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OJ77T2 - La fonte del conflitto
Secondo discorso pubblico
Ojai USA
3 aprile 1977



0:22 Possiamo continuare con ciò di cui parlavamo ieri mattina? Stavamo parlando della sicurezza e dell'importanza della sicurezza, sia della sicurezza fisica, sia la ricerca il bisogno e la brama di trovare sicurezza psicologica - la sicurezza di dipendere da qualcun altro, da un'idea, da un gruppo o da una nazione, e questo desiderio per la sicurezza psicologica porta invariabilmente alla divisione tra le persone. Ieri lo abbiamo indagato molto attentamente e spero che non vi dispiaccia se non ci torniamo più su perché voglio parlare di tante altre cose.
1:53 Sono sicuro che molti di voi capiscano l'importanza del tempo libero, perché è solo quando avete tempo libero che imparate. Il significato di 'tempo libero' secondo un ottimo dizionario significa non aver alcuna occupazione, nel momento in cui stiamo dialogando. Non essere occupati tutto il tempo, psicologicamente, fisicamente o intelletualmente avere tanto tempo libero così da poter imparare. Questo è veramente il senso di una scuola, dove si può imparare facilmente, senza conflitto, quando la vostra mente non è occupata da tanti altri problemi. Quindi, se posso suggerire questa mattina e durante le altre mattine in cui ci incontreremo qui, che non siate occupati, che le vostre menti non siano colme di problemi, ansie, occupazioni, impegnate a trovare soluzioni. Ma trovarci qui insieme per avere davvero del tempo libero, così che, quando parliamo insieme, come faremo, questo tempo libero, nel quale la mente non è occupata, non chiacchiera, non cerca nulla, ma solo avere tempo libero, così che, in quello stato, si possa imparare.
4:14 Ci sono due tipi di apprendimento: memorizzare quello che viene detto, che è ciò che molti di noi chiamano imparare, o imparare attraverso l'osservazione e quindi non immagazzinarlo nella memoria per poi guardare e osservare attraverso la memoria. Ve lo spiegherò. Come abbiamo detto, ci sono due tipi di apprendimento: uno è imparare qualcosa a memoria così da immagazzinarlo nel cervello e agire in base a quella conoscenza, più o meno abilmente. Come molti di noi fanno. Quando andiamo a scuola, al liceo o all'università conserviamo un gran numero di informazioni che chiamiamo conoscenza, e agiamo secondo quella conoscenza, a favore di noi stessi o della società, in modo abile o siamo incapaci di agire, semplicemente, direttamente. Questo è un tipo di apprendimento, al quale siamo tutti abituati, e che usiamo continuamente. Ogni esperienza è conservata come conoscenza e noi agiamo in base a questa ... le azioni avvengono secondo tale conoscenza. E' molto chiaro, credo che per molti di noi sia così. Poi esiste un altro tipo di apprendimento, al quale, probabilmente, non siete molto abituati, perché siamo schiavi delle abitudini, delle tradizioni, di ogni forma di conformità. L'altro tipo di apprendimento, come dicevamo, è osservare. L'osservazione implica, vedere senza l'accompagnamento di una conoscenza pregressa; guardare qualcosa come fosse la prima volta, daccapo. Se osservate le cose come per la prima volta non si coltiva la memoria perché ogni volta che osservate e attraverso quell'osservazione imparate, lo conservate nella memoria quindi la prossima volta che osservate, lo fate attraverso lo schema della memoria, allora non vedete mai nulla come fosse la prima volta. Giusto? Avete capito? Mi chiedo ... vado avanti. Ne parleremo.
8:08 Come dicevamo, il tempo libero è straordinariamente importante, non avere la mente costantemente occupata, che chiacchiera continuamente. Perché è solo in una mente sgombra che un nuovo seme di apprendimento può germogliare. E' una cosa completamente diversa dalla memoria, dal coltivare la memoria, immagazzinandola come conoscenza e agire secondo tale conoscenza. Come dicevamo, c'è un altro tipo di apprendimento che è osservare: gli alberi, il cielo, i monti, la bellezza delle montagne, la luce attraverso le foglie. E quell'osservazione, se conservata come memoria impedirà all'osservazione seguente di essere nuova. Capite il punto? E' piuttosto semplice. Cioè, se osservate vostra moglie, la vostra ragazza o il ragazzo, se osservate potete osservare senza il ricordo precedente delle discussioni, e così via, in quel particolare rapporto. Se osservate o guardate l'altro senza una conoscenza pregressa allora imparate molto di più. Mi chiedo se capite di cosa sto parlando: riesco a trasmettervi qualcosa o niente del tutto?
10:42 Vedete, per me, la cosa più importante, tra moltissime altre, è osservare. E per osservare intendiamo che non vi sia divisione fra l'osservatore e l'osservato. Molti di noi fanno questa separazione. L'osservatore che è la somma totale delle esperienze passate, la conoscenza, ecc., che è il passato, poi quel passato osserva, perciò esiste una divisione tra l'osservatore e l'osservato. Questa è la causa del conflitto. Giusto? Mi chiedo se lo vedete.
11:55 Come dicevamo ieri, dove c'è divisione, c'è conflitto: tra razze, tra popoli, tra due individui, marito, moglie, ragazzo o ragazza, nazioni, divisioni di credo, divisioni di chiese, qualsiasi forma di divisione, deve causare conflitto. E' chiaro. Ora, è possibile non avere affatto conflitti nella nostra vita? Capite la mia domanda? Tradizionalmente accettiamo questo conflitto, questa lotta, questa infinita lotta non solo fisicamente, per sopravvivere, ma anche psicologicamente: il bene e il male, ecc., la separazione. Allora, è possibile vivere una vita senza un singolo sforzo? Perché, se c'è uno sforzo costante, non vi è pace. Giusto? Per favore stiamo comunicando l'un l'altro, non state ascoltando un relatore, essendo d'accordo o in disaccordo. Stiamo condividendo la cosa, insieme, stiamo viaggiando insieme, siamo interessati a tutto questo, insieme. Quindi è una cosa nostra, non mia o ... è nostra.
14:04 Quindi, ci chiediamo, dato che l'uomo ha vissuto secoli dopo secoli una vita di battaglie, conflitti, sia esterni sia interiori, una lotta costante per ottenere qualcosa e poi la paura di perderla, di abbandonarla. Avete tutti familiarità con tutto questo. Ora, ci chiediamo se sia possibile non avere alcun conflitto o persino l'ombra di un conflitto nella nostra vita. Altrimenti non avrete mai pace. Potete parlare all'infinito di pace, ma non ci sarà mai pace finché l'uomo sarà condizionato ad accettare il conflitto. Quindi, chiediamo: è possibile vivere la vita, la vita quotidiana, a tutti i livelli, sia fuori sia dentro di noi, una vita assolutamente priva di conflitti?
15:29 Ora, quando ascoltate questo, per favore, se posso suggerire, non accettatelo e non negatelo. Non dite, 'non è possibile'. o 'è possibile'. Se dite che è possibile, è solo un'idea e quindi non ha valore. Ma se dite: 'non è possibile' allora vi bloccate. Giusto? Quindi, stiamo indagando insieme la questione. E l'indagine può avvenire solo quando avete tempo a disposizione. Giusto? Tempo libero, in cui la vostra mente non è occupata con altri problemi. Siamo qui, insieme, perché avevate tempo libero e siete venuti qui questa mattina, da vicino o da lontano, e, insieme, avendo tempo libero, cioè una mente non occupata dai problemi quotidiani e quindi disposti a imparare e vedere se sia possibile vivere in questo modo, tutti i giorni. Va bene? Stiamo incontrandoci, da qualche parte? Non verbalmente, spero, ma veramente, perché è il nostro problema. Perché la vita sta diventando sempre più difficile. La mera sopravvivenza, la sopravvivenza fisica sta diventando molto difficile: sovrappopolazione, divisioni nazionali, disuguaglianze economiche, sapete quello che succede. La vita sta diventando enormemente difficile.
17:31 E la mera sopravvivenza fisica: si è condizionati al fatto che si debbano fare sforzi tremendi per raggiungere una posizione e mantenerla. Sapete tutto questo. E, se non ve la tenete stretta, se non lottate, potreste perdere tutto, potreste venire schiacciati, potreste cadere, ecc. Quindi, ci stiamo ponendo una domanda molto seria - per favore, fate attenzione - è possibile vivere senza la minima ombra di conflitto? Il conflitto esiste quando c'è divisione: 'io' e 'tu', 'noi' e 'loro', gli americani, i russi, le ideologie di questo gruppo e le ideologie di quel gruppo, e così via. Psicologicamente innanzitutto, che è più importante, non fisicamente. Se capite, molto profondamente la natura e la struttura del conflitto, psicologicamente e, magari, vi mettete fine, allora sarete capaci di gestire il fattore fisico. Ma, se siete solo preoccupati del fattore fisico, il fattore biologico, del sopravvivere, allora sarà per voi estremamente difficile, probabilmente non potrete riuscirci.
19:23 Quindi, ciò che ci interessa, dato che abbiamo tempo libero stamane, seduti qui insieme, in un bellissimo posto con tanta ombra, alberi verdi, montagne e aria fresca - spero non sia troppo fresca - e, dato che abbiamo tempo libero, esaminiamo, esploriamo insieme se si possa vivere una vita veramente senza conflitti e quindi, con molta cura, affetto, attenzione. Giusto? Avete afferrato la questione? Ci chiediamo: perché esiste questo conflitto, psicologicamente? Innanzitutto psicologicamente, perché?
20:23 Fin dai tempi antichi, sia storicamente che dal punto di vista religioso, economico, ecc., c'è sempre stata divisione tra bene e male. Non so se conoscete le antiche grotte che si trovano nel sud della Francia e nel nord Africa, in queste grotte, ci sono pitture che risalgono, probabilmente a 25.000 anni fa, - non scrivetemi per dirmi che mi sono sbagliato con le date - in cui, in forma simbolica, è rappresentata questa costante, la lotta tra bene e male. E' esistita dai tempi dei sumeri, 7.000 anni a.c. fino ai giorni nostri, il bene opposto al male, il giusto e l'ingiusto, gli angeli contro il diavolo. Vero? Lo sappiamo tutti. Siamo condizionati a questa divisione. Non è vero? E, dato che abbiamo tempo libero - e insisterò su questo durante questo incontro - indagheremo il fatto se esista davvero questa divisione. O, solo 'ciò che è' e non il suo opposto, Capite? Supponiamo che vi sia rabbia. E' un fatto, è 'ciò che è'. Ma il non essere arrabbiato non è un fatto. Capite il mio ...? Il fatto e il non fatto. Cioè, il bene opposto al male. Stiamo chiedendoci perché gli esseri umani li abbiano divisi, come si è arrivati a questa divisione? Dio e il diavolo, sapete, tutto il mondo mitologico e quello intellettuale, ecc. - perché questa divisione? E' perché guardiamo tutto dal passato? Uno dei fattori. Il passato è tutto ciò che avete imparato, tutto ciò che avete sperimentato, e, vivendo nel passato, guardate al presente non come presente, ma dal passato. Mi chiedo se lo vedete. Stiamo comunicando fra di noi? Spero... Se non è così, vorrei riprendere il tutto in un modo diverso.
24:26 Ci chiediamo perché gli esseri umani vivono in questa divisione e quindi nel conflitto. Uno dei fattori è questo costante vivere nel passato, che governa tutto il nostro agire, che è il fattore dell'inconscio. Non ne parlerò per il momento, ma lo farò più tardi. E spero che ci siamo molti illustri psicologi qui, degli analisti, che spero saranno d'accordo con me. Non abbiamo mai messo in discussione questa divisione, l'abbiamo accettata perché siamo molto tradizionali per natura, per abitudine, non vogliamo nulla di nuovo. Questo è un fattore, l'altro è che c'è una divisione tra l'osservatore e l'osservato. Quando guardate una montagna, la guardate come un osservatore quindi c'è un osservatore e la cosa osservata che chiamate 'montagna'. La parola non è la cosa. Giusto? La parola 'montagna' non è la montagna. Ma per noi la parola è molto importante. Quindi, quando la guardate, immediatamente la risposta è 'Quella è una montagna', la parola. Ora, potete guardare quella montagna, quella cosa chiamata 'montagna' senza la parola? Perché la parola è un elemento di divisione. Mi chiedo se cogliete tutto questo. Quando dite: 'E' mia moglie' la parola 'mia' crea la divisione. Lo esamineremo quando parleremo della relazione. Quindi, uno degli fattori di questa divisione è la parola, il nome. E la parola e il nome sono un ricordo, fanno parte del pensiero. Quando guardiamo una cosa, un uomo, una donna, una montagna, un albero o qualsiasi altra cosa la divisione ha luogo quando il nome, il ricordo, il pensiero nasce. Giusto? Esiste un'osservazione senza parola, senza nome, senza attaccamento a una particolare forma e simbolo, un osservare senza tutto questo?
28:26 Sta diventando difficile? Possiamo osservare senza l'osservatore, che è il passato? Capite? Che è il passato, che è l'essenza di tutti i ricordi, le esperienze, le reazioni, ecc., che sono il passato e guardare a qualcosa senza il passato, senza l'osservatore? Quando lo fate, esiste solo la cosa osservata, quindi non vi è divisione. Capite? Perciò nessun conflitto, psicologicamente. Lo state facendo o state solo memorizzando ciò che viene detto? Potete guardare la vostra ragazza o vostra moglie o altri, il vostro più caro amico, potete guardare, osservare lei o lui, senza il nome, la parola e tutte le esperienze che avete accumulato in quella relazione che sono il ricordo, il passato e guardare? E, quando guardate così, cosa accade? Allora li state guardando per la prima volta. Capite? Per l'amor di dio, comprendetelo! Per favore non imparatelo, ma davvero, dato che siete ... liberi mentre stiamo parlando di qualcosa che è tremendamente importante, e imparare implica farlo ora, non domani, non un altro giorno. Quindi l'osservatore è l'osservato. Quindi esiste solo l'osservato. Mi chiedo se lo capite. Nessuno vi dirà tutte queste cose, nessun libro, nessun guru, nessun filosofo. Dovete impararlo da soli. E potete impararlo da voi solo quando avete tempo libero, quando la mente non è occupata con cose di ogni tipo.
31:29 Quindi, stiamo dicendo che è possibile vivere una vita completamente, psicologicamente libera dal conflitto. Vi è mai capitato? Vi prego, questa non è una terapia di gruppo, cosa abominevole per me, personalmente, mostrare i nostri panni sporchi l'un l'altro, non ha alcun significato. Ma ciò che stiamo facendo è imparare, non memorizzare, ma imparare, osservando il fatto. E il fatto farà qualunque cosa se lo lasciate stare. Capite? Il fatto è che gli esseri umani vivono nel passato e quindi c'è sempre divisione tra passato e presente, e futuro. Il passato è tempo. Quindi, stiamo dicendo - se posso andare oltre - che, finché c'è un intervallo di tempo nel vostro osservare, tra l'osservatore e l'osservato, ci deve essere conflitto. Per favore, non siate d'accordo con me. Guardate, scoprite, se questo è un fatto concreto per voi. Se lo avete veramente capito, non verbalmente, ma se lo state veramente facendo, perché stiamo parlando di un problema molto molto serio che è il conflitto, la lotta nella vita. E quando non lottate, pensate di essere persi, e di conseguenza, avete paura di perdere, che è un'altra forma di conflitto. Se vi siete veramente addentrati in questo con chi vi parla, insieme, e avete scoperto da soli, non da chi vi parla, ma avete scoperto da voi che finché esiste divisione tra l'osservatore, colui che forgia l'immagine e il fatto, che non ha immagine ma è solo fatto, finché c'è una divisione ci deve essere un conflitto infinito. E' una legge. E questo conflitto si può finire? E noi stiamo facendo notare, stiamo dicendo e imparando che può finire.
35:35 Quando c'è la fine psicologica della sofferenza, la fine del conflitto, che è parte della sofferenza, allora come la si applica al nostro sostentamento? Come si applica nelle nostre relazioni reciproche? Giusto? State seguendo? Non so se capite o no. Posso continuare? Se è un fatto che voi, in quanto esseri umani siete il mondo e il mondo è voi, di cui abbiamo parlato ieri, molto attentamente, se è un fatto che avete veramente... che state veramente, ora, vivendo una vita nella quale non vi è conflitto psicologicamente, assolutamente, allora, quella fine della lotta psicologica, con tutti i suoi conflitti, dolori, angosce, paure, come si applica alla nostra vita quotidiana? Capite? Al nostro andare tutti i giorni in ufficio, ecc. ecc... Qual è la vostra risposta? Se è vero che voi avete messo fine al conflitto psicologico allora come vivrete una vita senza conflitti, esteriormente?
37:37 Pubblico: (Inudibile)
37:38 Krishnamurti: No, per favore, non risponda a me, perché ci sarà un dialogo a questo proposito, un dialogo su tutti questi temi, dopodomani, ogni martedì e giovedì. Questa è una conversazione tra due persone dove solo una persona sta parlando. Perché altrimenti ci perderemmo. Spero non vi dispiaccia. E' piuttosto divertente, una persona...
38:27 Cosa devo fare se vivo questo genere di vita? Nessun conflitto, interiormente. Sapete cosa significa? Quando non c'è conflitto interiormente non c'è conflitto fuori, perché non c'è separazione tra l'interno e l'esterno. Capite? E' come la marea, il mare che avanza e si ritira. ma quando accade, psicologicamente, non vi è conflitto, c'è la bassa marea, e nessun conflitto. Capite? Cosa dovrei fare? Devo guadagnarmi da vivere, purtroppo. Personalmente, no. Non ho il problema di guadagnarmi da vivere. Ma voi avete il problema di guadagnarvi da vivere. Perché io non ho il problema di guadagnarmi da vivere? Perché, è molto semplice. State tutti aspettando? Siete gente strana, va bene! Non ho quel problema perché non m'importa di ciò che succede. Capite? Non m'importa se ho successo o fallisco. Non m'importa se ho denaro oppure no. Personalmente, non ho denaro, grazie a dio. Non voglio denaro, ma ho bisogno di cibo, vestiti e un tetto, e se qualcuno me li dà, va bene, in caso contrario, vivo dove sto. Capite la mia domanda? Non ho alcun problema, perché non chiedo nulla a nessuno o alla vita.
41:51 Mi domando se lo capite. Quindi, ho spiegato, ma il mio modo di vivere è completamente diverso dal vostro, perciò... Perciò, se devo guadagnarmi da vivere, cosa farò? Non avendo, psicologicamente, alcun conflitto. Sapete cosa significa? Com'è accaduto che io non abbia alcun conflitto? E' una teoria? E' un desiderio che è stato esaudito? E' un'illusione? E' una sorta di ipnosi che mi sono imposto? Capite tutte le mie domande? O, è un fatto assoluto, irrevocabile, che nessuno può toccare? E' inviolato. Sapete cosa significa 'inviolato'? Che non può essere rovinato, né toccato. Se le cose stanno così, allora cosa faremo insieme - insieme - cosa dovremmo fare insieme per guadagnare da vivere? Dal momento che non c'è conflitto, non c'è ambizione. Non essendoci conflitto, non c'è desiderio di essere qualcosa. Va bene? Dato che non c'è conflitto, perché interiormente c'è l'assoluto, qualcosa di inviolabile, che non può essere toccato, che non può essere danneggiato, allora non dipendo, psicologicamente, da qualcun altro. Quindi, non c'è conformità, nessuna imitazione, ecc.
44:27 Non avendo tutto questo, allora farò ciò che posso nel mondo. Potrò fare il giardiniere, il cuoco, qualsiasi cosa. Capite? Ma siamo così pesantemente condizionati dal successo o dal fallimento. Il successo nel mondo: soldi, carriera, prestigio, sapete, tutto questo, ed è ciò per cui stiamo lottando. Ma se non esiste nulla di tutto questo, capite cosa accade in un essere umano? Nella coscienza, nella coscienza umana, che è così pesantemente condizionata, - giusto? - pesantemente condizionata al successo e alla paura del fallimento. Essere qualcosa non solo esteriormente, ma anche interiormente. Ecco perché accettate tutti i guru, perché sperate che vi porteranno all'illuminazione, a qualche tipo di assurdità illusoria. Non che non ci sia qualcosa di assolutamente vero, ma nessuno vi ci può condurre. La nostra intera coscienza, o la maggior parte di questa, è condizionata ad accettare di vivere una vita in costante lotta, perché vogliamo arrivare, vogliamo diventare, vogliamo giocare certi ruoli, vogliamo realizzare, vogliamo, sapete, tutto ciò implica la negazione - per favore ascoltate questo - la negazione di 'ciò che è' e l'accettazione di 'ciò che dovrebbe essere'. Dato che neghiamo 'ciò che è' e abbiamo creato l'ideale di 'ciò che dovrebbe essere' vi è conflitto. Ma osservare veramente 'ciò che è' significa che non avete alcun opposto, solo 'ciò che è'.
47:28 Guardate, se osservate la violenza, la parola 'violenza' è già contaminata, la parola stessa, perché c'è chi l'approva, e chi non l'approva, quindi è già corrotta. Quindi, prendiamo per esempio, la violenza, e tutta la filosofia della nonviolenza, sia politicamente, in senso religioso ecc. Cioè, c'è la violenza e il suo opposto, la nonviolenza. L'opposto esiste perché conoscete la violenza. Giusto? Suvvia, signori. E l'opposto ha le sue radici in 'ciò che è'. Vero? Allora, noi pensiamo che, avendo un opposto, con qualche straordinario metodo o mezzo, riusciremo a liberarci di 'ciò che è'. Cioè 'ciò che è' e 'ciò che dovrebbe essere'. Per arrivare a 'ciò che dovrebbe essere' c'è bisogno di tempo. Guardate cosa attraversiamo: l'infelicità, il conflitto, l'assurdità di tutto ciò. 'Ciò che è' è violenza e 'ciò che dovrebbe essere' è nonviolenza. Diciamo che abbiamo bisogno di tempo per raggiungere la nonviolenza perché sono condizionato dalla violenza e dalla nonviolenza, devo aver tempo, devo fare uno sforzo, devo lottare per essere non violento. Questa è la filosofia, questo è il condizionamento, la tradizione, il bene e il male.
49:30 Ora, potete mettere da parte l'opposto e guardare solo la violenza, che è il fatto? La nonviolenza non è un fatto. Giusto? Ci stiamo incontrando? La nonviolenza è un'idea, un concetto, una conclusione. Ma il fatto è violenza, è che siete arrabbiati, che odiate qualcuno, che volete fare del male a qualcuno: rabbia, gelosia, tutto ciò implica violenza. E' un fatto. Ora, potete osservare il fatto senza introdurre il suo opposto? Capite? Allora avete l'energia, che veniva sprecata nel cercare di raggiungere l'opposto, avete tutta l'energia per osservare 'ciò che è'. In quella osservazione non c'è conflitto. Mi chiedo se capite tutto questo. Giusto?
50:50 Cosa farà allora un uomo che ha compreso questa straordinaria, complessa esistenza basata su violenza, conflitto, lotta, che è veramente libero da questa, non teoricamente, veramente libero, cioè senza conflitto, cosa farà nel mondo? Lo state chiedendo a me o vi state ponendo questa domanda? Vi porreste questa domanda, - per favore ascoltate - vi chiedereste questa domanda, se foste interiormente, psicologicamente, completamente liberi dal conflitto? Lo fareste? Ovviamente no. E' solo l'uomo in conflitto che dice: 'Se non c'è conflitto sono finito. Verrò annientato dalla società'. Perché la società si basa sul conflitto. Ma la società è ciò che voi ne avete fatto. Voi avete creato la società, siete responsabili della società perché siete avidi, invidiosi, violenti e la società è ciò che siete voi. Allora non vi è differenza tra voi e la società. Voi siete la società. Giusto? Questi sono fatti. Ma quando separate voi stessi dalla società e dite: 'io sono diverso dalla società' che è una cosa assurda, allora, se c'è una completa trasformazione della struttura della società che è violenza, immoralità, ecc., in voi, voi influenzate la coscienza della società. E se foste così liberi, interiormente, vi fareste mai la domanda: "Cosa farò nel mondo esterno?" Rispondete voi, signori. Trovate la risposta per conto vostro. Perché interiormente avete completamente trasformato ciò a cui l'uomo è condizionato questa costante battaglia, battaglia, battaglia. Ho risposto alla domanda? Ho risposto per me stesso, molto tempo fa. Ma, vi porrete questa domanda per scoprire, senza illusioni, senza fantasie, senza desiderio alcuno di essere o non essere, che porta al conflitto, per scoprire da voi questo fatto? Che significa una completa trasformazione interiore, di qualcosa che l'uomo si è tenuto stretto come la cosa più importante, che è la lotta, lo scontro, il conflitto, sapete, ecc.
54:58 Allora, il prossimo passo è, se posso passare a qualcos'altro, che la nostra coscienza, se l'avete osservata, e dato che abbiamo tempo libero, possiamo osservare, ora. Se osservate la vostra coscienza, se siete consapevoli della vostra coscienza cioè, siete consapevoli della vostra coscienza, di ciò che siete? Se siete consapevoli, allora vedrete che la vostra coscienza è in totale, uso la parola 'totale' nel suo senso assoluto, non in senso relativo, nel suo senso assoluto, la vostra coscienza è in totale disordine. Giusto? Siete consapevoli di questo fatto? Essere consapevoli implica... semplicemente esserlo, - essere consapevoli degli alberi, di dove siete seduti, sono consapevole del sole sulla mia testa, cosa che non mi piace, sono consapevole dei vari colori e così via, consapevole esteriormente. Essere consapevoli interiormente implica esserlo senza distorsioni. Non potete distorcere quell'albero e dire che è un elefante. Ma potete distorcere facilmente ciò che vedete interiormente.
57:03 Essere consapevoli implica esserlo senza alcuna distorsione di ciò che avviene all'interno. Giusto? Siete consapevoli così della vostra coscienza? Se lo siete, scoprirete che è una contraddizione, dire una cosa e farne un'altra, voler qualcos'altro. Mi seguite? Il totale movimento, in un'area così piccola, dove non c'è spazio e in quel piccolo spazio c'è disordine. Giusto? Siete consapevoli di ciò?
57:57 Che ora è?
58:01 Q: Dodici e otto minuti.

K: Dodici? Dovete essere stanchi dopo un'ora, perché questo è un lavoro piuttosto faticoso. Ci fermiamo tra poco, ma continuiamo ancora un po' su questo. La riprenderemo di nuovo sabato e domenica, il prossimo sabato e domenica, cioè: siete consapevoli della vostra coscienza? Siete diversi dalla vostra coscienza? O, voi siete quella coscienza? E' semplice. Voi siete quella coscienza. Non siete diversi dalla vostra coscienza. E siete consapevoli di essere in totale disordine? Alla fine quel disordine porta alla nevrosi, ovviamente. E tutti gli elementi della società moderna, con gli psicologi, psicoanalisti, psicoterapeuti, sapete, tutta quella roba. Se siete consapevoli, nel senso che osservate voi stessi, cioè la vostra coscienza, senza alcun disordine, senza distorsione alcuna. E' possibile? Questo è possibile solo quando l'osservatore è l'osservato. Capite? Quando l'osservatore è l'osservato, non vi è alcuna distorsione, vede 'ciò che è'. Ma se esiste l'osservatore, allora distorce ciò che vede. Capite la domanda? E' chiaro?
1:00:09 Quindi, potete osservare... c'è un'osservazione di noi stessi, che è la nostra coscienza, e vedere il fatto reale del suo disordine, del proprio disordine, nella vita quotidiana? Non solo esteriormente, ma molto più profondamente, interiormente. Esteriormente, siamo molto ordinati, alcuni di noi per lo meno, perché è un'ossessione , lo è sempre di più... Dovete essere ordinati al fine di... ecc. - non parlerò di questo. Ma, interiormente, siete in ordine? O c'è disordine? Potete osservare questo fatto? Cosa avviene quando osservate senza scegliere, cioè senza distorsione, cosa avviene? Capite la mia domanda? Perché dove c'è disordine, ci deve essere conflitto. Dove c'è ordine assoluto non c'è conflitto. Stiamo dicendo che vi è ordine assoluto, non ordine relativo. Questo può solo avvenire naturalmente, facilmente, senza conflitto, solo quando si è consapevoli di sé stessi come coscienza, osservando la confusione, il subbuglio, la contraddizione, esternamente e interiormente, e si osserva senza alcuna distorsione. Allora, da questo deriva naturalmente, dolcemente, facilmente, un ordine che è irrevocabile.
1:02:32 Allora... E' un'ora. E' sufficiente per un'ora? O volete rimanere seduti e lasciarmi continuare a parlare?