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SD70T2 - Può la mente umana essere completamente libera dalla paura?
Secondo discorso pubblico
Università Statale di San Diego, California, USA
6 aprile 1970



0:17 Bisogna essere seri. Soltanto coloro che sono davvero... seri, in maniera vitale, possono vivere correttamente, possono vivere una vita completa e totale. La serietà non esclude la gioia, il gioire. Ma finché c'è paura, non è possibile essere seri, o gioire, e nemmeno sapere che cosa significhi una grande gioia. La paura sembra essere una delle cose più comuni nella vita, e stranamente l'abbiamo accettata come modo di vivere, come abbiamo accettato la violenza in tutte le forme come modo di vivere, abbiamo anche accettato, e ci siamo abituati ad avere paura, sia psicologicamente che fisicamente.
1:58 E questa sera, se possibile, dovremmo approfondire questa questione. Penso che dovremmo entrarci completamente in modo da comprenderla così completamente, che lasciando questo posto, saremo liberi da questa paura. Penso che si possa fare, non è solo una teoria, o una speranza, ma se - come dovremmo fare - diamo ora... completa attenzione alla questione della paura, sono abbastanza sicuro che esplorando le cause della paura e anche come affrontarla, come guardarla, come finirla completamente, così che la nostra mente, la mente umana che ha sofferto così tanto, che ha sopportato così tanto dolore, che ha vissuto con grande dolore e paura, questa mente possa essere completamente libera dalla paura.
4:11 E per comprenderlo, dobbiamo comunicare fra di noi con sufficiente facilità. Comunicazione implica, la parola stessa significa, creare insieme, comprendere insieme, lavorare insieme; non solo ascoltare chi vi parla, ascoltare delle parole e delle idee, ma fare un viaggio insieme a chi vi parla, e comprendere questo complicatissimo problema della paura. E comunicare, fare questo viaggio insieme, implica che non si accetti e non si neghi, che non si dica che è assolutamente impossibile liberarsi della paura, razionalizzandola o accettandola - bisogna avere una mente libera per indagare questo problema, una mente che non abbia conclusioni, che non dica che è possibile o impossibile. Perché stiamo indagando, esplorando insieme. Perciò dovete essere liberi di osservare, di indagare. E' assolutamente essenziale. In modo da non avere pregiudizi nello scoprire, pregiudizi che impedirebbero la comprensione della verità, di 'ciò che è'.
6:42 Sapete, ci sono tante forme di paura, sia fisiche che psicologiche, paure psicosomatiche. E per entrare in ognuna di queste varie forme di paure ci vuole molto tempo, ci vogliono molti giorni per penetrare gli aspetti di ogni paura. Ma penso che si possa osservare la qualità della paura, la paura in generale, non una paura particolare, osservare la natura della paura, la sua struttura, senza perdersi in un dettaglio o in una forma particolare di paura. Perché quando comprendiamo la natura e la struttura della paura, allora possiamo applicare quella comprensione, o arrivare a quella comprensione, o con quella comprensione affrontare la nostra particolare paura. Si può avere paura del buio, fisicamente, della propria moglie o del proprio marito, o di quello che la gente dice, pensa o fa. Si può avere paura del senso di solitudine, o del vuoto della vita, della noia di un'esistenza senza senso che si conduce. O si può avere paura del futuro, del domani, dell'incertezza, dell'insicurezza, della bomba. O si può avere paura della morte, della fine della propria vita.
9:51 Ci sono varie forme di paura, paure sia nevrotiche che sane, razionali; se mai la paura possa essere razionale o sana. Ma molti di noi evidentemente hanno una paura nevrotica sia del passato, che dell'oggi, e del domani; per qualcosa che possono aver fatto nel passato... per i problemi di salute avuti in passato, con il dolore e le sofferenze che non vogliono si ripetano e di cui hanno paura - domani. Si può aver paura del tempo, di invecchiare, di diventare senile, di dover dipendere da altri.
11:14 Perciò c'è la paura del tempo, la paura del passato e del futuro. E questa paura della solitudine, della morte, dell'opinione pubblica, di non essere adatti, di non avere successo, di non riuscire a realizzarsi, di non essere qualcuno in questo stupido mondo, ecc. Ci sono moltissime paure, non solo quelle consce, quelle di cui si è consapevoli, ma ce ne sono anche di più profonde, non svelate, inesplorate, nei recessi profondi della mente.
12:42 Perciò la questione è, non solo come affrontare le paure consce ma anche quelle nascoste, la paura del tempo, di ieri, di quello che si è fatto, che possa ripetersi l'infelicità, del domani, l'incertezza, l'insicurezza, sia psicologica che fisica. E c'è la paura di una grande solitudine con le fughe da quella solitudine. Di certo la paura è un allontanarsi da 'ciò che è', il volo, la fuga, l'evitare effettivamente 'ciò che è', il movimento, il volare via comporta paura. Cioè, quando c'è un qualsiasi paragone, genera paura - paragonarsi a qualcuno che pensiamo sia più grande, più saggio, più nobile, ecc. Il paragone di quello che siete con ciò che dovreste essere.
15:24 Quindi la paura è un allontanarsi dal reale - il 'ciò che è', il movimento, non l'oggetto da cui scappate. La paura deriva dal paragonare. E c'è la paura, profondamente nascosta dentro di sè, di cui non siamo consapevoli. Perciò tutti questi problemi sono molto complicati. Nessuno di questi problemi di paura può essere risolto con la volontà, - dicendo: "Non avrò paura". L'atto di volontà non ha senso. Spero che stiate seguendo. Non è un gioco che sto facendo con voi, e nemmeno voi lo lo state facendo con me. Stiamo trattando problemi molto seri e quindi dovete dargli la vostra attenzione. E non potete essere attenti se interpretate o traducete, o se paragonate quello che viene detto con ciò che già conoscete - dovete ascoltare. Bisogna imparare l'arte di ascoltare, perché non si ascolta affatto, si sta sempre paragonando, valutando, giudicando, negando. Quindi vi impedite di ascoltare veramente. Ascoltare completamente qualcuno implica dargli tutta la vostra attenzione - non vuol dire essere d'accordo o dissentire, perché non si tratta di essere d'accordo o meno quando stiamo esplorando insieme. Solo che il microscopio che state usando potrebbe essere opaco, non chiaro. Ma se avete uno strumento di precisione allora quello che vedete è quello che vede anche un altro. Perciò non è questione di concordare o dissentire, o negare. Stiamo cercando di esaminare
19:05 tutta la questione della paura, e quindi dovete prestare attenzione, è la vostra vita, perché la paura indebolisce la mente, la rende insensibile, ottusa. Come può amare una mente che ha paura? Una mente che dipende, cosa può sapere della gioia? Solo paura! Quindi...
19:47 ci sono paure consce e paure nascoste. Come fate - indagate prima di tutto - come fate a svelare quelle paure nascoste? E quando riuscite a farlo, come farete a liberarvene, come può la mente esserne libera? Questa è la prima domanda. Per favore seguite bene - lo state facendo voi, lo state osservando voi, chi vi parla ve lo sta solo mostrando. Come avviene che le paure nascoste si aprano,
20:48 si svelino? E' possibile conoscere le paure consce e parleremo fra poco di come affrontarle. Ma ci sono le paure nascoste, che sono forse molto più importanti. Allora, come le affronterete, come farete a svelarle?
21:15 Permettete che mi tolga la giacca? Non vi dispiace?
21:21 Così stiamo considerando, come gli strati profondi della paura, nascosti, possano essere svelati. Possono essere svelati attraverso l'analisi - analizzandoli, vedendone le cause? L'analisi libererà la mente dalla paura, non da una particolare paura nevrotica, ma... da tutta la paura, dalla struttura completa della paura? - l'analisi? Nell'analisi è coinvolto non solo il tempo, ci vogliono moltissimi giorni, anni, un'intera vita, e alla fine forse potreste capire qualcosa ma siete pronti per la tomba. Inoltre, l'analisi implica l'analizzatore. Chi è l'analizzatore? E' uno specialista, un esperto laureato, che analizzerà le vostre paure nascoste nel profondo? Anche a lui servirà tempo, e quindi anche i vostri soldi.
23:21 Analisi quindi implica l'analizzatore, che è il censore, che è il risultato di molte forme di condizionamento. E costui analizzerà la paura che egli stesso ha creato. Giusto? Spero che stiate seguendo, perché la nostra intenzione è che quando lascerete questo salone così caldo, non abbiate più alcuna forma di paura. Si può fare. E voi conoscerete un genere di vita del tutto diverso, saprete quale grande gioia sia, avere una mente completamente libera da questa cosa terribile chiamata paura. E per essere liberi da questo... dobbiamo camminare insieme, dovete lavorare sodo come sta facendo chi vi parla.
25:14 Allora, l'analisi implica il tempo e l'analizzatore. Per favore, vedetene la verità, non la vostra opinione contro quella di chi vi parla... o l'opinione e la conoscenza di qualcun altro - vedete la verità del fatto che ci vuole il tempo. L'intervallo fra ciò che analizzate e la sua fine, coinvolgerà altro tempo e perciò entreranno molti altri fattori che faranno cambiare direzione. L'analizzatore è un frammento fra molti altri che costituiscono il "me", l'io, l'ego.
26:15 E diventa l'analizzatore, si assume l'autorità dell'analizzatore, e la sua analisi deve essere ogni volta completa, altrimenti a che serve analizzare? Perciò, l'analisi, che implica tempo e divisione non mette fine alla paura. E' abbastanza chiaro? Vederlo vuol dire mettere completamente da parte l'idea di un cambiamento progressivo, perché lo stesso fattore di cambiamento è una delle maggiori cause della paura. Siete tutti ipnotizzati? Perché per chi vi parla questa è una cosa molto importante, e perciò la sente molto forte, e ne parla con intensità, non sta facendo propaganda - non è qualcosa che dovete seguire, non è qualcosa in cui credere; bisogna osservare e imparare ed essere liberi da questa paura.
28:15 Quindi l'analisi non è la via. Capite che cosa significa quando ne vedete la verità? Significa che non pensate più in termini di analizzatore, che esamina, che analizza, che giudica e valuta, e perciò la vostra mente è libera da quel peso chiamato analisi, e quindi è capace di guardare direttamente. E...
29:29 se l'analisi non è la via e quindi è falsa, come farete a guardare questa paura? Come farete a svelare tutta la struttura, tutte le parti nascoste della paura? Attraverso i sogni? I sogni sono la continuazione delle ore di veglia, nel sonno - Non è così? State seguendo? Non so se avete osservato che nei sogni c'è sempre azione si fa o succede sempre qualcosa, come avviene da svegli, è una continuazione delle ore di veglia, anche quando si dorme, attraverso i sogni - fa sempre parte dello stesso movimento. Così i sogni non hanno valore. Lo accettate? Lo spero... sono sicuro di no, - ma non importa. Perché vedete quello che sta accadendo, stiamo eliminando tutto quello a cui siete abituati: analisi, sogni, volontà, tempo, così che eliminandoli, la mente diventa straordinariamente sensibile. Con questo eliminare la mente diventa non solo sensibile, ma intelligente.
32:07 Ora, con quella sensibilità e intelligenza guarderemo la paura. Va bene? Stiamo procedendo insieme? Sapete, è molto divertente, se lo fate davvero, perché allora vi voltate, girate le spalle a tutta la struttura sociale in cui il tempo, l'analisi e la volontà sono in funzione.
32:53 E allora, che cos'è la paura? Che cos'è la paura, come avviene? La paura è sempre in relazione a qualcosa. Non esiste di per sè: è in relazione a qualcosa di permanente a sua volta in relazione a qualcos'altro di permanente. Giusto? C'è la paura di quello che è accaduto ieri, e che possa ripetersi domani, qualcosa di doloroso o altro, c'è sempre un punto fisso da cui avviene la relazione. Ne parleremo tra poco, fra un momento.
34:14 Come stavamo dicendo, la paura esiste solo in relazione a qualcos'altro, altrimenti non c'è paura è in relazione al passato - il ricordo di un dolore passato che non vogliamo si ripeta domani o oggi - è in relazione a qualcosa che è successo. Che cos'è la paura? Avete sofferto ieri, è ovvio, avete sofferto. Oppure sperate qualcosa per domani, che potrebbe non succedere.
35:21 C'è la paura di ieri, e la paura del domani. Come avviene quella paura? Siete voi a porre la domanda, non io. Perciò state lavorando duro. Ho avuto qualche dolore ieri, è ovvio, e me ne ricordo, e... non voglio che si ripeta domani. Come interviene la paura? Ripensando alla sofferenza di ieri, pensandoci, il ricordo del dolore di ieri proietta la paura del domani, di soffrire ancora domani. Perciò il pensiero porta la paura. Giusto? No? State seguendo? Il pensiero causa la paura, genera la paura, e coltiva anche il piacere. Per capire la paura dovete capire anche il piacere, perché sono correlati, senza comprendere l'uno, non potete comprendere l'altro, cioè, non potete dire... "Voglio avere solo il piacere e non la paura", perché la paura è l'altra faccia della medaglia, chiamata piacere. Giusto? Ci stiamo seguendo?
37:48 Ieri avete provato piacere, sessuale o di altro genere, ci ripensate, rivedete le immagini, ci ruminate sopra, ci ripensate. E domani potreste non averlo più. Perciò il pensiero genera la paura. Mi pare che sia abbastanza chiaro, no?
38:33 Perciò il pensiero non solo sostiene il piacere, ma nutre anche la paura, e ha separato se stesso come analizzatore, ma la cosa da analizzare fa pure parte del pensiero. Perciò il pensiero gioca dei trucchi a se stesso. E allora la questione è: se il pensiero fa tutto questo, il pensiero che rifiuta di esaminare le paure nascoste, inconsce, il pensiero che ha stabilito un analizzatore separato dalla cosa da analizzare, il pensiero che ha fatto del tempo un mezzo di fuga dalla paura, ma che mantiene la paura, il pensiero che nutre anche il piacere, che non ha nulla a che fare con la gioia, perché la gioia non è un prodotto del pensiero, non è piacere. Potete coltivare il piacere, ci potete pensare di continuo ricavandone molto piacere, ma non potete farlo con la gioia. Nel momento in cui lo fate, è finita. Diventa qualcosa da cui ricavate piacere e perciò avete paura di perderla.
41:07 Il pensiero è responsabile sia del piacere che del dolore e della paura. Inoltre il pensiero ha paura di essere completamente solo. E' una cosa che il pensiero condanna, e così inventa tanti modi per fuggire da quella solitudine attraverso varie forme di svago religioso o culturale o altro, una ricerca continua di dipendenze sempre più grandi e profonde.
42:10 Il pensiero ne è responsabile. E allora che cosa dobbiamo fare? Capite tutto questo, spero. Che cosa bisogna fare quando ci si rende conto che il pensiero, che è la risposta della memoria a tutte le sfide, piccole o grandi, che sostiene sia il piacere che la paura, e questi sono fatti, non sono invenzioni di chi parla, o delle sue filosofie o teorie particolari, si tratta di assoluti e osservabili fatti quotidiani. La domanda successiva è: che cosa dobbiamo fare? Il pensiero c'è non possiamo ucciderlo, non possiamo distruggerlo, non possiamo dire "Scordiamocelo", non potete resistergli - se lo fate, è un'altra forma di pensiero. Il pensiero è la risposta della memoria. E avete bisogno della memoria per funzionare nel quotidiano, per andare in ufficio, per tornare a casa, per poter parlare - la memoria è il magazzino della conoscenza tecnologica. Perciò avete bisogno della memoria, completamente.
44:40 Ma vedete anche come la memoria mantenga la paura attraverso il pensiero: ieri avete provato piacere, ammirando la bellezza di un tramondo, e volete ripetere di nuovo quell'esperienza, attraverso delle droghe o tornando in quel punto per rivedere quella luce meravigliosa. E quando non avviene c'è sofferenza, delusione, frustrazione. Perciò il pensiero... Abbiamo bisogno della memoria con tutta la purezza e la chiarezza del pensiero da un lato, tecnologicamente, per funzionare nel quotidiano, per guadagnarci da vivere, e così via. Ma vedete anche il fatto che il pensiero genera anche la paura.
46:09 E allora che cosa dobbiamo fare? Che cosa deve fare la mente? Avete capito la domanda? E' chiara? Voi vi state facendo la domanda. Non sono io a porvela. Se accettate la mia domanda, allora non è vostra. Se è la vostra domanda, come deve essere, dopo questa disamina, se non è così, allora state dormendo. Se la domanda è vostra, che cosa rispondete? Come rispondete a questa domanda, dopo aver considerato tutti i fatti dell'analisi, del tempo, delle fughe, della dipendenza, avendo visto che fuggire da "ciò che è" è paura, quello stesso movimento è paura. Dopo avere osservato tutto questo, vedendone la verità, non le opinioni, non il vostro giudizio casuale, qual è la vostra risposta a questa domanda che il pensiero deve funzionare con la massima efficienza, in modo sano, e che tuttavia il pensiero stesso diventa un pericolo perché genera paura.
48:40 Ora, prima di rispondere a questa domanda, qual è lo stato di una mente che ha attraversato tutto questo? Capite che cosa intendo? Qual è lo stato di comprensione della vostra mente, una mente che ha esaminato tutte queste forme che abbiamo esaminato, che sono state spiegate e osservate, qual è la qualità della vostra mente ora, perché voi risponderete in base a questa qualità. Se non avete fatto il viaggio non avete risposte; ma se avete fatto davvero il viaggio, passo dopo passo e avete toccato tutto quello di cui abbiamo parlato, allora la vostra mente, vedrete, è diventata straordinariamente intelligente, viva, sensibile, perché ha buttato via tutti i pesi che aveva accumulato.
50:10 Quindi la domanda è: come osservate tutto questo processo del pensiero? C'è un centro da cui pensate? Seguite, per favore. Il centro è il censore, colui che giudica, che valuta, condanna, giustifica - pensate ancora da quel centro? Oppure non c'è affatto un centro da cui pensare, ma pensate. Giusto? Vedete la differenza? Sta diventando troppo? Ditemelo, vi prego.
51:28 No? Mi meraviglio - voi state semplicemente ascoltando, temo.
51:42 Ascoltate, signori, il pensiero ha creato un centro il "me" - io, le mie opinioni, il mio paese, il mio Dio, la mia esperienza, la mia casa, i miei mobili, mia moglie, i miei figli, il mio paese, sapete: io, io, io. Quello è il centro da cui agite e pensate. Quel centro divide, e a causa di quel centro e quella divisione, ci deve essere conflitto, è ovvio. Quando c'è la vostra opinione contro quella di qualcun altro, il mio paese, il tuo paese, e cosi via - c'è divisione. Il che significa che il centro divide continuamente. E se voi pensate da quel centro... e osservate da quel centro, c'è paura, siete ancora presi dalla paura, perché quel centro si è separato dalla cosa che chiama paura, e pertanto dice: "Devo liberarmene, devo analizzarla, devo superarla, devo resistere, e così via. E così facendo rinforzate la paura.
53:26 Potete guardare, può la mente guardare la paura, - lo approfondiremo ancora un po' - senza il centro? Potete guardare la paura senza nominarla, perchè nel momento in cui dite "paura", è già nel passato, perché l'avete nominata. State seguendo? Quando nominate qualcosa, non la state separando? Il bianco e il nero, il marrone, e il comunista - non è così? E proprio quella divisione è una forma di resistenza, conflitto e paura.
54:33 Quindi la questione è: osservare senza quel centro, e non dare un nome alla cosa chiamata paura quando sorge. Tutto questo richiede una tremenda disciplina. Sapete, la parola disciplina significa imparare, imparare da qualcuno - ma voi non state imparando da chi vi parla, state imparando da voi stessi.
55:18 Bisogna osservare tutto questo, molto da vicino, con cura, cioè con affetto e attenzione, allora la mente osserva senza divisione come centro, come è sempre stata abituata a fare. E allora c'è la fine della paura, sia di quella nascosta che di quella palese. Se non lo avete fatto stasera, non portatevelo a casa per pensarci sopra. La verità è qualcosa che dovete vedere immediatamente. E per vedere qualcosa chiaramente e immediatamente, dovete metterci il cuore e la mente e tutto il vostro essere.