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SA79D1 - C’è un’azione che non produce dolore?
Primo incontro pubblico
Saanen, Svizzera
25 luglio 1979



1:10 K:Per i prossimi 5 giorni, ogni mattina ci sarà un dialogo. Dialogo significa una conversazione fra due persone. Due persone che si interessano della vita, del loro modo di vivere del mondo che ci circonda, che sono abbastanza serie da voler risolvere i loro problemi e indagano insieme attraverso il dialogo. La dialettica è l'arte di indagare la verità delle opinioni. Indagare la verità delle opinioni si chiama dialettica. Le opinioni, i giudizi, le valutazioni personali, i punti di vista; io non credo che si possa trovare la verità attraverso questi mezzi. Ma forse, se siamo abbastanza seri, preoccupati e impegnati a indagare i nostri problemi, non in modo teorico non in modo astratto, ma effettivamente, tutto quello che sta succedendo! Due amici parlano insieme dei loro problemi indagano con la speranza di risolvere i loro problemi. Spero che sia chiaro. Non è solo un discorso di chi vi parla, ma stiamo conversando insieme con amicizia, senza antagonismo senza punti di vista contrapposti, parliamo insieme dei nostri problemi. E' questa l'intenzione dei nostri incontri qui per le prossime cinque mattine. Spero che lo faremo.
3:56 Ora, di che cosa parleremo stamattina?

Q:E' possibile osservare il pensiero mentre accade nel presente
4:14 o quando si osserva il pensiero è già passato?
4:21 K:E' possibile osservare il pensiero mentre avviene o lo si osserva quando è passato? Osservare che cos'è pensare mentre sorge il pensiero e osservare o indagare il pensiero che è già avvenuto.
4:54 Qualcun altro? Per favore, cercate di fare molte domande così possiamo vedere le migliori sceglierne una e lavorarci sopra insieme, completamente. Andando fino in fondo. Allora, questa è la prima domanda.

Q:Io sono stato investito da una macchina quando avevo 17 anni
5:29 e ho avuto grossi problemi per via dell'energia che si è bloccata in questa parte del mio corpo; avevo una gamba a pezzi. Sono venuto ad ascoltarla per diversi anni e ho capito che non bisogna identificarsi con il problema. Vorrei che parlasse della sofferenza personale, dei blocchi mentali, come quelli che ho io.
5:56 K:Potremmo parlare del problema della disabilità fisica, del dolore e dell'effetto che hanno sulla mente. Di che effetto hanno sulla qualità del pensiero sulla qualità dei sentimenti, dell'affetto.
6:20 Sono due domande. Avanti signori.

Q:(inudibile)

K:Potrebbe alzare un po' la voce?
6:33 Q:Sì Krishnaji, la psiche appartiene solo alla mente o ha qualcosa a che fare con la verità? C'è una psiche universale? Che cos'è la psiche di cui lei parla tanto spesso?
6:59 K:La psiche della mente e la psiche universale. E' così? Prego, avanti.
7:13 Q:La differenza fra il "me" e l'individualità.
7:19 K:Il me? L'individualità. Va bene signore. Il me e l'individualità.
7:31 Q:Signore, potrebbe parlare ancora un po' dell'azione che non si basa sul pensiero?
7:39 K:Potrebbe parlare, o discutere dire qualcosa a proposito dell'azione, se c'è un'azione che sia precisa, accurata, che non fa nascere ulteriori azioni che porteranno ancora più sofferenza e problemi più grandi, ecc.

Q:Qual è la relazione fra amore e morte?
8:36 K:Qual è la relazione fra amore e morte?
8:41 No, un momento, solo un momento! (risate)
8:51 Q:Potrebbe esplorare ancora il rapporto tra paura e dipendenza? Mi preoccupa la dipendenza nella mia vita e la relazione con la mia ragazza. Talvolta la vedo, eppure continua. Non riesco ad esserne libero. Spesso penso semplicemente di partire, di andarmene via e di stare da solo. Ma in qualche modo sento che non è la risposta, c'è qualcos'altro. Nonostante ci siano dei momenti in cui vedo la mia dipendenza, non ne sono libero. E c'è anche una tremenda paura.
9:37 K:Per favore, cercate di fare domande brevi.
9:42 Q:La relazione tra paura e dipendenza.
9:46 K:Paura e dipendenza. Qual è la relazione tra paura e dipendenza.
10:01 Q:Potremmo parlare dell'ambizione e del perché siamo così insensibili nella nostra vita quotidiana?
10:11 K:Ambizione e insensibilità nella nostra vita quotidiana.
10:16 Ora, un attimo (ride). Di quale di queste domande vogliamo parlare? Quel signore ha chiesto: è possibile osservare il pensiero mentre avviene o lo si osserva quando è passato? L'altra domanda è: se si viene fisicamente menomati da un incidente, da una malattia, da certe forme di disturbo, questo ha effetto sulla mente? Un'altra domanda: Qual è la relazione fra amore e morte? E lei ha chiesto: la psiche è personale o universale? Quel signore a chiesto: qual è la relazione fra paura e dipendenza? E la sua domanda, signore riguardava l'azione, se c'è un'azione che sia assolutamente completa, che non lasci rimpianti ansie, dolore e sofferenza, ecc. Ora, di quale domanda vorreste parlare?

Q:Se parlassimo della dipendenza,
12:07 non comprenderebbe molte delle domande?

K:Se parlassimo della dipendenza
12:17 si risponderebbe a molte delle domande? Oppure, vorreste discutere dell'azione, l'azione nella vita quotidiana, il fare il modo di comportarsi, il modo di fare, il modo in cui in una relazione avvengono tutte le azioni, se c'è un'azione che sia così completa da non lasciare un triste ricordo? E' questa la domanda, signore?

Q:O sarebbe pericoloso.
13:11 Q:Sì, non parlerei di ricordi.
13:15 K:Sì, possiamo discutere di questo, o volete parlare di qualcos'altro?
13:22 Q:La prima domanda.
13:26 K:Volete parlare dell'azione?
13:33 Q:Sì.
13:36 K:Per me non ... Come volete. Va bene, parliamo dell'azione.
13:43 Forse così possiamo includere anche il pensiero e quale relazione c'è fra amore e morte, paura e dipendenza l'effetto della malattia fisica sulla mente, e la psiche universale. Possiamo fare così? Volete che facciamo così? Per favore...

Q:Sì.
14:16 K:Bene. Che cosa intendete per azione? Che cosa intendiamo - vi prego, questa è una conversazione, non vi addormentate è una conversazione tra voi e chi vi parla, insieme. Non sono io che indago e voi semplicemente ascoltate ma insieme cercheremo di scoprire se c'è un'azione che sia intera, completa, totale, che non lasci una sola ombra di dolore, rimpianto, pena, offesa, ecc. - va bene? Quindi, che cosa intendiamo per azione? La prego, signore, mi segua.
15:07 Q:L'azione deve essere una creazione.

K:L'azione deve essere una creazione.
15:11 Q:E' come si vive il momento.
15:16 K:Vede, lei ora fa un'affermazione
15:19 come "L'azione deve essere creazione" e finisce lì! Non c'è dialogo. Ma se dite - è per questo che ho fatto la domanda vi prego, non buttate lì delle opinioni su quello che pensate sia l'azione, non fissatevi su quelle. Consideriamo la cosa, esaminiamola, procediamo insieme - va bene signori?
15:49 Quindi, la prima cosa è scoprire che cosa intendiamo con la parola "azione", il fare. Intendiamo ciò che è stato fatto o che sarà fatto l'azione nel passato, o quella nel futuro oppure quella che avviene adesso? Questa è azione. Azione non significa spostarsi fisicamente da qui a là... ..o piantare un chiodo nel muro con un martello, o guidare una macchina. Azione significa veramente quello che sta accadendo - giusto? Non l'azione che è avvenuta o che avverrà. Anche tutto questo è azione: quello che è accaduto quello che sta accadendo, e quello che accadrà. Giusto? Siamo d'accordo su questo? Vi prego. Allora, qual è l'azione che è accaduta? Qual è il suo risultato? Qual è il motivo di quell'azione? Qual è l'impeto? Qual è la conclusione da cui scaturisce un'azione? Capite? State seguendo? O siete già stanchi? (ride)
17:38 L'azione ha qualche tipo di motivazione, piacevole o spiacevole gradevole o dolorosa, o è dovuta a pressioni, a influenze varie. Quindi bisogna scoprire che cosa intendiamo per azione. C'è un'azione che non abbia motivo che non abbia pressioni, che non avvenga sotto minaccia che non sia gratificante e perciò dolorosa? Bisogna considerare la parola molto, molto attentamente, se volete. Questa è una conversazione - giusto?
18:39 Come possiamo osservare, la maggior parte delle nostre azioni si basa sul ricordo. Vero? O sul desiderio, sulla ricompensa o sulla punizione personale oppure si basa su un ideale, su un credo, e così via. Giusto? Vi prego osservatelo, esaminiamolo insieme. Se un'azione è basata su un ideale, sul futuro quell'azione si adatta, si adegua o imita l'ideale. Giusto? Quindi, è quella un'azione totale, completa, che non lascia alcun segno di offesa, di rimpianto, e così via? Seguite? Allora, che cos'è la nostra azione, la vostra e la mia quella di chi vi parla, indaghiamo, su che cosa si basa la nostra azione? Piacere, paura? Avanti signori, esaminatelo. Io sto indagando, voi state tutti zitti.

Q:Le azioni si basano sulla necessità.
20:36 K:Necessità.
20:39 Come dire, signore: - ho bisogno di cibo e vado al mercato se ho i soldi lo compro, quella è un'azione. Ho bisogno di vestiti, se ho i soldi vado a comprarli. Lo stesso per la casa ecc. Quindi abbiamo le necessità, i bisogni, quelli fisici e poi quelli psicologici. Giusto? Giusto, signore?
21:10 Q:Ma, esistono?
21:16 K:Che cosa?

Q:Esistono i bisogni psicologici?
21:20 K:E' questa la questione che cercheremo di scoprire.
21:25 Ci sono bisogni fisici e azioni basate su ciò che consideriamo bisogni psicologici. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia conforto perciò c'è dipendenza e l'azione basata sulla dipendenza. Giusto? Ho bisogno ... di qualcuno che mi dica come vivere una vita diversa e dipendo da quella persona.

Q:E' possibile che un'azione non abbia una causa?
22:32 K:Non sento. C'è la voce del treno. (risate)
22:35 Q:Chiede se sia possibile un'azione senza causa.
22:40 K:E' possibile che un'azione non abbia causa?
22:46 parleremo di tutto questo. Un passo per volta, vi prego. Vedete, quando fate una domanda come questa: c'è un'azione senza causa? state ponendo una domanda ipotetica, e anche la risposta deve essere ipotetica. Ma se procediamo passo per passo, lentamente, esaminando, e lo facciamo mentre procediamo insieme, allora non ci saranno affatto problemi teorici. Giusto? Perciò, vi prego, nelle discussioni, nei dialoghi, non buttate lì delle conclusioni. Vediamo su che cosa si basano le nostre azioni innanzitutto, quello che accade realmente sia che si tratti di bisogni fisici: cibo, vestiti, casa e il lavoro necessario per guadagnare il denaro per avere tutto questo, e poi ci sono i bisogni psicologici. E' un fatto. E' questa la nostra realtà, abbiamo sia bisogni fisici che psicologici e le azioni si basano su questi due. Giusto? Riconosciamo che i bisogni fisici sono assolutamente necessari. Voi lavorate - in fabbrica, in cantiere, o fate l'insegnante, il falegname, in campo scientifico, negli affari, o siete dottori (ride) - non dei politici! (risate) e così via, e questo è necessario. Per come la società è organizzata oggi, dobbiamo tutti lavorare dalla mattina alla sera per anni e anni e anni. Guardate che tragedia! Può non piacervi, ma è un fatto. Si deve andare in ufficio, in fabbrica, o dovunque si svolga il vostro lavoro per guadagnare denaro, dall'età di 20, 15 anni, fino a quando manca poco a morire, tutti i giorni in ufficio, e così via, così via. E' così che è organizzata la nostra società. E' un fatto.
25:28 Q:Questo lei lo chiama azione o reazione?
25:33 K:Questa la chiama azione o reazione? Tutt'e due, perché ho bisogno di cibo e se non guadagno abbastanza divento geloso, ansioso, e incomincia tutto il problema (ride). Perciò si tratta di una reazione. Quindi, c'è il bisogno fisico. Poi le azioni sono basate sui bisogni psicologici. Per favore, approfonditelo.
26:05 Q:I bisogni fisici sono diversi dal desiderio?
26:09 K:Ci stiamo arrivando, signore. I bisogni fisici sono diversi dal desiderio? Forse no. O forse lo sono. Esaminiamolo. Prima di tutto vediamo, riconosciamo e accettiamo come un fatto che abbiamo bisogno sembra che l'uomo abbia dei bisogni, gli esseri umani ne hanno - il bisogno può essere falso lo scopriremo - la necessità di agire in base a bisogni psicologici. Cioè, il bisogno di un credo, di certe conclusioni di certe opinioni, di punti di vista. C'è il bisogno della nazionalità, dell'ordine gerarchico. Avete bisogno di tutte queste cose. Per favore non dite di no, per la maggior parte della gente è così. Forse per voi non è così e dite: "Io non ho necessità psicologiche" sarebbe una cosa molto rara da dire. Giusto?
27:35 Dobbiamo scoprirlo da soli: queste cose sono per noi dei bisogni? Credi, opinioni, giudizi, conclusioni, immagini sia religiose che non religiose le cose e le immagini religiose create dalla mano e dalla mente, seguite? Sono bisogni questi?
28:09 Q:E che dire dell'azione che deriva dalla disperazione?
28:15 K:L'azione che deriva dalla disperazione.
28:18 Q:Chiede che cosa si può dire di un'azione che deriva dalla disperazione.
28:23 K:Ah, giusto! (ride). Aspetti. Signore, ascolti, prima di tutto guardiamo noi stessi. Quali sono i vostri bisogni psicologici e ci sono azioni che nascono da quei bisogni?
28:44 Q:Signore, da quello che ho ascoltato finora sembra che ci debba essere una necessità per l'azione c'è sempre una necessità per l'azione, in un modo o nell'altro.
29:00 K:E' quello che stiamo indagando. Lei sta dicendo che ci deve essere qualche genere di necessità, un bisogno, per l'azione. Abbiamo detto che per i bisogni fisici ci deve essere. Ma noi stiamo chiedendo se ci servono o se ci sono delle necessità psicologiche per l'azione. Io ne dubito. Non dico che lo dovete accettare. Dico che io lo metto in dubbio. Non ne sono sicuro. Capite? Lo sto esaminando. Non voglio essere dogmatico, non prendo posizioni (ride) non mi rifiuto di lasciare una conclusione.
29:47 Stiamo cercando di scoprire che cos'è l'azione. C'è l'azione basata sui bisogni fisici e quella basata su varie forme di opinioni, giudizi, conclusioni, convinzioni, esperienze credi, dogmi, dipendenza ecc. ecc. - psicologicamente. E chi vi parla dice che lo mette in dubbio, capite?
30:22 Q:Sembra che l'azione sia basata su due aspetti del bisogno. Prima di tutto, l'azione non si basa sul bisogno. Se fosse basata sulla vera osservazione... ..di un bisogno produttivo, allora non ci sarebbero così tanti problemi. Ma la maggior parte delle azioni si basa sui desideri, sul nostro condizionamento e sui nostri bisogni. Quindi, qual è il giusto bisogno su cui basare la nostra azione?
30:53 K:Lei sta chiedendo, credo, per favore se ho capito male la sua domanda mi corregga - lei sta dicendo che psicologicamente abbiamo bisogno...
31:08 Q:No, sto dicendo che le azioni non sono basate sui giusti bisogni. Come si determina qual è un bisogno corretto piuttosto che un desiderio, ecc.?
31:25 K:Sì, qual è un giusto bisogno.

Q:Perché abbiamo...
31:29 K:Un momento, aspetti un attimo per favore. Che cos'è un giusto bisogno, fisicamente - giusto?
31:40 Q:In altre parole, esiste una separazione netta fra l'uno e l'altro? C'è una giusta separazione tra i due o è piuttosto...
31:53 K:C'è una netta divisione fra i bisogni psicologici e i bisogni fisici? Vedete, siete tutti .... (ride). Ora, per rispondere alla domanda: i bisogni fisici si mischiano con quelli psicologici? Ho bisogno di una casa - si ha bisogno di una casa o di una stanza in cui vivere e in quella stanza uno si sente attaccato ai suoi mobili quell'attaccamento ai mobili è un bisogno psicologico. Giusto? Perché senza quei mobili non mi sento a mio agio. Allora, c'è veramente una demarcazione? Vedete, vi prego, approfonditelo un passo alla volta, non potete rispondere alla domanda così in fretta.
33:01 Stiamo parlando insieme come due amici, indagando insieme dialogando, conversando su che cos'e' l'azione. Abbiamo detto finora che ci sono azioni basate sui bisogni su bisogni - bisogni fisici. Ci serve una camicia, un paio di pantaloni o un vestito questi ci servono, a meno che non siate dei nudisti, allora va bene! Avete bisogno di cibo, e per averlo dovete lavorare per guadagnare i soldi per comprarlo, ecc. E poi avete bisogno di una stanza di una casa, ma il bisogno di una casa diventa molto importante. Non ci si accontenta di una stanza, si vuole una bella stanza con dei bei quadri, con dei mobili antichi, se potete permetterveli. Quindi, se avete investito del denaro in mobili antichi, in una bella stanza con vasi e quadri, siete attaccati a queste cose. E allora dite: "Queste cose mi servono". Giusto? "Non posso vivere senza un quadro nella stanza" può essere una copia, un originale, ecc. ecc. Cioè, pian piano comincio a dipendere da queste cose. Quindi, quei mobili sono io. Giusto? Ne dubitate? Sono attaccato ai mobili e non voglio che qualcuno li rovini non li metto al sole, non li graffio, ci tengo molto. Quei mobili sono diventati me. Giusto? E io agisco da quella condizione.
35:31 Ora siamo al passo successivo: e' necessario che esista questa parte psicologica? Ci sono necessità psicologiche? Noi diciamo: sì, è un fatto. La necessità di un credo, la necessità di dipendere la necessità del sesso, dell'ambizione della realizzazione, del successo. Giusto? Le mie azioni si basano su tutto questo. E' ovvio, no? Giusto? O è forse tutto sbagliato?

Q:No.
36:38 K:Vi prego guardatelo da voi, in voi stessi. Andate in India - scusate! (risate) - perché sentite il bisogno... ..di imparare, di saggezza, di conoscenza, di illuminazione perché il mondo occidentale è troppo mondano non si interessa di religione, e allora andate in India dove c'è sporcizia romanticismo, squallore e molti guru, e voi ci andate. E dite: "Ho bisogno di questo". Seguite? Succede realmente così.
37:19 E adesso ci stiamo chiedendo perché riteniamo che psicologicamente ci servano certe cose. Va bene? E' questo che stiamo indagando. Non ritornate sui bisogni fisici, abbiamo finito con quelli. Ora, abbiamo bisogno dei credi?

Q:No.
37:49 K:Quel signore dice di no.
37:52 Questo significa che lei è libero dai credi. Adesso vedrà che cosa intendiamo per credo. Credere in qualcosa che non può essere provato. Credo - qualcuno crede in Dio - questo non si può provare. Qualcuno crede nel paradiso - che non può essere provato. Qualcuno crede che ci siano degli abitanti sulla luna - no, non sulla luna da qualche altra parte (risate), lo si crede, ma non si può provare. Crediamo nelle nazionalità. Giusto? Giusto? No? Oh, mio Dio! Voi siete francesi, tedeschi, inglesi, indiani, e Dio sa che altro. Seguite, un passo alla volta. O rinunciate a tutte queste cose e dite... "Mi dispiace, non sono un nazionalista" - finito.
39:06 Q:Signore, posso fare una domanda? Non dovremmo prima chiederci da dove vengono questi bisogni?
39:19 K:Lo scopriremo, lo approfondiremo. Come sorgono questi bisogni, quale ne è la causa? Lo scopriremo fra un momento, se avete pazienza. Quindi, i credi sono diventati delle necessità. I cattolici, i protestanti, tutto il mondo cristiano crede in Gesù come salvatore, e cose del genere, lo credono. Giusto? Se andate in India, anche lì hanno i loro dèi, i loro credi. Quindi, perché credono in qualcosa che non può essere provato? Capite? Sono cose senza validità. Perché ci credono? Avanti, signori!

Q:Perché a loro piace così.
40:27 K:Perché, dice quel signore, a loro piace così.
40:31 Perché gli piace quel genere di cose?
40:34 Q:Perché dà loro sicurezza.
40:37 K:Rifletteteci. Indagate dentro di voi. Voi credete in una cosa o nell'altra, se siete onesti, vero? Oppure non credete in niente, e andate all'estremo opposto, che è lo stesso. Capite? (ride) "Io non credo in Dio, sono ateo". Entrambi prendono una posizione. Capite? Sapete che cosa intendo con "prendere una posizione"? Cioè, tutt'e due rimangono convinti delle loro conclusioni.
41:15 Q:Anche credere in se stessi è la stessa cosa.
41:20 K:Credere in se stessi. Va bene, parliamo di questo, credere in se stessi. Che cosa è se stessi? Oh, mio Dio! Che cos'è me stesso?

Q:I miei contenuti.
41:41 K:No, indagatelo, per favore, parlatene con me.
41:46 Q:Cerchiamo di trovare sicurezza in qualcos'altro, come un credo.
41:54 K:Quel signore dice: "Io credo in me stesso"
41:59 quindi che cos'è la cosa in cui crede?

Q:Un'idea, un'immagine.
42:05 K:Guardate bene, guardate, esaminate la cosa.
42:11 Credete di esistere perché avete un corpo?
42:15 Q:Sì.

K:Sì. Credete in voi stessi perché avete certe emozioni certe conclusioni, certi punti di vista certi comportamenti, certe idiosincrasie un nome, una forma, un conto in banca, oppure non lo avete? Sono queste le cose in cui credete? Voi non... vi prego, esaminatelo! Quando dite "Credo in me stesso", io dico che è una cosa strana da dire, in che cosa credete? Nella conoscenza che avete acquisito?

Q:Che cos'è me stesso?
43:10 K:E' quello che sto esaminando signora. (risate)
43:16 Q:Potrei suggerire di prendere un esempio pratico?
43:24 La maggior parte delle persone presenti qui in questa tenda, crede che lei sia illuminato.
43:33 Q:Come fa a saperlo? (risate)

K:La prego, non stiamo parlando di chi è illuminato
43:42 e di chi non lo è, e di come si fa a saperlo. Stiamo parlando di un uomo che dice "Credo in me stesso" e io chiedo: che cos'è questa strana conclusione? E poi, chi è questo "voi stesso" in cui credete?
44:04 Q:Posso finire, signore? Diciamo che io credo che le sia illuminato.
44:11 Q:Va bene, e adesso si sieda! (risate)
44:24 Q:Diciamo che io non credo che lei sia illuminato. Io non credo che lei mi possa aiutare così non devo credere che lei mi aiuterà in alcun modo.
44:42 Q:Perché è qui?
44:48 K:Scusi signore, non riesco a capire.
44:52 Q:Vorrei suggerire che io, me, questa persona sono il solo che può scoprire.
45:04 K:Che cosa dice?

Q:Non penso che sia così complicato.
45:10 K:Signore, bisogna scoprire per conto proprio chi siamo.
45:18 Ora, due amici si incontrano, ne parlano e dicono: "Senti, chi sono io, in cui credo così fortemente?" Giusto? E aggiunge: "Indaghiamo". Senza dire: "Io sono Dio" e insistendo su quello oppure: "Sono una reazione dell'ambiente, questo e quell'altro". Non ci fissiamo, non prendiamo posizione, indaghiamo, approfondiamo la cosa. Non è che io sono superiore e voi inferiore, oppure voi siete superiore e io inferiore - siamo due amici. Perciò dico, chiedo, chi è questa entità, il "me stesso" in cui credete?
46:05 Q:Un pezzo della verità assoluta.
46:15 K:Oh, un pezzo della verità assoluta. Vedete, allora siamo finiti! Non è possibile una discussione.
46:27 Q:Beh, se si dice di credere in se stessi non si intende di solito che una persona ha vissuto certe sfide nella vita e che ha saputo superarne alcune? Ed avendo superato queste sfide, certe esperienze si è formato una certa immagine di sè, e quando dice che crede in se stesso o in se stessa, crede in quell'immagine.
46:59 K:Vale la pena di fare questo dialogo?

Q:No.
47:07 Q:Sì.

Q:Se potessimo continuare.
47:09 K:Così come sta andando, vale la pena?
47:13 E' una bella mattina, potete andare a fare una passeggiata. Perciò chiedo, vi prego, vale la pena di continuare questo dialogo?
47:23 Q:Sì, sì.

Q:Io non lo so.
47:25 K:Lei ha ragione, signore.

Q:Potremmo tornare all'azione?
47:32 K:Ci sto arrivando... (ride)

Q:Quella è la vera domanda, chi sono io
47:41 che cosa è "me stesso", è quella la
47:43 vera domanda, penso che valga la pena.
47:45 K:Quel signore ha chiesto, tra le altre domande, che cos'è l'azione. C'è un'azione che non comporti sofferenza? C'è un'azione che non contenga contraddizioni? C'è un'azione così completa, così totale che finisca senza lasciare ombra di rimpianto che non faccia dire: "Vorrei non averlo fatto", ecc.? Questa è la domanda. Due persone stanno discutendo e siamo voi e chi vi parla. Stiamo dialogando su questo.
48:34 Q:L'azione che deriva dalla spontaneità.

K:L'azione che nasce dalla spontaneità.
48:50 Siamo mai spontanei? Vedete, voi tutti ... (ride).
48:57 Q:Signore, questa è la mia azione.

K:Che cosa, signore?
49:06 Q:Che cosa devo fare?
49:09 K:Ne parlerò, signore, è molto semplice.
49:12 Vedete, quel signore dice: "Ho avuto un incidente, il mio corpo ha subito un danno e questo influisce sulla mia mente... - si sieda signore - che cosa devo fare?" Giusto? Fa questa domanda perché vuole capire perché soffre, è confuso e dice: "Mi dica che cosa devo fare". Giusto? Siamo in queste condizioni? Qualcuno di voi? Oppure è qualcosa di superficiale, un dialogo che voi ascoltate e non farete nulla di quello che avete ascoltato?
50:09 Vedete, sono passati 50 minuti e non siamo arrivati da nessuna parte. Quindi mi chiedo, vale la pena di continuare così?
50:23 Q:No.

K:E allora che cosa facciamo?
50:26 Q:Indaghiamo il punto dove eravamo arrivati
50:30 e avevamo scoperto qualcosa invece di parlare di qualcos'altro.

K:Ascolti, quel signore è preoccupato per se stesso
50:43 per il suo dolore, la sua ansia, le sue reazioni nervose dopo l'incidente d'auto. E' preoccupato. Non vuole teorie non gli interessa l'illuminazione e tutte quelle storie. Dice: "Ditemi qualcosa" Giusto? Siete anche voi così, in quella situazione? No, spero che non abbiate avuto incidenti ma anche voi siete nella posizione di dire: "Guarda, io voglio scoprire voglio dedicare la mia vita per scoprire se c'è un'azione che sia veramente totale" - giusto signore? State dando la vostra vita per questo? Oppure state semplicemente seduti sulla riva del fiume a guardare l'acqua che scorre, senza mai entrare nella corrente?
51:36 Q:Non c'è un'azione completa.
51:42 K:Solo pochi sono veramente interessati a questo. Io mi chiedo se questi dialoghi servano veramente a qualcosa.
52:03 Q:Perché non cambiamo con le discussioni? Parliamo delle discussioni. Lei è uno e noi siamo un migliaio. Quindi, tecnicamente, la discussione non è possibile. Forse bisogna organizzare le cose in un altro modo.
52:20 K:Quel signore dice: lei è uno e noi siamo un migliaio e non si può avere una vera conversazione con un migliaio di persone. Ascoltate semplicemente! Non si può avere una conversazione con un migliaio di persone perché ci sono mille opinioni, mille modi di pensare. E' per questo che all'inizio ho detto: vi prego, pensiamo insieme. Mettiamo da parte i nostri problemi, le opinioni, i giudizi, i nostri modi di pensare, le nostre conclusioni, lasciamo tutto da parte e pensiamo insieme. Voi non fate nemmeno questo. E anche incontrandoci in due, o in mezza dozzina, ci sarebbe lo stesso problema. Abbiamo provato di tutto: in India, in Olanda, in America, in gruppi sia piccoli che grandi gruppi, ma nessuno dà la propria vita per scoprire.
53:23 Q:Non potremmo discutere di un solo problema?

K:Io sto parlando di un solo problema.
53:30 Q:... (inudibile) ...il problema di quel signore.
53:34 K:Io sto ancora parlando di quel solo problema.
53:37 Cioè, quando il corpo subisce un danno per un incidente perché influisce sullo stato psicologico mentale? - giusto, signore?
53:54 Q:Sì.

K:Voi non avete di questi problemi?
54:00 Q:Si tratta forse di un falso mezzo per proteggersi dall'affrontarlo?
54:07 K:Ascoltate: i miei nervi sono stati sconvolti da un incidente. Giusto?
54:11 Una macchina mi ha rovinato una gamba che è rimasta paralizzata, non posso camminare bene. E questo condiziona il mio modo di pensare perché non posso trovare un vero lavoro. Giusto? Voi non vedete queste cose! Adesso dipendo da qualcuno che mi aiuti. E quindi pian piano divento ansioso divento timoroso, mi vengono dei tic, che cosa devo fare?

Q:La domanda è: io sono il mio corpo?
54:57 K:E' di questo che stiamo discutendo signora.
55:03 Ne abbiamo parlato, ma voi tutti vi rifiutate volete andare in direzioni diverse.
55:20 Q:Signore, io vorrei dire che ci sono molti di noi qui che sono nella stessa situazione di quel signore, non fisicamente ma in altri modi.

K:Sì, signore. Il signore dice che ci sono molti di noi in questa situazione, ma non fisicamente. Giusto? Ora, come ne parlerete, come condurrete un dialogo?
55:55 Q:L'ho detto solo per dire che penso che questi dialoghi sono utili per noi.

Q:Questa conversazione è molto utile per me.
56:10 K:Sì. Guardi signore, i nostri problemi sono sia psicologici che fisici. Giusto? Giusto? Uno subisce un danno fisico, perciò il suo sistema nervoso ne rimane offeso, menomato, e questo influenza il suo modo di pensare i suoi sentimenti, e ha paura. Questo è un problema, cioè la conseguenza fisica dell'incidente. L'altro è che c'è anche una menomazione psicologica. Giusto? Psicologicamente si è menomati dai credi dai dogmi e tutto il resto, dalla dipendenza, dall'attaccamento, dalla paura, ecc. Possiamo prima di tutto vedere questi due fatti, senza muoverci da lì? Il primo fatto è la menomazione fisica l'altro è la menomazione psicologica. Ora, che cosa faremo? O magari dite: "Io sono perfettamente sano, perciò me ne vado". Anche questo va bene, capite? Capite quello che sto dicendo? Siete nella situazione di poter dire: "Scusate, ma io non ho menomazioni fisiche né mentali, né psicologiche, né affettive, in me non c'è nulla di brutto, nulla di menomato sono perfettamente sano" - giusto? Una persona così è veramente rara.
58:06 Allora, abbiamo queste due questioni. Qual è l'effetto - seguite, per favore qual è l'effetto su una persona che ha avuto un incidente fisico che condiziona i suoi nervi, il suo cervello, i suoi pensieri le sue emozioni e tutto il resto? La seconda riguarda la menomazione psicologica, la paura il nervosismo, l'inibizione l'ansia e i comportamenti nevrotici che ne derivano. Giusto? Sono aspetti simili. Uno dite che è fisico e l'altro psicologico, ma sono simili. Giusto? Giusto signore?
58:59 Ora, qual è l'azione riguardo a questo unico problema? C'è l'effetto fisico sul sistema nervoso e sul cervello, e c'è la menomazione data dalla tradizione, dal credo, dall'attaccamento dalle tante pressioni, dal lavoro ... - seguite? entrambe portano allo stesso risultato. Giusto? Lo vedete? Vi prego. I due aspetti non sono separati, sono una cosa sola. Giusto? Uno è fisico, l'altro è psicologico. L'aspetto fisico produce certi risultati psicologici, che è quello che è successo alla maggior parte di noi, cioè siamo psicologicamente menomati. Ora, qual è l'azione? Giusto? Giusto, signori? Posso continuare?

Q:Sì, sì.
1:00:07 K:Ah, vedete. E' una conversazione, voi e io stiamo condividendo insieme.
1:00:14 Q:Signore, da questo potrei avere un insight?
1:00:17 K:Solo un momento signora. Ascolti, lo approfondirò. Ma lo vedremo insieme. Non è che io ne parlo, voi ascoltate e poi ve ne fate un'idea da seguire. Lo stiamo facendo insieme ora. Giusto? Va bene. Quel signore si è addormentato. Andiamo avanti.
1:00:45 Cioè, voi e io stiamo avendo una conversazione. Non preoccupatevi di lui, vi prego. E' stanco, ha avuto un incidente, soffre deve stare tranquillo, lasciatelo in pace, non proiettate le vostre idee su di lui. O Dio! Allora, qual è l'azione riguardo a questo?
1:01:09 Gli esseri umani sono menomati - giusto? - sia psicologicamente che fisicamente. Alcuni lo sono stranamente in tutt'e due i modi, altri lo sono a metà parzialmente, qual è l'azione che metterà a posto le cose? E' chiaro?

Q:Sì.
1:01:34 K:Ora, parliamone insieme. Perché noi - no, aspettate un attimo. Che cos'è più importante l'aspetto psicologico o quello fisico?

Q:Quello psicologico.

K:So, sono consapevole
1:02:03 di essere psicologicamente menomato e dato
1:02:10 che sono psicologicamente menomato, questo si riflette gradualmente anche sul mio corpo. Ho delle reazioni nervose, ho i nervi a fior di pelle, e pian piano sento un senso di isolamento - seguite? - e tutto quel che segue. Se sono fisicamente menomato, è la stessa cosa. Perciò chiedo: qual è più importante considerare per primo? Lo stato psicologico di menomazione o quello fisico? Capite? A quale diamo importanza? So che l'uomo che ha avuto un incidente dice: per l'amor del cielo non mi parlate di psicologia, io sto male, ho avuto un incidente.
1:03:13 Q:Sono psicologicamente consapevole.
1:03:26 K:Vi sto chiedendo, signori e signore, a quale date importanza? All'aspetto fisico o a quello psicologico?

Q:A tutt'e due.
1:03:40 Q:A quello psicologico.

K:Attenzione, attenzione.
1:03:42 Se ho avuto delle conseguenze fisiche, mi preoccupo di quelle psicologiche? Vedete la difficoltà. Mi hanno investito, sono rimasto menomato e questo influisce sulla mia mente. La mia mente è già stata influenzata dalla società, dai genitori - seguite? Solo che questo incidente ha peggiorato le cose. Allora, che cos'è più importante?
1:04:19 Non trascuro il problema fisico. Giusto? Prima di tutto mi occuperò di quello. Me ne occuperò dopo aver capito se sono menomato psicologicamente o se è il problema fisico che causa in me una menomazione psicologica. Quindi cerco di capire se l'essere psicologicamente menomato è la conseguenza dell'incidente fisico, del vivere in una società mostruosa, di un'educazione sbagliata, di un modo sbagliato di acquisire conoscenza, ecc. ecc., di tutto quello che ha storpiato la mia mente. Vedo se psicologicamente posso comprendere l'intera struttura della psiche e poi mi occupo della parte fisica. Ma l'uomo che sta soffrendo dice: "No, vi prego, datemi qualche medicina, dei calmanti qualcosa che mi faccia stare meglio" - giusto? In quel caso è importante il medico, non io. Giusto? Ma se si tratta di uno stato psicologico, di un malessere psicologico di mancanza di chiarezza, di confusione, penso che si possa risolvere - seguite? Quello può essere completamente integro. Allora, con quella chiarezza di mente posso occuparmi dei miei disturbi fisici. Siamo d'accordo su questo?

Q:... (inudibile)

K:Signora non riesco a sentire. Forse qualcuno che ha sentito vicino a lei potrebbe spiegare quello che ha detto. Nessuno vuole tradurre, quindi non la posso aiutare.
1:06:59 Allora chiedo a me stesso: può essere reso integro ciò che è stato menomato psicologicamente? Questa è la questione, che richiede azione. Non posso starmene seduto dicendo che sistemerò le cose. Oppure andarmene in un monastero. Non si può fare così. Bisogna agire, devo fare qualcosa. Giusto?
1:07:26 Q:Signore, scusi se la interrompo ma sento che ora stiamo mettendo il piede in una vecchia trappola. La trappola è che noi siamo seduti qui a guardare lei che parla. Siamo perfettamente sicuri, lo sappiamo, l'abbiamo visto un centinaio di volte. Sappiamo che in mezz'ora lei può staccarsi completamente da tutti i problemi psicologici, e probabilmente anche da quelli fisici, spirituali e di qualsiasi altro tipo. Purtroppo signore, forse io sono un po' strano e posso percepire una certa ostilità da parte di alcuni dei presenti, ai quali può sembrare che voglia mettere il bastone tra le ruote. Loro vogliono guardare lei che sta al settimo cielo se è così non voglio interferire, sono felice di andarmene.
1:08:21 K:Avanti, signore. Continui. Signore, la sto ascoltando. Se loro non sono d'accordo, li lasci stare.

Q:Posso andarmene subito.
1:08:31 K:Andiamo, signore.

Q:Allora, io la vedo così.
1:08:34 Dieci minuti fa, dopo 50 minuti lei ha detto che sentiva che noi stavamo tutti prendendo le cose alla leggera, che stavamo parlando teoricamente e che non avevamo la minima intenzione di prendere le cose sul serio. Tutto quello che volevamo era teorizzare e guardare lei condurre il gioco. Poi, forse per disperazione, sembrava che lei si lavasse le mani di tutto quanto, rassegnandosi al fatto che noi eravamo una massa di sempliciotti, e ha deciso di avere un dialogo con se stesso, che è quello che fa da molto tempo. Se è così, mi sembra che questo mi possa solo nuocere, perché guardare lei che dialoga con se stesso è molto avvincente forse abbastanza istruttivo, gliel'ho visto fare molte volte ma non mi porta da nessuna parte.
1:09:33 K:No, signore. Ha ragione.
1:09:35 Q:Sembra che ci sia una sola scelta: dobbiamo avere la seria intenzione...
1:09:41 K:..il coraggio.

Q:...il coraggio di dialogare veramente
1:09:45 con lei, cioè queste cose ci devono importare davvero.
1:09:49 K:Sì, signore.

Q:Questo significa che dobbiamo smetterla di dire che ne ricaviamo beneficio pregandola di continuare così, che nessuno dovrebbe interromperla e così via. Anche quando il nostro amico Krityan l'ha interrotta per dire che gli sembra che qui la maggioranza delle persone la vede come una persona illuminata lei non ha voluto parlarne, ma è perfettamente vero. Noi la vediamo come una persona illuminata. Purtroppo, proprio per questa ragione noi non siamo assolutamente in grado di ascoltarla. Non penso che noi la ascoltiamo.

K:Proprio così. Sì signore, lo so.
1:10:26 Q:Perciò mi dica solo che cosa dovrei fare,
1:10:28 mi faccia uscire dal mio problema perché continuando a stare seduto qui mi sembra di dover solo ascoltare mentre lei fa la sua parte. E' una parte meravigliosa. Voglio essere io su quella sedia, non voglio stare qui ad ascoltarla so che lei può farlo.

K:Signore. Sono stato molto chiaro, ho sempre detto che non c'è nessuna autorità, non dite che qualcun altro è illuminato e tutte quelle storie. Io dico, guardate voi stessi - giusto, signore? siate seri, impegnatevi, metteteci tutta la vostra mente. Giusto?

Q:Giusto, signore.
1:11:09 K:L'ho ripetuto ad ogni incontro.
1:11:13 Q:Non sto affatto biasimando lei, signore.
1:11:24 K:Ho continuato a dire che non c'è autorità. Ho sempre detto, vi prego, che chi vi parla non è affatto importante. Voi siete importanti come esseri umani, parliamo di questo. Ma sembra che non lo facciamo. Perciò, che cosa faremo?

Q:Non lo so.
1:11:47 K:Io lo so.

Q:Lei lo sa.
1:11:49 Che cos'è signore? Mi dia una qualsiasi risposta che non sia un dialogo con se stesso.
1:11:59 K:No, non voglio avere un dialogo con me stesso. Lo posso fare nella mia stanza, nelle mie passeggiate o con poche persone, in quel caso posso avere un dialogo. Non è questo il tipo di dialogo che intendo. Ciò che è importante, ciò che è necessario, è che voi tutti voi, ci mettiate la vostra mente, il vostro cuore non dite: lei è una persona illuminata e noi l'ascolteremo. Spazzate via tutta quella roba. Giusto signore?

Q:Giustissimo.
1:12:29 K:Ma che cosa devo fare, signori, guardate! Io continuo, chi vi parla continua a insistere su questo, ogni giorno della sua vita: non seguite nessuno, non imitate, non conformatevi, ma pensateci, osservate. Ma il nostro condizionamento e' il contrario. Giusto?
1:13:02 Q:Ci deve essere un'autorità, ci sono troppe persone qui.
1:13:11 K:Il problema è che ci sono troppe persone? Signore, non ci sono troppe persone se lei vuole veramente scoprire qualcosa da sè. In quel caso lei ci mette tutta la sua attenzione ed esamina.

Q:Qualcuno deve avere questo incarico,
1:13:35 noi lo crediamo, e questo ci impedisce di ascoltare veramente.

K:Io non sono il presidente.
1:13:41 Non mi faccio carico di ciascuno di voi. Io dico: per favore, lavoriamo insieme, pensiamo insieme. Stare su questo palco, per chi vi parla non significa nulla, è solo una questione di praticità. Dimenticate tutto quanto. Pensiamo insieme. Ma voi non farete nemmeno questo. Che cosa devo fare?

Q:Krishnamurti, io vedo che lei lo fa
1:14:08 e che continua a farlo. Lei sta esprimendo la sua frustrazione, forse il suo disappunto nei riguardi del pubblico, come è stato per anni e anni. Penso che probabilmente sarà la stessa cosa domani e dopodomani. Finisco subito. Ho atteso di incontrarla di persona per un bel po'. Ho letto un libro scritto da Rom Landau sul suo incontro con lei forse 30 o 40 anni fa, c'era la stessa frustrazione, la stessa ansia lei gli esprimeva lo stesso disappunto che sta esprimendo adesso. Quello che ho sentito in quel libro era un uomo pieno di vero amore di vera preoccupazione umanitaria. Quello che vedo ora è un uomo invecchiato, che fa certi commenti che è frustrato e chiede: "Che sta succedendo?" Penso che possiamo continuare, ma non cambia nulla. Ci deve essere qualcosa di diverso. La questione deve diventare più pertinente, più vitale.
1:15:11 K:Signore, lei dice che la questione dovrebbe diventare più vitale più personale, più intensa, lo farò.

Q:Perché non smette di parlare e lascia fare a noi?
1:15:25 K:Lietissimo! (risate) Aspetti un attimo.
1:15:33 Perché non smette di parlare e lascia noi nella tenda. E' questo che volete?

Q:Sì.
1:15:47 Q:Io non lo so.

Q:Come può svegliarli?
1:15:54 Q:Mi sembra che un paio di minuti fa stavamo parlando della relazione
1:16:00 psicologica e fisica e di come entrambe siano una specie di oppure che quella psicologia sia un processo più importante. La prima cosa che ho pensato fosse importante è che ognuno si deve rendere conto di questa incapacità psicologica. Quante persone si rendono veramente conto o hanno mai perfino guardato i propri difetti psicologici? Quante persone si rendono conto di che cosa implica tutto questo? (applausi) No, non applaudite, è questo il punto.
1:16:35 K:Applaudirei anch'io ma non da qui. (risate)
1:16:41 Q:Deve ammettere il fatto che sono psicologicamente menomati.
1:16:44 K:Quante persone sono disposte ad ammettere di essere psicologicamente menomate? Non potete. A meno che io non dica: sono cieco, per favore, mi aiuti; allora posso fare qualcosa. Ma se dico: "No, scusi, io ci vedo bene", allora non c'è nulla da fare.
1:17:04 Q:Molte persone stavano dicendo che si rendono conto di essere psicologicamente menomate e pensavo che la domanda riguardasse che cosa fare, come risolvere il problema.

K:Io ve lo mostrerò e voi lo dovrete fare per conto vostro.
1:17:27 Va bene?

Q:Sì.
1:17:29 K:Allora ascolterete? E fatelo!
1:17:33 Q:Che cosa succede?

Q:Come lo sa?
1:17:36 K:Come, come?
1:17:39 Q:Chiede che cosa succederà.
1:17:52 K:Che cosa devo fare?
1:17:55 Q:A me sembra che...

K:No, vi prego, si tratta di una questione seria.
1:18:00 Non avete nemmeno la cortesia di ascoltare
1:18:08 per scoprire di che cosa sta parlando quest'uomo. E di vedere se vi riguarda. Se vi riguarda dite "Ci metterò tutta la mia energia, tutto il mio impegno, tutto il cuore per essere libero da questo". Ma voi non lo fate. Che cosa devo fare?
1:18:28 Q:Qualcuno di noi lo fa, Krishnaji. Io l'ho fatto.
1:18:31 K:Se lei lo fa, tanto meglio.
1:18:34 Q:Noi non possiamo.
1:18:45 K:Io non posso fare quello che lei sta dicendo.
1:18:49 Q:Possiamo chiedere perché le persone che non possono farlo continuano a venire qui anno dopo anno per dire che non possono farlo, ma perché non possono farlo? Ci possono dire perché non possono farlo?
1:19:05 K:Io lo so. Signore, diventerà un altro dialogo con me stesso. Volete sentire perché non potete guardare dentro voi stessi nella causa stessa, infrangere la causa e uscire dal problema?
1:19:19 Q:Come?

K:Se vi viene mostrato, voi lo farete?

Q:Sì.
1:19:23 Q:Non funzionerà.

Q:Come fa a saperlo?

K:Non lo so, ma voi lo farete?
1:19:37 Q:(inudibile)
1:19:44 K:Voglio diventare un bravo falegname e vado da chi lo sa fare
1:19:49 da un esperto, un maestro falegname oppure vado da uno scienziato perché voglio darmi alla scienza voglio imparare, voglio avere una mente chiara. Ma sembra che voi non lo facciate. Oppure arrivate a metà e vi fermate.
1:20:10 Q:Qual è l'azione necessaria?

K:La sofferenza vi aiuterà?
1:20:17 Oppure qualcuno che vi dia una botta in testa? Qualcuno che vi offra il premio del paradiso se fate questo e quest'altro?
1:20:28 Allora diciamo che forse qualcuno fra voi lo comprenderà. Giusto? Come quando si getta il grano, può cadere sui sassi o sul terreno fertile, oppure semplicemente morire da sè. Ma l'uomo che getta il grano non può farci niente. Capite? Lo fa e basta. Lo fa, forse per affetto per compassione, per amore, e via dicendo. Quindi non si preoccupa di dove cadono i semi. Giusto?
1:21:12 Q:Signore, adesso andiamo a casa e mettiamo del fertilizzante dentro di noi.
1:21:17 K:E' quello che sto facendo io, signore. Lo sto facendo. Voi ascolterete? Direte: "Questo è il mio problema e devo risolverlo" ? "Ci metterò la mia vita la mia energia, il mio impegno, il mio sentimento, per scoprirlo". Lo farete?

Q:Sì.
1:21:44 Q:Vorrei fare una domanda a quel signore: perché non funziona? Potrebbe rispondere a questa domanda: perché non funziona?
1:21:56 K:Signore, lo lasci venire, si sieda. La prego, continuiamo con quello che stavo dicendo non si preoccupi di chi vuole venire e di chi non vuole. Vede (ride) lei ci ha messo dell'energia per dire agli altri perché è venuto qui. E io vi sto dicendo, volete voi, in quanto esseri umani ascoltare e mettere tutta la vostra energia in questo così come ci mettete energia per guadagnarvi da vivere, o quando volete il sesso quando volete qualcosa, voi ci mettete tutto il vostro impegno. Perché non lo fate?
1:22:30 Q:E' questo il punto signore: perché non lo facciamo? Perché ci fermiamo a metà strada?
1:22:47 K:Guardate, dopo quasi due ore, un'ora e mezza non abbiamo nemmeno scoperto da noi, non è che io ho un dialogo con me stesso e sto recitando come un attore, non sono questo. Me ne andrei da questa tenda se pensassi che non c'è speranza e non mi vedreste più. Lo dico sul serio. Ma sento che qualcuno fra voi raccoglierà la moneta qualcuno dirà: sì, ho capito, vengo con lei. E io continuerò a farlo per tutta la vita. Qualcuno raccoglierà la fiamma. Se non lo fate, non lo fate. Non sono affari miei.

Q:Sì che lo sono.
1:23:59 K:Guardi, signore, un'ora e mezza. Che cosa abbiamo fatto stamattina? Voi, non io. Per me è molto chiaro quello che faccio. Che ascoltino due o mille persone io continuerò, anche se nessuno ascolta, non importa, io andrò avanti. Perciò lasciatemi fuori. Ma se volete ascoltare se volete approfondire, andremo insieme fino in fondo. Ma ci dovete mettere la vostra energia. Ci sono delle persone che hanno il loro guru particolare vengono qui e dicono: "Sì, l'ascolterò". Oppure hanno le loro opinioni, le loro conclusioni e non le lasciano andare. La nostra relazione è insieme. Capite? Voi e chi vi parla, insieme, facciamo un viaggio nell'intero mondo psicologico. Questa non è la mia recita, dovete agire voi. Giusto?
1:25:21 Possiamo continuare domani?

Q:Sì, sì.
1:25:25 K:Se continuiamo domani, facciamolo bene:
1:25:29 voi sarete talmente seri da voler andare fino in fondo alla questione - voi, non io. Va bene, signori.