lo volete, vostro marito o vostra moglie. non potreste parlare, leggere, lavorare, dal punto di vista tecnologico o altro. Dovete avere una conoscenza enorme, e tuttavia vedere il pericolo, di come questa conoscenza separi l'osservatore e la cosa osservata. Mi dispiace cambiare le parole di continuo, devo, non posso ripetere cose vecchie. Cioè, guardiamo un albero, e guardandolo c'è un'immagine, la conoscenza botanica di quell'albero, il fatto che mi piaccia o meno, o il profitto, se siete un taglialegna, c'è un'immagine di quell'albero. Perciò l'immagine è il fattore che vi separa dall'albero, che significa che c'è una distanza tra voi e l'albero, distanza sia spaziale sia temporale. Quando non c'è nessuna immagine, allora guardate l'albero in modo completamente diverso, non vi identificate con l'albero, non potete diventare l'albero, sarebbe assurdo, ma la differenza spaziale, la distanza tra voi e l'albero scompare e vedete l'albero come non lo avete mai visto prima nella vostra vita, la bellezza delle foglie, le curve dei rami, la leggerezza, la forma, diventa straordinariamente vitale.
1:03:18 Quando guardate voi stessi, non solo allo specchio quando vi pettinate, quando vi guardate, lo fate con la conoscenza acquisita su di voi. L'immagine che avete di voi, ciò che dovete o non dovete essere, ciò che dovreste essere o non essere, come sarete diversi in futuro, l'intero movimento del divenire è il risultato della conoscenza. Da questa conoscenza ricavate l'immagine che avete di voi stessi. Perciò quando guardate voi stessi lo fate con gli occhi dell'immagine che è il passato e quindi non state davvero guardando. Essere consapevoli senza scelta è osservare senza l'osservatore, che è il passato, colui che crea l'immagine. Bene? Posso andare avanti?
1:04:51 A: Sì.
1:04:53 K: Vi prego, ascoltate bene, perché se sapete come ascoltare avete fatto tutto, non dovete fare niente, non dovete fare uno sforzo per ascoltare, non dovete sforzarvi di cambiare. Se dopo avremo tempo entreremo nella questione della necessità del cambiamento, se è possibile e come deve essere fatto.
1:05:31 Ascoltare. Penso che non ascoltiamo mai perché quando ascoltiamo pensiamo a qualcos'altro. Oppure diciamo: "Non mi piace ciò che dice", o lo compariamo con qualcos'altro. Avete mai ascoltato vostra moglie o vostro marito? Non ridete, per favore, è una perdita di tempo, non fatelo. E lo è anche applaudire, uno spreco di energia, non fatelo, per favore. Se dovete, fatelo quando non ci sono, è meglio. Avete mai ascoltato, ascoltato davvero? Il che significa che non c'è il passato. Il passato della moglie, che vi ha assillato, prevaricato, o il marito che vi ha dominato, cercando potere, eccetera, non è necessario parlare di questa cosa terribile chiamata matrimonio, in cui accade tutto ciò. Ascoltare senza il passato. Allora stabilite una relazione completamente diversa. La vostra relazione non sarà tra due immagini, l'immagine che avete della moglie o quella che lei ha di voi. La relazione ora è tra due immagini e quindi non è affatto una relazione. non so se abbiate mai riflettuto sulla questione della relazione, perché guardate cosa accade nel mondo, andate in ufficio, con tutti i problemi che comporta, con le vostre ambizioni, gli insulti del vostro capo che sopportate, la paura, siete separati per non so quante ore da vostra moglie o dalla vostra ragazza, e loro hanno i loro problemi, le loro sofferenze, la loro confusione, le loro ambizioni, la loro meschinità, la loro superficialità e tutto il resto. Arrivate a casa, andate a letto insieme, e questa è la vostra relazione. Voi siete isolati e anche lei lo è, e sperate di trovare qualche tipo di relazione nel sesso, che chiamate unità, 'amo la mia famiglia'.
1:09:00 Tutto questo deve essere compreso perché creare una società diversa implica una relazione diversa tra gli esseri umani, tra voi e vostra moglie e i vostri vicini. Se la vostra relazione è basata sul passato, sui ricordi degli insulti, delle lamentele, il passato, le immagini che avete l'uno dell'altra, brutte o belle, folli, irrazionali, distorte, allora non avete affatto una relazione. Essere consapevoli di tutto questo, non solo ogni tanto, ma esserne consapevoli, in modo da non formare un'immagine. Ve lo mostrerò tra un minuto, ne parleremo. Creata un'immagine, come liberarsene e non crearne altre? Capite la mia domanda? Andiamo.
1:10:33 Prendete un semplice fatto: voi mi adulate. Questa adulazione è piacevole e lascia una traccia nella mente, nelle cellule cerebrali, e si forma subito l'immagine che siete miei amici, mi piacete, perché mi avete adulato o mi avete aiutato. Oppure mi insultate: anche questo lascia un segno. Questo crea un'immagine e non siete mio amico. È un fatto, accade ogni momento del giorno, e diciamo: "Mi piaci, non mi piaci, sei bello, o non lo sei, sei intelligente", è una continua formazione di immagini. Quando sono lusingato, in quel momento sono completamente consapevole, senza accettarlo o rifiutarlo, lo osservo soltanto, guardo cosa accade alle mie reazioni. Quando guardate completamente e con attenzione, non c'è distorsione, nessuna creazione di immagine. Se lo fate ora mentre lo dico, lo scoprirete. È un fenomeno semplice, non complicatelo. Essere attenti, essere consapevoli nel momento dell'insulto o della lode. In quel momento non c'è scelta, quindi non c'è creazione di immagini. Così incontrate sempre una persona come fosse la prima volta. Questa è la vera innocenza. La parola 'Innocenza' significa una mente che non può essere ferita. Molte persone sono state ferite nell'infanzia, dalla madre o dal padre, dalla scuola, dall'insegnante, sono state ferite tante volte. Queste ferite sono varie forme di conoscenza. Ce le portiamo dietro fino alla morte, come ricordi, che sono il passato. E il tempo non li risolverà, ma anzi li rafforzerà, ma se siete consapevoli di questo intero movimento del passato come immagine e conoscenza, allora la vostra mente non registra nessun insulto, nessuna ferita. Così la vostra relazione con l'altro subisce una rivoluzione radicale. Perché siamo in relazione tra di noi, sia che una persona viva in Vietnam in India, in Europa, qui o in Cina, siamo in relazione perché siamo esseri umani. Se ci isoliamo con le nostre immagini di ferite, dolori, piaceri, paure, e la terribile spinta alla competizione e all'ambizione, che viene così incoraggiata in questo sfortunato Paese , allora la relazione diventa una tortura, la vostra relazione non è il momento vero, bello e vitale, ma il passato. Bisogna essere consapevoli di questo movimento del passato, non solo a livello cosciente ma anche nei livelli più profondi.
1:16:01 Posso chiedere che ora è?
1:16:04 Q: Dieci minuti.
1:16:09 K: Questo è un problema molto complicato, perché viviamo nel passato, con la conoscenza acquisita attraverso i secoli. E questa conoscenza ci distrugge, perché ci separa, divide, la conoscenza divide i musulmani dagli induisti, i cristiani e il resto, i cattolici e i protestanti, le divisioni nazionali, è tutto basato sul passato. Per capire l'enorme problema del passato, non si deve solo esaminare casualmente, come abbiamo fatto brevemente la conoscenza in superficie, ma anche la parte più profonda, inconscia, se si può usare questa parola così comune, la conoscenza presente dentro di noi, in profondità, si deve comprendere anche tutto questo. Perché sappiamo che la conoscenza è essenziale, assolutamente essenziale, altrimenti non potete fare niente, ma si è anche consapevoli che la conoscenza diventa un fattore di distorsione nelle relazioni. Le relazioni sono la cosa più importante nella vita, altrimenti non possiamo vivere in pace, non possiamo sapere cos'è l'amore. Quindi, essere in relazione, non tra due immagini che sono il passato, ma essere davvero in relazione, significa non avere un centro dove ci sia una formazione di immagini.
1:18:52 Credo che ora sia troppo tardi per entrare nella questione di come osservare l'inconscio, come esporre l'intero contenuto dell'inconscio, non in modo analitico, ma esporlo. Dobbiamo approfondirlo molto attentamente. Forse lo faremo domani pomeriggio, ma non ora. Abbiamo ancora pochi minuti, se volete fare qualche domanda.
1:19:30 Volete fare domande?
1:19:34 Q: Sì.
1:19:36 K: Un attimo, prima che mi facciate delle domande, vorrei dire qualcosa sul porre domande. Prima di tutto, perché avete domande? Non che non dobbiate porre domande, dovete, di qualsiasi tipo, dubitate di tutto. Ma lo scetticismo deve essere tenuto al guinzaglio, sapere quando lasciarlo andare e quando trattenerlo. Quando fate una domanda, vi aspettate che chi vi parla risponda o ponete la domanda a voi stessi così che rispondiamo insieme? Perché nel momento in cui ponete la domanda, la risposta è nella domanda. Se sappiamo come guardare la domanda, lì c'è la risposta. Quindi bisogna ricordare che quando fate domande non solo dovete porre la domanda giusta, il che non significa che chi vi parla vi impedisca di porre domande, ma nel fare la domanda giusta, deve esserci profondità in quella domanda, perché la domanda giusta ha una profondità immensa. La domanda poco profonda è sbagliata, perché è molto superficiale. Si deve essere consapevoli quando si fa una domanda. Nel fare domande vi esponete a voi stessi. Se lo avete compreso, allora prego, sparate pure.
1:21:40 Q: Mi scusi, signore. Un uomo che non ama davvero sé stesso dovrebbe cercare di aiutare gli altri ad amarsi, o nessuno dovrebbe cercare di aiutare un altro?
1:21:54 K: Si dovrebbe cercare di aiutare qualcun altro? Mi chiedo cosa intenda con 'aiutare un altro'. Il dottore vi aiuta, se è un buon dottore, un buon dietologo, quel cartello vi dice come andare in un certo posto, sono tutti di aiuto, vero? Ma quando presumete di poter aiutare un altro, avete già preso una posizione, e quindi questa posizione diventa autoritaria e quindi distruggete tutto il senso di umiltà. Aiutare è come il profumo di un fiore al bordo della strada, è lì, il profumo, il colore, la bellezza, il suo tranquillo fiorire, è lì, se volete odorarlo, lo fate, altrimenti no. Questo è l'aiuto. Se avete qualcosa da dare, datelo senza sapere che lo state facendo. Vero?
1:23:35 Q: Jiddu, vorremmo chiedere a lei, che naturalmente si considera di certo un grande uomo, qual è la sua opinione su Buddha?
1:23:50 K: 'Lei si considera un grande uomo, naturalmente, come considera il Buddha?' Il Buddha fu un maestro religioso nel V secolo a.C. in India. Prima di tutto, non mi considero affatto, né grande né piccolo, e lo dico davvero. É una questione irrilevante. Quando dite: 'cosa pensa del Buddha'. io non penso al Buddha, perché il pensiero non entra nel campo della comprensione. Il pensiero non esiste dove c'è l'amore. Quando c'è amore e quando c'è quello stato della mente in cui non c'è attività del pensiero, non c'è comparazione.
1:25:19 Q: Possiamo parlare delle distrazioni?
1:25:24 K: Se possiamo parlare delle distrazioni.
1:25:27 Q: Diciamo che sta ascoltando qualcuno e c'è un suono, e i due suoni sono in conflitto. Lei dice che non dovrebbe esserci scelta, eppure la mente non va verso...?
1:25:47 K: Sì, ho capito la sua domanda. La distrazione. Perché la chiama distrazione? Vuole ascoltare quello che qualcuno sta dicendo, ascolta due minuti, un minuto o un secondo, e la sua mente divaga. Perché la chiama distrazione? Perché compara, dice che vuole ascoltare questo e non quello? Dicendo che è una distrazione siete già in conflitto, non è vero? Poiché voglio ascoltarla, ciò di cui parla, le do la mia attenzione per alcuni minuti. La mia mente non può sostenere questa attenzione e se ne va. Non la chiamerei distrazione. Dico: "Va bene, se n'è andata", voglio scoprire perché si allontana in quella direzione. Non sono interessato nella concentrazione ma nell'attenzione, che sia l'attenzione nell'ascoltarla o in ciò che mi fa divagare. Sono attento a ciò che chiama distrazione, che non è distrazione. Se c'è attenzione non c'è distrazione. Avete capito? È solo la mente che non è totalmente presente che divaga. E poi dite, dopo che vi siete distratti: "Come posso tornare all'attenzione?" Quindi c'è conflitto. Essere attenti a ciò che si sta dicendo e a quando la mente divaga. Il fattore è essere attenti, e allora non c'è conflitto. Il peggior crimine è essere in conflitto con sé stessi, perché questo conflitto si esprime nel mondo esterno, come odio, invidia, noia, aggressione, brutalità, omicidio. Per trovare un modo di vivere in cui non ci sia nessun tipo di conflitto è vivere un tipo di vita completamente diverso. Forse lo approfondiremo domani.
1:29:04 Q: Signore, mi vedo sempre molto impaurita, provo a affrontare me stessa e ciò che dice, provo a vivere in modo più pieno, ma vedo che il passato interferisce sempre e sono troppo spaventata per guardare me e la mia vita.
1:29:25 K: Temo di non aver compreso la domanda. Qualcuno l'ha capita? Il pensiero interferisce, è questo?
1:29:34 Q: La paura crea il pensiero.
1:29:36 K: Paura, c'è il pensiero e la paura interferisce. Sa, queste due cose, il pensiero e la paura, devono essere approfondite molto. Lo faremo domani, va bene? Perché non è che si possa semplicemente dire di sbarazzarsi del pensiero o della paura, sarebbe troppo stupido, ma si deve capire tutta la questione della paura. Si deve indagare cos'è il pensiero, perché è diventato così straordinariamente importante nella vita. E qual è il suo posto. Non se ne può discutere ora, in pochi minuti. Possiamo parlarne domani? Va bene? Penso che dovremmo fermarci, che dite? Perché credo vogliano la sala per le sette e mezza.