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OJ77T6 - Qual è il significato della meditazione?
Sesto discorso pubblico
Ojai USA
17 aprile 1977



1:11 Questo è l'ultimo discorso. Sono certo che ne siete contenti, e lo sono anch'io.
1:31 Questa mattina, se possibile, vorrei parlare della meditazione. E' veramente una delle cose più importanti nella vita. Non come meditare, non il sistema della meditazione, e nemmeno la pratica della meditazione, ma, piuttosto, che cos'è la meditazione. E, se possiamo scoprire in profondità, qual è il significato, qual è la necessità, la sua importanza per noi, allora lasciamo perdere tutti i sistemi, i metodi, i guru, e tutte quelle stranezze che fanno parte dei vari tipi di meditazione orientali. Ma, prima di parlare di questo, penso sia meglio ripetere brevemente quello che è stato detto nei precedenti cinque discorsi.
3:04 Penso sia molto importante, scoprire per conto proprio che cosa siamo, ciò che veramente siamo. Non secondo le teorie, le dichiarazioni e le esperienze degli psicologi, dei filosofi, dei guru, ecc. ma piuttosto, indagare l'intera struttura di se stessi, ciò che veramente siamo, qual è la natura e il movimento di noi stessi. E trasformando se stessi, radicalmente, psicologicamente, si produce un effetto sull'intera coscienza dell'uomo. Ne abbiamo parlato molto a fondo durante questi discorsi e, se permettete, vorrei ritornarci ancora brevemente, perché penso sia molto importante comprenderlo.
4:39 Tutti gli esseri umani nel mondo soffrono, vivono grandi sofferenze, angosce, paura, e poi c'è la paura assoluta della morte. Questo è il destino comune di tutti gli esseri umani sia che vivano in Asia o nel mondo occidentale, in paesi dittatoriali o nelle società cosiddette democratiche questo è il destino comune. E, a quanto pare, non siamo in grado di comprendere quanto sia importante vedere ciò che realmente siamo, come se ci guardassimo in uno specchio, psicologicamente, apportando una trasformazione nella nostra stessa struttura. Perché quella trasformazione influisce sull'uomo. Dopo tutto, ciascuno di noi è la storia dell'umanità. Questo é un fatto. Per storia intendiamo la storia della sofferenza, del tormento, della violenza, brutalità, crudeltà, ambizione, e tutte le cose che l'uomo ha creato, con il suo pensiero. Perciò, quando qualcuno produce una trasformazione, una mutazione, fondamentalmente, profondamente, quella mutazione influenza l'intera coscienza dell'uomo. Come quei brutali e violenti tiranni, che sono stati tiranni, che hanno ucciso migliaia e milioni di persone per qualche ideologia - ideologie comuniste o altro - hanno influenzato la coscienza dell'uomo. Anche questo è un fatto inconfutabile, una realtà.
7:23 Quindi, diventa molto importante, se siamo davvero seri, se siamo preoccupati di come è il mondo, con tutta la sua orribile infelicità, confusione, insicurezza,, e con tutte le divisioni di religioni, nazionalità, con le sue guerre, con il proliferare di armamenti, enormi quantità di denaro speso per le guerre, per uccidere persone, in nome del nazionalismo, e così via, diventa vitale, assolutamente importante che ci sia libertà, libertà dall'intero contenuto della coscienza. Il contenuto della nostra coscienza sono tutte le cose costruite dal pensiero. Ne abbiamo parlato, molto a fondo. Il pensiero, come abbiamo detto, è la risposta della memoria conservata nelle cellule del cervello, quella memoria è conoscenza, esperienza, e la risposta e il movimento della memoria, sono pensiero. Quindi, il pensiero è limitato e qualunque cosa faccia, sia nel mondo tecnologico, sia in campo psicologico, deve essere limitato, perché il pensiero, di per sé, è frammentato, un movimento di frammentazione. Penso sia stato molto chiaro, e in tutti i discorsi abbiamo sottolineato questo punto particolare. E perfino gli scienziati, e quando usiamo la parola 'scienziati' intendiamo quelle persone che hanno approfondito queste cose, perfino loro sono d'accordo, e quindi forse lo sarete anche voi, perché se gli scienziati lo dicono, lo accettate facilmente. Ma noi non stiamo parlando di accettazione. Stiamo guardando il fatto da noi, non secondo qualcun altro, incluso chi vi parla, perché, come abbiamo detto, non c'è alcuna autorità in materia di psiche, in materia di faccende spirituali. E quando c'è un'autorità, si distrugge tutto lo sforzo per scoprire la verità, che è l'illuminazione finale. E la libertà dalla nostra rabbia, dalla brutalità, dalle vanità e arroganza, da tutte le cose in cui siamo intrappolati, la libertà da tutto questo è meditazione. E tutto quello che viene detto qui, è per gettare le fondamenta per questa meditazione. Le fondamenta, se vengono posate dal pensiero, sono sempre limitate. Giusto? Spero che riusciamo a capirlo, insieme.
11:52 Vi prego, alcuni di voi forse è la prima volta che vengono qui, e quindi è necessario spiegare che stiamo esplorando, indagando l'intera struttura della nostra coscienza, di ciò che siete veramente, non quello che volete essere, o quello che dovreste essere, o le vostre ideologie, che sono tutte proiezioni del pensiero, e quindi limitate, ma vedere effettivamente ciò che siete nella vostra vita quotidiana. E la percezione stessa di tutto questo è l'inizio della trasformazione. E l'altro giorno abbiamo anche spiegato che il cambiamento e la trasformazione sono due cose diverse, Il cambiamento è una continuità modificata. Giusto? Capite? Sono questo e voglio essere quello. 'Quello' è una proiezione del pensiero, perché non comprende 'ciò che è', così spera che, avendo un ideale, il 'ciò che dovrebbe essere' ben lontano da 'ciò che è' spera di poter usare l'ideale come mezzo per cambiare 'ciò che è'. L'umanità, in tutto il mondo, è violenta. E' un fatto, una realtà inconfutabile. E il pensiero dice che non sa come affrontare questa violenza, ma se ho un ideale chiamato 'nonviolenza', allora forse potrò cambiare da questo a quello. Come dire, una continuità modificata di violenza, e quindi non è affatto 'nonviolenza'. Invece, qui stiamo parlando di trasformazione della violenza, non in qualcos'altro, ma della fine completa della violenza, che è trasformazione, mutazione. Quindi, se lo comprendiamo veramente, in modo chiaro, non si tratta di cambiare da questo a quello, ma della fine della violenza, della fine della rabbia, della fine del dolore, della fine di questo continuo sforzo di essere o di diventare qualcosa, psicologicamente - finirla.
15:28 Abbiamo parlato anche della questione dell'osservatore e dell'osservato, l'osservatore che si separa dalla cosa osservata. Non avete mai notato queste cose? Va bene, signori? Devo essere questo... sono così, devo diventare quest'altro. Quindi, l'osservatore fa uno sforzo per diventare quello. Vero? L'osservatore è forse diverso da ciò che osserva, psicologicamente? Oppure l'osservatore è l'osservato? Vi prego, questo dev'essere molto chiaro parlando della questione di cos'è la meditazione, perché la meditazione implica la fine di tutte le lotte, di tutti i conflitti interiori e quindi di quelli esterni. In realtà, non c'è un interno e un esterno, è come il mare, con il movimento della marea. E allo stesso modo, è molto importante che comprendiamo questa faccenda. L'osservatore - psicologicamente intendiamo, è forse diverso dalla cosa osservata? Osservo un albero, o un monte, ma non sono l'albero - spero. Ma quando osservo la mia collera, la mia avidità, sono forse diverso dalla mia avidità? Capite la domanda? Sono diverso dal fatto della rabbia? Quando c'è rabbia, non ci sono io o la rabbia, c'è soltanto quello stato di rabbia. Giusto? Possiamo continuare da qui? Spero stiate seguendo. In caso contrario, temo stiate sprecando la mattinata, invece di giocare a golf o di fare una passeggiata. Se non lo comprendete, sarebbe meglio che andaste a fare una passeggiata. Ma, in quanto esseri umani che vivono in questo mondo, con tutte le cose terribili che avvengono, è necessario che ogni essere umano nel mondo si interessi di questo problema, per creare un modo diverso di vivere. Non questa orribile esistenza senza senso che conduciamo.
19:25 Quindi, ci domandiamo l'osservatore è diverso da ciò che osserva, psicologicamente? Cioè interiormente, dentro la pelle, per così dire. Ossia, io sono arrabbiato, avido, violento. Questo 'io' è forse diverso dalla cosa osservata, cioè da rabbia, gelosia, avidità? Seguite? Sono forse diverso? Ovviamente no! D'accordo? Quando sono arrabbiano non c'è un 'Io sono arrabbiato', c'è soltanto rabbia. Quindi la rabbia sono io. Quindi, l'osservatore è l'osservato. Così si elimina completamente la divisione. Capite questo punto? Dove c'è divisione, deve esserci conflitto: fra nazioni, fra comunità, fra le varie chiese episcopali, e dio sa che altro. Quindi, dove c'è divisione, devono esserci problemi, dev'esserci conflitto, fra uomo e donna quando rincorrono i loro diversi scopi, le loro personali ... - divisione. Dove c'è divisione, uomo e donna devono essere in conflitto.
21:19 Quindi, stiamo dicendo che per eliminare questo conflitto, psicologicamente, è importantissimo comprendere se l'osservatore sia diverso dall'osservato. In caso contrario, l'osservatore è l'osservato, e quindi il conflitto finisce. Lo spiegherò un po' meglio. Spero stiate lavorando con chi vi parla, che non stiate solo ascoltando una serie di parole, idee, conclusioni, ma che usiate chi vi parla, e le sue parole, come uno specchio in cui potete osservare davvero voi stessi. Così da essere consapevoli di voi stessi, perché stiamo parlando dell'essere umano, che siete voi. L'essere umano è la storia dell'intera umanità. E quando indagate queste cose, quando le guardate, vedete che il conflitto è sempre esistito fra uomo e donna, fra... in se stesso. Perciò, parte di questa meditazione è di eliminare totalmente il conflitto, dentro di sé, e quindi esternamente. Per eliminare questo conflitto, bisogna comprendere il principio basilare che l'osservatore non è diverso dall'osservato, psicologicamente. Ci stiamo incontrando? Sì? Vedete il fatto, senza accettare quello che sto dicendo?
23:38 Guardate, quando c'è rabbia, non c'è 'Io', ma un secondo dopo il pensiero crea l'Io, e dice: 'Mi sono arrabbiato', e c'è subito l'idea che non dovrei arrabbiarmi. Quindi c'è questo 'io' che si è arrabbiato e non dovrei arrabbiarmi, così la divisione crea conflitto; spero lo comprendiate. Vi prego. Spero lo comprendiate perché parleremo di qualcosa che richiede tutta la vostra attenzione, che è l'essenza della meditazione, per eliminare totalmente, completamente, ogni forma di conflitto, altrimenti, non c'è pace nel mondo. Potreste avere pace in paradiso, ma per vivere in questo mondo in completa pace interiore ogni azione deve nascere da quella pace. Quindi, è molto importante comprendere che l'osservatore è l'osservato. Quando avviene questo - vi prego ascoltate - cioè, si è gelosi - sentimento che tutti conoscete - si è gelosi, la gelosia è diversa dall'osservatore? Capite la mia domanda? Oppure l'osservatore è l'osservato, e quindi esso stesso è gelosia? Non c'è un 'Io sono geloso', c'è solo gelosia. Va bene?
26:15 E allora che accade? Capite? Prima c'era divisione fra me e la gelosia, e quindi cercavo di vincerla, di sopprimerla, di razionalizzarla, di allontanarla, ma ora, quando vedo che l''Io' è geloso - d'accordo? - che cosa accade? Prima cercavo di vincerla, di sopprimerla, di capirla, di razionalizzarla dicendo: 'Sì, perché non dovrei essere geloso?' Quindi, in tutto quel processo, c'è conflitto. Mentre noi stiamo dicendo che quando non c'è divisione fra l'osservatore e l'osservato e quindi soltanto ciò che è, cioè la gelosia, allora che cosa accade? La gelosia continua? O c'è la cessazione totale della gelosia? Capite il mio problema, la mia domanda? Me lo domando.
27:39 Quando si manifesta la gelosia, se non c'è alcun osservatore, la lasciate fiorire e poi finisce. Capite? Come un fiore che sboccia, appassisce e muore. Ma finché lottate contro di essa, finché cercate di resisterle o di razionalizzarla, le date vitalità. Quindi, stiamo dicendo che l'osservatore è l'osservato, e quando c'è questa gelosia, la lasciate... Quando l'osservatore è l'osservato la gelosia sboccia, cresce, e naturalmente muore. E quindi non c'è conflitto. Mi chiedo se lo vedete. Va bene? La prego, signora.
28:53 E allora, che cos'è l'azione? Capite? Noi viviamo di azione, tutta la vita è azione - azione secondo un motivo, secondo un ideale, secondo uno schema, o azione abituale, tradizionale, senza alcuna indagine. Quindi ci chiediamo: che cos'è l'azione? Perché una mente in meditazione deve scoprirlo. Che cos'è l'azione? State seguendo? Mi domando se vi interessi tutto questo. Perché, vi prego, si tratta di questioni molto importanti, Non siamo qui per passare una piacevole mattinata sotto gli alberi, ma per indagare cose che riguardano la nostra vita. Uno dei maggiori problemi della vita è il conflitto che c'è dentro di noi. Conflitto dal quale derivano azioni nevrotiche di ogni genere. E mettere fine al conflitto, e quindi alle azioni nevrotiche, diventa importantissimo - avere una mente sana, una mente in piena forma, una mente che non sia nevrotica, prigioniera di credi e paure, ecc. Quindi stiamo indagando il conflitto e la fine del conflitto. E ci chiediamo anche che cos'è l'azione, perché noi viviamo di azione. Quando andate in fabbrica, o in ufficio, quando parlate, quando camminate, tutto è azione. La vita è azione. Perciò, quando vi si chiede che cos'è l'azione, e come agite, secondo quale principio, in base a quale qualità o stato mentale agite ... vi prego, indagatelo, insieme.
32:11 Di solito agite dalla memoria, memoria che ha stabilito uno schema, che diventa abitudine, routine, sulla base di ricordi che sono piacevoli, e si agisce secondo quello che è piacevole. Giusto? Oppure agite in base a principi di premio o punizione. Giusto? State seguendo? Premio e punizione. Altrimenti agite secondo un'idea, un ideale. Avete un ideale e dite: 'Porterò questo ideale nella vita quotidiana'. Oppure avete una certa ambizione e cercate di realizzarla. Ci sono vari tipi di azione. Ma ciascuna di queste azioni è incompleta, frammentata. Queste azioni non sono totali, olistiche. Lo capite? Se vado in ufficio ogni mattina, per cinquant'anni, sono un uomo d'affari - grazie a dio non lo sono - ma sono un uomo d'affari, o un avvocato, un dottore, o qualche professionista in carriera. Quindi, le mie azioni sono divise. Giusto? Lo capite? Divise, frammentate. Sono un uomo d'affari, torno a casa e amo i miei figli, ma quando sono un uomo d'affari, là, non amo nessuno. Voglio guadagnare, ecc. ecc. Quindi, le mie azioni sono divise, frammentarie. Perciò, quando c'è un'azione frammentaria, questa deve per forza causare conflitto, psicologicamente. Allora ci chiediamo se vi sia un'azione - per favore ascoltate - se vi sia un'azione senza conflitto. Capite la mia domanda? Perciò, cercheremo di scoprire, insieme, indagheremo questa questione: se vi sia un'azione in cui non vi sia alcun rimpianto, né fallimenti, né senso di frustrazione, e quindi un'azione che sia totale, armoniosa, completa, olistica.
35:37 Ma prima dobbiamo vedere molto chiaramente che le nostre azioni sono frammentarie nella nostra vita. Potrei essere uno studioso, un pittore, ma la mia vita, benché io sia un eccellente scultore, la mia vita è scadente - sono ambizioso, avido, voglio denaro, posizione, riconoscimento, fama. Quindi c'è contraddizione. Di conseguenza, dove c'è contraddizione, ci deve essere conflitto. Ed è così che vivete. Posso essere un prete, ma dentro di me bramo diventare vescovo. E' questo lo schema che esiste in tutto il mondo. E dove c'è divisione ci deve per forza essere conflitto - è una legge. Fate attenzione, Lasciate ... lo so, lo so signora. Prego. Vedete quanto è difficile concentrarsi?
37:10 Quindi, stiamo cercando di scoprire se c'è un'azione che sia completa e mai contraddittoria, un'azione che non comporti tensione, divisione e tutto il resto. Quindi, dobbiamo scoprire cos'è l'azione. Giusto? Non un'azione in un campo specifico, opposta ad un'altra parte del campo. Perciò bisogna vedere che cosa effettivamente si fa, come si vive veramente, vivendo una vita contraddittoria, con azioni contraddittorie e quindi conflitto. Dovete vederlo. Dovete diventarne consapevoli. Siete consapevoli di questo fatto, che voi, come esseri umani, vivete attivamente, e ogni azione contraddice altre azioni. Siete coscienti di questo fatto? Se siete pienamente consapevoli, che cosa avviene? Capite la mia domanda?
39:02 Supponiamo che io... viva agendo in modo contraddittorio e voi veniate a dirmi di 'esserne consapevole'. Va bene? 'Che cosa intendi con esserne consapevole?', vi chiedo La consapevolezza non è possibile quando scegliete, quando dite che vi piace una certa azione, che vi piace tenervela e chiedete di poter evitare le altre - capite? - che sono l'opposto di quello che vi piace. Seguite quello che dico? Quella non è consapevolezza, scegliere un'azione particolare più soddisfacente, più comoda, più gratificante, appagante, e tutto il resto, e io dico: 'Prego, lascia che tenga questo e aiutami a eliminare le azioni contrarie'. Questa non è consapevolezza. Capite? Dove c'è scelta, nella consapevolezza, non c'è una consapevolezza completa, totale, olistica. Perciò vi chiedo se siete consci del fatto che la vostra vita è tutta una contraddizione, piena di azioni contraddittorie? Senza alcuna scelta, semplicemente consapevoli di ciò che è. Poi, se siete veramente consapevoli, non c'è alcun problema, no? Mi domando se lo capite.
40:58 Ci torneremo sopra dopo. Torniamo al punto. Stiamo dicendo che c'è un'azione che è continua, senza intervalli. Lo vedete? Le nostre azioni sono frammentate, e quindi contraddittorie, mutevoli, ma noi stiamo dicendo che c'è un'azione che è continua, e perciò olistica, integra. La parola 'integra' significa essere in buona salute, fisicamente. Significa anche avere una mente sana. Sana implica non essere dedita ad alcuna forma di credo, dogma, chiesa, nulla - sana nel senso di capace di ragionare, logica, e quindi capace di pensare in modo chiaro, diretto, oggettivo. Questo significa 'sanità mentale'. Ma una mente nevrotica non può pensare in modo logico, sano. Quindi una mente olistica - integra - la parola 'integra' significa in buona salute, una mente sana, e significa anche santa, sacra. Quando uso la parola 'santa' intendo integra. Stiamo dicendo che c'è un'azione senza fratture, e quindi un movimento olistico, completo, ed è quel movimento che cercheremo di scoprire. Non si tratta di proiettare un'idea e poi di trovarla. State seguendo? Ma, nel processo della meditazione, cercheremo di scoprire quell'azione. Avete afferrato quello che sto dicendo?
43:35 Quindi, arriviamo al punto: cos'è la meditazione? Non come meditare, non come sedersi in determinate posizioni, respirare in un certo modo, e cose simili, per me sono tutte sciocchezze. Perché si può meditare in profondità e comprenderla a fondo, soltanto quando non c'è ricerca o desiderio di potere, quando non si conservano ferite, quando non c'è paura, quando si è compreso il significato del piacere, con la sua gioia e il suo godimento, ne abbiamo già parlato, non lo ripeterò ora. E, quando c'è la fine del dolore, così dev'essere, con l'amore e la compassione, ecc. Perciò, queste sono le basi delle fondamenta, altrimenti siete preda di un'illusione. Quindi ci chiediamo cos'è la meditazione. E perché dovremmo meditare?
45:05 Innanzitutto, gli asiatici, inclusa l'India, hanno portato in questo paese la loro idea di meditazione. Vero? I loro sistemi, i loro concetti di meditazione, conclusioni varie sulla loro meditazione, che è tradizionale. State seguendo? In questo paese avete - sempre importata dall'India, quella certa forma chiamata meditazione trascendentale. La parola 'trascendentale' è inflazionata.. Vi danno un mantra, vero? Lo sapete, no? Alcuni di voi almeno.
46:09 Pubblico: Sì.

K: Sì. Sapete che cosa significa la parola sanskrita 'mantra', significa qualcosa di completamente diverso da ciò che vi hanno detto. La radice di questa parola significa: 'man' vuol dire riflettere - vi prego ascoltate, per amor del cielo, ascoltate - riflettere su non divenire o essere. Rifletterci sopra, vedere, osservarlo, comprendere che cosa implica. Quindi, riflettere su non divenire o non essere. 'Tra' significa abbandonare o distruggere tutte le attività egocentriche. Capite? Quindi, mantra significa riflettere sul non divenire, e dissipare tutto il movimento che nasce da quel centro che è l''Io'. Questo è il significato di quella parola. E voi l'avete trasformato in qualcosa di straordinariamente... senza senso. Cioè, voi ripetete una parola o una serie di parole, che qualcuno vi ha dato per 150 dollari o per 20 dollari o altre cifre assurde, e poi le ripetete tre volte al giorno, per 20 o per 5 minuti, e fate una buona 'siesta'. Sapete cos'è una siesta, vero? E pensate così di meditare. Così ci chiediamo: cos'è la meditazione? Quella certamente non lo è, perché magari faccio una ventina di minuti di siesta, poi mi alzo, vado in ufficio e... - seguite? - e continuo la mia vita disordinata, o in famiglia. Aspettate... non sto discutendo.
48:31 P: Ma questo è travisare il fatto.
48:34 K: No, ne so qualcosa. Non sto travisando il fatto
48:38 P: Signore, io insegno meditazione. E dico che lei sta travisando i fatti.
48:42 K: E' un insegnante di meditazione e ... Vedete? Lei ha già affermato qualcosa di completamente sbagliato. Lei non può essere un insegnante di meditazione. La prego, signore, mi perdoni. No, sto parlando.
48:59 P: Voglio dire una cosa. La meditazione inizia quando il mantra finisce. Concordo con Krishnamurti: Il mantra non è meditazione. Inizia soltanto quando questo finisce.
49:09 K: Sì, signore. Sta dicendo che quando la parola o una serie di parole, comincia la meditazione.

P: Quando finiscono.
49:19 K: Quando il mantra finisce - lo so, la prego, mi scusi, lo so molto bene. Il suono, la fine del suono, poi c'è l'ascolto di quel suono senza la parola, ecc.. E' molto più complicato di così... di come si intende - non intendo parlare di questo.
49:43 Stiamo cercando di scoprire cos'è la meditazione. Non secondo qualche guru, o qualche sistema, perché la libertà da qualsiasi autorità è uno dei fattori della meditazione Perciò non ci sono insegnanti di meditazione. E per scoprire cos'è la meditazione qual è la prima cosa da comprendere? Tutte le conoscenze di cosa sia la meditazione, bloccano l'esplorazione stessa di cos'è la meditazione. Avete capito? Se ho sentito qualcuno che mi ha detto cos'è la meditazione posso averlo accettato o rifiutato, ma in me ha lasciato un segno, e io indago con quel ricordo, quindi c'è un blocco. Stiamo indagando cos'è la meditazione senza precedenti conoscenze. Va bene? State seguendo? Quindi bisogna che ci sia libertà dal passato, che è tempo. Avete capito?
51:33 Per cui, dobbiamo indagare cos'è il tempo. Il tempo secondo l'orologio e quello psicologico. Cioè, io sarò o diventerò qualcosa. Questo richiede tempo, no? Fisicamente, per andare da qui a là ci vuole tempo, è ovvio. Ma noi ci stiamo chiedendo se psicologicamente esista davvero il tempo. State seguendo? Cioè, esiste il movimento di divenire, o essere, o passare da questo a quello? Questo è il tempo psicologico. Noi stiamo mettendo in dubbio il tempo psicologico. Siamo abituati, siamo stati educati a questa idea di dover cambiare da ciò che siamo a quello che dovremmo essere. Lo si accetta per tradizione. Stiamo dicendo che quel movimento è tempo, e non ha significato perché non si può cambiare 'ciò che è', lo si può modificare. Non è vero? Cambiamento significa modificare. Trasformazione implica la fine di 'ciò che è'. Avete capito? La fine della rabbia, non come non arrabbiarsi. Spero lo capiate.
53:32 Quindi, per indagare cos'è la meditazione è assolutamente necessaria la libertà - libertà dall'autorità, psicologicamente - naturalmente devo accettare l'autorità del poliziotto o del medico, ecc., questo è irrilevante - da tutte le autorità. Non ci sono maestri che vi possano insegnare cos'è la meditazione. Quando c'è quella libertà si può continuare. Cosa ci vuole per indagare cos'è la meditazione, innanzitutto? E' forse concentrazione, o attenzione, o consapevolezza? State seguendo? abbiamo tre cose: concentrazione, consapevolezza e attenzione. Va bene? Nella vita quotidiana, signori, guardate, nella vita quotidiana. Quando vi concentrate, che cosa accade in realtà? Tutta la vostra energia è focalizzata su un punto particolare, o su una certa pagina - giusto? - quando siete concentrati. Significa cioè lasciare da parte qualsiasi altro pensiero - giusto? - e quindi resistere a tutti gli altri pensieri. Capite? D'accordo? Ne deve convenire anche lei, signore. Giusto? E allora, che cosa accade? Cioè, voi fate resistenza, concentrandovi, no? Ma noi stiamo dicendo qualcosa di completamente diverso, cioè, essere consapevoli del proprio pensiero - consapevoli - senza scegliere quale pensiero vi piacerebbe - esserne semplicemente consapevoli. E da quella consapevolezza scaturisce l'attenzione. Attenzione implica che non c'è alcun centro da cui essere attenti. Questo è molto importante da capire perché è l'essenza della meditazione.
56:39 Nella concentrazione c'è un centro - giusto? - da cui vi concentrate, oppure un quadro o un'idea, o qualche immagine, ecc. Capite? Usate energia da un centro per concentrarvi. Il che significa resistere, costruire un muro, per impedire altri pensieri. E perciò c'è conflitto - vero? - c'è conflitto. Quando fate resistenza a qualcosa, ci deve essere conflitto. Quando dite: 'Devo pensare a questo e non devo pensare a quello'. la vostra mente, il vostro cervello, il pensiero vaga. Giusto? Voi cercate di riprenderlo e quindi c'è conflitto, un conflitto costante. Per eliminarlo completamente, diventate consapevoli del vostro pensiero. Diciamo, per esempio, che voglio pensare a - cosa? - alla mia sofferenza, voglio pensarci. Pensandoci sono distratto dal rumore che c'è fuori, o dal pensiero che domani dovrò vedere qualcuno. C'è sempre una distrazione. Non è vero? Ora, diventiamo totalmente consci di questo movimento di distrazione. Sto pensando alla sofferenza, e poi penso alle mie scarpe da lucidare. E allora lasciate stare la sofferenza e osservate il vostro pensiero che vuole lucidare le scarpe. Così, non c'è conflitto. Capite quello che sto dicendo? Capite? Seguite ciascun pensiero, e quindi non c'è contraddizione, nessuna resistenza ad alcun pensiero. Avete capito?
59:13 Da questo deriva la consapevolezza, essere consapevoli; allora siete consapevoli di tutto il movimento del pensiero. Avete capito? Allora, da quella consapevolezza deriva l'attenzione. Ora, quando siete attenti a qualcosa fino in fondo, non c'è un centro, non è vero? Avete visto? Aspettate un momento. Se state ascoltando molto attentamente quello che viene detto, ora, proprio ora, quando ascoltate con tutti i vostri nervi, le orecchie, mettendo tutta l'energia nell'attenzione, c'è forse un 'io'? C'è? Ovviamente no, capite? Quindi, nell'attenzione non c'è un centro da cui siete attenti. Mentre nella concentrazione c'è un centro. Avete capito? Bene, sta a voi.
1:00:31 In quell'attenzione, se siete arrivati fino a lì, significa che avete gettato le fondamenta, che siete liberi da tutta la faccenda del pensiero, da tutti i problemi del pensiero - paura, sofferenza, angoscia - quello è il fondamento. Cioè, il contenuto della vostra coscienza, che è costruito dal pensiero, ora è stato svuotato. Capite? E' stato liberato. Quindi, la meditazione è lo svuotamento del contenuto della coscienza, che è la coscienza. Lo capite? Questo è il significato e la profondità della meditazione: lo svuotamento di tutto il contenuto, che significa - per favore ascoltate - la fine del pensiero. Il pensiero serve quando devo funzionare tecnologicamente, in ufficio, e così via, ma ogni altra forma di registrazione finisce. Capite cosa sto dicendo? No, vi prego ascoltate - voglio dirvi una cosa.
1:02:11 Sapete, il nostro cervello registra quasi tutto - il rumore, le parole che usiamo, come un nastro, registra. Ora, è possibile non registrare, se non quello che è assolutamente necessario? Capite la mia domanda? Mi chiedo se lo capite. Perché dovrei registrare il vostro insulto, perché? Perché dovrei registrare i vostri complimenti? Non è necessario. Perché dovrei registrare le offese? Non serve. Capite? Quindi, registriamo soltanto ciò che è necessario per funzionare nella vita quotidiana, come tecnici, scrittori, ecc, ma, psicologicamente, non registrare nient'altro. Lo afferrate? La registrazione è il movimento del pensiero, che è rabbia, gelosia, odio, tutto questo. Quindi, la coscienza ha perso il suo contenuto, e perciò la mente è in uno stato completamente diverso. Cioè - Non so fin dove possiate arrivare. Io continuo - voi seguite, se potete, altrimenti non importa, perché questo è il modo di vivere, non quello che portiamo avanti giorno dopo giorno con tutta la confusione, l'incertezza. Stiamo indicando un modo completamente diverso di vivere, che è svuotare la coscienza del suo contenuto, che è paura, e così via - tutto quello di cui abbiamo parlato all'infinito, negli ultimi cinque discorsi.
1:04:59 Ora siamo arrivati al punto in cui diciamo, che la meditazione è attenzione in cui non c'è alcuna registrazione, psicologicamente, nessuna registrazione eccetto il fatto, del linguaggio, andare in ufficio, lavorare in fabbrica, ecc. e nient'altro. E da quello deriva un completo silenzio, perché il pensiero è giunto alla fine. Funziona soltanto dove è assolutamente necessario. Quindi, il tempo è giunto alla fine. Capite? Tempo significa movimento. Perciò, quando il tempo si ferma, allora c'è un movimento completamente diverso, nel silenzio. Mi spiace, voi non capirete tutto questo. La religione allora diventa una cosa completamente diversa. La religione quindi ha un significato completamente diverso.
1:06:24 Ora, vediamo un po'. La religione, come è ora - vi prego, se uso parole forti, guardatelo, non dite: 'lei è prevenuto, condizionato' o altro, guardatelo soltanto. La religione, ora, è una questione di pensiero. Giusto? Il pensiero ha costruito le varie religioni induiste, quelle cristiane, con tutti i loro contenuti, le loro superstizioni, i loro simboli, con le loro immagini, sapete tutto è stato costruito dal pensiero, e perciò tutte le religioni sono frammentate. Tu sei cristiano, un altro è musulmano, un altro ancora è indù, e così via. In tutte queste divisioni, ci sono delle suddivisioni, molteplici divisioni, tutte risultanti dal pensiero. E questo voi lo chiamate religione - seguire la messa, i riti, l'incenso, i simboli, tutto questo viene chiamato religione - i credo, le speranze, le paure, e il desiderio di essere al sicuro in un altro mondo, o di trovare sicurezza in un credo, e così via - tutto questo si definisce religione. Vero? E noi diciamo che non è religione. E' soltanto il movimento del pensiero nella paura, nella speranza, nella ricerca della sicurezza. Il pensiero è un processo materiale, - quando usiamo la parola 'materiale' intendiamo memoria, esperienza, conoscenza, stipate nel cervello, nelle cellule stesse, e quindi è materia. Quindi, il pensiero è un processo materiale, e tutto quello che il pensiero ha creato, costruito, è frammentario, e perciò non è religioso.
1:08:51 Quindi dobbiamo scoprire che cos'è religione, se tutto questo non è religioso. Sono cose che nessun vescovo, nessun cristiano devoto, nessun indù superstizioso, o altro ... vorrà accettare. Ma non importa, questi sono fatti. Allora, cos'è la religione? Se non è nessuna di queste cose, allora cos'è? E' l'indagine con tutta la vostra attenzione, cioè con tutta la vostra energia, l'insieme di tutta l'energia per scoprire ciò che è sacro, per incontrare ciò che è santo, non costruito dal pensiero. E questo può avvenire soltanto quando si è liberi dal rumore, cioè, dal rumore del pensiero. Il che significa la fine del pensiero e del tempo, psicologicamente, interiormente. Ma non la fine della conoscenza delle cose del mondo, in cui bisogna funzionare con la conoscenza. Ciò che è santo, sacro, vero, può manifestarsi soltanto nel completo silenzio, quando il cervello stesso ne comprende la necessità, o quando mette il pensiero al suo giusto posto. Poi, da quell'immenso silenzio, si manifesta ciò che è sacro.
1:10:55 Il silenzio richiedo spazio, spazio nell'intera struttura della coscienza. Non c'è spazio nella struttura della nostra coscienza com'è ora, perché è piena di paure - capite? - è stipata, e chiacchiera, chiacchiera. E quindi non c'è spazio. Quando c'è silenzio, c'è un immenso spazio senza tempo. Soltanto allora c'è la possibilità di incontrare ciò che è l'eterno, il sacro.