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SA77D1 - Cosa significa essere totalmente consapevoli?
Primo dialogo pubblico
Saanen, Svizzera
27 luglio 1977



0:25 Krishnamurti: Siamo qui per un dialogo su qualsiasi argomento. Dialogo implica una conversazione fra due persone, due persone che si interessano di cose serie. Non è un gioco intellettuale, o uno scambio idealistico, o uno scambio di idee, è piuttosto una conversazione - spero amichevole - fra di noi. Da che cosa vogliamo iniziare?
1:25 Domanda: Sono uno studente messo di fronte a teorie e speculazioni divisive, e la mia mente è impegnata così per otto o dieci ore al giorno Ho una grande passione per una vita semplice, una vita di bellezza, fra tutte queste complicate circostanze, è possibile?
2:01 K: Quel signore dice... - c'è bisogno che lo ripeta?
2:06 D: Sì.

K: Va bene. Quel signore dice di essere uno studente che ha a che fare con teorie, idee, speculazioni; lui vorrebbe condurre una vita molto semplice, una vita di bellezza, di tranquillità, molto semplice. Come si può fare? Altre domande?
2:50 D: (inudibile)

K: Non riesco a sentire, scusi. Se qualcuno ha sentito, potrebbe ripetermelo, per favore?
3:10 D: Secondo il suo punto di vista e la sua filosofia, la sofferenza è un mezzo per raggiungere la perfezione. Ma la sofferenza non è più necessaria...
3:44 D: La sua filosofia dice che la sofferenza è necessaria per...
3:49 K: Sta dicendo che molti filosofi e maestri affermano che la sofferenza è necessaria, è così? Va bene, altre domande?
4:09 D: E' possibile considerare lo stato psicologico e quello fisico come unico?
4:17 K: E' possibile osservare sia lo stato fisico sia quello psicologico come un unico movimento? E' ovvio.
4:36 D: L'altro giorno lei ha detto che dovremmo mantenere viva la nostra insoddisfazione così da desiderare di cambiare il mondo in cui viviamo oggi. Più avanti, nello stesso discorso lei ha detto che dovremmo vivere senza avere conflitti. Non riesco a capire le due parti e non posso intenderle come una unica.
5:08 K: Non ho sentito la prima parte della domanda.
5:10 D: Prima ha detto che dovremmo tenere vivo il nostro scontento, così da voler cambiare Il mondo com'è oggi,
5:25 D: Ha detto: un giorno lei ha detto che dovremmo tenere vivo lo scontento,
5:31 D: e poi ha detto…

K: Nessun conflitto. Mantenere vivo lo scontento senza conflitto. E' possibile? O: un giorno ha detto di essere insoddisfatti e poi, in un altro discorso, ha detto di vivere senza sforzo. Come si fa a tenere insieme le due cose?
6:03 D: Perché è così difficile essere totalmente consapevoli?
6:07 K: Perché è così difficile essere completamente consapevoli?
6:17 D: Come può una persona che muore a tutti gli attaccamenti funzionare nel mondo materiale?
6:23 K: Come può un essere umano, completamente distaccato - è possibile funzionare in questo mondo? Può bastare?
6:59 K: Che cosa intende per responsabilità? Penso che basti. Possiamo cominciare con queste poche domande e andare avanti, va bene?
7:21 Vogliamo vivere una vita semplice, senza complicazioni, ma nel contempo anche bella. Ma essendo uno studente, che si interessa di idee, speculazioni, teorie, ecc. come è possibile? Questa è la prima domanda, l'altra è: che cos'è la responsabilità? Che cosa intende con la parola responsabilità? Un'altra domanda è: un giorno, in uno dei suoi discorsi lei ha detto che bisogna mantenere viva l'insoddisfazione e un'altra volta ha detto che non ci deve essere sforzo. E' possibile? E come si fa... - non come - è possibile essere completamente consapevoli? Possiamo partire da questo?
8:35 Penso che se potessimo parlare insieme, dialogare, di che cosa significa essere completamente consapevoli, penso che poi potremmo porre la domanda sulla responsabilità, da studenti, come si può vivere una vita semplice in mezzo a un mondo di teorie, idee, ecc.? L'altra domanda riguarda il conflitto e lo scontento. Possiamo cominciare? Qualcosa in contrario? Qualcuno avrebbe da ridire se iniziassimo da: cosa significa essere completamente consapevoli? Possiamo partire da questa domanda? Penso che così si potrebbe rispondere anche alle altre domande.
9:37 Il significato, secondo il dizionario - preferisco consultare il dizionario per vedere che cosa significa, senza tradurre ciò che io o voi pensiamo sia la consapevolezza, ma, secondo il dizionario, consapevolezza implica sensibilità, essere sensibili all'ambiente, a tutte le cose, a tutto quello che succede nel mondo esterno, e anche essere sensibili, essere consapevoli di ciò che accade dentro se stessi, nella propria pelle, per così dire. Cioè, essere consapevoli non soltanto della natura, degli altri esseri umani, di tutta la bellezza del mondo, e del caos politico, delle contraddizioni, delle ipocrisie, che avvengono esternamente e anche essere consapevoli interiormente dei propri problemi, dei conflitti, dei desideri, dell'infelicità e confusione, ecc. Perciò è un movimento di sensibilità sia verso l'esterno sia verso l'interno. Penso che questo sia il vero significato di essere consapevoli. Siamo tutti d'accordo, no? Vi prego, non sto stabilendo una legge, sto soltanto condividendo con voi che cosa significa essere consapevoli, questo è comprensibile.
11:42 D: Sta dicendo che ci sono due consapevolezze o si è semplicemente consapevoli dell'esterno e dell'interno? Sta dicendo che ci sono due consapevolezze?
11:54 K: Lo approfondiremo.
11:58 D: Mi scusi. Ci sono molte persone qui che dicono un mucchio di parole, fanno domande sulla consapevolezza. Ma questo ha cambiato le loro vite? Quello che lei ha detto ha prodotto una trasformazione radicale nelle loro vite? Questa è la prima cosa che vorrei chiedere a queste persone. Quante persone sono davvero cambiate in questi anni grazie a quello che lei dice?
12:28 K: Quante persone sono cambiate con i suoi discorsi? Bene? Quante persone sono cambiate radicalmente dai cinquant'anni in cui lei ha parlato in tutto il mondo? Giusto?
12:53 D: Chieda alla gente.
12:55 K: Aspetti. Ascoltiamo prima che cosa ha da dire. Dice: lei ha parlato per una cinquantina d'anni o più, c'è stato qualche essere umano, uno o due, che siano radicalmente cambiati?
13:17 D: Come lei, che è una manifestazione di tutte le parole che dice. Mi sembra che le persone ripetano le sue parole ma non vanno più in là di così. Quelle persone non traducono le parole in azione. Non vivono quello che lei dice.
13:40 K: Non capisco quello che sta dicendo.
13:43 D: Dico che cercano di vivere secondo le sue parole invece di cercare di seguire se stessi.
13:55 K: No, non capisco quello che dice. Vorrebbe parlare un po' più tranquillamente? Le risponderò, ripeterò la sua domanda.
14:09 D: La mia domanda è: le persone vengono qui, ci sono molti che vengono qui da parecchi anni, e sembra che nella loro vita non abbiano attuato questo cambiamento radicale di cui lei parla.
14:23 K: E' questo che andrò ad esaminare.
14:26 D: E io mi chiedo perché.
14:31 K: Se lei stesso risponde alla domanda allora...
14:33 D: Non posso rispondere perché non sono arrivato dove è lei. Le parole sembrano essere particolari e peculiari per lei. Ma non hanno significato e rilevanza per la mia vita, semplicemente perché ciascuno deve seguire se stesso. E sembra abbastanza futile chiedere cosa sia la consapevolezza, quando non si sa cosa significhi consapevolezza, e non se ne ha esperienza.
15:05 K: Stiamo cercando innanzitutto di spiegare il significato della parola: consapevolezza. E riguardo l'altra domanda: 'Lei ha parlato per più di cinquant'anni, ma c'è mai stato qualcuno che sia radicalmente trasformato dalle sue parole?' Se posso sottolineare, non è mia responsabilità vedere se qualcuno sia cambiato o no. Dipende da loro. Sarebbe impudente da parte mia chiedere: sei cambiato? Spetta a coloro che ascoltano, o a cui importi di ascoltare, o che sia serio. Spetta a loro, non a me. Tutto qui.
16:09 D: Sono d'accordo Quindi non sono ancora seri.
16:11 K: Dipende da lei, come da qualsiasi altra persona. Possiamo continuare?
16:21 D: La ringrazio molto.

K: Prego.
16:25 Stavamo chiedendoci: che cosa significa essere consapevoli? Secondo il dizionario la parola ha diversi significati ma prendo in considerazione solo il significato principale, che è essere consci, essere in contatto, non verbalmente, ma interiormente, essere in contatto, essere consci, essere sensibili all'esterno e all'interno. Quando siamo sensibili non c'è divisione come esterno e interno E noi ci chiediamo - questa è la domanda - è possibile essere totalmente, completamente consapevoli? Questo è un dialogo, non sto tenendo un discorso, perciò per favore condividete la domanda e le risposte. La domanda chiede se sia possibile essere completamente consapevoli. Esiste una differenza - vi chiedo - fra l'esterno: cioè la realtà politica, sociale, economica, e tutte le cose che accadono nel mondo, la violenza, la brutalità, gli orribili imbrogli politici, gli inganni, tutto quello che accade là fuori non avviene forse anche interiormente? La società è creata da noi o esiste da sé? Capite la mia domanda? Quindi, se siamo in relazione, o siamo sensibili a ciò che accade nel mondo, con tutta la violenza e così via, chi ne è responsabile? Essere consapevoli di questa responsabilità, che significa essere sensibili, essere consci della propria violenza, dell'ambiguità, dire una cosa e pensarne un'altra, volere una completa sicurezza, essere nazionalisti, ecc. possiamo essere completamente consapevoli di questo movimento? Questa è la domanda. Per favore rispondete, discutetene, parlatene.
19:32 Può un essere umano, ripeto, che rappresenta l'intera umanità, cosa di cui abbiamo parlato chiaramente, ed è ovvio, fattuale. Può un essere umano essere consapevole del rumore del treno, del vento tra le foglie, della bellezza delle montagne, dell'ambiente, ed essere consapevole anche di ciò che accade interiormente?
20:31 E' possibile essere consapevoli - no, devo andare un po' più in profondità. Siamo consapevoli di questa tenda. Della sua forma, della sua struttura, della sua lunghezza, delle sue proporzioni. E siamo anche consci, consapevoli, sensibili verso le persone sedute intorno a noi, al colore dei loro abiti, al loro aspetto, al colore delle loro camicie, agli abiti delle signore, ecc. ne siamo consapevoli, consci, sensibili. Ma in questa consapevolezza avviene che mi piace quella camicia blu, ma non mi piace quella rossa, mi piace quella persona, non mi piace quell'altra, per varie ragioni. Ora, potete osservare, ci chiediamo, possiamo osservare la persona seduta accanto a noi, come è vestita, il colore, senza scegliere, senza dire mi piace, non mi piace - semplicemente osservare? E' possibile, potete farlo? E' piuttosto semplice, non è vero? No? Non potete farlo?
22:14 D: Quando lei ce lo dice è possibile, ma nella vita quotidiana no.
22:18 K: Ci sto arrivando, lei vuole andare troppo in fretta. Potreste osservare la camicia indossata da chi parla, e dire che non vi piace il suo colore. Non mi piace. E' cucita male, cosa giustissima, è fatta in India. No, un momento, le cose sono fatte benissimo in India, perfettamente, ma questa è stata fatta da un cattivo sarto. Voi la guardate senza alcuna condanna o approvazione, potete farlo? E' piuttosto semplice, no?
23:19 D: Perché dice che è semplice? Per noi non è così.

K: Come?
23:29 K: Lui dice che per noi non è semplice. Guardare senza giudicare non è possibile.
23:38 D: Non che non sia possibile, non è semplice come dice lei.
23:44 D: Per noi è molto difficile, quasi impossibile…

K: Per lei.
23:48 D: Per me.

K: Ah, bene.
23:57 Quel signore dice che per noi è molto difficile essere consapevoli senza giudizio, senza giudicare. E io ho chiesto se si riferisce a se stesso, o in generale, per tutte le persone che sono qui. Dice che sta parlando per se stesso. Allora, è così? Non potete osservare - vi prego provateci, è una discussione, un dialogo, una conversazione - potete osservare senza giudizio, senza approvazione, guardare soltanto? Non è possibile? No? Non è possibile? Perché? E' forse perché siamo così pesantemente condizionati a dire mi piace, non mi piace? Sto soltanto chiedendo, non dico che siate così. Non mi piacciono i russi, oppure, amo i russi, non mi piace questo, e non mi piace quello, ma osservare. Dopo lo approfondiremo un po' di più. Potete osservare un albero, una montagna, un fiume, semplicemente guardarli? Senza dire che mi piace, non mi piace, questo è bello, semplicemente guardare qualcosa. Non è possibile? Perché se non potete farlo esternamente, diventa molto più difficile quando guardate dentro di voi. E' abbastanza facile osservare una macchina e dire che non ha un bel colore, ma guardarla soltanto. E se non possiamo farlo, come potete osservare voi stessi senza alcun processo di condanna, soltanto osservare ciò che effettivamente accade? Vale a dire, essere consapevoli senza scelta. L'altro giorno mi hanno detto, che quando usiamo il termine 'consapevolezza senza scelta' questa è l'essenza della religione. Potrebbe essere o non essere. Sto solo trasmettendolo a voi.
26:53 Allora ci chiediamo: se non siamo sensibili, e non potete essere sensibili se dite: questo non mi piace, quello sì. Mi piace guardare questa cosa, e quell'altra mi disgusta. Perché, se non siamo capaci di osservare senza alcun movimento del pensiero, cioè senza dire: mi piace, non mi piace, condannare o accettare, come possiamo osservare la straordinaria complessità della nostra esistenza interiore? Capite la mia domanda?
27:38 D: Ma forse dovrebbe porre la domanda in altro modo. Lei dovrebbe chiedere: c'è qualcuno in questa tenda in grado di osservare in questo modo?
27:59 K: Bene. Il signore chiede, in italiano: c'è qualcuno in questa tenda in grado di osservare così, senza giudicare? Il che risponderebbe alla domanda del signore se ci sia qualcuno che è cambiato o no. Spetta a voi.
28:27 D: Lo si può fare per un momento.
28:32 K: Il signore dice che si può fare per un momento, per un secondo o due possiamo osservare, osservare, soltanto osservare. Ma pochi secondi dopo il meccanismo del pensiero comincia. Giusto?
29:03 D: Io posso farlo con la volontà, con l'uso della volontà.
29:12 K: Mio dio, gente! Lui può farlo con la volontà, può controllare e osservare. Io dico che non è possibile. Quando controllate i vostri 'mi piace, non mi piace' e osservate, voi non state osservando totalmente. Non state dando tutta la vostra energia per osservare. Non riesco assolutamente a capire quale difficoltà ci sia.
29:43 D: Forse c'è una difficoltà fra consapevolezza e pensiero, non c'è frontiera.
29:50 K: Non può guardare questo pover'uomo seduto sulla pedana, soltanto guardarlo?
29:55 D: Sì, ma dopo un po' arriva il pensiero. Per questo è difficile. Non c'è confine, separazione fra consapevolezza e pensiero.
30:04 K: No, non stiamo nemmeno parlando di quello. Ho detto: non potete guardare chi vi parla, con il suo rosa, o quello che sia, guardarlo, semplicemente guardarlo! Senza il lavorio del pensiero che dice mi piace, non mi piace, è buono, è intelligente, ma soltanto osservare, dannazione!
30:39 D: C'è la paura - se posso parlare per me - che se si osserva senza giudicare, i criteri della moralità svaniscono.
30:48 K: Ci arriveremo, non siamo arrivati al complesso problema dell'osservare, essere consapevoli, interiormente. Stiamo giusto osservando questo. Potete ascoltare il rumore del treno senza dire: per amore del cielo, io voglio ascoltare lei, facendo così resistenza al rumore del treno?
31:19 D: Sta dicendo che è possibile vedere, essere consapevoli di tutto, o soltanto di una cosa? Perché all'inizio lei ha menzionato la tenda, le persone, gli altri, intendeva tutto questo in un momento o consapevolezze diverse?
31:38 K: Quel signore chiedeva - non abbiamo nemmeno iniziato con la sua domanda, stiamo soltanto esplorandola - quel signore ha chiesto: che cosa significa, è possibile essere totalmente consapevoli? Dice: voglio esserlo, ne vedo l'importanza, ma non posso farlo, che cosa significa? E' questa la sua domanda. E noi stiamo esplorando la parola, non il significato di tutta la cosa, solo la parola. Io ho detto che la parola significa essere consci, sapere, essere sensibili. E non si può essere sensibili se c'è condanna, giudizio, solo osservare.
32:41 C'è quel signore italiano, lo conosco da quasi sessant'anni, settanta? Lo guardo, gli parlo, lo conosco da tanti anni, e non gli ho mai chiesto se sia cambiato. Dipende da lui. Se non cambia, è la sua infelicità. Non è la mia.
33:25 D: Lei ha parlato per cinquant'anni della sua vita, o sessanta, per ottenere questo risultato? E lei non lo ha prodotto.
33:33 K: Io non voglio produrre… Signore, lei è totalmente...
33:37 D: Lei ha fatto anche di più, ha fondato una scuola. Ora, quando lei si accolla una tale mole di lavoro, deve essere per uno scopo specifico. Lei vuole produrre un risultato.
34:00 K: Voglia gentilmente ascoltarmi, risponderò alla sua domanda.
34:07 D: Lei risponde solo con delle parole, che ne è delle persone, sono cambiate?
34:12 K: Aspetti, lei è tornato alla questione.
34:15 D: Mi scusi, Krishnamurti, io non sono un suo seguace, ma vorrei chiarire il punto di quei due signori laggiù. La sua mira non è di illuminarvi, è qualcosa che bisogna fare per conto proprio. La sua mira nella vita è di tenere e mantenere l'illuminazione della sua testa, e fare quello che il suo cuore gli comanda di fare.
34:43 K: Signore, posso rispondere alla domanda da me. Vorreste ascoltare per cortesia? Prego, sono molto serio sul perché io parlo. Perché non ho deviato per sessant'anni da ciò che vado dicendo. Vi dirò il perché, se vi interessa.
35:31 Prima di tutto, chi vi parla non si aspetta nulla da nessuno. Perché fin dall'inizio ha ripetuto chiaramente: nessuna autorità. Lo ha detto sessant'anni fa. Ho 82 anni ora. Sessant'anni fa ha detto - niente autorità. quindi non seguite nessuno, incluso me. Dovete essere luce a voi stessi. non accendete la candela o il fuoco con quelli di un altro, incluso me. Quindi nell'ascoltare, se vi interessa ascoltare, voi siete responsabili di voi stessi, non di me. Ho anche detto che chi vi parla non si aspetta nulla da nessuno, da nessuno di voi. Se volete bere alla fontana, fatelo. E se non volete, non fatelo. E' molto semplice. Se mi aspettassi qualcosa da voi, rimarrei deluso, sarei ferito. Dovrei dire: mio dio, non ho fatto nulla nella mia vita! Ma non sento così. Sono molto serio, non sento così. Io parlo - e il bisogno di parlare nasce dalla compassione - senza alcuna causa. L'ho spiegato chiaramente, la compassione non ha causa. E' per questo che parlo. Potreste chiedere a un fiore sul ciglio della strada, perché possiede tanta bellezza? Perché emana il suo profumo? Se il fiore potesse parlare, direbbe: guarda, io sono così, che cosa vuoi fare?
38:01 Dunque, continuiamo con quello di cui stavamo parlando.
38:06 D: (inudibile)
38:33 K: Signora, stiamo parlando della consapevolezza. Prego, esprima la domanda. Scusi?
38:46 D: (inudibile)
39:07 K: Non capisco la domanda, non riesco a sentirla. Se qualcuno ha capito, può ripetermela?
39:20 D: Dice che siamo condizionati al mi piace, non mi piace, al cibo, ecc. Come possiamo fermarlo?
39:29 K: Sì, siamo condizionati al 'mi piace e non mi piace' possiamo parlare di come fare a smetterla? Ho dimenticato la domanda sul perché abbiamo delle scuole. Anche lì non ci aspettiamo nulla, eccetto di aiutarli a comprendere la vita. Tutto qui. Se non lo fanno, è affar loro. Andiamo avanti.
40:17 Stiamo conversando amichevolmente, è una conversazione amichevole fra due persone, voi e io, o molti di noi insieme, circa la domanda: è possibile essere totalmente consapevoli? Approfondiremo la questione. E' una domanda molto complessa, e se possiamo entrarci insieme, vedrete che cosa implica. Ma voi vi rifiutate. Sto dicendo che essere consapevoli implica essere sensibili, consci tanto dell'esterno quanto dell'interno. Se non siamo sensibili all'esterno diventa molto più difficile essere sensibili a ciò che accade dentro la nostra pelle, per così dire. E allora parto dicendo: potete osservare qualcosa senza giudizio? Tutto qui, soltanto osservare, senza dire mi piace. Lo so che siete condizionati, lo so che è molto difficile, lo rendete terribilmente difficile facendone qualcosa di intellettuale. Ma osservare qualcosa, semplicemente guardare senza l'interferenza del lavorio del pensiero, Se non potete farlo allora è impossibile guardare con chiarezza, senza alcun giudizio su ciò che avviene in voi, che è molto, molto complesso.
42:15 Perciò inizio col dire di guardare all'esterno senza alcun giudizio. Se non è possibile, cercate di capire il perché, non come essere liberi dal condizionamento, ma perché non è possibile. Scopritelo. Non è possibile perché la vostra educazione, dall'infanzia, ha sviluppato il condizionamento del 'mi piace e non mi piace'. Mi piacciono gli italiani, odio i russi. E' così che funzioniamo. Oppure, odio la persona che sta parlando qui. Non ha importanza.
43:06 Vi sto soltanto chiedendo gentilmente di osservare ciò che accade fuori: violenza, divisioni di religione, divisioni politiche, costruzione di strumenti di guerra. Questo succede là fuori. Campi di concentramento, gli oppositori politici vengono mandati in ospedali psichiatrici, torturati. Questo avviene là fuori. Potete innanzi tutto osservare senza identificarvi con nulla? Se non potete farlo, scoprite perché. Perché siete inglesi attaccati al vostro condizionamento, o indiani, così tradizionalisti? Il nazionalismo in India non esisteva affatto, per secoli, per millenni. I britannici e altri stranieri lo hanno importato, e hanno dato inizio a guerre nazionali, conflitti e tutte quelle assurdità.
44:44 Quindi, se ne siete consapevoli, spostiamoci all'interno. Potete osservarvi senza alcun giudizio? Voglio vivere una vita semplice - era una delle domande - ma sono circondato da idee, teorie, speculazioni, e questo mi serve per la laurea. Allora, come faccio a vivere in modo semplice? Questo è uno dei problemi. Guardatelo. Stiamo chiedendo: potete guardare a voi stessi, non secondo me, o secondo Jung, Freud, o secondo gli psicologi di professione, ma semplicemente osservare voi stessi? Quando vi osservate, immediatamente dite: sono cattivo, sono brutto, sono geloso. C'è tutto il meccanismo del passato, della tradizione, e ha inizio il pensiero. Ma prima che cominci il pensiero, datevi uno spazio, un piccolo spazio, così che possiate osservare senza che quel meccanismo si avvii. Capite? Sembra così semplice.
47:21 D: Dovremmo dare importanza a tutto o a niente?
47:28 K: Dovremmo dare importanza a delle cose e non ad altre? Signore, non ci siamo ancora arrivati. Vedete, abbiamo già iniziato - cosa è importante, cosa non lo é. Sto osservando me stesso, non sono arrivato a nulla. Iniziamo: Voglio osservare me stesso, voglio vedere cosa sono, non chi sono. Cos'è tutto quello che accade in me? Voglio innanzitutto vedere. Capisco che posso guardare senza distorsioni soltanto se non c'è alcun giudizio, giusto? Questo lo vedo. Ma essendo condizionato da così tanto tempo - società, educazione, famiglia, tradizione, dicono di giudicare - Lo so, sono stato condizionato. Dico, lasciamolo stare per un momento, voglio soltanto guardare. D'accordo? Lo state facendo mentre ne parliamo insieme? Oppure state divagando? Lo stiamo facendo insieme?
48:54 D: Sì.

K: Bene. Cioè, voglio osservare me stesso, voglio vedere esattamente la forma del mio viso nello specchio. Mi guardo allo specchio, l'esterno, e la mia faccia è la mia faccia. Non posso dire: vorrei che il mio naso fosse più dritto, o quello che sia. Innanzitutto osservo. Poi mi dico che non vorrei fosse così. Perché lo dico? Perché penso che il tuo naso sia più bello del mio. E nasce il paragone. Capite, state seguendo? Ora, posso guardare senza paragonare? Mi interessa guardare, osservare, e siccome il mio interesse di guardare è fortissimo, il confronto svanisce. Perché la mia urgenza, il mio desiderio è di osservare. Perciò il paragone non esiste in quel momento, potrebbe sopraggiungere dopo, e lo gestirò dopo. Ma al momento il mio interesse è così grande che voglio osservare. Quell'interesse spinge via tutti i confronti.
50:51 Ora, voi avete quell'interesse? Non sto dicendo che dobbiate averlo. Lo avete? I caso negativo, perché no? Capite la mia domanda? Se non avete quell'enorme interesse di sapere che cosa accade nel mondo, e che cosa succede dentro di voi, e voi avete creato l'esterno, la società, l'intera struttura è creata dagli esseri umani, e in quanto essere umani che rappresentano tutta l'umanità, voi siete responsabili di questo terribile stato. Così, io voglio soltanto osservare.
51:46 D: Se lei dice, io guardo la mia faccia, è un giudizio.
51:51 K: Cosa?

D: Perfino se diciamo io guardo la mia faccia...
51:58 K: No. Non la mia faccia, la vostra o la faccia di X E' un modo di dire.
52:06 D: Perfino se lei dice, una faccia.
52:11 K: Va bene, io voglio guardare lei. Da come parla so che lei è americano, o italiano. E a me non piacciono gli americani, supponiamo - per favore, non è così! - e dico 'Oh, è americano' e mi volto dall'altra parte. Ma il mio interesse è guardare, sia che lei si definisca americano, e parli americano, che sia volgare, stupido, io voglio osservare, voglio vedere che cosa è lei.
52:55 D: Si potrebbe paragonare a una foto? E' come scattare una foto.
53:02 K: Sì, prendiamo una fotografia e guardiamola. Ma, aspettate un attimo. Potete fare così con voi stessi? E' lì che voglio arrivare. Voi vi rifiutate di allontanarvi da... Io voglio approfondirlo. E' terribilmente importante. Come essere umano dico che voglio osservarmi, prima di dire chi sono, cosa sono. prima di condannare, giudicare, valutare. Voglio semplicemente guardare.
53:37 D: (inudibile)
53:55 K: State rendendolo così complicato. Diventerà molto complesso fra un po', non cominciate con la complessità. Il mio corpo, la mia mente, guardatevi semplicemente. Santo cielo!
54:27 D: (in francese) Che cosa intende con: 'la casa sta bruciando'?
55:08 K: Avete capito la sua domanda? La prima domanda è: che cosa intende... - o dio, stiamo parlando di consapevolezza, capite? - Ripeterò la sua domanda. Lui ha detto: che cosa intende per 'la casa sta bruciando'? Non sapete che la casa sta bruciando? La vostra casa, il mondo è la vostra casa, la terra è la vostra casa. La terra viene distrutta, i fiumi vengono inquinati, l'aria sta diventando irrespirabile con così tante macchine, ecc. Certi pesci sono stati completamente eliminati, le balene stanno scomparendo, si stanno preparando guerre, che sia in Egitto o in Israele, non importa, fa parte della vostra casa. Vi rendete conto che si tratta della vostra casa? Non Israele ed Egitto. Ne siete consapevoli, sensibili? Oppure dite: poveracci, è una faccenda loro. Se non ne siete consapevoli, perché non lo siete? La casa è in fiamme, capite? Sembra che non vi rendiate conto delle condizioni del mondo.
56:59 La seconda domanda...
57:04 D: (in francese)
57:17 K: Bene. Bisogna che ci sia una trasformazione completa - ascoltate la domanda - ci deve essere una completa trasformazione, psicologicamente, di cui abbiamo parlato, prima di poter spegnere il fuoco? Capite la domanda? Vedo il fuoco nel mondo, e quello dentro di me: l'infelicità, la confusione, l'idiozia, la meschinità, la mia arroganza, ecc. Il signore chiede: finché non trasformo me stesso non è possibile spegnere il fuoco.
58:07 D: (inudibile)
58:17 K: Ascolti prima la domanda, guardi che cosa implica: che io non posso fare nulla finché non divento perfetto. E nel frattempo la casa brucia. E la casa sono io. Sto bruciando, e aspetto finché non divento perfetto. Questa è la domanda che viene posta non soltanto da quel signore, ma da tutti. Ossia, posso insegnare, posso iniziare una scuola, fare qualcosa finché non sono completamente trasformato? Vedete l'assurdità della domanda, c'è bisogno che la spieghi? Non intendo essere scortese con lei, ma c'è bisogno di risposta? Intendete dire che aspetterete finché sarete trasformati, o vedete l'importanza di spegnere il fuoco, e l'urgenza stessa di spegnerlo vi trasforma. Capite?
59:55 Ora, per favore rimaniamo su una cosa. Che ora è?
59:59 D: Le undici e trenta.
1:00:02 K: Le undici e trenta, grazie. Approfondiamo un po' di più, d'accordo? Voglio osservare me stesso. Sono così condizionato che non posso guardarmi correttamente. Allora pongo quella domanda - volendo osservarmi completamente - lascio stare. E allora comincio a indagare, perché sono condizionato, perché lo accetto? Non mi limito a dire che sono condizionato. Sono condizionato, lo so. Perché lo accetto? Lo accettate perché è il modo più facile di vivere? Bene. Dopo cinquant'anni. Aspetti un attimo, voglio osservare e vedo che non posso osservare perché sono condizionato, e non l'ho mai messo in dubbio perché ho paura che possa essere scomodo. Dico che voglio essere comodo, è così? Per questo non posso osservare. Perché voglio il conforto? Dove posso trovarlo? Io lo voglio. Ma dove lo trovo? Lo trovo nel mio compagno - penso di trovarlo - in mia moglie, nella mia ragazza, nel mio credo. Perciò non disturbatemi, perché in mia moglie, finora, ho trovato conforto, sono sicuro. Ma un bel giorno qualcosa potrebbe rompersi e così ho paura. Capite quanto ci siamo allontanati? Voglio osservare e scopro di avere veramente paura di farlo. Vero? State seguendo? Allora voglio comprendere, scoprire perché ho paura. Di cosa ho paura? Di perdere le mie comodità, la mia sicurezza, di perdere il mio condizionamento? E' questo condizionamento che crea l'infelicità nel mondo. La casa è in fiamme, voglio spegnere quel fuoco, ma non voglio farlo, perché ho paura.
1:03:13 Lo state facendo? In altre parole, voi volete rimanere mediocri, che significa - non vi sto condannando, sto soltanto indicando - mediocrità significa salire a metà collina, eccellenza significa arrivare fino in cima.
1:03:45 La maggior parte di noi preferisce rimanere nella pozza stagnante del condizionamento, pur sapendo che quel condizionamento sta distruggendo il mondo.
1:04:02 Guardate fin dove sono arrivato. Voglio osservare e vedo che sono condizionato, e mi chiedo perché sono condizionato. Chiedendomi perché sono condizionato scopro che voglio conforto, voglio la via più facile. La via più facile è accettare.
1:04:24 D: (inudibile)
1:04:32 K: Benché ci sia contraddizione, io l'accetto. C'è contraddizione. Lascerei stare le cose come sono. Va bene? E' questo che state facendo? Vi prego, indagate, non sto dicendo che lo facciate.
1:04:59 D: Quanto iniziamo a parlare di questo, vedendo me stesso, accettiamo una parte e vediamo cose diverse. Vediamo una parte connessa con altre parti. E' un processo molto lento, dobbiamo parlarne, metterlo in parole. Così facendo, facciamo emergere alcune cose alla superficie. Ho capito il suo messaggio, che c'è un modo diverso di vedere noi stessi. Come nel suo esempio dello specchio, ci guardiamo nello specchio, e vediamo la nostra faccia. Ma per avere una visione totale della nostra coscienza come accade con la chiara immagine della nostra faccia, come si fa?
1:05:56 K: Come guardiamo alla nostra coscienza, è così?
1:06:01 D: Nello stesso modo in cui guardiamo la nostra faccia.
1:06:05 K: Sì. Come si fa a guardare la nostra coscienza, chiede - come guardiamo la nostra faccia? Siete proprio strani!
1:06:37 D: Se siamo in conflitto, o stiamo vivendo qualche emozione, paura, dolore, depressione - penso che se ci fermassimo un momento, perché il sentimento è reale, è una ferita fisica, o mentale - e diciamo: "A che cosa sto pensando in questo momento?" si tratta sempre di qualcosa del passato, che non si può rifare o cambiare, oppure è qualcosa del futuro, che non c'è ancora. E questo, di per sé, ci riporta in equilibrio nel presente.
1:07:29 K: Guardate, dopo un'ora e dieci minuti - sono passati tre treni - dopo un'ora e dieci minuti o più, la domanda non ha ricevuto risposta. Quel signore dice: la prego mi dica, sono ansioso di scoprire come essere totalmente consapevole. Non c'è stata risposta. E se ne andrà di qui dicendo: mio dio, quando ci sarà risposta alla domanda? Perché voi non volete scoprire davvero che cosa significhi essere totalmente consapevoli.
1:08:33 Essere totalmente consapevoli implica un'osservazione senza scelta del contenuto della vostra coscienza. Il contenuto è la società, le guerre, l'infelicità, la confusione, le azioni piacevoli ripetitive, ecc. il contenuto è lì, potete osservarlo? Potete osservare che avete paura, non come cambiarla, non come sfuggirla, o trasformarla, soltanto osservare quella paura? E sapere, essere consapevoli che state rincorrendo il piacere, il piacere di avere denaro, il piacere del sesso, il piacere di una posizione, diverse forme di piacere, ne siete consapevoli? Ora, aspettate un attimo, 'ne siete consapevoli' significa siete consapevoli frammento per frammento? Siete consapevoli delle molte parti del contenuto della coscienza, o siete consapevoli istantaneamente del tutto? L'intero è più delle parti. Ma se dite che osserverete ciascuna delle parti, non ci sarà mai percezione del tutto, che è molto di più. Cos'è che state facendo veramente? State esaminando le parti? Paura, gelosia, ansia, dolore, la casa che brucia, sono di sinistra, di centro, o di estrema destra, o di estrema sinistra politicamente, siete consapevoli dei frammenti, o siete consapevoli della totalità della coscienza?
1:11:05 D: (in francese)
1:11:16 K: Lo so, ma scoprite se state osservando le parti, e perché osservate le parti. Perché siete condizionati. Guardo mia moglie da francese, da olandese, o quello che sia. E' la mia tradizione, sono cresciuto in Olanda e dico che sono olandese, questo è il mio condizionamento, perciò guarderò sempre in modo frammentario. Siatene semplicemente consci, non 'come superarlo'. Nel momento in cui ne siete consapevoli ne siete già fuori.
1:12:09 Perciò, consapevolezza, con i suoi frammenti, ciascuno di noi è consapevole dei frammenti. Capite? I raggi - la ruota è più grande dei raggi. Giusto? Lo capite? Oh mio dio! Le parti - l'intero è più grande delle parti. Tutto qui. Ma se io sono condizionato, e mi attacco alla mia parte, non vedrò mai l'intero. Se dico, sono nato in India, sono bramino, sono la tradizione, ecc. tutte cose parziali, a cui mi aggrappo, io lotterò per quella parte. E' semplice, è questo che state facendo, America - Russia. Mentre, se vedete l'intero, le parti spariscono. Fatelo, vi prego fatelo!
1:13:35 D: Come si fa a vedersi totalmente?
1:13:41 K: Ve lo sto mostrando.
1:13:42 D: No, non lo sta realmente mostrando, ne stiamo parlando.
1:13:47 K: No. Va bene, capisco la sua domanda. Aspetti, glielo mostro.
1:14:02 D: Vedere le cose totalmente, non può essere il risultato del suo parlarne. A un livello diverso, io pongo una domanda semplice: come ci si può vedere totalmente? A un livello diverso rispetto al parlarne.
1:14:28 K: Se vuole gentilmente ascoltare, vi faccio notare qualcosa. Prima di tutto dico - ascolti la prego - innanzitutto dico che la parola non è la cosa.
1:14:43 D: Va bene.

K: Giusto?
1:14:47 K: Quindi ciò che ho descritto non è il reale, la verità.
1:14:55 D: No.
1:15:01 K: Perciò, quando ascolta, può non farsi prendere dalle parole ma vedere la cosa che viene descritta? Ma questo diventa difficile perché viviamo in un mondo di parole. All'inizio di ogni discorso ho sempre detto che la parola non è la cosa. La parola montagna non è la montagna. Potrei descriverla in maniera eloquente ed elegante, o dipingerla, ma il dipinto, il quadro, la parola, la descrizione, non sono la cosa. Quindi la coscienza è la parola, il contenuto è la parola e consapevolezza è la parola, ma bisogna andare oltre la parola, cioè vedere la propria coscienza, il suo contenuto, ecc. ecc. Quindi, se lei rimane preso soltanto dalla descrizione allora combatterà sempre contro di me.
1:16:38 D: (inudibile)
1:17:03 K: No, signora.
1:17:08 Guardi, noi esseri umani siamo abituati a sentirci dire cosa fare. Vogliamo essere risvegliati a tutto questo. Vogliamo vedere tutto questo e andare oltre. Ma chi lo farà per voi? Se vedo - ascoltate bene - se capisco che devo essere luce per me stesso e che non posso accendere questa luce da un altro, o attraverso un altro, allora devo osservare me stesso. Guardare. Osservare il contenuto di me stesso. Ma non posso guardare il tutto come un tutto perché sono abituato a guardare parzialmente. La mia domanda allora è: perché osservo parzialmente? Guardo così a causa della mia educazione, della tradizione, dell'ambiente, della società, di mia moglie, mio padre, tutti si osservano in modo parziale. Perciò mi rifiuto di guardare, mi rifiuto di guardare come mi hanno detto di fare. Loro possono avere sbagliato completamente, cosa probabile, così voglio guardare per la prima volta, guardare. Quando guardate non c'è differenza fra osservatore e osservato, c'è soltanto lo stato dell'osservazione.
1:19:32 D: Krishnamurti, ho una domanda. Osservo parzialmente per via della mia educazione e del mio condizionamento, o a causa di tutti gli sbagli che ho fatto in questa mia vita, e che conosco? Per esempio, se compro qualcosa per 5 franchi e lo rivendo per 25 a qualcuno che ne ha bisogno. Qualcosa di lussuoso o del cibo speciale. Quando faccio qualcosa di immorale, sapendolo. A quel punto accampo ogni genere di scuse per me, il mio ego trova una scusa per tutto, ma non vuole vedere il vero me, che è brutto, odioso.
1:20:23 K: Esatto. Quando lei dice odioso, brutto, sta già condannandolo. Santo cielo, guardate come siamo legati alle parole. Quando amate qualcuno - amare in senso comune, non qualcosa di straordinario - per il momento dimenticate tutto, non è vero? Volete tenerle la mano, o dormire con lei, averla come vostra compagna. In quel momento non ci sono problemi. Abbiamo reso tutto così terri- bilmente intellettuale, verbale.
1:21:28 Continueremo domattina.