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NY71T2 - Voi siete ciò che pensate
Secondo discorso pubblico
New York USA
18 aprile 1971



0:25 Krishnamurti: Ieri stavamo parlando dell'importanza della relazione, di come viviamo sempre nel passato, e di scoprire se sia possibile cambiare radicalmente il modo in cui viviamo.
1:04 Esamineremo insieme la questione di cosa è nascosto nella coscienza, negli strati più profondi della mente, ciò che viene generalmente chiamato inconscio. Perché a noi interessa apportare, in noi stessi e nella società, una rivoluzione radicale. La rivoluzione materiale, che viene sostenuta in tutto il mondo in questo momento, non induce nessun cambiamento fondamentale nell'uomo.
2:12 Eppure è necessario che in una società corrotta, come questa, in Europa, in India e dovunque, ci siano cambiamenti fondamentali nella struttura della società. Se l'uomo rimane corrotto, la sua attività prevarrà, a prescindere dal tipo di struttura, per quanto perfetta sia, quindi è necessario, assolutamente essenziale, che cambi.
3:01 Questo cambiamento deve essere apportato nel tempo, con risultati graduali, cambiamenti graduali, o il cambiamento avviene solo nell'istante? Questo è ciò che esamineremo insieme.
3:37 Possiamo vedere che ci deve essere un cambiamento in noi stessi. Quanto più si è sensibili, vigili e intelligenti, tanto più si è consapevoli che deve esserci un cambiamento profondo, duraturo, vitale. Il contenuto della coscienza è la coscienza, i due non sono separati. Ciò che è stato impresso, ciò che è nella coscienza la costituisce. Apportare un cambiamento nella coscienza, sia quella evidente sia quella nascosta, dipende forse dall'analisi, dipende dal tempo, dalle pressioni dell'ambiente, o il cambiamento deve avvenire in modo del tutto indipendente da qualsiasi pressione, da qualsiasi sforzo, compulsione?
5:24 Sapete, sarà piuttosto difficile, affrontare questa questione perché è molto complessa, e spero che entrambi saremo capaci di condividere ciò che viene detto. Non so bene da dove iniziare, voi lo sapete? A meno che non si affronti questo tema molto seriamente, prendendosi davvero la pena, con profondo interesse, passione, temo che non si potrà andare molto lontano. Lontano non nel tempo o nello spazio ma molto a fondo in noi stessi. È necessaria una grande passione, una grande energia, e la maggior parte di noi spreca le proprie energie nei conflitti, e quando esaminiamo tutta la questione dell'esistenza c'è bisogno di energia. L'energia arriva con la possibilità del cambiamento. Se non c'è possibilità di cambiamento allora l'energia viene sprecata.
7:24 Pensiamo di non poter cambiare, accettiamo le cose come sono e così finiamo per diventare avviliti, depressi, insicuri e confusi. È possibile cambiare radicalmente, ed è questo che esamineremo. Se non seguirete esattamente ciò che dice chi vi parla, ma userete le sue parole come uno specchio per osservare voi stessi e indagare con passione, interesse, vitalità e una grande quantità di energia, allora forse potremo arrivare a un punto in cui sarà ovvio che senza alcuno sforzo, senza bisogno di alcuna motivazione, avviene un cambiamento radicale.
8:58 Come dicevamo ieri, non c'è solo la conoscenza superficiale di noi stessi, ma c'è anche il contenuto profondo, nascosto della nostra coscienza. E come si fa ad esaminarlo? Come si fa ad esporne l'intero contenuto? Deve essere fatto poco a poco, lentamente, gradualmente, o deve essere esposto totalmente e compreso all'istante, in modo che l'intero processo analitico abbia fine?
10:04 Ora approfondiremo la questione dell'analisi. Per me, per chi vi parla, l'analisi è la negazione dell'azione, essendo l'azione sempre nel presente, nel presente attivo. Azione non significa 'aver fatto' o 'verrà fatto', ma fare. L'analisi impedisce questa azione attiva nel presente, perché nell'analisi è coinvolto il tempo, uno sbucciare graduale, per così dire, uno strato dopo l'altro, esaminando ogni strato, analizzando il contenuto di ogni strato. Se l'analisi non è perfetta, completa, vera, allora questa, essendo incompleta, deve lasciare una conoscenza che non è totale. E l'analisi seguente deriva da ciò che non è completo. Seguite?
12:06 Guardate, esamino me stesso, mi analizzo, e se la mia analisi non è completa, vera, allora ciò che ho analizzato diventa la conoscenza con la quale procedo all'analisi dello strato successivo. E così, in questo processo ogni analisi diventa incompleta e porta a ulteriori conflitti, e quindi all'inerzia. Bene? Vado avanti? Nell'analisi c'è colui che analizza e la cosa analizzata, sia che chi analizza sia un professionista, o voi, i non specialisti, c'è questa dualità, colui che analizza, che analizza qualcosa che pensa sia diverso da sé. E chi analizza, che cos'è? È il passato, è la conoscenza accumulata di tutte le cose che ha analizzato. E con questa conoscenza, che è il passato, analizza il presente.
14:05 Così, in questo processo c'è conflitto, c'è sforzo per conformarsi o per forzare ciò che analizza. Nell'analisi, c'è tutto il processo del sogno. Non so se lo abbiate mai indagato, probabilmente avete letto libri scritti da altri, purtroppo, perché così ripetete soltanto ciò che hanno detto altri, per quanto esperti o famosi. Se invece non leggete tutti quei libri, come non lo fa chi vi parla perché sono piuttosto noiosi, allora dovete indagare voi stessi, e diventa molto più affascinante, molto più originale, diretto e vero.
15:30 Nel processo dell'analisi c'è questo mondo dei sogni, e noi li accettiamo come necessari, perché i professionisti hanno detto che dobbiamo sognare altrimenti diventeremmo matti, e c'è del vero in questo. Cosa sono i sogni? Indaghiamo tutto questo perché stiamo cercando di scoprire se sia possibile cambiare in modo radicale. Quando c'è così tanta confusione, miseria, odio e brutalità nel mondo, dove non c'è compassione, se si è seri, si deve indagare tutto questo. E noi stiamo indagando non per intrattenimento intellettuale ma cerchiamo davvero di scoprire se è possibile cambiare. E quando vediamo la possibilità di cambiare, qualsiasi cosa siamo, , per quanto vuoti, per quanto superficiali, ripetitivi, imitativi, se vediamo che c'è una possibilità di radicale cambiamento, allora abbiamo l'energia per cambiare. E se diciamo che non è possibile allora quell'energia viene dissipata.
17:34 Perciò stiamo indagando la questione se l'analisi possa produrre un cambiamento radicale, o se è solo un intrattenimento intellettuale, un modo per evitare l'azione. Come dicevamo, l'analisi comporta l'entrata nel mondo dei sogni. E cosa sono i sogni? Come nascono? Non so se lo abbiate mai indagato. Se lo avete fatto, vedete che i sogni sono la continuazione della nostra vita quotidiana. Ciò che fate durante il giorno, tutte le cattiverie, la corruzione, l'odio, i piaceri fugaci, le ambizioni, i rimorsi e via dicendo, tutto questo continua nel mondo onirico, ma in forma simbolica, come figure e immagini. E queste figure e immagini devono essere interpretate, con tutta la confusione e l'illusione che questo comporta.
19:58 Non ci chiediamo mai perché sogniamo. Abbiamo accettato i sogni come essenziali, come parte della vita. Ora ci chiediamo, se volete, con me, perché sogniamo? È possibile quando andiamo a dormire avere una mente completamente calma? Perché è solo in questo stato di calma che si rinnova, si svuota di tutto il suo contenuto, così da essere fresca, giovane, decisa, non confusa.
21:03 Se i sogni sono la continuazione della nostra vita quotidiana, del nostro tumulto quotidiano, dell'ansia, del desiderio di sicurezza, dell'attaccamento, allora inevitabilmente, i sogni, nella loro forma simbolica, devono manifestarsi. È chiaro, no? Quindi ci si chiede perché si sogna, se i neuroni possano essere tranquilli, non continuare tutte le questioni della giornata.
22:07 Per scoprirlo, sperimentalmente, senza accettare ciò che dice chi vi parla, e per l'amor del cielo non fatelo mai, vi prego, perché stiamo condividendo, indagando insieme. Per scoprirlo a livello sperimentale, potete provarlo essendo totalmente consapevoli durante il giorno, osservando i vostri pensieri, le vostre motivazioni, ciò che dite, il modo in cui camminate e parlate. Quando siete così consapevoli, ci sono indizi dell'inconscio, degli strati profondi, perché così esponete, invitate i motivi nascosti, le ansie, tutto questo, il contenuto dell'inconscio allo scoperto. Così quando andate a dormire, allora vedete che la vostra mente, incluso il cervello, è straordinariamente calma, si riposa davvero, perché avete finito ciò che avete fatto durante il giorno.
24:01 Cioè, non so se lo abbiate mai fatto, se fate un bilancio della giornata quando andate a letto. Non ripensate a ciò che avete fatto nella giornata? Dite: 'Avrei dovuto fare questo, non avrei dovuto fare quello, avrei dovuto dirlo in quel modo, vorrei non averlo detto.' Cioè, quando rivedete le cose che sono accadute durante il giorno, cercate di mettere ordine, vi prego, fate attenzione a questo, cercate di mettere ordine prima di dormire. Se non lo fate prima di addormentarvi il cervello cerca di farlo quando dormite. Perché il cervello funziona al meglio solo quando è in ordine, non in disordine. Funziona al massimo dell'efficienza quando c'è completo ordine, sia che si tratti di ordine nevrotico o razionale. Seguite tutto questo? Perché nella nevrosi, nel disequilibrio, c'è ordine, e il cervello accetta quell'ordine.
26:10 E se voi fate un bilancio di tutto quello che è accaduto durante il giorno, prima di dormire, allora provate a mettere ordine, e così il cervello non deve farlo mentre dormite, lo avete fatto durante in giorno. E se fate ordine ogni minuto del giorno, cioè, se siete consapevoli di tutto ciò che accade, fuori e dentro. Mi seguite? Fuori, nel senso del disordine intorno a voi, la crudeltà, l'indifferenza, l'insensibilità, lo sporco, lo squallore, i conflitti, i politici e i loro imbrogli, sapete che accade tutto questo. E la vostra relazione con vostro marito, vostra moglie, con la vostra ragazza o il vostro ragazzo, consapevoli di tutto questo durante il giorno, senza correggere, essendone soltanto consapevoli. Quando cercate di correggerlo, state mettendo disordine, ma se vi limitate ad osservare davvero ciò che è, allora ciò che è, è ordine.
27:52 Solo quando provate a cambiare ciò che è, allora c'è disordine, perché volete cambiarlo in base alla conoscenza che avete acquisito. Questa conoscenza è il passato e voi cercate di cambiare ciò che è, che non è il passato, in base a ciò che avete imparato. Pertanto c'è una contraddizione, una distorsione, quindi c'è disordine.
28:31 Spero che stiate lavorando seriamente come fa chi vi parla. Posso togliermi la giacca?
29:02 Quindi, durante il giorno, se siete consapevoli delle modalità dei vostri pensieri, dei vostri motivi, l'ipocrisia, i discorsi ambigui, fare una cosa, dirne un'altra, e pensarne un'altra, gli inganni, le maschere che vi mettete, i vari sotterfugi che abbiamo a portata di mano, se si è consapevoli di tutto questo durante il giorno, non dovete fare un bilancio quando andate a dormire, fate ordine ogni momento. Quindi, quando andate a dormire vedrete che le vostre cellule cerebrali, che hanno registrato e trattengono il passato diventano completamente calme, e allora il vostro sonno diventa qualcosa di completamente diverso. In questo sonno, la mente, quando usiamo la parola mente includiamo il cervello, l'intero organismo nervoso, gli affetti, tutte le strutture umane, sono la mente. Quando usiamo questa parola, intendiamo tutto questo, non qualcosa di separato. In questo sono inclusi l'intelletto, il cuore, tutto il sistema nervoso. Quando dormite, quindi, il processo analitico termina. E quando vi svegliate vedete le cose esattamente come sono, non la vostra interpretazione o il desiderio di cambiarle.
31:59 Quindi l'analisi, per chi vi parla, impedisce l'azione. E l'azione è assolutamente essenziale, ora, per realizzare questo cambiamento radicale. Perciò l'analisi non è la strada. Vi prego, non accettate ciò che dice chi vi parla, ma osservatelo voi stessi, imparate, non da me, ma dall'osservazione tutte le implicazioni dell'analisi: il tempo, colui che analizza e la cosa analizzata, colui che analizza è la cosa analizzata e ogni analisi deve essere completa altrimenti distorce l'analisi successiva. Vedete che l'intero processo dell'analisi, che sia introspettiva o intellettuale, è completamente sbagliato. Non è la via d'uscita. Può essere necessaria per coloro che sono un po' o molto disturbati, e forse la maggior parte di noi lo è. Non è la via d'uscita.
33:56 Dobbiamo quindi trovare un modo di osservare l'intero contenuto della coscienza senza colui che analizza. Mi state seguendo? Sapete, è molto divertente se vi ci dedicate, perché così avrete rifiutato totalmente tutto ciò che l'uomo ha detto. No, vi prego, non ridete. Perché così restate soli, e lo scoprite da voi stessi. Sarà autentico, reale, vero, indipendente da professori, psicologi, analisti, e così via.
35:01 Bisogna trovare il modo di osservare senza analisi. Indagherò questo punto. Spero non vi dispiaccia.
35:22 Pubblico: No.
35:24 K: Questa non è una terapia di gruppo. Non è un confessionale aperto. Chi vi parla non intende analizzarvi o farvi cambiare o farvi diventare esseri umani meravigliosi, dovete farlo voi. E poiché siamo, per la maggior parte, esseri umani di seconda o terza mano, sarà molto difficile mettere da parte completamente tutto ciò che è stato imposto alle nostre menti dai professionisti, religiosi o scientifici che siano. Dobbiamo scoprire da soli.
36:22 E se l'analisi non è la strada, e non lo è, almeno per quanto riguarda chi vi parla, poiché lo ha spiegato in modo logico, allora come si deve esaminare o osservare l'intero contenuto della coscienza? E cos'è l'intero contenuto? Cos'è il contenuto della coscienza? Vi prego, non ripetete ciò che ha detto qualcun altro. Qual è il vostro intero contenuto? Lo avete mai guardato, mai considerato? Se lo avete fatto, non sono forse i vari eventi registrati, gli avvenimenti, gradevoli o sgradevoli, le varie credenze, le tradizioni, i diversi ricordi individuali, le memorie, e i ricordi della razza, della famiglia, la cultura in cui si è cresciuti, tutto questo è il contenuto, non è vero? Essendo nato in India come induista, brahamino e così via, con tutte le sue tradizioni e superstizioni, con il dogmatismo, le credenze, e tutta questa cultura di mille anni immagazzinata. E gli avvenimenti che succedono ogni giorno, i ricordi, i vari dolori, le infelicità, gli eventi, le offese, tutto questo è registrato. E il contenuto di tutto questo è la mia coscienza, come la vostra. Come cattolici, protestanti, che vivono in questo mondo occidentale con la ricerca di sempre di più, di più, di più, il mondo dei grandi piaceri, l'intrattenimento, il benessere, il rumore incessante della televisione, le immagini, la brutalità, siete tutto ciò, questo è il vostro contenuto.
40:25 Come si può esporre tutto questo? E nel farlo, si deve esaminare ogni episodio, ogni avvenimento, ogni tradizione, ogni ferita, ogni dolore, uno per uno, o deve essere guardato nella sua totalità? Mi seguite? Se dobbiamo esaminarlo pezzo per pezzo, uno ad uno, entriamo nel mondo dell'analisi, e questa non finisce mai, morirete analizzando, e darete un sacco di soldi a coloro che analizzano, se questo vi fa piacere. O dobbiamo guardarlo nella sua totalità?
41:40 Ora scopriremo come osservare questi diversi frammenti, che sono il contenuto della coscienza, totalmente, non in modo analitico. Bene? Stiamo comunicando?
42:03 P: Sì.
42:08 K: Quindi scopriremo un modo di osservare in cui non c'è affatto analisi. Cioè, abbiamo guardato tutto, l'albero, la nuvola, vostra moglie e vostro marito, la ragazza e il ragazzo, ogni cosa come un osservatore e la cosa osservata. Vero? Vi prego, prestate un po' di attenzione. Avete osservato la vostra rabbia, la vostra avidità o la vostra gelosia, qualsiasi cosa sia, come un osservatore che guardi l'avidità. L'osservatore è l'avidità, ma voi avete separato l'osservatore perché la vostra mente è condizionata al processo analitico, quindi guardate sempre l'albero, la nuvola, ogni cosa della vita, come un osservatore e la cosa osservata. Lo avete notato? Voi guardate vostra moglie attraverso l'immagine che avete di lei. Questa immagine è l'osservatore, è il passato, quell'immagine è stata costruita nel tempo. E l'osservatore è il tempo, è il passato, è la conoscenza accumulata di vari eventi e incidenti, gli avvenimenti, le esperienze e così via, quell'osservatore è il passato, e guarda alla cosa osservata come se non ne facesse parte, ma ne fosse separato.
44:42 Ora, potete guardare senza l'osservatore? Cioè, potete guardare l'albero - vi prego, ascoltate questo punto - potete guardare l'albero senza il passato come osservatore? Ovvero, quando c'è l'osservatore allora c'è spazio tra colui che osserva e la cosa osservata, l'albero, va bene? Quello spazio è tempo, perché c'è una distanza. Quel tempo è la qualità dell'osservatore, che è il passato, che è la conoscenza accumulata, che dice, questo è l'albero, o questa è l'immagine di mia moglie. Ora, potete osservare senza l'osservatore?
46:10 Cioè, potete guardare, non solo l'albero, ma vostra moglie o vostro marito, senza l'immagine? Questo richiede una disciplina enorme. Vi mostrerò qualcosa, cioè, la disciplina generalmente implica conformismo, addestramento, imitazione, conflitto tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere. Quindi nella disciplina c'è conflitto: reprimere, superare, l'esercizio della volontà e così via, tutto questo è implicito in questa parola. Ma questa parola significa imparare, non conformarsi, non reprimere, ma imparare. La qualità della mente che impara ha il suo ordine, che è disciplina. Ora stiamo imparando ad osservare senza l'osservatore, senza il passato, senza l'immagine. Quando osservate così 'ciò che è', ciò che davvero è, è una cosa viva, non la guardate come una cosa morta, identificabile attraverso gli eventi passati, dalla conoscenza passata.
48:33 Proviamo a renderlo più semplice. Mi dite qualcosa che mi offende e questa offesa, il dolore di questa offesa è registrato. Il ricordo della ferita continua e quando c'è un altro dolore è registrato di nuovo. Quindi, il dolore è stato rafforzato dall'infanzia in poi. Mentre, quando c'è dolore, mi dite qualcosa che per me è doloroso, lo osservo così completamente che non viene registrato come una ferita. Mi seguite? Il momento in cui lo registrate come una ferita, quella registrazione continua, e per il resto della vostra vita verrete feriti, perché a quel dolore ne aggiungete altro. Mentre se osservate il dolore, e lo osservate completamente senza registrarlo, date la vostra totale attenzione al momento del dolore. Lo state facendo?
50:50 Guardate, quando andate a fare una passeggiata, quando camminate per queste strade c'è ogni sorta di rumore, di urla, la volgarità, la brutalità, questa immersione nel rumore è molto distruttiva. Più sensibili siete, più distruttiva diventa, ferisce il vostro organismo. E voi resistete al dolore e così costruite un muro. Quando costruite un muro vi isolate, e così rafforzate l'isolamento, in cui sarete feriti sempre di più, mentre se osservate quel rumore, stando attenti a quel rumore, vedrete che il vostro organismo non sarà mai ferito.
52:12 Vi prego, se comprendete quest'unico principio di base avrete compreso qualcosa di immenso, che quando c'è un osservatore che si separa dalla cosa che osserva, deve esserci conflitto. Fate quello che volete, ma finché c'è una divisione tra l'osservatore e la cosa osservata, deve esserci conflitto. Finché c'è divisione. Finché c'è divisione tra il musulmano e l'induista deve esserci conflitto. Finché c'è divisione tra il cattolico e il protestante deve esserci conflitto. Potreste tollerarvi reciprocamente, che è una copertura intellettuale dell'intolleranza. Finché c'è divisione tra il nero e il bianco, il viola e il blu, il giallo e il nero, deve esserci conflitto.
53:28 Finché c'è divisione tra voi e vostra moglie deve esserci conflitto. Fondamentalmente, in sostanza, questa divisione esiste finché c'è l'osservatore separato dalla cosa osservata. Finché dico che la rabbia è diversa da me, che devo controllarla, devo cambiarla, devo controllare i miei pensieri, devo cambiare, fare questo o quello, c'è divisione, e quindi conflitto. Il conflitto implica la repressione, il conformismo, l'imitazione, c'è coinvolto tutto questo. Se vedete davvero la bellezza di tutto ciò, che l'osservatore è la cosa osservata, le due cose non sono separate, allora potrete osservare la totalità della coscienza senza analisi. Allora ne vedete l'intero contenuto istantaneamente.
55:14 Cioè, l'osservatore è colui che pensa. Abbiamo dato un'importanza enorme a colui che pensa, non è vero? Viviamo con il pensiero, facciamo le cose con il pensiero, programmiamo la nostra vita con esso, il nostro agire è motivato dal pensiero. Il pensiero viene venerato in tutto il mondo come la cosa più straordinariamente importante, che è parte dell'intelletto.
56:26 E il pensiero - vi prego di nuovo di seguire bene - il pensiero ha separato sé stesso come colui che pensa. Colui che pensa dice: "Questi pensieri non sono buoni, questi sono migliori". Dice: "Questo ideale è migliore di quello, questa credenza è migliore di quella". È tutto prodotto dal pensiero, pensiero che si è separato, frammentato come colui che pensa, colui che fa l'esperienza. Il pensiero ha separato sé stesso in sé superiore e sé inferiore. In India lo chiamano atman, il superiore, qui lo chiamate anima, questo o quello, ma è ancora il pensiero in funzione. È chiaro, non è vero? È logico, non è irrazionale.
57:43 Ora ve ne mostrerò l'irrazionalità. Tutti i nostri libri, tutta la nostra letteratura, tutto questo è pensiero. E le nostre relazioni sono basate sul pensiero, pensateci. Mia moglie - io non ho moglie - mia moglie è l'immagine che ho creato pensando. Questo pensiero è stato elaborato dalla petulanza, sapete tutte le cose che accadono tra marito e moglie, il piacere, il sesso, l'irritazione, l'esclusione, tutto ciò che accade, tutti gli istinti di separazione che avvengono. Il nostro pensiero è il risultato delle nostre relazioni. E cos'è il pensiero? Se vi ponessero questa domanda: cos'è il pensiero? Vi prego, non ripetete quello che dice qualcun altro, scopritelo da voi. Cos'è il pensiero? Di sicuro il pensiero è la risposta della memoria. La memoria come conoscenza, come esperienza che è stata accumulata, conservata nelle cellule celebrali. Quindi le cellule celebrali stesse sono le cellule della memoria. Se non pensaste affatto, sareste in uno stato di amnesia, non sareste capaci di tornare a casa vostra.
1:00:26 Il pensiero è la risposta della memoria accumulata come conoscenza, esperienza, che sia vostra, ereditata o comune e così via. Il pensiero è la risposta del passato, che può proiettare sé stesso nel futuro, ma è ancora il passato che attraversa il presente, modificandolo come futuro. Ma è ancora il passato. Va bene? Posso continuare? Il pensiero non è mai libero. Come può esserlo? Può immaginare cosa sia la libertà, può idealizzare cosa dovrebbe essere, creare un'utopia di libertà, ma il pensiero stesso, in sé, è del passato e quindi non è libero ed è sempre vecchio. Vero? Vi prego, non è questione di essere d'accordo con chi vi parla, è un fatto. Il pensiero organizza la nostra vita, basandosi sul passato. Questo pensiero, basato sul passato, proietta cosa dovrebbe essere domani, e quindi c'è conflitto.
1:02:43 Da questo sorge un problema, cioè, per la maggior parte di noi il pensiero ha procurato molto piacere. Vero? Il piacere è un principio guida nella nostra vita. Non diciamo che sia giusto o sbagliato, lo esaminiamo. Il piacere è ciò che vogliamo di più, qui in questo mondo, nel mondo spirituale, nel mondo del paradiso, se lo avete - piacere. Piacere in qualsiasi forma: intrattenimento religioso, andare alla messa, tutto il circo che gira intorno alla religione, e il piacere di ogni evento, che sia un tramonto, il sesso, o qualsiasi piacere sensoriale, viene registrato e ripensato. Giusto? Il pensiero come piacere gioca un ruolo enorme nella nostra vita. Ieri è successo qualcosa, una cosa piacevole, una grande felicità, viene registrata, il pensiero la ritrova, rimugina e continua a pensarci e vuole che si ripeta di nuovo domani, che riguardi il sesso o altro. E così il pensiero dà vitalità a un evento che è finito. Spero che stiate seguendo tutto questo.
1:05:16 Il processo stesso di registrare è conoscenza, che è il passato. E il pensiero è il passato. Quindi, il pensiero come piacere viene sostenuto. Se lo avete notato, il piacere è sempre nel passato, o il piacere immaginato di domani è ancora il ricordo proiettato nel futuro - il passato.
1:06:06 Potete anche osservare che dove c'è il piacere e la ricerca del piacere, si alimenta anche la paura. Non lo avete notato? Paura di ciò che ho fatto ieri, paura del dolore che ho avuto, dolore fisico, una settimana fa. Pensare a questo alimenta la paura. Non c'è fine a questo dolore. Quando è finito è finito, ma me lo porto dietro pensandoci sopra.
1:07:10 Quindi, il pensiero sostiene e dà nutrimento al piacere come alla paura. Vero? Il pensiero è responsabile di questo. Ho provato piacere ieri e voglio che si ripeta domani. Ho fatto qualcosa, ho sofferto, un dolore fisico, e non devo averlo di nuovo, è troppo brutto. Ci penso. Paura non solo del presente, ma del futuro, della morte, dell'ignoto - oh, così tante paure! - paura di non realizzarsi, di non essere amati, volendo esserlo, tutto il meccanismo della paura. C'è la razionalità del pensiero e l'irrazionalità del pensiero. Seguite?
1:08:33 Deve esserci l'esercizio del pensiero nel fare le cose, a livello tecnologico, in ufficio, quando cucinate, quando lavate i piatti, la conoscenza deve funzionare perfettamente. C'è la razionalità, la logica del pensiero nell'azione, nel fare. Ma il pensiero diventa del tutto irrazionale quando viene alimentato come piacere o paura. Il pensiero dice: "Non posso lasciar andare i miei piaceri." eppure sa, se è sensibile, consapevole, che il dolore viene con essi.
1:09:33 Si deve essere consapevoli di tutto il meccanismo del pensiero, il complicato e sottile movimento del pensiero. E questo non è difficile. Davvero non è affatto difficile quando diciamo: "Devo trovare un modo di vivere che sia del tutto diverso, un modo di vivere in cui non ci sia conflitto". Se questa è la vera esigenza, come la vostra esigenza di piacere, se questa è la vostra insistente, appassionata richiesta, vivere una vita, interiormente ed esteriormente, in cui non ci sia nessun tipo di conflitto, allora ne vedrete la possibilità. Perché abbiamo spiegato che il conflitto esiste solo quando c'è divisione, tra il me e il non me, quando io sono induista e tu sei cristiano, comunista, socialista, la confusione che accade in questo mondo. Allora se lo vedete, non verbalmente o intellettualmente, perché questo non è vedere, ma quando davvero comprendete che non c'è divisione tra l'osservatore e la cosa osservata, tra colui che pensa e il pensiero, allora vedete, osservate davvero ciò che è. E quando vedete davvero ciò che è, siete già andati al di là, voi non state con ciò che è. State con ciò che è solo quando l'osservatore è diverso da ciò che è. Lo comprendete? Un momento, signore. Non so che ora sia...
1:12:21 Ma vedetelo. È piuttosto complesso, ma in realtà abbastanza semplice.
1:12:27 P: Può ripetere l'ultima parte?
1:12:32 K: Se posso ripetere l'ultima parte. Non so cosa ho detto. Vi prego, non ridete. Non sto scherzando. Ho davvero dimenticato cosa ho detto. Lo ripeterò in modo diverso. Lo dirò in modo diverso. Abbiamo diviso la vita nel 'me' e il 'non me', noi e loro, dal punto di vista geografico, nazionale, religioso, familiare, divisione. Questa divisione è inevitabile, sostanzialmente, finché c'è un osservatore distinto dalla cosa osservata. Quando guardo me stesso come l'osservatore diverso dalla cosa osservata, allora voglio cambiare 'ciò che è', voglio reprimerlo, voglio superarlo, farlo conformare a ciò che credo dovrebbe essere, all'ideale che ho proiettato come osservatore. In questo c'è conflitto, ma osservare davvero ciò che è senza l'osservatore, che è il passato, che è il tempo, tutto questo, quando osservate così effettivamente ciò che è, ciò che è subisce un enorme cambiamento, perché non è più ciò che è, ciò che pensavate che fosse, è qualcosa di completamente nuovo. Ve lo mostrerò tra un minuto. È necessario che faccia degli esempi? Non sono bravo a fare esempi. Lo vedete, non è vero? Ci comprendiamo?
1:14:54 Q: Posso fare una domanda?
1:14:58 K: Mi lasci finire e poi potrà farla. Non so che ore siano. Ciò di cui abbiamo parlato stasera è, molto semplicemente, come eliminare del tutto in se stessi, ogni forma di conflitto. Solo allora saprete cosa è l'amore, e questo può accadere solo quando potete osservare il vostro intero contenuto, in modo non analitico. L'analisi deve emergere quando c'è un osservatore, un pensatore che analizza. Ma colui che pensa, analizza, osserva, è la cosa analizzata, è la cosa che vuole analizzare, è il pensiero. Quando c'è la cessazione completa della divisione tra colui che osserva e la cosa osservata, allora ciò che è non è più ciò che è, siete andati oltre, la mente è andata oltre. Bene, procediamo, qual è la domanda? Qual era la domanda?
1:16:33 Q: Credo di seguire ciò che dice a proposito della separazione tra l'osservatore e la cosa osservata. Mi chiedo, cosa faccio quando mi alzo la mattina, mi rendo conto che osservo, e c'è l'oggetto che osservo, sono l'osservatore e c'è l'oggetto che osservo, cosa faccio per cambiare questo? Fondamentalmente capisco ciò che dice ma non so cosa fare.
1:17:02 K: Comprendo la domanda, è questo che dice: "Mi sveglio la mattina, stanco, esausto, non so perché ridete, pigro, e osservo. Non voglio alzarmi e fare le solite cose. Cosa devo fare? È questa la domanda?
1:17:39 Q: Non è esattamente come mi sento quando mi sveglio la mattina. Vedo la separazione tra il voler osservare l'oggetto e tuttavia essere identificato con la situazione. Non so come, non capisco come cambiare questo fenomeno dell'osservatore e la cosa osservata. Posso cambiarlo? Non posso solo essere d'accordo con lei e dire che è vero. In qualche modo devo fare qualcosa.
1:18:12 K: Giusto. Cioè, non c'è affatto identificazione. Quando si identifica con la cosa osservata, è sempre lo schema del pensiero, non è vero?
1:18:28 Q: Esatto. Come ne esco?
1:18:32 K: Le mostrerò qualcosa. Non ne esce. Glielo mostrerò tra un minuto. Signore, vede la verità che l'osservatore è la cosa osservata? La verità di questo, il fatto, la logica. Lo vede, ne vede la verità, o no?
1:19:15 Q: È ancora solo una considerazione che sorge. La verità non esiste.
1:19:24 K: Il fatto non esiste?
1:19:26 Q: No, mi viene da dire che sono d'accordo.
1:19:30 K: Non sia d'accordo. Ma vede il fatto, no? La prego, non sia d'accordo o in disaccordo, questa è una cosa molto seria. Vorrei poter parlare della meditazione, ma non ora. È implicito in questo. Solo un minuto, mi lasci finire. Ne veda l'importanza. La verità è che io sono la rabbia, non sono diverso dalla rabbia, questa è la verità, giusto? È un fatto, vero? Sono la rabbia, non sono separato dalla rabbia. Quando sono geloso, 'io' sono geloso, non sono diverso dalla gelosia. Mi separo dalla gelosia perché voglio fare qualcosa al riguardo, sopportarla, sbarazzarmene razionalizzarla, o non poterne più, qualsiasi cosa. Ma il fatto è che io sono geloso. Questo è un fatto, non è così?
1:21:07 Come devo agire quando sono geloso, quando l' 'io' è gelosia? Prima pensavo di poter agire quando mi separavo dalla gelosia, pensavo di poter fare qualcosa, reprimerla, razionalizzarla, o sfuggirla, fare diverse cose. Pensavo di fare qualcosa. Ora, sento che non faccio niente. Cioè, quando dico, io sono la gelosia, sento che non posso muovermi. Non è così signore? Ve lo mostrerò. Guardate ai due tipi di attività, l'azione che avviene quando sono diverso dalla gelosia, che significa non finirla con la gelosia. Potete scappare da essa, reprimerla, trascenderla, sfuggirla, ecc., ma tornerà, sarà sempre lì, perché c'è la divisione tra voi e la gelosia. Ora, c'è un'azione completamente diversa quando non c'è divisione, perché in questo caso l'osservatore è ciò che osserva, non può fare niente al riguardo. Prima poteva fare qualcosa, ora si sente sconcertato, frustrato, non può fare niente. Se l'osservatore è la cosa osservata non dice di non poter fare niente. Seguite? È ciò che è. È la gelosia. Quando è la gelosia, cosa accade? Avanti, signore.
1:23:59 Q: Comprende qualcosa.
1:24:01 K: Lo guardi. Lo guardi per un minuto, si prenda del tempo. Quando penso di essere diverso dalla mia gelosia, allora credo di poter fare qualcosa. E nel farlo c'è conflitto. Qui, dall'altra parte, quando vedo la verità di questo, che l' 'io' è gelosia, l'osservatore è la cosa osservata, allora cosa accade?
1:24:41 Q: Non c'è conflitto.
1:24:44 K: Allora cosa avviene? L'elemento del conflitto termina, non è vero? L'elemento del conflitto cessa. Là il conflitto esiste, qui non esiste. Quindi il conflitto è la gelosia. Lo capite? No, vi prego, vedete quello che ho detto. Prendetevi il tempo. Perché applaudite?
1:25:25 P: Posso fare una domanda?
1:25:27 K: Aspetti un momento, signore. C'era conflitto, e il conflitto era parte della mia vita. Ho vissuto con il conflitto dal momento in cui sono nato finché morirò, non conosco altro che conflitto. Ora, quando l'osservatore è ciò che osserva, colui che pensa è il pensiero, non c'è conflitto. Quando non c'è conflitto non c'è gelosia. La gelosia è conflitto, non è vero?
1:26:11 P: In un certo senso, sì.
1:26:15 P: Posso fare una domanda?
1:26:17 K: Ha capito?

P: Sì.
1:26:21 K: Qui c'è stata un'azione completa, un'azione in cui non c'è stato nessuno sforzo, quindi è completa, totale, non tornerà più.
1:26:42 P: Posso fare una domanda?

K: Sì.
1:26:51 K: Cosa voleva chiedere?
1:26:55 P: Ha detto che l'analisi è uno strumento letale del pensiero, o della coscienza. Sono perfettamente d'accordo con lei, e stava per dire che avrebbe approfondito il tema che ci sono frammenti nel cervello, pensiero o coscienza, che sono anti-analitici. Le sarei grato se volesse continuare ad approfondire questo pensiero.
1:27:23 K: Di cosa?
1:27:26 P: Lei ha parlato di frammenti che non costituiscono nessun conflitto o sforzo. Che sono anti-analitici...
1:27:39 K: Lei sta ripetendo. Qual è la domanda?
1:27:43 P: Le chiedo solo di continuare ciò che intende con frammenti che sarebbero anti-analitici. Grazie.
1:27:56 K: L'ho spiegato signore. C'è per forza frammentazione quando l'osservatore e la cosa osservata sono due cose diverse. L'ho spiegato. No? Guardi, questa non è una discussione. Non c'è niente da elaborare. L'ho indagato abbastanza accuratamente. Possiamo ovviamente dedicarvi molto più tempo perché quanto più si indaga profondamente, tanto più si scopre. Abbiamo diviso la nostra vita in molti frammenti, non è così? Lo scienziato, l'uomo d'affari, l'artista, la casalinga e così via. Qual è la base di questa frammntazione, qual è la radice? La radice della frammentazione è l'osservatore e la cosa osservata. La disgrega, separa la vita. Io sono induista e lei cattolico, io sono comunista e lei borghese, quindi c'è questa divisione che continua tutto il tempo. E dico: "Perché c'è questa divisione? Cosa causa questa divisione?" Non solo la struttura esterna, economica, sociale, ma più in profondità, cosa crea questa divisione? Questa divisione, questa frammentazione, è causata dal 'me' e il 'non me', l' 'io' che vuole essere superiore, più famoso, ambizioso, il migliore, il 'più', e il 'tu', diverso. Quindi, l' 'io' è l'osservatore, l' 'io' è il passato, che divide il presente in passato e futuro. Perciò, finché c'è l'osservatore, colui che fa l'esperienza, che pensa, deve esserci divisione. Abbiamo spiegato insieme che quando c'è divisione c'è gelosia, conflitto con gelosia, e quindi conflitto sostenuto nella gelosia. Laddove l'osservatore è ciò che osserva, il conflitto cessa, e quindi la gelosia finisce, perché la gelosia è conflitto. La gelosia è conflitto, non è vero?
1:31:06 P: La gelosia è la natura umana?
1:31:15 K: Se la gelosia è la natura umana. La natura umana è violenza? Lo è l'avidità?
1:31:24 P: Vorrei farle un'altra domanda, se posso. Ho ragione o torto, in base a quanto lei ci ha detto, e per dirla in breve: un uomo è così come pensa nel suo cuore. Quindi osserviamo i nostri pensieri e traiamo profitto dall'esperienza.
1:31:49 K: Cosa? Signora, non ho capito quello che ha detto. Qual era la domanda signora?
1:32:15 P: Un uomo è come pensa nel suo cuore. Dovremmo osservare i nostri pensieri e trarre profitto dalle nostre esperienze passate?
1:32:25 K: È proprio quello che dicevo: siete come pensate. Tutto qui. Come pensate, ciò che pensate, siete. Ciò che pensate, che siete migliori di qualcun altro, che siete inferiori a qualcun altro, che siete perfetti, che non siete belli, che siete arrabbiati, siete ciò che pensate. È piuttosto semplice, non è vero? E finché non avrete scoperto se sia possibile vivere una vita in cui il pensiero ha la sua funzione razionale, e dove il pensiero diventa irrazionale. Lo indagheremo domani. No, il prossimo fine settimana.
1:33:27 P: Per continuare sulla stessa linea, sulla gelosia, quando la gelosia è me, e io sono la gelosia, il conflitto termina perché so che è la gelosia e scompare. Ma quando ascolto i rumori in strada e io sono i rumori e i rumori sono io, come può terminare il conflitto quando quel rumore continua?
1:33:53 K: È piuttosto semplice, signora. La domanda è: Cammino per strada e il rumore è terribile, e quando dico che il rumore sono io, questo non finisce, continua, non è questa la domanda? Non dico che il rumore sono io. Non dico che la nuvola sono io, o che l'albero sono io. Perché dovrei dire che il rumore sono io? No, vi prego, non ridete. Non capisco perché ridete di questa cosa sciocca. Abbiamo appena fatto notare che se osservate, se dite: "Ascolto quel rumore, lo ascolto completamente, senza resistenza, allora quel rumore potrebbe continuare per sempre, non vi tocca. Nel momento in cui fate resistenza, cioè, voi come separati dal rumore, non vi identificate con il rumore. Non so se vedete la differenza. Il rumore continua. Posso isolarmi da esso resistendovi, mettendo un muro tra me e quel rumore, allora cosa accade? Cosa accade quando resisto a qualcosa? C'è conflitto, non è vero? Posso ascoltare quel rumore senza nessun tipo di resistenza?
1:36:01 P: Sì, se so che quel rumore può terminare tra un'ora.
1:36:05 K: No, no, no, questo fa ancora parte della sua resistenza.
1:36:11 P: Questo significa che posso sentire il rumore per strada per il resto della mia vita, con la possibilità di diventare sordo....
1:36:21 K: No, no... ho detto qualcosa di totalmente diverso. Dico che finché c'è resistenza deve esserci conflitto. Sia che resista a mia moglie, o a mio marito, sia che resista al rumore del cane che abbaia o al rumore per strada, deve esserci conflitto. Ora, come si ascolta il rumore senza conflitto? Non se andrà avanti all'infinito, sperando che finisca, ma come ascoltare il rumore senza alcun conflitto? Questo è ciò di cui parliamo. Potete ascoltare il rumore quando la mente è completamente libera da qualsiasi forma di resistenza, non solo al rumore, ma a tutte le cose della vita, a vostro marito, a vostra moglie, ai vostri figli, ai politici, ascoltare. Allora cosa accade? Il vostro ascolto diventa molto più acuto. Diventate molto più sensibili. E perciò il rumore è solo una parte, non è il mondo intero. L'azione stessa di ascoltare è più importante del rumore. Quindi, ascoltare diventa la cosa importante e non il rumore.
1:38:10 Penso sia meglio fermarci, sono le sette e dieci.