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SA79T4 - Possono la bontà, l’amore e la verità nascere dalla disciplina?
Quarto discorso pubblico
Saanen, Svizzera
15 luglio 1979



0:59 K:Dovremmo continuare, penso con quello di cui abbiamo parlato negli ultimi tre incontri qui.
1:19 Tutti i mestieri, tutte le specializzazioni, hanno la loro disciplina. Se siete un falegname avete una particolare disciplina lo scienziato, l'architetto, ecc. ogni funzione ha la propria disciplina. E gli esseri umani in tutto il mondo sono abituati a questa idea della disciplina non solo nel campo tecnologico, ma anche in quello psicologico. E noi, tramite l'educazione, la nostra cultura, in ogni forma di rapporto, abbiamo accettato una certa disciplina. Mi piacerebbe, se me lo permettete, andare a fondo nella questione: perché gli esseri umani hanno bisogno di disciplina. Vi prego di ascoltare attentamente. Non saltate alla conclusione che non ci deve essere disciplina, noi dobbiamo vivere in una società permissiva, come quella attuale, e ogni forma di restrizione ogni forma di imbrigliamento è disumana, quindi si va all'estremo opposto.
3:18 Come dicevamo l'altro giorno dobbiamo avere tutti la capacità non solo di poter ascoltare di osservare insieme, ma anche di pensare insieme, che sembra essere molto più difficile perché siamo così allenati, dalla nostra religione dalla nostra cultura, a pensare individualmente, separatamente. E così c'è sempre divergenza di opinione, giudizio, valutazione il vostro credo opposto a un altro, gli ideali contro altri ideali e così via. Queste differenze, contraddittorie, contrapposte, tengono gli individui separati e quando c'è separazione ci deve essere conflitto, è ovvio: conflitti nazionali, conflitti razziali conflitti di classe, conflitti ideologici ecc. ecc. Ora noi ci chiediamo se sia possibile pensare insieme penso che sia possibile quando mettete da parte la vostra opinione particolare le vostre valutazioni, l'esperienza le conclusioni e sentite la necessità di pensare insieme. Giusto? Per favore, fatelo mentre ne stiamo parlando, non quando andate a casa o più tardi ma adesso, mentre siamo seduti insieme, scopriamo se è possibile comunicare tra di noi in modo che non ci siano barriere.
6:09 Chi vi parla è seduto su questo palco non per assumere qualche autorità ma solo perché tutti voi possiate vedere quest'uomo. E' questa la sola ragione per la quale siede su questo palco. E' possibile pensare insieme su tutta la questione della disciplina, dello sforzo? Ci chiediamo se sia davvero possibile nella vita vivere senza un solo sforzo. Sforzo significa conflitto, lotta per diventare qualcosa, per raggiungere qualcosa non solo in campo psicologico ma anche in quello fisico. E' possibile agire senza sforzo, essere in relazione con gli altri senza che ci sia alcun conflitto tra due persone e nemmeno dentro di sè, pensare chiaramente senza la determinazione di pensare chiaramente? Tutto questo comporta conflitto. Possiamo pensare insieme alla questione, e mentre ci pensiamo eliminare il problema, così che insieme possiamo metterlo da parte con la nostra chiarezza di percezione, la chiarezza dell'ascolto, del pensare; proprio questo movimento mette da parte gli elementi contraddittori. E' di questo che discuteremo questa mattina, se possibile.
8:43 I soldati di tutto il mondo sono persone molto disciplinate e proprio quella disciplina incoraggia la violenza. Non so se ci avete mai pensato. Un soldato viene allenato, giorno dopo giorno, mese dopo mese a reprimere la propria personalità, i propri desideri, adattandosi a un modello, con una disciplina severissima. E quando quella disciplina diventa azione contro qualcuno, è violenta. Questa è la guerra. E' ovvio. La parola disciplina significa imparare non adattarsi, non reprimere, non imitare, ma imparare.
10:08 Ora, pensando insieme osserveremo se ci può essere un'azione nella nostra vita quotidiana senza conformismo, senza imitazione di un modello di un'idea, di un nazionalismo, ecc. ecc. Spero che stiate seguendo tutto questo. Per qualcuno potrebbe essere completamente nuovo, perciò abbiate la bontà di ascoltare. Ascoltare implica che siete interessati a scoprire. Sapete, probabilmente avete ascoltato voi stessi molte volte. Avete ascoltato gli altri, ma si ascolta sempre in modo parziale. E quando ascoltate in modo parziale, non ascoltate affatto. Quando ascoltate, ascoltate. Giusto?
11:30 Ora cercheremo di scoprire perché l'uomo si è sottomesso a una serie di discipline, non solo nel mondo fisico nel mondo tecnologico, ma anche psicologicamente. Ma questa disciplina aiuta forse l'uomo a liberarsi delle sue idiosincrasie, dei suoi conflitti, dei suoi problemi nelle relazioni, e così via? Capite la mia domanda? Giusto? Avete caldo?
12:37 Prima di tutto, è possibile ascoltare senza sforzo? Non solo ascoltare chi vi parla, ma imparare l'arte di ascoltare, che significa non creare un'immagine di chi parla della persona che sta parlando - vostra moglie, vostro marito, ecc. non avere un'immagine mentre state ascoltando. Giusto? Senza avere dei concetti, senza attenersi alla propria conoscenza e mentre ascoltate interpretare quello che viene detto secondo la vostra conoscenza. Tutto questo nega il vero ascolto. Se volete vedere qualcosa in modo chiaro, dovete prestare attenzione. Attenzione non implica concentrazione, solo osservazione vedere ciò che realmente accade. Come un bravo scienziato che guarda al microscopio deve guardare quello che effettivamente accade. Ma se ha in mente un'ipotesi, una conclusione e guarda basandosi su quelle allora non gli è possibile la pura osservazione di ciò che accade. Giusto? Vi prego. Perciò c'è l'arte di ascoltare, l'arte di osservare di vedere, e poi c'è l'arte di pensare insieme. Da cui sorge l'arte di imparare. Ne parleremo tra poco.
15:01 Adesso parleremo dell'arte di pensare insieme. Voi e chi vi parla, avendo messo da parte i nostri problemi personali, le questioni e tutto il resto, possiamo pensare insieme e osservare i nostri problemi. Non i problemi sottoposti da chi vi parla, ma i problemi umani. Giusto?
15:32 Quindi ci chiediamo: perché l'uomo, da sempre è vissuto in uno stato di continuo conflitto? Che sia in cerca di Dio, o del paradiso o qualunque cosa faccia, nelle nostre relazioni, fuori e dentro di noi gli uni con gli altri, c'è una continua lotta, un continuo sforzo. Come si è arrivati a questo? Perché non possiamo vivere senza una sola ombra di conflitto? Capite la mia domanda? Vi prego, fatevi questa domanda e cerchiamo di scoprire la vera causa, insieme.
16:49 Il conflitto deve esistere dove c'è divisione. Questo è ovvio la divisione fra il guru e il discepolo, fra le nazioni finché c'è una divisione di qualsiasi genere, ci deve essere conflitto. Questo è ovvio. Giusto? Lo vediamo? Finché si pensa di essere superiori a qualcuno ci deve essere conflitto. Finché si sostiene la propria opinione o giudizio contro l'opinione o il giudizio di un altro, ci devono essere divisione e conflitto. Nella relazione fra due persone ciascuno persegue le proprie ambizioni, le proprie gratificazioni i propri desideri, c'è divisione e quindi conflitto. Giusto? Spero stiate seguendo. Osservatelo, non verbalmente intellettualmente, ma effettivamente, mentre accade nella vostra vita quotidiana. Giusto?
18:29 Ora ci chiediamo: "Perché è avvenuta questa divisione?" Ci sono l'alba e il tramonto, il buio e la luce, le stelle che brillano e la terra scura, ci sono l'uomo e la donna, ci sono la natura e il progresso tecnologico. Tutto, a quel livello, è effettivamente così. E interiormente, se osservate bene, anche interiormente c'è divisione: Devo/non devo, sono stato/sarò, avrò successo/potrei non averlo. C'è sempre questa divisione interiore, così come quella esteriore. Giusto? Giusto, signori? Almeno qualcuno di voi dica se è d'accordo con me o no.
20:01 Ci stiamo chiedendo perché. Come è avvenuto tutto questo? Si tratta dello stato normale, di uno stato sano e naturale? O è del tutto anormale. Non affatto esistente. E' questo che stiamo cercando di scoprire. State seguendo? Per prima cosa chiediamo: è una cosa normale questa divisione? E perché esiste questa divisione, fra Dio e l'uomo il buono e il cattivo, il migliore e così via, questa costante divisione paragone, conformità a qualche schema, ecc, ecc.? E' normale? Lo abbiamo accettato come normale. Come la guerra - vi prego seguite - come la guerra, come l'uomo che dice "Io so, tu non sai" "Io interpreto Dio e tu ascolti". Abbiamo accettato il nazionalismo, la divisione in classi, l'assetto gerarchico come cose normali, sane, necessarie, perché pensiamo che questo sia il progresso. Giusto? Questa è evoluzione, è raggiungere il bene. Giusto? Ora noi chiediamo: è normale tutto questo? Lo mettiamo in questione per scoprire insieme - insieme non che chi vi parla dice qualcosa e voi l'accettate o la rifiutate.. ma, insieme, stiamo indagando la questione cioè stiamo pensando insieme, non che voi pensate e io accetto oppure io penso e voi accettate, oppure rifiutate o io rifiuto ma insieme stiamo pensando e indagando. Giusto? Vi prego. Perché noi vogliamo sottolineare che c'è un modo di vivere senza un solo sforzo, sia fisico che psicologico. Giusto? Quindi, è normale tutto questo? Noi diciamo di sì, è normale perché ogni cosa lotta per esistere. La natura è una costante lotta per la sopravvivenza la tigre uccide la gazzella, ecc. ecc. Quella lotta, quello sforzo, sono normali. E dato che esiste là, sembra naturale che debba esistere anche qui. Senza lotta, senza confronto senza competizione, non ci può essere progresso. Forse può essere così nel mondo tecnologico, ma noi lo abbiamo accettato anche nel campo psicologico - giusto? più conoscenza abbiamo più grande sarà l'ascesa dell'uomo. Giusto? Più si conosce l'universo l'ambiente, sempre di più, di più, più si è colti più si è istruiti, più illuminati si diventa. Tutto questo implica lotta.
25:04 Perché c'è questa divisione? L'abbiamo forse dedotto dal fatto che si deve lottare con la terra, coltivandola per produrre quello che mangiamo? E' forse la lotta nel mondo esterno per la pura esistenza che ha creato questo concetto, oppure quella realtà si è insinuata nel mondo psicologico? State seguendo tutto questo? O è troppo intellettuale? Non penso che sia troppo intellettuale si tratta solo di una chiara spiegazione... - giusto? - di chiarezza verbale. Dobbiamo cominciare dalla chiarezza verbale altrimenti non possiamo comunicare tra di noi. Se dite che è troppo complicato, troppo mentale troppo intellettuale, avete smesso di indagare, di scoprire per conto vostro perché gli esseri umani hanno vissuto per millenni così, lottando. E' quella la ragione? Vediamo che la natura è in lotta, in conflitto vediamo che per imparare una lingua ci vuole un certo sforzo conflitto, attenzione, che imparare un mestiere richiede sforzo così forse quel movimento è stato accettato nel campo psicologico. Questo è un fatto. Ce lo stiamo domandando. O forse è che gli esseri umani in tutto il mondo hanno enfatizzato nella loro cultura, nella loro religione nella loro attività, l'ego, il "me", separato da "te"? Seguite? Allora, la cultura, la religione, l'economia, la politica, tutto ha educato l'uomo all'idea, al concetto di me e te. Perciò c'è divisione. Nel me ci sono innumerevoli divisioni. Giusto? Il "me" che vuole e che non vuole. Il "me" che dice: "Io sarò, sono stato, dovrò essere in futuro". Allora, è quella la ragione? E' quella la causa della divisione portata dalla cultura, dalla religione, ecc. ecc.? Questa è la seconda cosa. Oppure è che ogni essere umano cerca la salvezza individualmente, cerca la sicurezza individualmente, il Nirvana, il paradiso, l'illuminazione, per conto suo? Con l'idea che quando li raggiungerete sarete tutt'uno? Seguite?
29:32 Questo è ciò che ci hanno insegnato, che abbiamo imparato, a cui siamo stati incoraggiati, condizionati. Giusto? E l'uomo - o piuttosto, quando dico l'uomo potrebbero esserci delle signore che sono contrarie... e tutto il resto perché l'essere umano non ha approfondito la questione? Nessun santo lo ha fatto. Nessun maestro religioso lo ha fatto. Loro dicono che alla fine non ci sarà più sforzo ma che dovete fare uno sforzo per raggiungere il Supremo perciò dovete lottare, vi dovete adattare, seguire una disciplina dovete privarvi del cibo, digiunare, dovete sapete, tutto quel genere di cose dovete seguire, accettare l'autorità. Vedendo tutto questo, uno comincia a metterlo in questione. Ci si chiede: è possibile? Si vedono le cause di questa divisione politica, religiosa, nazionale gli arabi, gli ebrei, gli indù, i musulmani - seguite? i totalitari, i capitalisti, sono tutti uguali. Allora, è normale?
31:29 Oppure ci dedichiamo così tanto ai nostri individuali, isolati problemi personali, cercandovi la sicurezza senza mai trovarla, perché quando ci si isola non si può mai essere sicuri. Giusto? Mi chiedo se lo vedete. Ora, quando un paese si isola da un altro paese, come possono coesistere? Devono esserci le guerre - conoscete tutto quello che sta succedendo. E tuttavia noi, come esseri umani, ci stiamo isolando in tutte le nostre attività cercando di trovare sicurezza in quell'isolamento e siamo in relazione con qualcuno che come noi cerca di isolarsi - deve per forza esserci conflitto. E perciò non c'è sicurezza. Giusto? La sicurezza implica uno stato della mente in cui non c'è conflitto. Seguite? Giusto, signori?
33:23 Questa divisione è un'illusione? Un'autoillusione che l'uomo, che il pensiero ha inventato? O è una cosa effettiva, nel senso che è reale, vera? Giusto? E' il risultato del pensiero? Capite? Noi abbiamo la capacità di pensare almeno la maggior parte delle persone ce l'ha, in modo ampio o limitato. Di pensare con chiarezza. O di pensare nelle illusioni create dal pensiero. Giusto? State seguendo tutto questo? Il pensiero, come abbiamo detto è la risposta della memoria, dell'esperienza, della conoscenza. Giusto? Attraverso l'esperienza avete immagazzinato una certa conoscenza quella conoscenza è diventata memoria e quella memoria risponde come pensiero. Questo è ovvio, non c'è bisogno di discutere su questo. Cioè, la conoscenza è il passato, l'esperienza è il passato, la memoria è nel campo del passato perciò, essendo il pensiero nel passato, è limitato. Giusto? Mi chiedo se lo vedete. Sì, signori? Per favore non siate d'accordo. Guardatelo. E' così ovvio. Quindi il pensiero è il movimento del passato, movimento che si modifica nel presente e continua, ma è sempre radicato nel passato. Perciò è limitato. Giusto? Non è così? Vi prego, andiamo!
36:01 Quindi è il pensiero che ha inventato l'idea del "me" separato dal "te"? State seguendo? Non è forse il pensiero che ha creato le nazionalità? Non è il pensiero che ha creato i cattolici e i protestanti? Non è il pensiero che ha creato gli ebrei e gli arabi i musulmani e gli indù, e così via? Non è il pensiero che ha creato le divisioni? Giusto? E' ovvio. In questa divisione il pensiero spera di trovare sicurezza. Giusto? Naturalmente! Se non trovate sicurezza nell'isolamento dovrete avere qualche altra qualità. Seguite? Allora io chiedo: dato che il pensiero è limitato, perché è la risposta del passato e perciò deve sempre, in ogni circostanza essere limitato, ha forse portato a questa esistenza isolata di ciascuno, separato, per sentirsi sicuro in questo isolamento? Seguite? State seguendo? E ci sono anche cose reali create dal pensiero:
38:11 la tenda, la luce elettrica l'intero campo tecnologico - quello è effettivo, reale. Ma il "me", l'"ego", sono reali? Capite? Il pensiero ha creato il mondo della tecnologia, l'architettura, la poesia le sculture, i bei giardini, le bellissime opere in legno, le grandi cattedrali e anche le cose che stanno dentro le cattedrali. Giusto? Mi domando... - è ovvio. Tutti i riti, i dogmi, tutto il circo che c'è in ogni chiesa in ogni tempio, in ogni moschea è tutto il processo del movimento del pensiero. Giusto? Quindi mi chiedo, ci chiediamo: il "me", l'ego, è reale? O è un'illusione? Un'autoillusione prodotta dal pensiero, dal pensiero che è limitato? Capite? Nella sua limitatezza il pensiero ha creato quella cosa, che è limitata. Lo vedete? O lo rifiutate? Perché stiamo pensando insieme. E noi stiamo dicendo che dove c'è divisione ci deve essere conflitto ci deve essere sforzo, ci deve essere una costante battaglia sia fuori che dentro di noi. Giusto? Prendiamo un esempio molto semplice: uomo e donna. In tutte le relazioni, così come sono oggi, c'è conflitto. Giusto? Siete d'accordo su questo? Finalmente! (risate) Finalmente siamo tutti d'accordo su qualcosa!
41:13 Voi avete accettato quel conflitto, quello sforzo nella relazione e cercate di fuggire attraverso i divertimenti, le droghe varie forme di gratificazione e tutto il resto, vi rifugiate in un monastero, o presso qualche guru, oppure - sapete quello che succede. E non ci si è mai chiesti se è possibile vivere con qualcun altro in perfetta pace, non con indifferenza, non con cinismo e senza affetto, ma curandosi l'uno dell'altro, con grandissimo affetto, sentendosi responsabili ma senza alcun senso di conflitto. Giusto? Possiamo rifletterci insieme ora? Senza aspettare quando siete a casa per pensarci su - ma adesso, qui, possiamo insieme pensarci sopra in modo che possiate mettere fine completamente a questo conflitto nella relazione?

Q:Potrebbe dipendere...

K:Aspetti, aspetti...
42:40 Q:..da me e anche dall'altro.
42:44 K:Ci sto arrivando, signore, un momento per favore.
42:48 Ci arriveremo.
42:59 Prima di tutto, vediamo davvero, non verbalmente ma effettivamente, quello che avviene nelle nostre relazioni? Giusto? E' ovvio. Andiamo piano, andiamo piano. Perché nella relazione c'è questa divisione? Avanti! Non dite: "Se ci amassimo l'un l'altro andrebbe tutto bene". Ma noi non ci amiamo l'un l'altro. Questo è ovvio. Per cui non tirate in ballo queste cose, non hanno senso. Il fatto reale è il conflitto. E io chiedo, perché? Non è forse chiaro che ciascuno di noi - uomo, donna ci sfruttiamo l'uno con l'altro, ci usiamo cercando la soddisfazione sessuale o non sessuale, l'uno nell'altro e ciascuno è ambizioso in direzioni diverse allontanandosi continuamente dall'altro incontrandosi forse a letto e pensando di amarsi? Ora io chiedo: qual è la radice di tutto questo? Chiedetevelo: qual è la radice? A parte la differenza fra uomo, donna, natura... - sapete, le differenze tra i sessi a parte quello, perché c'è questa divisione fra te e me fra donna e uomo, nella loro relazione? E' forse - ce lo stiamo chiedendo, per favore indagate con me è la nostra cultura, la nostra educazione che ha enfatizzato il "me" così fortemente, e altrettanto fortemente il "te"? Seguite? Cioè: il mio ego e il tuo ego. Giusto? L'ego è creato dal pensiero, dal pensiero che è limitato.
45:54 Ora, quando vi vedete come un ego il sè, l'entità centrata sul sè, che cos'è questo sè? Effettivamente, che cos'è? E' il nome, la forma, l'idea, il concetto, l'immagine? Giusto? Quello è il "me", con tutte le sue tendenze e tutto il resto. E' essenzialmente il prodotto del pensiero. Lo vedete? Oppure dite: "No, no, non è così. C'è Dio in me e c'è Dio in te"? Vedete, è così stupido! Per mantenere questa divisione l'uomo ha inventato così tanti concetti.. gli Indù hanno concetti straordinari l'Atman, ecc. ecc. - non voglio entrare in queste cose. Seguite? Per mantenere questa divisione e continuare nella lotta senza via d'uscita, l'uomo ha inventato gli dei e tutto il resto i salvatori - per me sono tutte assurdità. Allora, potete osservare questo "me", che è creato dal pensiero
47:57 osservarlo senza introdurre nell'osservazione il movimento del pensiero? L'avete afferrato? Vi prego, vedetene prima la logica. La logica. Il pensiero è la risposta della conoscenza e della memoria, che sono il passato. Quindi il pensiero è il passato che si modifica continuamente, ma ha le radici nel passato. E quindi deve essere sempre limitato, ristretto, non può mai essere intero. Giusto? E nella sua azione il pensiero ha creato la divisione il "me" e il "non me", "tu" e "io", "noi" e "loro". E ha creato anche divisioni di vario genere: l'azione tecnologica, l'azione personale l'azione ideologica, l'azione suprema, ecc. ecc. Giusto? E' un fatto. Ora, potete osservare quel fatto - vi prego di ascoltare attentamente - potete osservare quel fatto senza che il pensiero entri nell'osservazione?
49:52 Q:E' il solo strumento che ho.
49:56 K:Un momento signore. Ci sto arrivando. Procediamo lentamente. Quel signore dice che il pensiero è l'unico strumento che ho e perciò come posso guardare senza usare quello strumento? Avete capito? Giusto? E' una domanda sbagliata la sua. Perché non abbiamo chiaramente capito la limitatezza del pensiero. Se vedete chiaramente il limite del pensiero riconoscete che lo strumento stesso è limitato - giusto? Ed è possibile non usare quello strumento? Se vedete che un trapano non funziona bene ne cercate un altro per fare un buco nel muro. Ma se dite "Ho solo questo strumento" allora non potete fare il buco. Capite? Allora, ci rendiamo conto che lo strumento stesso è inutile per indagare nella questione del conflitto? Questo è il punto. Capite? Mi domando se lo capite.
51:54 Signori, possiamo vedere che siamo così abituati a fare certe azioni che non hanno prodotto risultati, ma continuiamo a farle. Non diciamo che siccome non hanno prodotto alcun risultato le metteremo da parte che le lasceremo perdere e ne cercheremo delle altre. Seguite? E' questo il nostro problema. Volete usare lo strumento del pensiero e attraverso il pensiero sperate di risolvere il problema ma il pensiero stesso è limitato e perciò non è lo strumento adatto. Giusto? Lo vediamo? Lo vediamo che nelle nostre relazioni c'è conflitto, che ciascuno ha la propria immagine e perciò c'è divisione e che queste immagini sono state create dal pensiero e che il pensiero è limitato e non può risolvere il problema? Ora useremo un nuovo strumento
53:23 che è osservare senza che il vecchio strumento interferisca. Avete afferrato? Questo è... Vedete, voi non lascerete il vecchio strumento. Voi pensate che il vecchio strumento vi aiuterà ma non vedete che il vecchio strumento ha creato terribili problemi nella vita, e continuate a usare quello strumento. Quando lo vedete, allora guardate in altre direzioni. Giusto? Come fa un buon falegname con uno scalpello che non funziona o lo butta via, o lo affila o ne compra uno nuovo, ma comunque lo scarta. Ma voi non lo farete, perché non siamo chiari, non pensiamo chiaramente. O abbiamo paura che con il nuovo strumento tutto vada a pezzi. Abbiamo paura. Ciò significa che voi avete già proiettato che il pensiero ha già proiettato l'idea che il nuovo strumento potrebbe non farcela. State seguendo tutto questo?
55:12 Allora, dopo tutto questo, potete osservare senza il vecchio strumento.. del pensiero la vera relazione di due immagini fra due persone e la divisione che c'è? Guardatela, osservatela, vedetela. Allora, che cosa avviene? Potete farlo solo quando avete messo da parte il vecchio strumento.
55:54 Vedete signori, se io voglio capire quello che dite devo ascoltarvi devo ascoltarvi con affetto, con cura con attenzione, perché voglio scoprire quello che dite. Ma se dico: "Sì, sono d'accordo con lei. Ho già sentito queste cose". Oppure: "Lei sta dicendo qualcosa di nuovo ma è impossibile" voi non state ascoltando. Ascoltare implica, signori, un grande senso di attenzione, di amore, di affetto. Ma se non l'avete, è il vostro vecchio strumento che sta funzionando. E allora dite: "Come faccio a stare attento? Mi dia il metodo, il sistema" E allora il pensiero inventa il sistema e voi diventate prigionieri del sistema e continuate così. Mentre, se vedete l'importanza, il pericolo della separazione nella relazione - il pericolo vero è che ci stiamo distruggendo l'uno con l'altro. Giusto? I terroristi, i capitalisti, e tutto il resto ci stiamo distruggendo reciprocamente perché ciascuno sente di essere separato. Se vedete il pericolo allora voi ascolterete, siete già in uno stato di grande ascolto per scoprire se c'è una via d'uscita da tutto questo.
58:04 Giusto? State ascoltando in questo modo? Questo significa osservare in silenzio. Silenzio che non è scivolare nel sonno o cose simili. Il silenzio è tremenda attenzione. Quell'attenzione è energia completa. Tutta l'energia che avete, con tutta la mente e il cuore. Quella è attenzione. Allora ascoltate, e proprio quell'ascolto proprio quell'osservazione dissolve i limiti dello strumento.
58:58 Ma non abbiamo ancora toccato la questione della disciplina se si comprende la natura della disciplina il "me" e la cosa che vuole ottenere. Capite? Per ottenere qualcosa devo impormi una disciplina. Se voglio raggiungere Dio, qualunque cosa sia questo Dio, che, di nuovo, è un' invenzione del pensiero... - accettate tutto questo? (risate) Vedete, ci imponiamo una disciplina per diventare buoni. Diciamo ai bambini: "Sii buono. Non fare questo, fai quello". Ma la bontà nasce dalla disciplina? Ve lo siete mai chiesto? L'amore nasce dalla disciplina? La carità, l'umiltà, la generosità, nascono forse dalla disciplina? E la verità può essere trovata con la disciplina? E l'illuminazione, con la disciplina? Disciplina significa conformarsi a un modello, cioè l'ego il "me" si conforma ad un altro modello, al modello inventato da un altro ego. State seguendo?
1:01:07 Quando vedete tutto questo, la domanda fondamentale è: è possibile vivere in questo mondo senza il me, senza l'ego, senza gli dei, sapete, tutto quelle cose che il pensiero ha creato, psicologicamente? Il pensiero ha creato il postino - giusto? - l'ingegnere. Avete bisogno del postino e dell'ingegnere, ma non vi servono le cose che il pensiero ha creato per il suo desiderio di sentirsi sicuro psicologicamente. In quello non c'è sicurezza. La sicurezza esiste solo quando non c'è divisione. Giusto? Posso andare?