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OJ77T3 - Può l'uomo trasformare se stesso psicologicamente, in modo radicale?
Terzo discorso pubblico
Ojai USA
9 aprile 1977



0:35 Le ultime due volte che ci siamo incontrati qui, lo scorso sabato e domenica, abbiamo parlato insieme del tema della sicurezza, ossia della sicurezza sia fisica sia psicologica. Ne abbiamo parlato piuttosto a fondo, in dettaglio, e, la scorsa domenica abbiamo parlato del conflitto. E a chi di voi è venuto qui per la prima volta spero non dispiaccia se non se non ci ritorniamo sopra.
1:40 Stavamo dicendo quanto è importante, in un mondo che sta diventando sempre più caotico, che ci sia, e ci deve essere, una trasformazione umana, una grande, profonda rivoluzione psicologica. Non una rivoluzione sanguinosa, fisica, come quella che l'uomo ha sperimentato nel corso dei secoli, nel tentativo di modificare l'ambiente attraverso il conflitto, lo spargimento di sangue, la violenza d'ogni tipo. E, a quanto pare, non ci è mai riuscito. Anche se ha causato un certo cambiamento distruttivo dell'ambiente, non ha comportato, in modo radicale, psicologico, una profonda trasformazione dell'uomo. E in questi incontri vogliamo occuparci proprio di questo, cioè se l'uomo possa trasformarsi in modo radicale, psicologicamente. Perché se non arriva a tale trasformazione, a questa rivoluzione psicologica, avremo, inevitabilmente, sempre più conflitti, sempre più guerre e contrasti in tutte le relazioni, intime o superficiali che siano.
3:37 Inoltre, stavamo dicendo - spero non dispiaccia, a chi l'ha già sentito - che ovunque andiate nel mondo, in Oriente, in Europa o qui, l'uomo, donna inclusa, spero non vi dispiaccia se non dico ogni volta 'donna', l'uomo e la donna, sono più o meno uguali nel mondo, psicologicamente, soffrono, vivono in grande agitazione, incertezza, ansia, enormi sofferenze, versano molte lacrime, sono soli, disperati e infine devono affrontare la morte. Quindi, quando si osserva questa realtà vediamo che l'uomo - voi o la donna - è il mondo intero, lui è il mondo e il mondo è lui. Se si comprende questo, nel profondo, non intellettualmente o solo verbalmente. allora si arriva a una straordinaria qualità di vitalità, per affrontare le cose, per affrontare il mondo com'è. Ed è ciò che stavamo dicendo qui durante questi ultimi due discorsi. Ora, questa mattina, se possiamo, tratteremo la questione di cos'è la coscienza, il contenuto della coscienza, e se tale coscienza possa essere radicalmente trasformata. Eravamo rimasti lì lo scorso sabato ... la scorsa domenica, e proseguiremo su questo, se possibile.
6:34 Ci chiediamo spesso se gli esseri umani, voi, io, gli altri, siano consapevoli di sé stessi. Molte persone sono consapevoli in modo piuttosto superficiale: i loro futili desideri, i conflitti superficiali, i bisogni fisici, gli appetiti sessuali e così via. Sono consapevoli superficialmente di ciò che attraversano. Ma ci sono anche strati più profondi del nostro essere, cioè la coscienza, essere consci di sé stessi. Vale a dire, conoscere o essere consapevoli dell'intera natura e della struttura della coscienza, di ciò che si è, - questa è la coscienza. Essere consapevoli implica essere vigili, osservare. Osservare ciò che accade dentro di noi, non fisicamente, ma psicologicamente: - i pensieri, le motivazioni, i conflitti, i desideri, gli obiettivi opposti, ideali e fatti, dire una cosa, farne un'altra, pensare una cosa e fare il contrario nella vita quotidiana. Tutto questo processo è la coscienza, ed è piuttosto ovvio. Usiamo la parola "coscienza" che significa essere consapevoli di sé stessi e di tutto il subbuglio che avviene dentro ognuno di noi.
9:08 Osservare, implica - o essere consapevoli - che, se esiste una scelta in tale osservazione, quel fattore di scelta distorce l'osservazione. Penso sia piuttosto chiaro. Cioè, bisogna osservare i nostri profondi strati di coscienza con tutte le lotte, i dolori, le ansie, le gioie, le lacrime, le ambizioni le malizie che avvengono dentro di noi. Osservare, esserne consapevoli, e, se si sceglie, l'osservazione viene distorta. E' piuttosto semplice. Giusto? Possiamo procedere da qui?
10:11 L'osservazione implica che non c'è scelta. Quando osserviamo questo intero processo del nostro essere, tutto il contenuto di noi stessi, i vari fattori, le influenze che portano a questa consapevolezza, questa coscienza, - prego, ascoltate, prestate un po' di attenzione a questo - questa coscienza è diversa dall'osservatore? Capite la mia domanda? Osserviamo una montagna, le ombre, i movimenti delle nuvole e così via, osserviamo. Quando osservate, ci siete 'voi', l'osservatore e la cosa osservata. L'osservatore, come abbiamo detto, è il passato, tutti i ricordi, le esperienze, la conoscenza immagazzinati nel cervello come memoria, che è il passato. Quando osservate attraverso la memoria c'è una divisione tra l'osservatore e la cosa osservata. Va bene? Quindi osservare senza l'osservatore è il vero problema, lo esamineremo tra poco, se non lo abbiamo già fatto nei due precedenti discorsi, perché è veramente importante poiché è il fattore del conflitto. Dove c'è divisione ci deve essere conflitto, come nelle nazioni, quando ci sono diversi tipi di credo, nei credo religiosi, c'è sempre divisione, c'è sempre conflitto. Quindi, vivere in una completa, profonda pace, l'osservatore è l'osservato e quindi non c'è conflitto. Allora esamineremo, insieme, la questione di... andare a fondo nella coscienza, insieme.
12:58 Per favore, se posso sottolinearlo ancora, questo è un discorso molto serio. Dobbiamo essere particolarmente attenti, avere cura, affetto. E noi stiamo facendo un viaggio insieme. Non che io sto facendo un viaggio e voi mi seguite stiamo esplorando insieme. Allora è vostra responsabilità, se siete davvero seri, indagare a fondo. Come dicevamo pure l'altro giorno, chi vi parla, nell'esplorare insieme a voi, non ha alcuna autorità. Va bene? Anche se siede su un palco, è solo per praticità, non conferitegli autorità, altrimenti non sarete capaci di esplorare. Perché la vostra coscienza è la coscienza dell'umanità. Credo sia la cosa basilare che dobbiamo comprendere: ciò che siete, è il mondo. La vostra coscienza è in conflitto, nel caos, confusa, nel disordine e nelle relazioni, in tutte le cose che fate, c'è disordine. Nel mondo vi è disordine. Quindi ciò che siete, è il mondo. Allora, esploreremo insieme la questione di cosa è la coscienza e quali sono i suoi contenuti, se i contenuti sono diversi dalla coscienza, se il contenuto è la coscienza, e se sia possibile andare oltre questa piccola, minuscola coscienza condizionata. E' ciò che andremo a esplorare nei prossimi tre, quattro discorsi. Quindi, per favore, siate un po' seri.
15:57 Ho paura che molti americani, perdonatemi se vi dico questo, non siano persone molto serie. Sono piuttosto persone che si divertono, amano essere intrattenuti, acquisiscono molto sapere superficiale dai libri, o frequentano corsi, si informano su psicologia e altri argomenti. E pensano di essere terribilmente istruiti. Di sapere tutti i fatti del mondo. Ma in realtà conoscono molto poco di sé stessi. Conoscono sé stessi secondo Freud, Jung e così via, ma quando mettete da parte tutte quelle autorità, quando guardate voi stessi, quasi non vi conoscete. Quindi, se non vi dispiace che ve lo ripeta, siate un po' seri, se potete. Non siate attaccati a una vostra teoria o a una particolare conclusione, non aggiungete ciò che stiamo dicendo a ciò che già sapete, o a ciò che stiamo dicendo, adattandolo al vostro particolare guru, o, sapete, tutta quella roba. Allora... siamo come degli amici che stanno indagando. Non stiamo facendo propaganda o cercando di convincervi di alcunché. Quindi, se siete abbastanza seri e siete disposti ad essere attenti per un po', perché non riuscite ad essere attenti per più di mezzo minuto e poi pensate a qualcos'altro. Questo richiede una notevole, profonda indagine, che richiede cura, affetto, senso di responsabilità.
18:24 Allora, abbiamo detto che osserveremo, saremo consapevoli della nostra coscienza. Abbiamo anche detto che dove c'è una scelta nell'osservazione quando diciamo: 'Preferisco questo, non mi piace quello... questo è giusto, quello è sbagliato", Questa scelta, psicologicamente, distorce la chiarezza, l'osservazione. Perciò, per favore, osservate senza scegliere.
19:00 Nella nostra coscienza ci sono vari elementi: il desiderio di potere, la carriera, e le offese che abbiamo ricevuto durante l'infanzia, le ferite, i profondi traumi psicologici. E, inoltre, in quella coscienza, c'è la perenne ricerca del piacere. Per favore, stiamo esaminando insieme non sto dicendo che sia così, stiamo indagando, imparando insieme l'intero contenuto della nostra coscienza. C'è la ricerca del piacere e c'è questo enorme senso di paura. Giusto? E poi c'è anche sofferenza, non solo la sofferenza personale, ma la sofferenza dell'umanità. Uomini e donne sono passati attraverso milioni, migliaia di anni, con guerre un anno sì e uno no, distruzioni e un enorme senso di dolore. In quella coscienza c'è anche quella cosa che chiamiamo amore, con tutte le gelosie, i dolori, le ferite, la rabbia, la violenza, ecc. In quella coscienza vi sono anche innumerevoli credo, dogmi, idee, conclusioni. E c'è anche la morte, la paura dell'ignoto, la paura di morire, di finire. Questo è il contenuto della nostra coscienza, giusto? Il sapere che abbiamo acquisito dai libri, la conoscenza acquisita con l'esperienza, immagazzinati nella memoria, nel cervello come memoria, che è l'intero movimento del pensiero. Va bene?
21:47 L'intero contenuto della nostra coscienza sono queste cose. Allora esamineremo i principali elementi, non tutti i dettagli perché sarebbe interminabile, i fattori principali: quali il potere, l'esigenza di potere, che molti di noi bramano, una posizione. Il potere implica successo, dominio, il potere sugli altri, o il potere su sé stessi, ecc. In questo vi è anche il dolore, l'essere feriti. Veniamo feriti fin dall'infanzia e essendo stati feriti, siamo diventati violenti. Ci addentreremo in questo lentamente, un passo alla volta. Esamineremo innanzitutto il desiderio di potere. Va bene? Il desiderio di dominare, il desiderio di imporsi, l'aggressività; tutto ciò è senso di potere. I dittatori di tutto il mondo sono i rappresentanti di quel potere. E finché non risolvono il problema del potere esisterà il conflitto, non solo nel mondo della dittatura, del totalitarismo, ma anche nel mondo della cosiddetta democrazia, dove si vota, ecc, c'è sempre il desiderio di potere, possesso, dominio. E' un fattore importante da capire e di cui, se possibile, essere liberi. E' possibile liberarsi da questo desiderio di potere? Cioè: possedere qualcuno, dominarlo, realizzare i vostri particolari ideali, imponendo quegli ideali. Seguite? Tutto ciò è l'espressione della volontà.
24:21 Capite? Seguite? Lo spero, perché si tratta della vostra vita, non della mia. E se si osserva come sprecate la vostra vita! Capite? Quindi, parlandone insieme, amichevolmente, in amicizia, con affetto, con compassione, insieme, non sprecate la vostra vita! Non sprecarla significa comprendere la propria coscienza e andare oltre. Quindi è una questione molto, molto seria.
25:12 Nella vita di ognuno, nella vita quotidiana è possibile liberarsi dal desiderio di potere? Il potere comprende il dominio, il possesso, l'affermazione, l'aggressività, ecc. Per comprendere il potere bisogna comprendere tutto il movimento del desiderio. Giusto? Seguite? Alcuni di voi, almeno? Perché molti di noi vogliono esaudire i propri desideri, e quando questi non vengono esauditi, ci sentiamo frustrati e dalla frustrazione derivano tutti i tipi di attività nevrotiche. E' molto importante, mi sembra, comprendere la natura e la struttura del desiderio, che alla fine è la volontà e la volontà è l'essenza del potere. Seguite tutto questo?
26:36 Allora dobbiamo addentrarci nella questione del desiderio. Non stiamo dicendo che non dobbiamo avere desideri, ma di capire, di immergerci in esso, di vedere i risultati del desiderio, come nasce, qual è la sua natura. Non, come fanno i monaci in tutto il mondo, I monaci dicono di reprimere il desiderio. Non stiamo dicendo questo, al contrario. Quando reprimiamo il desiderio, deve esplodere in altre direzioni, ma dobbiamo capirlo, immergerci in esso, comprenderne l'intera natura, allora diventa qualcosa di diverso. Allora cercheremo insieme di comprendere il desiderio. Sapete cos'è il desiderio, no? Molti di voi lo sanno, non è vero? Desiderio di vestiti, di auto, desiderio di un uomo o di una donna, desiderio di carriera, di sapere, dire: "Vorrei essere intelligente come lui", ecc. ecc. Allora, cos'è il desiderio e come sorge?
28:19 Per favore, se posso chiedervelo, o suggerire, non ripetete qualcosa che non sapete, che non avete visto direttamente, perché siamo tutti esseri umani di seconda mano. Ripetiamo slogan, cose che la gente dice, quello che avete imparato dai libri. Non avete mai scoperto qualcosa per conto vostro. Ed è proprio ciò che faremo, scoprire da soli, quindi poi sarà un processo irreversibile, non potrà essere distrutto. E' inviolabile, non potrà mai essere danneggiato, se è qualcosa che avete scoperto da soli.
29:18 Allora ci chiediamo: cos'è il desiderio? Come avviene? Perché è uno dei fattori più importanti nella nostra vita: volere, volere così tante cose. Non perché siete soli e volete qualcosa, o perché, non stando bene, volete qualcos'altro, volete la salute - non questo... ci chiediamo cos'è il desiderio stesso. E' veramente molto semplice, se lo guardate, se lo osservate da molto vicino. Il desiderio sorge, non è vero? attraverso la percezione, il contatto, attraverso la sensazione e il pensiero, e il pensiero poi crea l'immagine. Giusto? State seguendo? Visione, contatto, sensazione, poi c'è il desiderio a cui segue la creazione dell'immagine, e poi la si vuole. Capite? No, vedetelo da voi, per favore, non perché ve lo faccio notare io. Guardate un'auto, guardate una donna, guardate una casa, c'è la percezione visiva, la sensazione, poi viene il contatto e il desiderio, il desiderio allora crea l'immagine di avere quell'auto o quella casa o quella donna o quell'uomo. Giusto? Lo vedete? Per davvero, non perché ve lo dico io. Il pensiero allora insegue il soddisfacimento di quel desiderio. Giusto? E da quello deriva il conflitto: non riuscire o riuscire a soddisfare il desiderio. Va bene?
32:33 Allora, il desiderio con il suo volere è la ricerca del potere. Giusto? Capite? Vale a dire, dominare la gente, nel nome di Dio, in nome della pace, in nome di una rivoluzione ideale e così via. Dunque è possibile vivere - per favore ascoltate - è possibile vivere senza il volere? Ok? Significa vivere senza una direzione. Il che non significa vivere nel caos. Fermiamoci qui, per il momento. Ci ritorneremo più tardi.
33:44 Un altro elemento della nostra coscienza è il gran numero di ferite che abbiamo ricevuto. Giusto? Le ferite. Siete consapevoli di ...? State seguendo? Bene. Le ferite, le ferite psicologiche che abbiamo ricevuto dall'infanzia, a scuola, al liceo, all'università, o da adulti, al lavoro, in famiglia, le ferite che si sono accumulate. Vero? Ne siete consapevoli? E il risultato di quei traumi; che accade quando si è feriti? Resistete e costruite un muro intorno a voi per non essere più feriti e vi ritirate dalla vita. Giusto? Ma, più vi ritirate, più diventate nevrotici. Seguite? Vi isolate per non venire feriti. Allora ci chiediamo: è possibile non essere più feriti nella vita? Siamo consapevoli di essere stati feriti. Quando a scuola un insegnante paragona un ragazzo a un altro quel ragazzo viene ferito. Giusto? Lo vedete, no? Quando i genitori dicono: "Non sei intelligente quanto tuo fratello", fa male. Quando vi danno dell'idiota, fa male. E così via, ci sono moltissime profonde ferite psicologiche. E quando ci sono ferite di questo tipo, la reazione è di proteggere sé stessi, isolarsi, resistere. E, da questa resistenza, nasce la violenza. State seguendo?
36:28 Ora ... ci stiamo chiedendo se sia possibile non essere assolutamente feriti. E spazzare via completamente le ferite passate. Capite la domanda? Spazzare via i traumi passati e non essere mai più feriti. Giusto? Mi chiedo se lo vedete. Avete capito la mia domanda? Ed è molto importante capirlo, perché se non lo capiamo non avremo una corretta relazione con gli altri. Ora entreremo nella questione se sia possibile non essere mai più feriti e spazzare via le ferite che si sono ricevute fin dall'infanzia. State seguendo attentamente? Spero vi interessi, perché si tratta della vostra vita.
37:53 Cos'è che fa male? Capite la mia domanda? Quando dite: "Sono ferito", cos'è che viene ferito?: Stiamo ponendo la domanda così che entrambi indaghiamo insieme. Chi vi parla non sta affermando nulla, stiamo indagando. Non è forse vero che, quando avete un'immagine di voi stessi, è quell'immagine che viene ferita? Giusto? Seguite? Lo vedete? Voi avete un'immagine, di essere intelligenti o no, di essere belli oppure no, avete un'immagine, una rappresentazione, un'idea di voi stessi. Va bene? Ed è quell'immagine, quella rappresentazione che fa male. Giusto? Mi chiedo se lo vedete. E' piuttosto semplice, no? Così ci domandiamo, vedendo le conseguenze dell'essere feriti, cioè la violenza, il ritrarsi, la resistenza, l'isolamento e tutti i comportamenti nevrotici che derivano dall'isolamento, vedendo tutto questo, diventa molto importante scoprire, e al più presto, se tali ferite possano essere spazzate via completamente e quindi non venire mai più feriti nella vita. Capite cosa significa? Avere una mente innocente, una mente intatta che non viene mai ferita. La parola "innocenza" deriva dalla parola la cui radice significa 'una mente che non è stata mai ferita'. Giusto? Guardate innanzitutto la bellezza di questo.
40:20 L'immagine che voi chiamate 'io', 'io sono ferito' finché esiste l'immagine, deve esserci la ferita. Giusto? Lo vedete? Finché ho un'immagine di me stesso: sono intelligente, sono questo, sono quello, ho una certa reputazione, sono un grand'uomo, sono così, dozzine di immagini di sé stessi, finché avete un'immagine di voi stessi, verrete feriti.
40:59 Allora è possibile non avere un'immagine? Il che non significa diventare vuoti, vivere in un mondo surreale o diventare un vegetale. Ci stiamo ponendo la domanda, fintanto che sarete feriti, le conseguenze saranno grandi, orribili. Quando non c'è ferita, le vostre azioni sono straordinariamente chiare. Allora è possibile non avere una immagine di sé stessi, professionalmente - capite? - vale a dire, come uomini capaci, esperti, specialisti e quando vengono messi in discussione, tutti si sentono feriti. Un uomo comune si sente offeso quando gli danno dello stupido, perché ha un'immagine di sé stesso, ecc. Allora, è possibile non avere un'immagine? Capite signori? Se dite: "Come faccio a liberarmi da quell'immagine"? il 'come' rappresenta il metodo, il sistema, quando dite 'come', è sottinteso. Allora quel sistema, quel metodo, porta ad un'altra immagine - seguite? - e anche quell'immagine sarà ferita. Mi chiedo se lo vedete. Bene? E' chiaro? Possiamo continuare? Ma vedere il fatto, la realtà che, finché avete un'immagine verrete feriti, terribilmente. Se volete vivere una vita sana, cioè senza ferite e capite l'importanza di vivere una vita sana, limpida, senza ferite, naturalmente quell'immagine sparirà. Capite? Bene? Se capite la necessità, l'importanza e l'urgenza che finché avete un'immagine verrete feriti, e le conseguenze delle ferite sono enormi, se lo vedete, allora non creerete mai più un'immagine. E' chiaro? Lo state facendo, ora? O dite: "Ci rifletterò a casa, quando ho un po' di tempo". Avete tempo libero, siete tranquilli, ora. Se non lo fate ora, perché siete obbligati a vederlo - capite? - obbligati, nel senso che stiamo indagando insieme, quindi, insieme stiamo vedendo questo fatto. E siccome vedete il fatto di essere feriti e le sue conseguenze, la costruzione di immagini si ferma.
45:03 Allora ci chiediamo - per favore indagate attentamente - l'immagine viene costruita dal pensiero. Giusto? State seguendo? Il pensiero ha costruito l'immagine che dovrei essere qualcosa, che sono qualcosa. E cos'è il pensiero? L'abbiamo visto l'altro giorno. Parliamone di nuovo. Cos'è il pensiero? Cos'è questo pensare, su cui si basa tutta la struttura sociale, morale etica, religiosa? - Pensare. Tutte le divinità, le chiese tutti i simboli, i salvatori, - sapete: Cristo, Buddha, cioé l'intera struttura religiosa, i papi, i preti e i vescovi, gli arcivescovi, sono tutti basati, creati dal pensiero, un pensiero di secoli. Allora dobbiamo esaminare, insieme, cos'è pensare. E' molto importante, perché parleremo insieme della paura. Dopo aver trattato la questione di cos'è il pensiero, indagheremo insieme la natura della paura, che ci afferra così forte.
46:59 Il pensiero è la risposta della memoria. Lo capite? Il pensiero, la memoria, sono i fatti accumulati, il sapere, l'esperienza. Se siete un ingegnere, avete imparato molto su questa materia: pressioni, struttura, matematica, fin dalla gioventù e tutto è immagazzinato nel vostro cervello, come conoscenza, e voi agite in base a tale conoscenza, con più o meno capacità. Giusto? Da professionisti o da dilettanti.
47:46 Allora, il pensiero è la risposta della memoria, la memoria è l'esperienza, - non solo la vostra ma l'esperienza totale dell'umanità, e la conoscenza accumulata per secoli di cui siete i rappresentanti, come uomini o donne. Va bene? Quindi il pensiero è la risposta della memoria. La memoria è il passato. Giusto? Naturalmente. Ricordo qualcosa. Non potete ricordare il futuro, se non, forse, astrologicamente e tutto quel genere di cose. Possiamo lasciarle perdere.
48:41 Sapete, bisogna dubitare molto. Capite? Dubitare. Se iniziate con le certezze, finirete nel dubbio. Giusto? Lo capite? Ma se iniziate nel dubbio, dubitando di qualsiasi cosa, non accettando, dubitando, allora finirete con delle certezze. Ma noi, purtroppo, iniziamo da delle certezze poi finiamo nell'incertezza e moriamo.
49:37 Allora dicevamo, il pensiero è la risposta della memoria immagazzinata nelle cellule del cervello; - non è che siamo esperti del cervello, ma è un dato di fatto, potete osservarlo in voi stessi, ogni giorno. Allora, c'è l'immagine di voi stessi che viene ferita. E' possibile liberarsi da questa immagine? Quell'immagine che è stata creata dal pensiero, da vari avvenimenti, incidenti, affermazioni, tutto ciò che causa ferite all'immagine. E il pensiero nelle relazioni, nelle relazioni umane, è un elemento di distorsione. Possiamo approfondirlo? Discuteremo, insieme, delle relazioni umane: la moglie e il marito, il ragazzo e la ragazza. Stiamo dicendo che il pensiero nella relazione - giusto? - distrugge la relazione. Lo esamineremo. Perché, il pensiero è amore? Il pensiero è compassione? In una relazione tra due esseri umani, intima o meno, il movimento del pensiero è il fattore di separazione. State seguendo? Per Giove, quanta gente! Mi chiedo se qualcuno di voi capisca tutto questo.
52:10 Parleremo insieme del problema della relazione. E' una delle cose più importanti nella vita. Se non siete adeguatamente in relazione con la natura, gli alberi, gli uccelli, la natura, allora non siete correttamente in relazione con l'uomo o la donna. La vita è relazione ed è molto, molto importante scoprire qual è la giusta relazione. Cominciamo coi fatti, abbiamo a che fare solo con i fatti, non con idee su cosa dovrebbero essere o non essere le relazioni, sono tutti ... quelli non sono fatti. Qual è effettivamente la relazione fra voi e la moglie, la ragazza o il ragazzo, realmente? C'è veramente una relazione? E cosa significa la parola 'relazione'? Essere in relazione, essere in contatto, essere in contatto, sia fisicamente sia psicologicamente. Va bene? Non essere separati. Giusto? Questo significa la parola. Sono in relazione con te. Questa parola ha un significato enorme. E noi lo esamineremo, in base ai fatti. Cosa avviene in realtà, nella vita quotidiana?
54:37 Che siate sposati o no, in ogni incidente, ogni parola, ogni affermazione in quella relazione, che è molto delicata, si è formata un'immagine, non è vero? Giusto? Seguite? Avete un'immagine di vostra moglie o della vostra ragazza e lei ha un'immagine di voi. E' semplice. Vero? Siete consapevoli di questo? Lo siete? Siate semplici signori, comprendetelo da voi. Non dovete dire sì o no, ma dovete saperlo da voi. Finché avete un'immagine deve esserci divisione. Giusto? Quando dite: "Conosco mia moglie" o la mia ragazza, o il ragazzo, quando dite "Conosco" in quella stessa affermazione trovate sicurezza. Giusto? Riuscite a seguire? E quella sicurezza è il risultato di avere... è il fatto che esiste l'immagine che avete di lei o di lui. E quell'immagine vi dà un gran senso di sicurezza. Non è vero? Conoscete davvero la vostra ragazza, moglie o marito? Naturalmente no. Conoscete tutte le reazioni, tutte le cose superficiali perché avete un'immagine di lei e lei ha un'immagine di voi e queste due immagini hanno una relazione che sono parole, ricordi, idee. Giusto? MI chiedo se vedete tutto questo. O non avete voglia di vederlo? Perché nella vostra mente avete già stabilito che avete una relazione meravigliosa.
57:14 Guardate, se siete un uomo, andate in ufficio o in fabbrica o altro, e là siete ambiziosi, avidi, invidiosi, desiderate il successo, la carriera. Vero? Poi tornate a casa e anche lei vuole... andare a lavorare, in America, anche lei ha le sue ambizioni, desidera il successo, una carriera. Giusto? Dov'è la vostra relazione? A letto? E' tutta lì la vostra relazione? E qual è la relazione con i vostri figli? Assolutamente nessuna. Seguite? Guardate cosa stiamo producendo nel mondo. Per l'amor di Dio, è il vostro mondo! Il pensiero è l'elemento della vostra relazione, non l'amore. E il pensiero è memoria. Capite? Ricordo. Allora, è possibile vivere una vita con qualcuno, intimamente o altrimenti, senza alcun senso d'immagine? Questo richiede molta attenzione, cura. Ma voi non siete disposti a dedicare quella cura, quell'attenzione perché siete preoccupati di voi stessi, giusto? E lei è preoccupata di sé stessa. Le preoccupazioni sono le stesse, entrambi sono ambiziosi entrambi sono... ecc. Capite? Mi chiedo se cogliete tutto ciò. Sì?
59:27 Allora, alla fine ci si chiede: cos'è l'amore? Seguite? Stiamo procedendo insieme? L'amore è desiderio? L'amore è sesso? L'amore è attaccamento? L'amore è essere preoccupati di sé stessi, all'infinito? L'amore è gelosia? E può esserci amore quando c'è paura? Può esserci amore quando vi è solo la ricerca del piacere? Capite tutto questo? Quindi, andremo a esaminare cos'è il piacere. No, vediamo innanzitutto cos'è la paura. Va bene? Possiamo parlarne? Siete stanchi? Siete sicuri? Potete resistere ancora un po', dedicare la vostra attenzione? Lo spero. Ora parleremo della paura.
1:01:18 Sapete, finché si ha paura, si vive nell'oscurità. Giusto? Tutte le nostre azioni sono distorte. La paura è come una terribile malattia, e noi la sopportiamo, ci conviviamo, l'accettiamo, perché non sappiamo cosa farne, come liberarcene. Quindi indagheremo l'intero problema della paura. E, prima di tutto, nell'indagare non stiamo analizzando perché l'analista è la cosa analizzata. Seguite? E' qualcosa di nuovo per voi? Stiamo dicendo che l'analista è l'analizzato. L'analista non è diverso dalla cosa che analizza, egli stesso è parte dell'analisi. Giusto? L'analisi implica divisione. Va bene? Seguite? L'analisi implica tempo. Andate dallo psicologo, se avete denaro e tempo e un problema, tutto quel genere di cose, ed egli vi analizzerà. Significa che voi siete diversi dall'analista. Giusto? E l'analista è la sua stessa analisi. Mi chiedo se lo vedete. No? Lo capite oppure no? Stiamo dicendo che l'analisi non risolve alcun problema. Al contrario, perpetua il problema, lo prolunga. Perché, vedete, io analizzo me stesso. Giusto? Se non vado da un professionista io analizzo me stesso. Cosa significa? Io analizzo me stesso: Io sono diverso dalla cosa che sto analizzando. Va bene? Ma è un dato di fatto? Quello che analizzo sono io, che sto analizzando. Seguite? No?
1:04:42 Non pensate mai a tutte queste cose? E' tutto così nuovo e fantastico? Eppure siete tutti molto istruiti, no? Non importa, andiamo avanti.
1:05:08 Allora, l'analisi implica tempo, divisione. E' come analizzare sé stessi in continuazione, non ha alcun senso. Quindi noi non stiamo analizzando, ma soltanto osservando. Guardiamo quell'albero senza analisi. Capite? Guardare semplicemente, la montagna, o il vostro amico seduto accanto a voi o la ragazza. Guardare soltanto, non analizzare. Faremo la stessa cosa con la paura. Non stiamo analizzando, stiamo semplicemente osservando la paura, la natura, la causa, la struttura della paura.
1:06:09 Sapete cosa siete, conoscete le vostre paure: la paura della solitudine, della vecchiaia, la paura dell'insoddisfazione, la paura di perdere, la paura di essere attaccati, e di poter perdere ciò a cui siete attaccati, la paura di non avere successo nella vita - dozzine di paure, vero? Siete consapevoli almeno di una paura? Qui, ora, seduti lì, siete consapevoli della vostra paura? Cosa ne dite? Sì? Posso proseguire? Non stiamo analizzando, stiamo osservando. Esaminerete, osserverete i molti rami della paura o la paura stessa? Capite? Capite, si può avere paura della solitudine, paura della moglie, o del marito, della ragazza o del ragazzo, si può avere paura di perdere ciò che si ha, aver paura di un lavoro, di perdere il lavoro o di non averlo, ecc. E psicologicamente, si può avere paura di questo straordinario senso di solitudine. Giusto? Si può avere paura di attaccarsi a qualcuno e di perderlo. O si può avere paura della morte, di una malattia, di un dolore che avete avuto, non volete più quel dolore e avete paura. Esistono moltissime paure. Per favore ascoltate, ascoltate attentamente, esaminate una paura dopo l'altra oppure osservate il fatto essenziale della paura? Capite la mia domanda? Guardate i frammenti della paura, i frammenti o la paura nella sua totalità? Quale volete fare? Bene.
1:09:38 Volete che esaminiamo una paura alla volta: paura della solitudine, della morte, di non avere un lavoro, che vostra moglie o la ragazza vi lasci, una paura alla volta, o la radice della paura? Capite la mia domanda? Quale volete fare? La paura nella sua totalità o le varie espressioni della paura? Ebbene? Se affrontiamo la paura alla radice- giusto? - allora la totalità, l'intero albero delle paure sparisce. Capite la mia domanda? Se affrontiamo la paura alla radice i vari frammenti perdono di significato. Capite? Allora faremo così. O volete affrontare, afferrare, capire le paure frammentarie, o la loro radice. Se capite, se andate alla loro radice, le paure frammentate svaniscono. Capite? Quindi indagheremo il tema della paura, in modo radicale, alle sue radici, vedremo se è possibile essere liberi della paura, di tutte le paure, sia superficiali sia profonde, quelle inconsce, quelle sconosciute.
1:11:56 Che ora è? Pubblico: Le dodici e diciassette.
1:12:03 P: Le dodici e un quarto.

P: Le dodici e venti.
1:12:11 K: Volete dire che abbiamo parlato, insieme, un'ora e venti minuti? Non siete stanchi?

P: No.
1:12:21 K: No, no, un momento. Solo un attimo, signori, perché... io posso parlarne. Continuerete, attentamente, con me, anche dopo un'ora?

P: Sì.
1:12:35 K: Sinceramente? Bene!

P: Sì. Osserveremo ora la paura, proprio alle radici, la sua radice. Stiamo dicendo che non è un'analisi perché l'analisi non sradicherà la paura. L'analisi, come abbiamo precisato, implica tempo, l'analista che pensa di essere diverso da ciò che analizza, anche se entrambi sono sostanzialmente lo stesso, e così via. Osserveremo quindi, insieme. Non dovete ascoltare me e accettare ciò che dico, ma insieme. E, parlando della paura, dobbiamo anche comprendere cos'è la libertà. La libertà, a quanto pare, è per molti la libertà di scegliere. Pensano di essere liberi quando possono scegliere: scegliere di cambiare città, o paese, di viaggiare - libertà. Scegliere è la negazione stessa della libertà. Ci sono due tipi di libertà: libertà da qualcosa, libertà dalla paura e libertà. Capite? E' solo quando siete in prigione che volete essere liberi dalla prigione. Ma quando siete liberi non si tratta di essere liberi da qualcosa. Capite? Mi chiedo se lo abbiate mai fatto.
1:14:49 Quindi, vediamolo un po'. Libertà, non da qualcosa, l'esigenza, la necessità, la pienezza, la profondità di questo senso di libertà, non da qualcosa. Perciò esamineremo la paura. Qual è la radice della paura? La radice della paura è il tempo. Guardatelo, attentamente. Non accettate ciò che dico. La radice della paura, stiamo dicendo, è il tempo. Ad esempio: la settimana scorsa avete avuto un dolore fisico e non volete che si ripeta di nuovo, avete paura che succeda ancora. Giusto? Così avete il ricordo del dolore sofferto una settimana fa e non volete che ritorni. Questo è tempo. Capite? La paura è sostanzialmente, fondamentalmente, una questione di tempo. Esaminatelo, stiamo esaminando lentamente.
1:16:36 Cos'è il tempo? E' una questione immensa, ma dovremo abbreviare molto la cosa. Continueremo domani, se lo vorrete e se sarete qui. Il tempo è movimento - giusto? - da qui a lì, è un movimento, sia dell'orologio, sia psicologicamente. Giusto? Muoversi da 'ciò che è' a 'ciò che dovrebbe essere' richiede tempo. Potreste non diventare ciò che volete essere e allora c'è paura. Quindi il tempo è il fattore della paura. Guardate: supponiamo di aver paura della morte. E' una cosa futura. Giusto? Se la morte avvenisse all'istante, non ci sarebbe paura. Mi seguite? Quindi il tempo è il fattore della paura. E cos'è il tempo, a parte il fatto cronologico, dell'orologio, quando dovete prendere l'autobus, l'auto, ecc. cos'è il fattore del tempo? Cos'è il tempo? Vi vedrò domani - giusto? - è un fatto temporale. Va bene? E spero di cambiare da ciò che sono a ciò che dovrei essere. Richiede tempo. Il tempo è ... non credo che capiate. Vado avanti...
1:18:49 Il tempo cessa quando esiste solo 'ciò che è'. Capite? Capite quando... quando siamo violenti è necessario del tempo per diventare non violenti. Giusto? Ma quando c'è solo violenza e non il suo opposto, il tempo non c'è. MI chiedo se lo capite. Sta a voi.
1:19:39 Il tempo è movimento. Il movimento implica non solo il tempo ma il pensiero - giusto? - andare da qui a lì. Qualsiasi movimento di pensiero è tempo. Vero? Tutto il movimento del pensiero è misura e tempo. Ci stiamo muovendo? No, è troppo difficile. Il tempo è il fattore della paura. Il tempo è causato dal pensiero - giusto? - che, per esempio, morirò nel giro di due anni, quindi ho paura - va bene? - e ci penso. Il pensiero e il tempo, che sono la stessa cosa, sono l'elemento basilare della paura. E non c'è alcuna paura quando esiste solo il fatto assoluto, istantaneamente. Lo capite? Cioè, potete osservare il movimento del tempo come pensiero che genera paura? Va bene? Capite? Ho paura del domani. La paura nasce quando penso a cosa potrebbe accadere domani. Giusto? Oppure ho avuto un dolore ieri e non voglio che mi succeda ancora, non voglio più avere quel dolore, ma potrebbe accadere, quindi ho paura. Giusto? Quindi la paura è il movimento del tempo e del pensiero. E qui sorge un quesito fondamentale, che esamineremo, forse domani o durante gli altri tre incontri: può il pensiero finire? Può esserci la fine del pensiero? Cioè, può il cervello, con tutti i suoi condizionamenti - seguite? - può il cervello interrompere l'attività della memoria? Vedere dove è necessaia e dove non è necessaria. Capite? Continueremo con la paura e il resto domani. Spero che abbiate capito qualcosa di tutto questo.
1:23:28 Per favore, non è necessario applaudire. Quando applaudite, perché lo fate? Per avete capito voi stessi?