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SA84Q1 - Primo incontro domande e risposte
Saanen, Svizzera
22 luglio 1984



0:15 Ci sono molte domande forse duecento o più. Ne sono state scelte alcune. Io non le ho ancora viste. Mi chiedo che cosa interessi veramente, a ciascuno di noi. Probabilmente la salute, probabilmente, se siete anziani, 'con un piede nella tomba', la paura della morte e anche, da molto giovani, il sesso. E se non avete un lavoro, un'aspirazione, che diventa sempre più imitazione, cos'è che ci interessa fortemente, per cui siete disposti a metterci molta energia, vitalità e intenzione seria?
1:57 Fino a dove saremmo disposti ad arrivare o perseguire qualcosa di veramente serio nella vita?
2:17 Stiamo diventanto tutti molto superficiali? Senza mai porci domande serie, su quello che accade nel mondo? Perché ci comportiamo così? Perché non c'è pace nel mondo? Sono certo che ci siamo posti tutte queste domande, probabilmente. Ma non troviamo risposte, o, se le troviamo, corrispondono a certi principi, a qualche filosofia, a qualche tipo di accettazione di un sistema. A parte tutto questo, che cosa ci interessa veramente? Se ci poniamo questa domanda, troviamo mai una risposta assoluta? O è tutto relativo? Se siamo infelici, vogliamo essere felici. C'è insicurezza, in campo fisico, biologico, e allora cerchiamo una forma di sicurezza e lottiamo contro le differenze di classe. Sapete quello che accade nel mondo. Qual è la nostra risposta a questi gravissimi problemi?
4:48 Riuscite a rimanere su una cosa e andare fino in fondo? L'altro giorno abbiamo parlato della salute, che naturalmente è molto importante. Come può il corpo essere sano se si abusa fin da giovani - alcol, tabacco, droghe - conoscete la questione della medicina e della salute, per tenere il corpo sano. Oppure fate degli esercizi fate jogging per dieci o cinque chilometri, o fate qualche tipo di yoga - posso usare questa parola? E diventate un po' fanatici dello yoga. Un tempo, in India, lo yoga era insegnato a pochissime persone. Non era una questione commerciale. Ora è diventato un grosso business. Spero non vi dispiaccia se dico queste cose. Così ci si preoccupiamo della nostra salute. Io penso che la salute ci sia quando non c'è il sé, quando l'ego non è esageratamente attivo. E' come la bellezza - quando non c'è il sé c'è la bellezza. Quando l'ego, con la sua attività egocentrica, non c'è c'è buona salute.
7:26 E abbiamo anche moltissimi problemi psicologici, a parte quelli fisici - non abbiamo una casa in cui vivere, viviamo in un appartamento, in una grande città, viviamo in un 'cassetto' per così dire. E anche questo causa grande tensione nel corpo, ecc. Tutti questi problemi economici, che stanno devastando il mondo, ogni paese si preoccupa dei propri problemi economici, della propria sicurezza, degli armamenti, e così via, ogni paese si separa dal resto dell'umanità e la popolazione cresce a milioni. In India ogni anno nascono 15 milioni di persone. Che è la popolazione dell'Olanda e dell'Australia - 15 milioni di persone, con la disoccupazione, la poverà - capite? Questi problemi - la lotta di classe, i conflitti ideologici, possono finire soltanto quando tutti diventiamo davvero civili. Cioè, quando non siamo attaccati a una parte del paese, quando non siamo nazionalisti, divisi per religione ma trattiamo il mondo intero come il nostro mondo, e allora non ci saranno barriere. Sono sicuro, ne ho parlato con alcuni scienziati, tutta l'umanità può essere sfamata adeguatamente, avere una casa, dei vestiti e tutto il resto se possiamo abolire la guerra, e tutti i suoi terribili strumenti. Ma noi non siamo civili, temo. Siamo troppo barbari e perciò nessun problema materiale sarà mai risolto.
10:36 E qui sorge la domanda: se ci fosse mezza dozzina di persone ne mondo, che trascendesse, che andasse oltre il sé, che è la più alta forma di cultura civile, che effetto produrrebbero sul resto dell'umanità? E' una domanda che è stata posta moltissime volte. Voi, forse, cambiate radicalmente, fondamentalmente, liberi da tutta l'idiozia dell'umanità - che effetto produrrebbe sul resto del mondo, su quella che si definisce la massa? Avrebbe qualche effetto? Non vi ponete tutte queste domande?
11:49 Sarebbe una domanda giusta chiedersi che effetto avrebbe? Cambiamo per via dell'effetto? Oppure cambiamo profondamente di per sé per la sua bellezza, per la sua forza, amore e compassione, ecc. E se lo facciamo, mezza o una dozzina di persone nel mondo, ne verrà influenzata la coscienza dell'umanità. Come Napoleone ha influenzato tutto il mondo, ecc. e i maestri religiosi, quelli veri, non quelli fasulli, hanno influenzato la coscienza dell'umanità. Dovremmo ricordarcelo quando ci diciamo: 'Se cambio, che effetto farà sul mio vicino, e sulla massa?' Penso sia un modo sbagliato di considerare la questione. Si ama, non per qualche ragione, non perché si influenzerà il mondo o il vicino, ma la qualità stessa del profumo, della sua profondità e bellezza, produrrà il proprio risultato, senza aspettarsi un risultato.
13:49 Ora passiamo alle domande. Stamattina ce ne sono sette. Non so se riusciremo a rispondere a tutte. Perché poniamo domande? Dovremmo farlo. Ma a chi le ponete? Chi vi parla sa perché ha ricevuto moltissime lettere da tutto il mondo, da persone che vogliono parlare con qualcuno. Non possono parlare con le mogli o i mariti, o con qualcuno a loro vicino, ma vogliono parlare con qualcuno dei loro problemi, del lavoro, delle liti e di tutte le cose che rendono la vita infelice. E così scrivono lunghe lettere. Non dico che non dovreste scrivere a chi vi parla, ma siccome non è possibile parlarne insieme, ciascuno separatamente, non possiamo cercare qualcuno che ci aiuti, ma che abbia la forza, la qualità, di risolvere i nostri problemi? So che è bello parlare con qualcuno parlare dei nostri dolori, delle depressioni, delle nostre ansie e ambizioni, e in questo parlare, in queste conversazioni, ci può dare un aiuto. Quando poniamo domande, come le affrontiamo, non solo le domande che poniamo noi stessi, ma quando le presentiamo, come approcciamo una domanda? Come approcciamo un problema? La parola 'approcciare' significa andare molto vicino, il più vicino possibile a una domanda o a un problema. in che modo l'approcciate - conoscete il significato di questa parola inglese - andare molto molto vicino, 'approcciarsi'. Come approcciamo queste domande? Non solo quelle poste a chi vi parla, ma anche a qualsiasi problema, qualsiasi domanda - come ci avviciniamo? Siamo preoccupati della soluzione del problema? Capite le mie domande? Supponiamo che io abbia un problema. La mia preoccupazione è trovare una soluzione, giusto? Ma la soluzione potrebbe trovarsi nella domanda stessa. Capite? Ne parleremo.
18:28 Non dovremmo approcciare il problema per tentativi, con esitazione? e se avete un motivo, allora il motivo dirige il problema. Chiaro? Va bene? E' chiaro? Stiamo discutendo insieme, la questione di come affrontare la domanda. Potremmo affrontarla senza un motivo, prima di tutto? Perché, se avete un motivo, questo detta già una direzione alla domanda - giusto? Capite? E' chiaro, no? Se abbiamo una qualsiasi direzione che è la soluzione, l'abbiamo già limitata - non è vero? Dunque, possiamo affrontare un problema senza un motivo, senza cercare una soluzione? O voler risolvere il problema secondo il nostro piacere e dolore? Potremmo affrontare il problema senza alcuna reazione? Sarà molto difficile perché quando abbiamo un problema reagiamo istantaneamente - vero? Potremmo avere un intervallo, sentire di non avere alcun motivo, alcuna direzione, o preferenza, così da poter osservare il problema senza proiettare i vostri auspici, i vostri desideri - va bene? Allora potete guardare il problema, studiarlo, approfondirlo, e nella comprensione del problema appare la soluzione, non al di fuori del problema - giusto? Ne abbiamo parlato con alcuni politici - lo so che sono gli ultimi - ma ne abbiamo parlato con loro. Dicono che ci vuole troppo tempo. Dobbiamo risolvere i problemi immediatamente perché c'è gente che ha fame, ci sono i terroristi, ecc. Non vanno mai alla causa delle cose - capite? Vogliono soluzioni veloci, come tutti, non soltanto i politici - tutti noi vogliamo delle risposte immediate, comode. Se abbiamo mal di testa, come capita a molti, non cerchiamo mai la ragione, quale ne sia la causa, ma prendiamo velocemente una pillola, ma la causa rimane. Per indagare la causa, per esaminarla molto a fondo, ci vuole un cervello che non stia sempre reagendo - difendendo, attaccando, aggressivo - seguite? Deve avere la qualità della flessibilità e rapidità, ma la rapidità viene con la pazienza. La pazienza non è tempo. La pazienza è la qualità del cervello che osserva, che guarda. Mi domando se lo vedete. Va bene?
22:46 Ecco le domande, alcuni amici le hanno scelte. Mi hanno mostrato tutte le domande, ma le hanno scelte loro, io non le ho ancora viste, e nemmeno voi. Dunque esaminiamole senza motivo, senza alcun tipo di reazione, di gradimento o antipatia, ascoltiamole semplicemente, prima di tutto, così che la risposta, o la soluzione, sarà reale non fantasiosa, immaginaria, o illusoria - va bene? Così, voi e chi vi parla affronteremo questa domanda con esitazione, senza motivo, senza reazioni - va bene?
24:13 Come si può spiegare la differenza fra osservare noi stessi nel senso che intende lei e semplicemente pensare a noi stessi?
24:29 Come si può spiegare la differenza fra osservare noi stessi nel senso che intende lei e semplicemente pensare a noi stessi? Va bene?
24:51 Avete la risposta? Pensare a noi stessi e osservare noi stessi. Secondo questa domanda sono due cose diverse. Pensare a noi stessi, cosa che facciamo tutti - sto facendo progressi, sono migliore di ieri, ho i miei problemi, - che è pensare, vorrei avere cibo migliore, vestiti e una casa migliori, vorrei avere più sesso - seguite? - o denaro - pensando a noi stessi continuamente, come fa la maggior parte di noi, perfino il monaco austero pensa a se stesso - vero? Solo che lo fa in nome di dio - giusto? E la domanda dice: qual è la differenza fra pensare a se stessi e osservare se stessi? Bene, questa è la domanda.
26:20 Ora, noi sappiamo che cosa significa pensare a noi stessi - vero? E' come girare intorno a un cerchio. Espandendo il sé, l'ego, o contraendolo - giusto? Io sono il mondo, io sono dio, devo essere più gentile, devo amare, devo essere più intelligente, devo meditare per raggiungere... qualsiasi cosa vogliate. Siamo tutti presi in questo. Osservare se stessi è qualcosa di completamente diverso - giusto?
27:21 Allora cerchiamo di scoprire che cosa significa osservare. Capite la domanda? Siamo insieme? Avanti, signori!
27:39 Innanzitutto, osserviamo mai qualcosa senza la parola? Osserviamo la montagna senza chiamarla montagna? Osserviamo la luce della sera sulla nuvola con i suoi meravigliosi colori, la sua bellezza e qualcosa di immenso, possiamo guardare quelle nubi e la montagna senza usare una sola parola? Possiamo farlo? Capite la mia domanda? Non siate così immobili! Cioè, possiamo guardare qualcosa oggettivamente - gli alberi, la natura, le acque, il cielo e la stella della sera, e il silenzio del mattino, lo straordinario mondo in cui viviamo, il mondo naturale - possiamo guardare qualcosa senza una sola parola? Per scoprirlo dobbiamo trovare, esaminare la questione del perché il cervello è prigioniero in una rete di parole. Capite la mia domanda? Siamo insieme in questo?
29:47 Stiamo chiedendo, possiamo guardare qualcosa inclusi moglie, marito, figlia, i politici, i vari guru e sacerdoti e tutto quel circo che va avanti nel nome della religione, possiamo guardare tutto questo senza reazione, prima di tutto? E poi scoprire se possiamo guardare tutto senza che la rete delle parole interferisca con l'osservazione. Possiamo farlo? Avete mai provato a farlo? Quando guardate la moglie o il marito, potete guardarli senza tutte le immagini, e tutte le cose che avete accumulato su di lei o su di lui, solo guardarli? Potete farlo? Diventate silenziosissimi quando parlo di marito, moglie, ragazza e ragazzo. Così dobbiamo scoprire perché il cervello è così preso dalle parole. Quando dite che qualcuno è comunista o totalitario lo avete spazzato via, lo avete messo in una categoria, in una gabbia, e tutto finisce lì. Oppure dite che è inglese. O francese, indiano, questo o quello. Guardate che cosa succede al nostro cervello. Linguisticamente il cervello è preso dalle parole, non dal significato e dalla profondità della parola, ma soltanto dalla parola. E questo richiede guardare attentamente. Guardare significa osservare. C'era una mongolfiera che volava questa mattina, l'avrete vista tutti, e l'avete guardata salire su su, molto lentamente. Con la sua gondola, avrete visto tutto. E avrete detto: 'Caspita, vorrei essere anch'io lassù', oppure: 'Troppo pericoloso!' E così via. Non guardiamo mai nulla senza parole, senza reazioni - guardare.
33:21 Ora siete tutti seduti lì e purtroppo state vedendo chi vi parla. Lo avete già messo in una categoria. Avete già un'immagine di lui. Di lui dite che è questo, è quello, o una specie di idiota o quello che vi pare. Così voi non... Ha dimenticato di fischiare! Non lo guardate mai come fosse la prima volta. Capite? Avete mai provato a fare questa cosa? Non solo per un minuto, un'ora o un giorno, ma con la freschezza di una mente, di un cervello - capite? - che non sia preso nelle parole, nelle reazioni, guardando tutto come fosse la prima volta che guardate il mondo. Questa osservazione è guardare se stessi, senza permettere che sfugga un solo pensiero senza guardarlo, essendone consapevoli, dando tutta la vostra attenzione a quell'unico pensiero. E poi a un altro pensiero - continuare. Così che il cervello sia straordinariamente attento. Capite? Quel guardare non è un movimento egocentrico. Invece, pensare a se stessi è un'attività egocentrica. E' chiaro, no?
35:57 Ora, un attimo. Come passiamo da questo a quello? Giusto? E' una domanda che dovete porvi, naturalmente. O la sto ponendo io e voi l'accettate? Capite? Supponiamo di essere egocentrici, io sono egocentrico, tutto il mio modo di guardare è personale - non sono amato, devo amare - conoscete tutto quel tumulto, quella stupidità, Io sono così, siamo così. Allora come faccio a... passare all'altro? Giusto? Vi state ponendo questa domanda, no? E' una domanda giusta? Muoversi da qui a là. E' una domanda sbagliata, ovviamente. Perché se passate da questo a quello, quello è come questo. Avete capito? Muovetevi! Lo capite? Se dico che sono egoista, e non devo esserlo, devo osservare. Quel 'devo' è ancora nella stessa categoria o lo stesso movimento di pensare a se stessi. Non è vero? Siamo insieme in questo? Spero che almeno alcuni di voi lo siano.
38:03 Allora la domanda riceve la risposta, la risposta non è fuori dalla domanda, ma è nella domanda. Va bene? Cioè, osservando la domanda stessa, ciò che rivela. Rivela moltissime cose. Perché osservare, se posso dirlo diversamente, osservare, percepire, non ha tempo. L'altro è preso nel tempo, pensare a me stesso, 'Un giorno ce la farò, non ho radici ora, ma metterò radici prima o poi, non ho identità...' - seguite? Sono tutte qualità legate al tempo. Le qualità legate al tempo sono sostanzialmente il sé. Non so se volete esaminare tutto questo. Io lo sto scoprendo mentre ne parlo - giusto? Mentre, guardare, se guardate quell'uccello, non c'è affatto il tempo, solo guardare - va bene? Quindi, la parola e il pensiero creano il tempo. Non ne parlerò ora. Avete afferrato?
39:55 Nella relazione con qualcuno c'è la memoria. Qual è l'azione che non permette alla memoria di intromettersi? E' vedere la sua presenza mentre nasce e lasciarla cadere immediatamente? O bisognerebbe essere in uno stato in cui la memoria non fa capolino se non è necessaria?
40:30 Leggerò di nuovo la domanda più lentamente. Nella relazione con qualcuno - vi prego, stiamo ascoltando la domanda - senza reagire alla vostra relazione. Vostra moglie è seduta accanto a voi, non reagite. E' molto difficile. E' uno strano mondo, non è vero? Nella relazione con qualcuno c'è la memoria. Qual è l'azione che non permette alla memoria di intromettersi? E' vedere la sua presenza mentre nasce e lasciarla cadere istantaneamente? O bisognerebbe essere in uno stato in cui la memoria non fa capolino a meno che non sia necessaria? Va bene? Avete capito la domanda? Avete capito la domanda? Devo rileggerla? Volete che la rilegga? Nella relazione con qualcuno c'è la memoria. Qual è l'azione che non permette alla memoria di intromettersi? E' vedere la sua presenza mentre nasce e lasciarla cadere immediatamente? O bisognerebbe essere in uno stato in cui la memoria non fa capolino a meno che non sia necessaria?
42:57 Qual è la domanda? La domanda è, nella nostra relazione reciproca, intima o meno, c'è la memoria - giusto? E' sempre lì perché viviamo con quella persona - cucinare, fare sesso, lavare i piatti - chi vi parla ha lavato un mucchio di piatti. Dovunque vada lava i piatti! Eccetto in India, dove non glielo permettono.
44:04 Ora, lo stato reale nella nostra relazione con un altro è l'attività della memoria. Non lo si può confutare. E' così. Giusto? Siete tutti d'accordo - no? Non ne siete sicuri. La nostra relazione non è forse basata su riconoscimento e parole? 'Mia moglie, mio marito, - cosa ha detto lei stamattina, - lui era di malumore, - hai guardato solo il giornale, non mi hai nemmeno notato, - la sua preoccupazione per il lavoro, ecc. ? Questa è tutta memoria in funzione. Nessuno lo può negare. Qual è l'azione, chiede la domanda, che non permette l'intrusione della memoria? La memoria c'è - giusto? Non è che la memoria si inserisce - giusto? La domanda è posta male. Cioè, c'è un'altra conclusione che la memoria non dovrebbe inserirsi nella relazione, seguite? Siete già arrivati a quella conclusione ascoltando chi vi parla e dite: 'Giusto, la memoria non dovrebbe intrufolarsi'. E poi chiedete a me come sia possibile. Ponete una domanda sbagliata e rispondete in modo sbagliato. Va bene? Cerchiamo di chiarirlo.
46:40 Noi viviamo di ricordi, non solo riguardo le nostre relazioni intime con qualcuno, ma c'è anche la lunga serie di ricordi che abbiamo accumulato nel tempo. La memoria razziale, quella linguistica, la memoria sociale, quella legislativa, la memoria di un libro letto - tutto l'insieme di memorie fin dall'infanzia e quelle razziali che ci sono state impresse, e così via. Abbiamo tanti ricordi. Noi siamo memoria - giusto? Cerchiamo di essere chiari su questo punto. Noi siamo memorie presenti e passate e ci sono anche quelle future a meno che non vi sia qualcosa, una catarsi o una crisi. Perciò, le memorie del passato, del presente e del futuro, sono ciò che siamo. In campo della tradizione, della religione e della società - classe, economia. Non ne parlerò ora, non voglio ripeterlo continuamente. Così, noi siamo memorie. E lei aggiunge cose alla memoria, o lui aggiunge alla memoria, così noi stiamo sempre accumulando memorie, non c èhe la memoria si intrufola. Va bene? Quando dite che le memorie non dovrebbero inserirsi, è un'altra forma di memoria. Avete capito? Perché avete sentito chi vi parla dire che la conoscenza è un pericolo nella relazione, la conoscenza è un impedimento, voi l'avete accettato, oppure lo vedete e vi chiedete come impedire che la memoria si intrometta, ma voi siete un insieme di memorie. Voi non volete che quella certa memoria con vostra moglie o vostro marito si intrufoli. In quel caso volete una buona elazione, ma in altri non importa - giusto?
50:01 La domanda chiede: bisogna vedere che c'è, che la memoria nasce, e mentre accade lasciarla cadere subito, nella relazione? Capite? Avete capito? Avanti, signori! Qualcuno dica sì o no, se lo capite o no. O bisognerebbe essere in uno stato in cui la memoria non fa capolino se non necessaria? E' una questione molto complicata - non è vero? E richiede un cervello non complicato, ma un cervello molto semplice può osservarlo. Ve lo mostrerò fra un minuto.
51:12 Io sono e voi siete memorie, un insieme di memorie. Anche se dite che in voi c'è dio, una luce, un senso di spiritualità, è ancora memoria. Perciò io sono tutta la struttura dell'ego, io e tutta la mia conoscenza sono memoria. Ora vedo che nella mia relazione con mia moglie, o marito, o figli, o vicini, queste memorie sono sempre incluse. Mia moglie mi ha detto qualcosa di brutto, o di piacevole, di eccitante, e io ho trattenuto quel ricordo. Giusto? Allora la domanda è - state seguendo? - la domanda è perché il cervello conserva tutte queste memorie - va bene? Porreste questa domanda signori? Perché il cervello trattiene qualcosa di piacevole che lei mi ha detto e qualcosa di spiacevole che mi ha detto ieri, e che è registrato, sia le cose piacevoli sia quelle spiacevoli sono registrate, e questo diventa memoria - giusto? Perché il cervello registra? Questa è la domanda. Capite?
53:10 Quasi quarant'anni fa c'è stata una guerra, si sono scritti libri su questo, ne parlano, in televisione mostrano scene eccitanti sulla guerra, e sugli strumenti di distruzione. Sapete, se ne parla, continuamente - perché? Capite? Lo esamineremo.
53:41 Noi stiamo ponendoci una domanda molto più seria e fondamentale: perché il cervello registra tutto? Perché dovrebbe registrare cose spiacevoli e piacevoli - perché è sempre in uno stato di continua registrazione? Va bene? Siamo d'accordo su questo? Questo è un fatto, non un'invenzione di chi vi parla. Ora la questione è: è necessario registrare come si guida - giusto? come si scrive una lettera, imparare a usare vari strumenti, sapere come smontare e rimontare una macchina, cosa che chi vi parla ha fatto - lì è necessario. Va bene? Ma perché registrare interiormente, psicologicamente? Avete capito la domanda. Ce lo stiamo chiedendo. E' necessario registrare le cose piacevoli, quelle spiacevoli, le lodi, gli insulti, quelle sensazioni, sapete, è necessario? Oppure la registrazione psicologica dà forza, costruisce l'ego, il me, la personalità - capite? Vedetelo. E' necessario registrare, altrimenti non potremmo fare nulla nel mondo fisico. Se siete un uomo d'affari, dovete sapere molto cose, se lavorate in banca dove conoscere molte cose, se siete un chirurgo o un medico, un oculista - seguite? o se costruite computer, dovete sapere un mucchio di cose. Lì è assolutamente necessario - giusto?
56:17 Ma noi parliamo del mondo interiore, sotto la pelle, per così dire, intendiamo la psiche, l'area psicologica, perché mai dovrebbe esserci una registrazione lì? E' un'estensione delle necessità fisiche esterne in quelle psicologiche? E' un'estensione di quelle fisiche? E' un'estensione? Capite? E' una continuità della conoscenza esterna che è necessaria e diciamo che anche quella psicologica è necessaria? Non lo mettiamo mai in dubbio. Capite cosa sto dicendo? Siamo insieme su questo? Non siete paralizzati, vero? Vi prego, non vi sto ipnotizzando.
57:38 Dunque, stiamo mettendo in dubbio tutto il processo della registrazione. Quando vedo che quello che lei ha detto stamattina non è importante, che non è necessario, domani dirà qualcosa di diverso, e io le dirò qualcosa del tutto diverso. Giusto? Entrambi facciamo questo gioco. Che cosa importa? E' necessario? Significa che io costruisco un'immagine di lei, e lei costruisce un'immagine di me, un'idea di me. L'immagine, il simbolo diventa molto forte - vero? Lo sapete, non è vero? Diventa fortissima. E allora dico che lei è così, e lei dice di essere così, e allora stiamo lontani, a parte forse a letto. La divisione aumenta sempre di più, e io me ne vado, o lo fa lei, poi io cerco un'altra donna e ricomincia lo stesso vecchio gioco di nuovo, e lei fa esattamente lo stesso. Non è vero? Le persone sposate sono d'accordo?
59:39 E' quello che succede. E noi stiamo dicendo che esaminando la questione sorge inevitabile una domanda: è possibile non registrare psicologicamente? Che cosa significa? E' possibile? Questo processo meccanico? E' un processo meccanico. Il cervello si è abituato a questo, fa parte della sua tradizione, fa parte della sua continuazione per mantenersi come sé - giusto? Allora ci chiediamo: è possibile? Registrare quando è assolutamente necessario, e non registrare affatto psicologicamente? Non ne vedete la bellezza, per amor di dio? Il che significa, innanzitutto vedere il pericolo di registrare psicologicamente. Io sono indù, tu sei cristiano - giusto? Tu sei buddista o tibetano o appartieni a qualche strano piccolo guru, che magari ha un sacco di soldi, potere e posizione, ma rimane comunque una faccenda da poco. Allora voi vedete tutto questo. Dunque ci stiamo chiedendo: è possibile non registrare interiormente? Qual è la vostra risposta? Vi ho posto una domanda. Voi me ne avete presentate molte, ma io ne pongo una a voi. E' possibile non registrare psicologicamente? Che significa non essere feriti o lusingati - è la stessa cosa. Potreste dire che è possibile, o che non è possibile. Se dite l'una o l'altra cosa vi bloccate - giusto? Se dite che non potete salire su quella montagna, vi fermate. Ma se dite: 'Ci andrò, vediamo cosa succede', allora l'azione è completamente diversa.
1:02:47 Dunque, qual è la risposta? La risposta è questa.
1:03:09 Siete consapevoli di qualcosa? Consapevoli della forma di questa tenda, di quanti settori ci sono nella tenda, delle scritte sulla tenda laggiù, siete coscienti di tutto questo? Delle sue proporzioni, della sua lunghezza, senza misurarla, la sua lunghezza, siete consapevoli delle persone sedute intorno a voi, i vari colori, le facce, i visi diversi - vecchi, giovani, capigliature bianche o nere, ecc. ne siete consapevoli? O non guardate mai? Se non siete consapevoli, allora potreste non essere consapevoli delle vostre reazioni. Potreste non essere consapevoli delle vostre risposte, del vostro corpo perché siete terribilmente intellettuali, e vivete lassù. Oppure siete molto romantici. Siete consapevoli di tutto questo? Sentimentali, attaccati, ecc. Se siete consapevoli, consapevoli, senza dire: 'Sì, sono consapevole, ma non mi piace quella camicia, troppo blu'. Come mi hanno detto stamattina. Siamo consapevoli in quel senso, senza scegliere, di una consapevolezza senza scelta? Se siete consapevoli senza scelta così, allora siete attenti - capite? Consapevolezza senza scelta significa attenzione, non coltivata, senza dire: 'Devo essere attento'. Ma diventare consapevole degli alberi, degli uccelli, delle mongolfiere che salgono, delle montagne, della luce sulle nuvole, della sera, del chiaro di luna, ecc. osservare, osservare. Consapevoli di tutto, e delle vostre reazioni a tutto, senza reagire, senza scegliere - questo mi piace, quello no, è mio, è tuo; seguite? Essere semplicemente consapevoli. Da questa consapevolezza senza scelta c'è attenzione, attenzione con gli occhi, con le orecchie, con i nervi, con tutto l'essere. E quando lei mi dice qualcosa, sono completamente attento - giusto? Lei mi dice che sono un bruto, ma siccome sono attento non c'è reazione. Capite? Solo quando c'è disattenzione c'è reazione. Avete capito?
1:06:51 Caspita, ci vuole parecchio per dire tutte queste cose. L'avete afferrato? Quando c'è completa attenzione non c'è registrazione. Ma devo essere completamente attento, quando guido, devo essere attentissimo. Attenzione là e qui - attenzione. Ma quando sono disattento a quello che lei dice viene registrato, naturalmente. Avete capito? Lo farete? Questo è il bello, non solo ascoltare un mucchio di parole, ma se lo mettete... non dico in azione, ma vedetene la verità. Allora non c'è registrazione. Ma se registrate, se distrattamente registrate, allora potete affrontarlo all'istante. Ma se siete costantemente disattenti, come siamo, nella nostra relazione con qualcuno perché siamo abituati così: 'La conosco da quarant'anni, santo cielo - o da dieci giorni.' Capite? Allora la qualità dell'attenzione e quella della disattenzione, sono due cose diverse. dove c'è disattenzione c'è scelta, inconsapevolezza, mancanza di attenzione, allora avviene la registrazione, la vecchia abitudine si consolida. Ma quando c'è attenzione la vecchia abitudine si interrompe. Avete capito? Come si fa a riconciliare... Oh! Scusate.
1:09:20 Capisco che il silenzio interiore non può essere praticato o ricercato, ma qual è il terreno su cui può avvenire?
1:09:35 Capisco che il silenzio interiore non può essere praticato o ricercato, ma qual è il terreno su cui può avvenire? La domanda è chiara.
1:09:59 Chi pone la domanda capisce che il silenzio non può essere conseguito, non può essere praticato con la meditazione - giusto? Non può essere controllato. Non so perché lo accettiate, ma a quanto pare lo fate. Ma qual è il terreno in cui può avvenire?
1:10:44 Quando osservate qualcosa - le nuvole, i monti, il fiume, l'albero, vostra moglie o il vostro vicino, quella persona meschina, ignorante, potete osservare tutti i fenomeni della vita in silenzio? Non dite: 'Penso di sì'. Significa guardare, osservare senza la reazione delle opinioni, perché noi siamo pieni di opinioni su tutto - non è vero? Perché abbiamo opinioni? Avanti, signori, ditemi perché gli esseri umani hanno tante opinioni radicate, oppure molto superficiali - 'Io credo'. Perché? Il mio guru ha ragione, è migliore del tuo, sono pronto a battermi. Queste opinioni, conclusioni, concetti, ideali, dividono gli esseri umani. E' ovvio. Ci sono idealismi totalitari e idealismi democratici. Giusto? Dividono le persone, gli ideali dividono le persone. E chi pone la domanda dice: capisco che il silenzio interiore non può essere praticato. Quando usa l'espressione 'Io capisco', che cosa intende per 'capire'? Capite? Vi sto chiedendo che cosa intendete per 'capire'. Capisco come è costruita questa tenda, e come sarà smontata, capisco la distanza fra qui e Ginevra, capisco cos'ha detto qualcuno. Va bene? Capisco il motore a combustione interna ecc. E' un capire intellettuale, verbale? E' solo capire - perché avete detto qualcosa, capisco il significato delle parole. Oppure, quando c'è reale comprensione? Cioè, vedo qualcosa istantaneamente, e quella stessa percezione della verità cambia tutta la mia esistenza. Quale delle due? Perché è importante capire, afferrare il significato della parola 'capire'. Capisco qualcosa intellettualmente o l'ho afferrata in modo emotivo, sentimentale, romantico, con l'immaginazione, ecc. Oppure non solo vedo la profondità e il significato delle parole, ma anche nella comunicazione reciproca. Vedo la verità di quello che dite. Vedere la verità, non la conclusione o l'idea di quello che dite, la sua verità, il profumo, la profondità, il suo sapore. Allora quel capire è una rivoluzione. Ma dire casualmente: Sì, capisco di cosa parla K, è una sciocchezza. La domanda dice: capisco che il silenzio interiore non si può praticare o ricercare. Ma non cercate forse tutti qualche genere di tranquillità interiore, un senso di pace qualche volta? Siete tutti alla ricerca, non dite di no. Siamo alla ricerca di cibo, di comodità, di vie di fuga da questo orribile disordine in cui viviamo. Ma dire casualmente: 'capisco che il silenzio interiore non si può praticare o ricercare', scusatemi, perdonatemi se vi dico, che non capite veramente quello che avete detto. Ma qual è il terreno in cui avviene? Questa è la vera domanda - vero?
1:17:04 Cos'è necessario affinché il cervello sia completamente silenzioso? Perché volete essere silenziosi? Quando osservate, quando percepite qualcosa, se non avete reazioni, nessuna risposta - ma semplicemente osservate, quella stessa osservazione è silenzio - giusto? Capite? Naturalmente. Io vi guardo e voi guardate me. Se chi vi parla guarda con delle reazioni, no sta davvero rispondendo - giusto? Non sta guardando le vostre reazioni, il vostro sentire, e tutto il resto. E se voi guardate chi vi parla e avete reazioni, non lo state guardando, state guardando le vostre reazioni. Semplice.
1:18:25 Perciò, il terreno su cui il silenzio può avvenire non è con la pratica, né con la determinazione, non è con la volontà o il desiderio, ma accade in modo naturale quando c'è libertà, libertà dal conflitto. Quindi bisogna capire il conflitto. Non dire: 'Devo avere il silenzio', che è assurdo. Il terreno su cui in modo naturale, chiaro, bello, l'immensa profondità del silenzio arriva quando c'è completa libertà. Perciò bisognerebbe chiedere non come avviene la qualità del silenzio, ma se possiamo essere liberi. Liberi dal conflitto, dalle ferite, da paura, ansia, solitudine, dolore, e via dicendo. Allora la casa del silenzio è immensa.
1:19:57 Sono le dodici. E' sufficiente per stamattina? O volete un'altra domanda? Sto lavorando io o lavorate anche voi? Stiamo lavorando entrambi o state solo ascoltando un mucchio di parole? Se state davvero cooperando attivamente, condividendo attivamente, fino alla fine, dovreste sentirvi esausti. Ma se lo fate distrattamente è come il rumore del fiume - vi ci abituate. Comunque, anche se sono le dodici, leggeremo l'ultima domanda.
1:21:00 Come si possono conciliare le esigenze della società con una vita di libertà totale?
1:21:10 Come si possono conciliare le esigenze della società con una vita di libertà totale?
1:21:21 Cosa sono le esigenze della società? Cosa sono le esigenze della società? Ditemelo per favore. Andare in ufficio dalla nove alla cinque, andare in fabbrica dalla nove alle cinque, e poi andare al night club dopo la noia dell'ufficio, per divertirsi, un giorno o tre settimane di vacanza in Spagna o in Italia? Quali sono le esigenze della società? Che dovete guadagnarvi da vivere, che dovete vivere in un certa parte del paese per tutta la vita, lavorando come avvocato, medico, chirurgo, o in fabbrica come sindacalista, ecc. ecc.? Vero? Perciò bisogna anche chiedersi cos'è la società che pretende così tanto. Cos'è la società? Chi ha creato questa dannata cosa? Chi è responsabile di tutto questo? La chiesa, il tempio, la moschea - seguite? - tutto il circo che vi si tiene, chi è responsabile di tutto questo? La società è diversa da voi? O voi avete creato la società, ciascuno di noi, con la nostra ambizione, la nostra avidità, con la nostra invidia, la violenza, la nostra corruzione, la nostra paura, cercando la nostra sicurezza nella comunità, nella nazione - seguite? Noi abbiamo creato questa società e poi biasimiamo la società per quello che pretende. Allora chiedete: posso vivere in assoluta libertà, posso conciliare - meglio - la società e me stesso che cerco la libertà? E' una domanda così assurda. Capite? Mi scuso con chi ha posto la domanda - non intendo essere scortese. Perché voi siete società. Se lo vediamo veramente, non come un'idea o un concetto o qualcosa da accettare. Ma voi, ciascuno di noi su questa terra, per quarantamila anni o più, abbiamo creato questa società in cui viviamo. La stupidità della religione - giusto? La stupidità di ogni nazione che si arma. Per amor del cielo, l'abbiamo creata noi, perché io insisto a dire che sono americano, francese, o russo. Insistiamo a dirci cattolici, protestanti, indù, buddisti, musulmani. Definirci così ci dà sicurezza, e la ricerca di sicurezza è distrutta dalle nostre divisioni. E' talmente chiaro. No so se...
1:25:42 Così non c'è riconciliazione fra la società e le sue esigenze e la vostra pretesa di libertà. L'esigenza viene dalla vostra violenza, dal vostro brutto e limitato egoismo. E' una delle cose più complesse scoprire da sé dove sta l'egoismo, dove subdolamente si nasconde l'ego. Può nascondersi nella politica, facendo il bene per il paese. Può nascondersi bellamente nel mondo religioso, - io credo in dio, servo dio. O negli aiuti sociali - non che io sia contro l'aiuto sociale, non saltate a quella conclusione - si può nascondere lì. Si può nascondere nel matrimonio, nell'amore. Ci vuole un cervello molto attento, non analitico, ma un cervello che osserva, per vedere dove si nascondono le sottigliezze dell'io, l'egoismo. Quando quello non c'è, la società non esiste, non c'è nulla da riconciliare. Solo il disattento, l'incosciente, l'inconsapevole dice: 'Come rispondo alla società quando lavoro per la libertà?' Capite?
1:28:08 Se posso far notare, abbiamo bisogno di essere rieducati, non attraverso il liceo, la scuola e l'università, che condizionano il cervello, o quando lavoriamo in fabbrica, ecc., ma educarci a essere consapevoli, a vedere che siamo schiavi delle parole, ecc. Possiamo farlo? Se non possiamo farlo, avremo sempre delle guerre, verseremo continuamente lacrime sempre in conflitto, infelici, ecc. Chi vi parla non è ottimista o pessimista - questi sono fatti. Quando viviamo con i fatti così come sono, come li osserviamo, non con i dati del computer o dei poeti, ma osservando la propria attività, le mire egoistiche, ecc. Da quello spunta una libertà meravigliosa con tutta la sua bellezza e forza.
1:30:00 Scusatemi se ho parlato così tanto. Posso alzarmi?